Al fine di adottare misure di contrasto alla povertà, accanto al reddito di cittadinanza è prevista la pensione di cittadinanza, ma quali sono i requisiti per potervi accedere?
La pensione di cittadinanza è prevista nel decreto legge n° 4 del 2019. Si tratta di una misura di sostegno economico rivolta a nuclei familiari con uno o più componenti aventi età pari o superiore a 67 anni. Può essere erogata anche in favore di nuclei familiari in cui siano presenti soggetti di età inferiore a 67 anni, ma in questo caso deve trattarsi di disabili o persone in condizione di non autosufficienza.
Deve essere sottolineato che il termine di 67 anni nel tempo è destinato a mutare infatti, come la pensione tradizionale, viene adeguato alla speranza di vita.
Per quanto riguarda le condizioni alle quali è possibile accedere alla pensione di cittadinanza sono le medesime previste per il Reddito di Cittadinanza. Si tratta quindi di requisiti reddituali e soggettivi.
La pensione di cittadinanza spetta a:
Per poter ottenere la pensione di cittadinanza è altresì necessario essere residenti in Italia da almeno 10 anni di cui due continuativi.
Chiarito chi sono, dal punto di vista soggettivo, i potenziali titolari del diritto alla pensione di cittadinanza devono essere chiariti i requisiti reddituali o economici per poter accedere a tale misura di sostegno al reddito.
La prima cosa da sottolineare è che la pensione di cittadinanza è una misura calibrata sul reddito del nucleo familiare e sono considerati come componenti dello stesso anche quelli che non fanno parte formalmente del nucleo, ma che sostanzialmente invece vi sono, ad esempio il coniuge legalmente separato che però abbia la residenza nella stessa abitazione, oppure il figlio che non è parte dello stato di famiglia, ma ha la stessa residenza e non è coniugato o non ha figli.
I requisiti reddituali sono:
Dal reddito Isee deve essere distinto il reddito vero e proprio, cioè l’ammontare dei guadagni percepiti in un anno. In questo caso i limiti sono:
7.560 euro incrementati di 1.800 euro nel caso in cui l’abitazione sia in locazione. Tali importi devono essere moltiplicati per la scala di equivalenza, questa è:
Nel caso in cui nel nucleo siano presenti persone con disabilità grave o non autosufficienti l’incremento massimo è 2,2.
Per quanto riguarda il patrimonio deve essere posta attenzione anche al possesso di veicoli. Non è possibile accedere alla pensione di cittadinanza nel caso in cui si sia titolari di veicoli immatricolati per la prima volta nei sei mesi precedenti all’inoltro della domanda, oppure di veicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc, motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc immatricolati per la prima volta nei due anni precedenti. Sono esclusi autoveicoli e motoveicoli per i quali è prevista l’agevolazione fiscale in favore di disabili.
Infine, non possono ottenere la pensione di cittadinanza coloro che sono titolari di navi e imbarcazioni da diporto.
Non è possibile percepire la pensione di cittadinanza in seguito a dimissioni volontarie (tranne nel caso in cui le stesse siano dovute a giusta causa).
Mentre possono ricevere tale sostegno economico coloro che sono titolari di trattamento NASpI, Dis-Coll.
Nel rispetto dei requisiti economici e reddituali visti, è possibile percepire la pensione di cittadinanza anche nel caso in cui uno dei componenti del nucleo abbia un’attività di lavoro.
La domanda può essere trasmessa all’INPS tramite patronato oppure avvalendosi del sito www.redditodicittadinanza.gov.it e potrà essere percepita dal mese successivo rispetto a quello dell’inoltro. Infine, può essere inoltrata tramite Poste Italiane utilizzando il modulo SR180.
La misura massima è 780 euro viene calibrata in base a redditi e patrimonio mobiliare e immobiliare.
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