Pensioni: ecco a chi conviene farsi ricalcolare l’assegno

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Mai una normativa deve andare contro l’interesse del pensionato. È ciò che una vecchia sentenza della Corte Costituzionale sancì. Per le pensioni, deve essere garantito sempre il trattamento più favorevole al pensionato. In osservanza della pronuncia degli ermellini della Consulta, l’Inps ha emanato un recente messaggio che apre alla possibilità per i pensionati, di sterilizzare alcuni periodi di contribuzione che “stranamente”, vanno a penalizzarlo come importi della pensione.

E presto lo stesso Istituto provvederà a emanare una circolare con la quale spiegherà agli interessati, come fare per eliminare questa contribuzione dannosa. In pratica, al pensionato si offre la possibilità di ricalcolo dell’assegno pensionistico.

Proprio di questo parla un eloquente guida del sito Tg24.Sky.it. Il ricalcolo della pensione può essere una soluzione importante. E può esserlo non solo per ciò che fa riferimento alla contribuzione da neutralizzare.

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Le ultime notizie dell’Inps aprono al ricalcolo delle pensioni

La novità è che per i pensionati che hanno periodi di disoccupazione nei 5 anni precedenti la data di pensionamento, si aprono le porte ad un ricalcolo della pensione, più favorevole. Lo strumento è quello che viene definito neutralizzazione dei periodi di contribuzione dannosi.

L’Inps lo ha confermato tramite il messaggio n° 883 del 2022. Secondo l’Istituto, nello specifico e letteralmente, viene messo in evidenza il fatto che quando un soggetto ha già maturato i requisiti per la sua pensione, nel caso percepisca la Naspi durante gli ultimi 5 anni prima della quiescenza, a prescindere dalla durata della Naspi, il trattamento pensionistico non può essere penalizzato dalla Naspi stessa. In pratica, il pensionato deve avere diritto alla pensione in misura pari a quella spettante al netto dei contributi figurativi per la disoccupazione.

La quota retributiva della pensione deve essere liquidata con il trattamento più favorevole per il pensionato. In sostanza, se il periodo coperto da contribuzione figurativa delle ultime 260 settimane prima della decorrenza della pensione, risulta penalizzare la parte retributiva della pensione, se ne può fare a meno. Chiedendo all’Inps un ricalcolo della pensione e neutralizzando questi periodi.

Anche la Corte Costituzionale si era espressa in questo modo, sottolineando che se la pensione è già maturata, la contribuzione in più, se dannosa per gli importi, può essere esclusa dal calcolo. Pertanto, l’interessato deve chiedere all’Inps il ricalcolo, al netto della contribuzione figurativa da Naspi se questa non serve per maturare il diritto alla pensione.

Ricalcolare la propria pensione, quando conviene

Quello che ha detto l’Inps nel messaggio prima citato non fa altro che riportare alla mente alcune sfaccettature della normativa vigente che consente ad un pensionato di farsi ricalcolare la prestazione per alcune valide motivazioni.

Va ricordato che il ricalcolo può essere richiesto se dopo la decorrenza della pensione, sopraggiungono altri versamenti contributivi per esempio. Oppure se sono cambiate alcune condizioni che andavano ad incidere sul calcolo della prestazione.

Il ricalcolo può riguardare tanto le pensioni di vecchiaia che quelle anticipate. E possono essere ricalcolate sia le pensioni contributive che quelle retributive o miste.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.