Riforma pensioni, al via estensione di Opzione Donna e Ape Sociale

opzione donna

Il nodo pensioni è uno dei più importanti da sciogliere, tra chi chiede l’aumento degli importi delle minime e chi invece una riforma strutturale che consenta il superamento della legge Fornero, sembrano non esservi punti di contatto. L’unica cosa che sembra per ora certa è l’estensione di Opzione Donna. Le ultime indiscrezioni trapelate.

Riforma pensioni, si va verso la conferma Quota 103

Le notizie sull’andamento dei lavori inerenti la riforma delle pensioni arrivano da Claudio Durigon, sottosegretario leghista al Lavoro e alle Politiche sociali . I punti fermi sembrano essere pochi, si va verso la conferma di Quota 103, cioè lo scivolo pensionistico che consente di andare in pensione in anticipo rispetto ai requisiti richiesti dalla legge Fornero. Quota 103 permette di andare in pensione con 61 anni di età e 42 anni di contributi.

Questa resterà anche per il 2024 la norma “ordinaria” per andare in pensione. Non è ancora arrivato il momento del superamento, e forse mai arriverà, l’ostacolo vero è infatti rappresentato dai fondi disponibili che sono sempre troppo pochi.

Opzione donna, coma cambia nel 2024?

Secondo le dichiarazioni di Durigon si va verso l’estensione per Opzione Donna. La legge di bilancio 2023 ha riformato Opzione Donna introducendo requisiti più stringenti, il requisito anagrafico è stato portato a 60 anni che diventano 59/58 se la lavoratrice ha uno/due o più figli.

Ai requisiti anagrafici e contributivi (35 anni) si aggiunge una “condizione soggettiva” che la lavoratrice deve possedere al momento della domanda:

  • svolgere assistenza da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado o affine convivente con handicap in situazione di gravità;
  • avere un’invalidità civile di almeno il 74%;
  • risultare licenziata o dipendente da imprese in crisi.

I requisiti visti sono disgiunti, cioè non occorre possederli tutti, ne basta uno.

Aver reso così rigide le condizioni per accedere a Opzione Donna, insieme all’importo dell’assegno ridotto del 30% hanno procurato un forte calo dei pensionamenti, le domande presentate nel 2023 sono sono 7.536 contro le 24.559 dell’intero 2022. Proprio per questo si sta pensando di eliminare lo scaglione di età legato al numero di figli.

Un ulteriore alleggerimento dei requisiti potrebbe riguardare anche l’Ape Sociale, in questo caso non vi sono però ancora indicazioni sulla strada che il Governo vorrebbe prendere per allargare la platea dei possibili beneficiari.

Ricordiamo che l’eventuale estensione di Opzione Donna e dell’Ape Sociale saranno inserite in un dossier all’interno della legge di bilancio 2024. Una legge di riforma delle pensioni strutturale dovrà ancora attendere.

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