Il Decreto asset è ormai legge, grazie al si definitivo dell’aula della Camera. Ecco tutto quello che sarà in vigore, e non c’è il rinnovo del superbonus 110%.
In questi ultimi mesi si sta verificando un aumento dei voli e di molti prodotti alimentari. Se per bloccare il prezzo dei prodotti alimentari il Governo ha introdotto il trimestre anti-inflazione cioè prodotti con prezzi ribassati almeno dal primo ottobre al 31 dicembre. Mentre per quanto riguarda i voli, il decreto autorizza l’Authority ad avviare accertamenti a tutela del libero mercato e del consumato, in caso di abuso di posizione dominante o illeciti contro la concorrenza da parte delle compagnie aeree.
Inoltre, scompare a tutti gli effetti il tetto del 200% ai prezzi dei biglietti. Ma vengono fissate dalle amministrazioni competenti le tariffe massime praticabili. Infine altro obbligo per i gestori aeroportuali è quello di pubblicare i sussidi ricevuti dalle compagnie aeree in modo da garantire maggiore trasparenza per la tutela dei consumatori.
Il decreto Asset interviene anche in materia di contrasto alla delocalizzazione. Il decreto estende da 5 a 10 anni il lasso temporale entro il quale una grande impresa estera, beneficiaria di una agevolazione pubblica, dovrà rimanere in Italia per poter mantenere l’aiuto.
Altro tema caldo è quello del superbonus 110% per cui non sembra essere prevista alcuna proroga. Mentre rimane la legge in vigore pre che prevede la per le case unifamiliari di portare in detrazione al 110% le spese sostenute per i lavori eseguiti fino al 31 dicembre 2023. Purché siano almeno completati almeno il 30% dell’intervento complessivo entro il 30 settembre 2022. Ed ancora la legge prevede l’acquisizione fino al 20% della Rete TIM da parte del Ministero dell’Economia.
In materia di extraprofitti si rimodula l’importo massimo dell’imposta straordinaria che può versare il singolo istituto bancario, commisurato non più allo 0,1% dell’attivo ma allo 0,26% dell’attivo ponderato. Ed ancora sale dal 1 a 7 milioni di euro il Fondo di solidarietà per il settore vitinicolo alle prese con la peronospora, una malattia delle piante.
Si aggiunge anche uno stanziamento aggiuntivo da 500mila euro. I fondi sono a sostegno dei consorzi e delle imprese del comparto acquacoltura per fronteggiare la proliferazione del granchio blu e i relativi danni.
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