Lavoro straordinario, la guida alla convenienza

lavoro straordinario

 

Lavorare di più dovrebbe significare guadagnare di più. E l’istituto del lavoro straordinario persegue proprio questo obbiettivo. Nel momento stesso in cui un lavoratore, per esigenze del datore di lavoro, è chiamato a svolgere più ore di lavoro rispetto a quelle contrattualizzate, riceve un emolumento aggiuntivo a quello del normale stipendio. Ma a volte lavorare di più può essere nocivo, e non parliamo di salute ma di soldi per il lavoratore. La domanda sorge spontanea. Come si può lavorare di più e prendere di meno? Effettivamente parliamo di un dubbio assolutamente lecito. Ma la motivazione è dettata da un mix di fattori, soprattutto dalle elevate tassazioni che in Italia fanno parte integrante dei contratti di lavoro e dei salari.

lavoro straordinario

Lo straordinario in sintesi

Per lavoro straordinario si intende il lavoro svolto oltre l’orario di lavoro normale, cioè oltre le 40 ore settimanali che sono la base del mondo del lavoro in Italia. A dire il vero non mancano  settori dove si eccedono già di contratto le 40 ore settimanali. Infatti spesso sono i Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro a determinare gli orari minimi o massimi settimanali. Resta il fatto che andare oltre le ore previste deve essere normalizzato tramite il lavoro straordinario e la corresponsione del surplus di stipendio previsto.

Quindi, in linea di massima, le ore in più di lavoro prestato incidono positivamente sulla retribuzione dei lavoratori, aumentando i mensili. Ma allo stesso tempo possono incidere in negativo portando fuori dal perimetro di benefit e incentivi che il lavoratore percepisce se rientra in determinate soglie reddituali.

Lo straordinario e come è regolamentato

Le ore di lavoro straordinario che è possibile effettuare sono stabilite per legge in ciascun contratto collettivo. Nella stragrande maggioranza dei casi le ore di lavoro straordinario sono  retribuite con una maggiorazione di stipendio e con l’assegnazione dei cosiddetti  riposi compensativi. In latri termini, oltre al vantaggio di un’ora di lavoro pagata di più rispetto ad un’ora che resta dentro i contorni del lavoro normale, i riposi non si perdono. Per colpa del surplus di retribuzione ricevuto, il lavoratore però rischia di finire in uno scaglione di reddito superiore. Pagando più tasse, come per esempio con l’Irpef. E finendo con il perdere dei bonus, tra cui proprio quello Irpef da 100 euro che una volta era il Bonus Renzi da 80 euro.

Limiti al lavoro straordinario

Come dicevamo, la legge impone anche dei limiti al lavoro straordinario. Limiti che si collegano alla tutela della salute del lavoratore. Infatti ogni lavoratore, a prescindere dal settore, ha diritto al riposo. E la regola fissa è che le 11 ore di riposo giornaliere e ininterrotte non possono essere negate. Il riposo settimanale minimo invece è fissato nel limite di 35 ore. Il limite massimo di ore di lavoro a settimana che non può essere mai sforato è di 77 ore. Il riposo settimanale deve essere minimo di 24 ore. Per un anno solare di lavoro non si possono superare le 250 ore di lavoro straordinario.

Informazioni su B. A. 335 Articoli
Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.