No ai pignoramenti diretti, scampato il pericolo per i debitori

No ai pignoramenti diretti da parte dell’Agenzia delle entrate. Facciamo il punto della situazione sul tema tanto discusso in questo momento.

No ai pignoramenti diretti, la certezza

La manovra 2024 è ancora in discussione. Tuttavia si spera che arrivi presto in Parlamento. Negli ultimi giorni era girata l’idea che l’Agenzia delle entrate potesse entrare direttamente sui conti correnti e prelevare i soldi dovuti a tasse ed imposte. Ma il premier, Giorgia Meloni, ha subito bloccato la polemica sul nascere. Ha infatti dichiarato che non ci sarà nessun accesso ai conti correnti in modo diretto dagli evasori da parte dell’Agenzia delle entrate, per recuperare le imposte non versate.

Si ricorda che il pignoramento è l’atto con cui si dà avvio ad una procedura esecutiva individuale. Viene notificato da un ufficiale giudiziario dopo che è stato attivato da parte del creditore il processo esecutivo nei confronti del debitore. È un atto che serve a vincolare i beni mobili o immobili del debitore e con il quale l’ufficiale giudiziario intima al debitore di non compiere su tali beni atti che possono ridurre la garanzia di soddisfacimento del credito da parte del creditore. La legge, ovvero il codice di procedura civile, stabilisce il contenuto dell’atto di pignoramento e i termini in cui dev’essere notificato al debitore. Ma questo non ci sarà sui conti correnti dei debitori, da parte dell’Agenzia delle entrate.

No ai pignoramenti diretti, rimane la vecchia procedura

L’Agenzia delle entrate riscossione può iniziare una procedura esecutiva quando deve riscuotere imposte e tasse. Attraverso questo atto può vincolare denaro, beni immobili e mobili. Tuttavia non può accedere direttamente ai conti correnti dei debitori e prendere le somme necessarie a estinguere il debito. Contro il pignoramento dell’agente della riscossione può in generale essere proposto ricorso. In questo caso però occorre dimostrare l’infondatezza della pretesa.

Rimangono ancora in discussioni le pensioni con quota 104 invece che 103. La soglia di innalza a quota 104: servono 63 anni di età, uno in più rispetto ai 62 previsti sino a oggi (quota 103), e 41 anni di contributi. Ed è sconto tra maggioranza ed opposizione anche su tantissimi altri punti. Mentre arriva l’unica buona notizia della giornata, non c’è stato alcun aumento del tassi da parte della Banca centrale europea.