Pensioni, all’Ape sociale possono accedere gli agricoltori

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L’ape sociale è l’anticipo pensionistico a cui possono accedere lavoratori che si trovano in situazione di difficoltà, ad esempio disoccupati, ma anche coloro che svolgono lavori gravosi. Sui beneficiari di tale opzione vi sono numerosi dubbi, molti si chiedono: ma gli agricoltori possono accedere aquesta misura? Ecco come funziona l’anticipo pensionistico per gli agricoltori.

Ape sociale per gli agricoltori, chi può accedere all’anticipo pensionistico?

L’anticipo pensionistico consente a coloro che svolgono lavori gravosi di andare in pensione a 63 anni di età, quindi in anticipo rispetto a quelli che sono i requisiti richiesti dalla legge Fornero. Precisano Inps e Inail che tale opportunità si riconosce sia ai lavoratori agricoli dipendenti, sia ai lavoratori autonomi.

I lavoratori del settore agricolo per poter accedere all’anticipo pensionistico Ape Sociale, oltre ad aver compiuto 63 anni di età, devono anche avere maturato un’anzianità contributiva di almeno 36 anni. Questo requisito può essere ridotto fino a due anni per le donne con figli.

Per poter accedere all’Ape Sociale il lavoratore non deve aver maturato tutta l’anzianità contributiva nel settore agricolo, infatti basta che il lavoratore abbia svolto il lavoro gravoso per 6 anni negli ultimi 7 o per 7 anni negli ultimi 10 al momento della presentazione della richiesta di Ape Sociale.

Quanto ricevono gli agricoltori con l’anticipo pensionistico?

Una volta inoltrata la domanda per accedere all’anticipo pensionistico, l’Inps verifica che il lavoratore abbia tutti i requisiti per potervi accedere.

Chi accede riceve una rata mensile pari all’ammontare della pensione maturata, comunque l’importo non può essere maggiore rispetto a 1.500 euro. Non si tratta di una vera pensione, infatti l’importo negli anni non si rivaluta. Al maturare dei requisiti per il vero e proprio pensionamento, vengono effettuati nuovamente i calcoli degli importi e si ottiene l’assegno pensionistico definitivo che può subire di anno in anno rivalutazione in base all’inflazione.

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