Il superbonus edilizia è sempre sotto la lente di ingrandimento di vari operatori economici. Adesso è l’Abi a chiarire alcuni aspetti.
Il Superbonus edilizia è uno degli argomenti che suscita sempre maggiore interesse. Nei mesi scorsi sia lo sconto in fattura che la cessione del credito hanno permesso che ci fosse un boom del 110% e non solo. Si ricorda che lo sconto in fattura è un’agevolazione fiscale che permette di ottenere il rimborso immediato della spesa totale o parziale, sostenuta per i lavori edilizi che rientrano nei Bonus casa previsti per il 2022.
Mentre la cessione del credito è un accordo contrattuale attraverso il quale si trasferisce il diritto di un credito di un soggetto ad un certo che lo acquista ad un determinato prezzo, per poi procedere alla riscossione nei confronti del debitore. In tema di superbonus edilizia è la banca che acquista il credito dall’impresa che ha applicato lo sgravio o lo sconto dal cittadino. Ma da qualche giorno sembra sia stato annunciato che i fondi a disposizione sono terminati. A metterci del suo, ci ha pensato anche l’Abi.
L’Abi è l’associazione bancaria italiana che opera nel settore bancario, in modo volontario e senza finalità di lucro. In particolar modo si occupa di cercare e tutelare gli interessi di tutti gli operatori, senza avere alcun potere esecutivo e decisionale nei confronti di alcuna banca. In merito al superbonus edilizio sembra che siano in dif0ifcoltà anche alcune banche, che sembrano non essere più disposte a comprare i crediti dei propri clienti.
L’associazione ha di recente inviato alle banche associati una circolare dopo i chiarimenti diffusi dall’Agenzia delle entrate. Ebbene le banche coinvolte nelle operazioni di acquisto dei crediti del Superbonus dovranno esercitare “una qualificata ed elevata diligenza professionale” per evitare di essere considerate responsabili in solido degli illeciti ai danni del fisco.
“La verifica circa la responsabilità in solido del singolo cessionario (acquirente) deve essere condotta, caso per caso, valutando il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato“.
Il maggior controllo nasce a seguito degli ultimi dati forniti dalla Guardia di Finanza. Secondo gli ultimi accertamenti infatti, sembrano siano stati accertati crediti fiscale edilizi fittizi per circa 5,6 miliardi di euro. Di questi, due miliardi e mezzo sequestrati e altri due già volati all’estero.
Ecco che quindi si chiede alle banche di prestare maggiore attenzione prima di acquistare il credito. E quindi avere maggiore attenzione “caso per caso“. Cercando di valutare il grado di diligenza effettivamente esercitato che, nel caso delle banche, deve essere particolarmente elevato e qualificato. Dunque non si esclude la possibilità delle banche di richiedere, ai propri clienti, maggiori documentazioni prima di procedere all’acquisto di un credito.
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