La Naspi è l’indennità per chi perde involontariamente il lavoro. Chi viene licenziato, o chi proviene da un contratto a termine, o chi si dimette per giusta causa, può avere diritto alla Naspi. E come si sa, l’indennità per disoccupati Inps, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego nata nel 2015, da diritto ad un assegno per una durata pari alla metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti. E sempre i 4 anni precedenti sono il parametro, stavolta di stipendio, sono quelli utilizzati dal punto di vista del calcolo dell’indennità. Chi prende la Naspi deve stare attento a diversi fattori, primo tra tutti lo stato di disoccupazione. Infatti spesso la Naspi è conflittuale con qualsiasi altra fonte di reddito, soprattutto se di lavoro. L’Inps però è uscita con un chiarimento riguardante il servizio civile.
Si può percepire la Naspi e contemporaneamente svolgere il servizio civile. Lo ha confermato anche l’Inps in un recente messaggio ufficiale. È arrivato puntuale il chiarimento dell’Inps sulla percezione dell’indennità di disoccupazione e il cumulo con altri strumenti quali può essere il servizio per fini utili alla collettività. Lo strumento di sostegno alle persone che perdono l’occupazione involontariamente quindi, non viene tagliato o sospeso per chi percepisce anche i soldi derivanti da questo servizio utile alla collettività. Come dicevamo, la Naspi si può prendere per la metà delle settimane di lavoro svolte nei 4 anni che precedono il triste evento della perdita del posto di lavoro.
La Naspi si può prendere pertanto fino al massimo di 24 mesi, cioè 2 anni di beneficio. E dal punto di vista degli importi, è pari al 75% della media degli stipendi percepiti nei 4 anni precedenti. Difficile prendere Naspi e sussidi assistenziali quali il reddito di cittadinanza per esempio. Ma con il servizio civile invece nessun divieto di cumulo. Almeno stando ai chiarimenti che come dicevamo provengono direttamente dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Italiano.
Ricapitolando, è possibile cumulare le due misure, cioè la Naspi e il servizio civile. Essendo a spiccata valenza sociale, il servizio civile non viene pertanto considerato come un reddito da lavoro. Effettivamente, anche se pagato con 444 euro al mese, il servizio civile riguarda percorsi di attività in ambito di educazione, cura del territorio e così via. Va detto che le cifre percepite per il servizio civile sono liquidate sotto forma di rimborso. Non essendo reddito da lavoro questo emolumento mensile, è evidente che l’Inps non poteva fare altro che definire perfettamente cumulabili i due strumenti.
Il chiarimento dell’Inps fuga qualsiasi dubbio al riguardo, soprattutto per chi invece, ha ricevuto materialmente dallo stesso Istituto previdenziale un taglio della Naspi per via dei soldi ricevuti dal servizio civile. Chi si trova in queste condizioni adesso può chiedere all’Inps la restituzione delle somme tagliate e non erogate. Occorre ricordare che parliamo del servizio civile regolarmente riconosciuto. Si tratta del servizio civile universale quello che sul sito ”politichegiovanili.gov.it” pubblicizzano come quel periodo in cui un giovane sceglie di dedicare alcuni mesi della propria vita al servizio di difesa non armata e non violenta della Patria, o all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio.
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