Pensioni a quota 104, sempre più difficile accedervi

Pensione a quota 104 è l’ultima novità che riguarda chi decide di lasciare il lavoro e dedicarsi al meritato riposo, ma quali sono i criteri previsti?

Pensioni a quota 104, sempre più difficile

Andare in pensione è un passo importante per la vita di un lavoratore. Proprio le pensioni sono sempre uno dei punti caldi di tutte le legislatura. E anche sotto il governo Meloni, il tema è abbastanza scottante. Infatti ad oggi è sempre più difficile andare in pensione. La soglia di innalza a quota 104: servono 63 anni di età, uno in più rispetto ai 62 previsti sino a oggi (quota 103), e 41 anni di contributi.

Ma mentre per chi rimane a lavoro potrà godere di un bonus, per chi ha intenzione di andare in pensione in modo anticipato, è prevista una penalizzazione: una riduzione sull’assegno. Inoltre anche una finestra di uscita più lunga, addirittura 3 mesi di attesa in più. Per chi decide di restare Per chi sceglie questa soluzione, premio sotto forma di trasformazione di contributi in stipendio. Un incremento della busta paga di circa il 10 per cento, pari ai contributi a carico del lavoratore che non saranno più versati all’Inps.

Pensioni a quota 104, prorogata l’ape sociale

Prorogata l’ape sociale e l’opzione donna. Nel primo caso l‘articolo 1, commi da 179 a 186, della legge di bilancio 2017 e s.m.i. prevede un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS, entro dei limiti di spesa, a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni e 5 mesi di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

Mentre per quanto riguarda opzione donna per le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 61 anni di età. Tuttavia se si hanno figli si è “premiati”, un anno in meno per ogni figlio, fino a 59 anni di età. Si ricorda che Opzione donna è un beneficio che ha consentito alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con requisiti anagrafici più favorevoli rispetto a quelli in vigore.

Novità anche per chi è già a riposo

Buone notizie anche per chi è già in pensione. Infatti saranno rivalutati ed adeguati in modo pieno rispetto all’inflazione gli assegni mensili, per coloro che hanno un valore fino a 2 mila euro (4 volte il minimo che ad oggi è di 500 euro). Mentre per coloro che hanno pensioni superiori a 5 mila euro sarà recuperato il 22% del costo della vita. Confermato anche il taglio del cuneo fiscale, per mettere alle famiglie di arrivare alla fine del mese. Grazie alla riduzione degli scalini fiscali si dovrebbe aumentare il potere di acquisto delle famiglie e fare ripartire anche i consumi, quindi l’economia.

 

 

Francesca Cavaleri

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Francesca Cavaleri

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