Gli annunci di lavoro potrebbero cambiare, rispetto a come siamo abituati a leggerli. Ecco quindi tutte le novità che potrebbero essere inserite
La disoccupazione in Italia è ancora un problema da risolvere. Ma da quando il Governo ha dichiarato la volontà di ridurre la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza, sembra che qualcosa si muova. Le previsioni sulle stime di crescita economico sono positive, ma ciò che è importante è riuscire a trovare un pò di lavoro. Per questo motivo si punta a defiscalizzare i costi a carico delle imprese che vogliono assumere personale.
Ma dal Parlamento europeo arriva una nuova direttiva rivolta agli annunci di lavoro. La normativa prevede che le imprese che vogliono assumere devono inserire già nell’annuncio la retribuzione. Quindi il tutto dovrà essere pubblico, senza aspettare che sia lo stesso candidato a doverlo chiedere in sede di colloquio.
La nuova direttiva è già stata approvata dal Parlamento europeo, ma manca il via libero del Consiglio europeo. In realtà la direttiva prende in esame diversi aspetti nel mondo del lavoro. Oltre all’indicazione dello stipendio negli annunci, ci sono una serie di norme volte alla parità di lavoro tra uomini e donne. In particolare l’articolo 5 prevede l’obbligo per le aziende, sia private sia pubbliche, di indicare il livello retributivo inizialo o la relativa fascia da corrispondere al futuro lavoratore per una specifica mansione o posizione.
Una maggiore trasparenza sul lavoro, che quindi permette da subito al lavoratore di valutare la convenienza dell’eventuale nuova posizione. Magari questo elimina anche l’imbarazzo che si crea quando l’aspirante neo assunto chiede, in colloquio, gli aspetti legati alla retribuzione. Quindi già dalla fase di selezione del personale la posizione deve essere chiara insieme alla sua relativa retribuzione.
Le novità previste dalla normativa europea non finiscono qui. Oltre alla trasparenza sullo stipendio, ci sono altre novità previste. Ad esempio i responsabili delle aziende dovranno comunicare ai propri dipendenti i vari divari salariali e tra le posizioni. Questo potrebbe permettere al personale di conoscere la propria posizione in azienda e la crescita del singolo. Non resta quindi che aspettare la decisione finale di Capi di Stato e quindi dell’eventuale applicazione nelle singole Nazioni.
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