L’INPS ha reso noto che dal mese di aprile 2022 molti pensionati riceveranno importi più alti in seguito al ricalcolo basato su inflazione, taglio dell’IRPEF e adeguamento della quota retributiva della pensione. Ecco nel dettaglio cosa succederà e chi potrà beneficiare degli aumenti delle pensioni.
Il primo aumento delle pensioni ha avuto luogo a marzo ed è dovuto all’adeguamento della pensione all’indice dell’inflazione, infatti nei mesi di gennaio e febbraio i pensionati hanno ricevuto solo l’aumento dovuto alle previsioni di inflazione ed era pari all’ 1,6% calcolato nel mese di ottobre 2021, quindi in un periodo antecedente rispetto alla corsa dei prezzi al rialzo. L’inflazione definitiva per il 2021 si è invece attestata all’1,7% e di conseguenza gli importi sono stati leggermente ritoccati al rialzo. Nel mese di marzo è stato versato anche il maggiore importo dovuto per i mesi di gennaio e febbraio. Ricordiamo però che l’inflazione è in realtà stata fissata successivamente all’1,90%. Questo vuol dire che in sede di perequazione, nel primo pagamento del 2023, saranno versati ulteriori importi determinati dalla differenza tra l’1,7% e l’1,9% calcolato naturalmente su 13 mensilità.
Al beneficio legato all’inflazione, in realtà poca cosa rispetto all’inflazione reale che gli italiani stanno toccando con mano in questi mesi, si cumulano i benefici derivanti dalla nuova tassazione Irpef. Le aliquote sono passate da 5 a 4:
Questo implica che molti pensionati in forza della nuova tassazione maggiormente vantaggiosa potranno ricevere un importo maggiore. Grazie inoltre all’aumento della No Tax Area da 8.000 euro a 8.500 euro, ci saranno benefici anche per le pensioni più basse. Ricordiamo però che chi ha un reddito superiore a 8.500 euro non beneficia della No Tax Area e di conseguenza paga l’Irpef sull’intero importo.
Per maggiori informazioni sugli effetti della No Tax Area, leggi l’articolo: No Tax Area: cos’è a quanto ammonta e novità previste per il 2022
Inoltre le aliquote si applicano a scaglioni, questo vuol dire che coloro che hanno un reddito annuo di 18.000 euro pagano l’aliquota al 23% sui primi 15.000 euro, mentre sugli ulteriori 3.000 euro pagano il 25%, con un risparmio di due punti percentuali. Il risparmio dovrebbe essere di circa 60 euro in un anno, quindi, in questo specifico caso, l’aumento mensile dovrebbe essere di circa 4,60 euro. L’aumento della pensione cresce all’aumentare dell’importo mensile “normalmente percepito”. Dai calcoli fatti dall’INPS l’aumento medio per gli italiani sarà di 180 euro l’anno, ma ci saranno forti oscillazioni, infatti qualche contribuente riuscirà ad ottenere anche aumenti di 700 euro su base annua.
Infine, c’è l’ultima novità per coloro che hanno maturato almeno 18 anni di contributi prima del 1° gennaio 1996. Per costoro ci sarà un ulteriore adeguamento degli importi.
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