Pensione Quota 41 per tutti : come funziona e quanto costerebbe

In questo ultimo periodo si sta parlando molto della pensione Quota 41, ma di cosa si tratta nello specifico e come funziona? Ma, soprattutto quanto costerebbe applicare questa riforma? Scopriamolo nella nostra guida in merito.

Pensioni Quota 41: di cosa si tratta

Entro la fine di questo 2022, il sistema pensionistico potrebbe avere una nuova riforma.

In sostanza, al termine dell’ anno scadrà l’attuale meccanismo per il collocamento a riposo. Un tema cavalcato negli ultimi anni soprattutto dalla Lega che, dopo aver introdotto quando era al governo con i 5 Stelle, Quota 100 ora pensa a Quota 41. Ma di cosa si tratta? quali sono le caratteristiche?

Quota 41 non è altro che una forma di pensione anticipata, riservata attualmente solo ad alcune categorie di lavoratori svantaggiati. Nello specifico, questi possono andare in pensione indipendentemente dall’età anagrafica una volta maturati 41 anni di contributi, un requisito valido sia per donne che per uomini.

Nel caso degli uomini, dal momento che per loro il requisito contributivo per la pensione anticipata è di 42 anni e 10 mesi, partono non poco avvantaggiati; usufruendo di questa forma per il pensionamento anticipato, riescono ad andare in pensione quasi due anni prima. Nel caso delle donne invece lo sconto è di soli 10 mesi, poiché per loro la pensione anticipata si raggiunge alla maturazione di 41 anni e 10 mesi di contributi.

Quanto costerebbe Quota 41?

Possiamo dire che sul piano dei bilanci, vi è un bell’ostacolo, però, che al momento sembra essere difficile da sormontare: il costo. Stando alle stime, infatti, introdurre Quota 41 senza vincoli – consentendo a tutti di andare in pensione con 41 anni di contributi – avrebbe un costo, una volta a regime, di 12 miliardi di euro in più ogni anno.

Già oggi, va considerato che la spesa previdenziale costa 300 miliardi di euro l’anno, ovvero il 16,7% del Pil nazionale.

L’ Unione Europea chiede al paese di ridurre questa soglia che tuttavia con l’introduzione di Quota 41 per tutti aumenterebbe tanto da raggiungere il picco del 17,4% nel 2036.

Quota 41, cosa c’è ancora da sapere

Vediamo in ultimo, ma non ultimo, cos’ altro occorre sapere in merito alla Quota 41.

Con Quota 41 tutti coloro che hanno maturato 41 anni di contributi – indipendentemente se fanno parte o meno di una delle suddette categorie – potranno andare in pensione.

In questo caso Quota 41 prenderebbe il posto della pensione anticipata che per ovvi motivi cesserebbe di esistere.

Una ulteriore interpretazione, più restrittiva ma più fattibile almeno sul piano immediato, è quella per cui Quota 41 riguardi solamente i precoci. Per accedere a Quota 41, quindi, basterebbe essere un lavoratore precoce senza per forza far parte di una delle categorie svantaggiate elencate in precedenza.

Vediamo, in ultimo, chi può ricorrere alla Quota 41, stando ai fatti del momento.

Al momento, la pensione Quota 41 è riservata ai partecipanti delle seguenti categorie:

  • disoccupati: a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, e che abbiano concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno tre mesi;
  • caregiver: cioè chi assiste, al momento della richiesta o da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità.
  • invalidi civili: percentuale pari almeno al 74%;
  • dipendenti che abbiano almeno svolto sei anni all’interno degli ultimi sette attività lavorative usuranti e gravose;
  • lavoratori dipendenti addetti alle attività usuranti o ai lavoratori notturni con almeno 64 notti lavorate l’anno.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito alla nuova riforma Quota 41 che potrebbe prendere piede entro la fine di questo 2022.

Davide Scorsese

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Davide Scorsese
Tags: quota 41

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