Certificazione Unica 2024, entro quando deve essere consegnata?

Novità importanti per i sostituti di imposta che devono predisporre la Certificazione Unica 2024, cambiano i termini per i compensi erogati ai lavoratori autonomi. Tutte le novità nella Risoluzione 13/E dell’Agenzia delle Entrate.

Certificazione Unica 2024 e sperimentazione precompilata lavoratori autonomi

La certificazione Unica è la comunicazione che i sostituti di imposta devono inviare al sostituito e all’Agenzia delle Entrate. In essa sono riepilogati gli importi erogati e le ritenute operate ed è la base per la predisposizione della dichiarazione dei redditi. Per lavoratori dipendenti e pensionati la comunicazione deve essere inviata entro il 16 marzo di ogni anno. Per il 2024 la data è posticipata al 18 marzo perché il 16 è sabato. Rispettando questi termini temporali l’Agenzia delle Entrate riesce a predisporre il modello 730 precompilato.

Per i compensi erogati in favore di soggetti che non possono utilizzare il modello 730 per la dichiarazione dei redditi, il termine ( lavoratori autonomi professionisti che predispongono il modello Redditi Persone Fisiche) per la comunicazione è fissato al 31 ottobre.

Dal 2024 vi è però una novità perché in via sperimentale anche lavoratori autonomi e professionisti potranno avvalersi della dichiarazione precompilata. Molti professionisti del settore e Caf a questo punto si sono chiesti se anche per i lavoratori autonomi la CU deve essere consegnata entro il 16 marzo (18 marzo per il 2024) o se per questa categoria di contribuenti è ancora in vigore il termine del 31 ottobre 2024.

Certificazione Unica 2024, solo per quest’anno entro il 31 ottobre

L’Agenzia delle Entrate ha risolto il dubbio con la Risoluzione 13 del 4 marzo 2024. Nella stessa si specifica che generalmente le CU contenenti esclusivamente redditi esenti o redditi non dichiarabili con la dichiarazione precompilata possono essere inviate entro il termine di presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta – Modello 770, ossia entro il 31 ottobre.

Solo per il 2024 sarà possibile predisporre il modello ancora entro il 31 ottobre, naturalmente i contribuenti che non ricevono la Certificazione Unica nei tempi previsti, non potranno avvalersi della sperimentazione circa il modello precompilato. Proprio per questo motivo l’Agenzia nella Risoluzione invita comunque i sostituti di imposta ad adempiere volontariamente entro il 18 marzo 2024. In caso contrario non vi saranno sanzioni o altre conseguenze, diciamo che è un comportamento gradito perché consente di ampliare la sperimentazione.

A partire dal 2025, anno di imposta 2024, le Certificazioni Uniche dovranno essere consegnate all’Agenzia delle Entrate e al sostituito entro il 16 marzo, sia che trattasi di compensi per lavoratori dipendenti, sia che trattasi di prestazioni in favore di lavoratori autonomi.

Solo per importi sottoposti a tassazione separata, ad esempio somme erogate a titolo di Tfr sarà possibile continuare a predisporre la dichiarazione entro il 31 ottobre.

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Cresce l’assegno di maternità, come chiederlo al Comune di residenza

Cresce l’assegno di maternità del 5,4% per tutto il 2024. Si tratta del contributo concesso dai Comuni, ma pagato dall’INPS.

Cresce l’assegno di maternità, si prenderanno più soldi

Una aiuto economico quando si ha un figlio in casa non guasta mai. L’assegno di maternità aiuta e cerca di essere un valido aiuto, soprattutto nei primi mesi in cui cresce il numero dei componenti del nucleo familiare. L’assegno di maternità di base, anche detto “assegno di maternità dei comuni“, è una prestazione assistenziale concessa dai comuni e pagata dall‘INPS (articolo 74 del decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 51). L’Inps con la circolare numero 40 del 29 febbraio 2024 che ha fissato al 5,4% la rivalutazione 2024 per tutte le mamme in caso di parto, adozione o affidamento preadottivo. 

Pertanto aumenta il valore dell’assegno da erogare alle mamme che partoriscono o che prendono in adozione o affidamento preadottivo un bambino a partire dal primo gennaio e fin al 31 dicembre 2024. L’importo dell’assegno si attesta a 404,17 euro. Infine l’assegno sarà erogato per cinque mensilità, raggiungendo così una cifra massima di  2.020,85 euro.

