Cos’è il Portale Nazionale del Sommerso e a cosa serve

sanzioni lavoro nero

Via al Portale Nazionale del Sommerso, grazie all’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei Ministri. Uno strumento che nasce con l’intenzione di unire tutte le banche dati utili alle autorità per risolvere l’annoso problema del lavoro nero. Programmare i controlli, renderli più specifici ed approfonditi e monitorare questo autentico fenomeno.

Il Portale Nazionale del Sommerso, Inail, Inps e Ispettorato uniti nella lotta al lavoro nero

Il 13 aprile scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che crea il Portale Nazionale del Sommerso. Le banche dati dell’Ispettorato del Lavoro, dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (Inps) e dell’Istituto Nazionale di Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, si unificano nella lotta al lavoro nero e nell’emersione del lavoro sommerso.

Lo strumento che unifica tutte le banche dati nasce con un obbiettivo ben preciso. Monitorare e risolvere il problema del lavoro sommerso. Grazie all’unificazione di questi strumenti, la programmazione dell’attività di ispezione viene facilitata in modo tale che vengano eliminate le sovrapposizioni tra Enti. Il Portale Nazionale del Sommerso è solo il primo passo di quello che è il piano generale di lotta al lavoro sommerso. Infatti entro la fine dell’anno il governo dovrebbe varare il Piano nazionale di lotta al lavoro sommerso.

Anche dalla UE il monito a contrastare il lavoro nero

CI sono settori più interessati dal lavoro nero e settori meno, ma la diffusione di questo grave problema è a macchia d’olio. Per esempio, nel lavoro domestico sono davvero molti (poco meno della metà), gli addetti che ancora oggi lavorano in nero. Ma ci sono il settore della ristorazione, delle pulizie, l’edilizia e così via. Un po’ ovunque il lavoro nero è assai diffuso. Senza considerare altri problemi come per esempio il lavoro grigio, cioè le assunzioni non in linea con i dettami dei vari Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (Ccnl). Apprendisti che restano tali per anni ed anni. Lavoro full time mascherato da part time. Assunzioni a livelli e mansioni differenti da quelli che effettivamente dovevano essere. Una serie interminabile di problemi che il Portale Nazionale del Sommerso dovrebbe iniziare a risolvere. Anche la UE, con i suoi diktat, va in questa direzione. E il governo nostrano nel decreto Pnnr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), ha previsto questo strumento. Il 13 aprile scorso come dicevamo, il Consiglio dei Ministri ha approvato questo nuovo progetto, licenziando positivamente il decreto sulle modalità di utilizzo dei soldi che la UE ha dato all’Italia con il Recovery Fund.

Come funzionerà il nuovo portale unico

Tutte le attività di controllo e ispezione dell’Inps, dell’Inail e dell’Ispettorato del Lavoro, saranno dentro il Portale Nazionale del lavoro Sommerso. Ma c0’è da aggiungere che la vastità di questo portale finisce con il far confluire al suo interno anche le attività ispettive e di controllo delle Forze dell’Ordine, dai Carabinieri alla Guardia di Finanza. Il Portale Nazionale del contrasto del lavoro Sommerso sarà uno strumento che verrà gestito dall’Ispettorato Nazionale del lavoro. Spariscono le altre banche dati, o meglio, da tante banche dati si passa ad una sola dove verranno registrati i casi di mancata assicurazione, di mancata assunzione, di mancata registrazione dei rapporti di lavoro all’Inps e così via. Il governo così facendo ha dimostrato di essere interessato a questa lotta senza frontiere nei confronti di uno dei problemi maggiori del mondo del lavoro in Italia. E le dotazioni messe a bilancio dimostrano l’interesse globale verso questo aspetto. Nel decreto approvato dal Consiglio dei Ministri dello scorso 13 aprile, per il solo 2022 si prevede una spesa di 5 milioni di euro.

Informazioni su B. A. 335 Articoli
Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.