La riconciliazione bancaria è uno strumento di controllo molto importante per le imprese, sapere cos’è e come funziona può risolvere diversi problemi.
Fare la riconciliazione bancaria significa verificare che tutti i movimenti presenti sull’estratto conto bancario dell’azienda corrispondano a quelli annotati nella contabilità aziendale. Per tale motivo la riconciliazione bancaria rappresenta uno dei più importanti processi di controllo finanziario aziendale. Lo scopo è quello di avere esatta corrispondenza tra i registri contabili dell’aziende e i movimenti registrati dall’estratto conto bancario.
E’ chiaro che se non corrispondono qualcosa non è stato annotato, oppure ci sono dei controlli che devono essere rifatti nei libri contabili che rappresentano poi i movimenti aziendali che confluiscono nel bilancio aziendale di fine esercizio. Anche perché controllare la liquidità non è sempre cosa facile.
Questo tipo di operazione offre diversi vantaggi. Sicuramente quello più importante è che la riconciliazione offre alle aziende la possibilità di offrire:
Questo evidenzia anche lo stato di salute dell’impresa, proprio per l’estrema facilità con cui si può intervenire in maniera immediata e rendersi conto se ci sono dei “buchi” o delle operazioni non correttamente registrate. La conciliazione non è obbligatoria, ma senza dubbio è uno strumento utile. E poi non costa tanto perché può essere eseguita anche con un semplice foglio di calcolo. Ma in commercio ci sono diversi software che possono aiutare soprattutto quando ci sono tantissime operazioni da controllare.
Per procedere con la riconciliazione bancaria, occorrono tre documenti fondamentali:
A questo punto si dovrà confrontare i movimenti registrati nell’estratto conto con quelli che invece sono stati annotati nei registri contabili. Se corrispondono tutto fila liscio, altrimenti devono essere studiate le difformità. Capire perché non c’è corrispondenza e quindi valutare le azioni correttive. Infine come ricarda la stessa agenzia delle entrate i registri contabili vanno conservati per i 5 anni successivi a quello di presentazione della dichiarazione dei redditi annuale. Gli anni diventano 7 se la dichiarazione non è stata presentata. Dal punto di vista civilistico le scritture contabili vanno comunque conservate per 10 anni.
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