Cresce l’assegno di maternità, i requisiti

Per accedere all’agevolazione, come in tutti i bonus o contributi, occorre avere dei requisiti specifici. Il primo requisito è di tipo reddituale. Infatti l’assegno spetta solo entro determinati limiti di reddito. Il valore dell’ISEE del nucleo familiare in cui avviene la nascita, l’adozione o l’affidamento preadottivo, non deve superare i 20.221,13 euro. 

I richiedenti non devono avere alcuna copertura previdenziale oppure devono averla entro un determinato importo fissato annualmente. Inoltre, non devono essere già beneficiari di altro assegno di maternità INPS ai sensi della legge 23 dicembre 1999, n. 488.

Come presentare la domanda

La domanda va presentata al comune di residenza al quale compete la verifica della sussistenza dei requisiti di legge per la concessione della prestazione. Dunque la domanda si presenta entro sei mesi dalla nascita del bambino o dall’effettivo ingresso in famiglia del minore adottato o in affido preadottivo.

Inoltre l’assegno non è cumulabile con altri trattamenti previdenziali, tranne se si ha diritto a percepire dal comune la quota differenziale. Tuttavia l’importo dell’assegno è rivalutato ogni anno per le famiglie di operai e impiegati sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo ISTAT. L’Istituto pubblica ogni anno l’importo nella circolare sui salari medi convenzionali.

Rinegoziazione del mutuo e detrazione interessi passivi sono compatibili?

Si è detto nelle settimane scorse che a breve inizia la discesa dei tassi di interesse sui mutui. Questo implica che chi ha stipulato un mutuo a tasso fisso può iniziare a pensare di chiedere una rinegoziazione del mutuo. In questi casi la rinegoziazione del mutuo è compatibile con la detrazione prevista per gli interessi passivi del mutuo prima casa? Vediamo cosa dice in proposito l’Agenzia delle Entrate.

Rinegoziazione del mutuo, perché potrebbe essere conveniente ora?

La rinegoziazione del mutuo è una procedura volta a modificare le condizioni del mutuo già stipulate. A differenza della surroga, in questo caso le condizioni sono oggetto di accordo con la stessa banca con cui è stato stipulato il mutuo originario. Generalmente questa modifica si richiede quando le condizioni del mercato dei mutui sono cambiate e in particolare sono scesi i tassi di interesse e di conseguenza il vecchio mutuo a tasso fisso non è più conveniente.

In merito a ciò un contribuente ha chiesto all’Agenzia delle Entrate: Ho intenzione di rinegoziare il contratto di mutuo stipulato qualche anno fa per l’acquisto della mia abitazione principale. Mi confermate che dopo la rinegoziazione potrò continuare a detrarre gli interessi passivi?

L’Agenzia risponde attraverso la rubrica FiscoOggi.

Rinegoziazione del mutuo: è possibile mantenere le detrazioni interessi passivi acquisto prima casa

Si conferma che quando viene rinegoziato il mutuo acceso per acquistare l’abitazione principale, per modificare alcune condizioni previste nel contratto in essere, si conserva il diritto alla detrazione degli interessi passivi.

Ricordiamo che è possibile portare in detrazione il 19% delle spese sostenute come interessi passivi del mutuo per l’acquisto della prima casa. Il tetto massimo di spesa agevolabile è di 4.000 euro l’anno. Nel caso di più intestatari la detrazione massima deve essere distribuita per quota. Fa eccezione il mutuo cointestato tra i due coniugi di cui uno fiscalmente a carico dell’altro: in questo caso il coniuge che ha sostenuto interamente la spesa può fruire della detrazione per entrambe le quote.

Specifica l’Agenzia delle Entrate che la detrazione spetterà nei limiti riferiti alla quota residua di capitale da rimborsare alla data di rinegoziazione del contratto. Infine, sottolinea che alla detrazione si possono aggiungere ulteriori voci oltre gli interessi passivi, ad esempio eventuali rate scadute e non pagate, il rateo di interessi del semestre in corso (rivalutati al cambio del giorno in cui avviene la conversione), gli oneri susseguenti all’estinzione anticipata della provvista in valuta estera.

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Patente a punti e cantieri edili, come dovrebbe funzionare

Patente a punti e cantieri edili sono la nuova combinazione che dovrebbero evitare le morti sul lavoro, ma ecco come dovrebbe funzionare.

