Quando si perde un proprio caro occorre presentare la dichiarazione di successione. Questo se il defunto lascia agli eredi in vita terreni, fabbricati o anche solo dei soldi sul conto corrente o sul libretto di risparmio. Ormai la digitalizzazione dei servizi che le Pubbliche amministrazioni offrono, ha portato anche la dichiarazione di successione alla versione digitale. Ed è un adempimento che un contribuente può benissimo effettuare da solo, tramite i servizi digitali dell’Agenzia delle Entrate.
La dichiarazione di successione è un adempimento a carico dei familiari di un defunto, che si rende necessario quando c’è un lascito di beni durevoli come possono essere fabbricati, terreni. Ma come vedremo lo è allo stesso modo quando il defunto lascia beni mobili quali possono essere dei soldi in banca o alle Poste. La dichiarazione di successione è un adempimento a cui sono chiamati gli eredi del defunto. L’adempimento ha una scadenza precisa che è quella dei 12 mesi dalla data di morte di quello che in gergo si chiama De Cuius. La data di morte per quanto riguarda l’adempimento diventa quella di apertura della successione. Ed è da quella data che inizia il calcolo dei 12 mesi. Se si lascia scadere questo termine, la successione può ancora essere presentata, ma ci sono da versare le sanzioni, che poi scompaiono se la si presenta dopo 5 anni dalla data di morte.
Gli eredi che devono presentare la successione sono i cosiddetti chiamati all’eredità o legatari. Nello specifico sono:
La dichiarazione può essere presentata anche solo da uno dei soggetti prima citati, ed anche tramite il proprio cassetto fiscale e l’area riservata dell’Agenzia delle Entrate. Come al solito, accessibile con SPID, CNS o CIE. Restano aperti tutti i canali precedentemente prestabiliti, quindi:
Anche utilizzando il canale telematico, la presentazione della dichiarazione di successione è avvalorata da una ricevuta di avvenuta presentazione. Dopo essere entrati sul sito dell’Agenzia delle Entrate, ed essersi autenticati, bisogna inserire nello specifico i dati anagrafici del defunto, la data di morte e il suo codice fiscale. L’anagrafica da inserire è quella del soggetto dichiarante, cioè dell’erede chiamato alla presentazione della dichiarazione. Anche in questo caso i dati anagrafici del richiedente. Poi si passa all’asse ereditario, con i dati anagrafici di ogni erede con i rispettivi indirizzi di residenza. Infine vanno inseriti i dati catastali dei beni durevoli e non e infine vanno inseriti i dati riepilogativi e specifici di conti correnti, libretti di risparmio e così via. In presenza di debiti, anche questi vanno messi nella successione, così come eventuali titoli azionari.
La dichiarazione di successione serve anche per pagare le tasse e le relative imposte. Infatti a carico degli eredi ricade l’onere di pagare le tasse sulla dichiarazione di successione. Nel caso in cui tra i beni lasciati dal defunto ci sia un immobile, occorre versare le imposte. Si tratta di imposta ipotecaria, imposta catastale, imposta di bollo e dei vari tributi speciali.
Tramite la procedura on line del Fisco oltre a presentare la dichiarazione è possibile effettuare il versamento di queste imposte fornendo l’Iban.
Occorre versare le imposte ipotecarie e catastali che sono pari rispettivamente al 2% e all’1%. Se gli eredi sono i parenti in linea retta o il coniuge, l’imposta è pari al 4%. Esiste però una franchigia di 1.000.000 di euro. Se la successione riguarda fratelli e sorelle, l’aliquota è del 6% e la franchigia scende a 100.000 euro. Aliquota al 6% per altri parenti fino al 4°grado o per gli affini in linea retta e gli affini in linea collaterale fino al 3°grado, e senza franchigia. Aliquota dell’8% per qualsiasi altro erede.
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