Patente a punti e cantieri edili, il punto della situazione

Basta morti sul lavoro e soprattutto nei cantieri edili. Occorre che la sicurezza dei lavoratori sia al primo posto, perché non si può morire per portare a casa il pane per se e per i propri figli. Tuttavia l’ultima bozza del Decreto Legge approvato dal Consiglio dei Ministri del 26 febbraio 2024 prevede l’obbligo di una patente a punti per le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili di cui all’articolo 89, comma 1 lettera a) del D.Lgs. n. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza Lavoro o TUSL).

Quindi la sicurezza nei cantieri prevede una patente a punti per le imprese edili che ne garantisca la qualità. Ma anche con l’aumento delle forze ispettive e nuove regole su qualificazione e formazione. Mettendo quindi in conto anche la possibilità di nuovi posti di lavoro tra ispettori e formatori. Nel primo caso si parla di persone che possano controllare in qualsiasi lavoro e il rispetto degli standard richiesti. Invece, nel secondo caso, la presenza di formatori che possano migliorare la cultura della sicurezza del lavoro.

Patente a punti e cantieri edili, a partire da quando?

La patente a punti non è subito operativa, anche perché mancano i dettagli della norma. Tuttavia a partire dal primo ottobre 2024 tutte le imprese edili, i liberi professionisti e gli operatori del settore sono tenuti ad avere la patente a punti. Un documento rilasciato dell’Ispettorato nazionale del lavoro sulla base di diversi requisiti. Tra questi requisiti ci sono:

  • l’iscrizione alla Registro delle imprese presso la Camera di Commercio industria e artigianato;
  • l’adempimento degli obblighi formativi e il possesso del Documento unico di regolarità contributiva (DURC);
  • il Documento di valutazione dei rischi (DVR);
  • e il Documento unico di regolarità fiscale (DURF).

Infine la patente sarà rilasciata, in formato digitale, dalla competente sede territoriale dove ha sede l’impresa o dove opera il lavoratore autonomo.

Come dovrebbe funzionare?

Una volta aver ottenuto tutti i documenti richiesti sarà possibile richiedere la patente a punti. Si avrà una dotazione iniziale di 30 crediti. I crediti si perdono ogni volta in cui ci siano delle violazioni che espongono i lavoratori agli infortuni, rischi, inabilità o morte dei lavoratori. Ma i punti possono essere ripresi attraverso la partecipazione a corsi di formazione e seguendo le indicazioni previste dal Ministero.

Per lavorare in un cantiere edile, i crediti residui sulla patente dovranno essere almeno 15. Il lavoratore autonomo o l’impresa che lavora in un cantiere edile senza la patente o con un credito inferiore a 15 punti, pagherà una sanzione amministrativa da 6 mila a 12 mila euro.

Concordato preventivo biennale, approvato il modello di adesione

Con il provvedimento del 28 febbraio 2024 è stato approvato il modello di adesione per il concordato preventivo biennale. Lo stesso è stato approvato in concomitanza con i 175 modelli Isa.

Concordato preventivo biennale, formulazione della proposta

Il concordato preventivo biennale è stato introdotto dal Dlgs n. 13/2024, con lo scopo di favorire l’adempimento spontaneo dei contribuenti di minori dimensioni, titolari di reddito di impresa e di lavoro autonomo, che svolgono attività nel territorio dello Stato.

Si tratta di un accordo tra fisco e contribuente, titolare di partita Iva. L’accordo ha durata biennale per gli anni di imposta 2024 e 2025, prevede che l’Agenzia delle Entrate, in base ai dati in suo possesso (quelli derivanti dalla banca dati elaborata attraverso fatturazione elettronica, redditi percepiti negli anni precedenti, analisi di mercato e del settore), formuli al contribuente una proposta di potenziale base imponibile per i successivi due anni. Occorre però ricordare che tra gli elementi che l’Agenzia valuta per formulare la proposta vi è anche il punteggio Isa. In un primo momento era stata esclusa la possibilità di accesso al concordato preventivo biennale per i contribuenti con un punteggio Isa inferiore a 8, ora tale limite è stato tolto, ma rientra comunque tra gli elementi da valutare.

Oltre a questi dati, il contribuente viene invitato a fornire ulteriori dati che evidentemente non sono già in possesso dell’Agenzia delle Entrate. Una volta concordata la tassazione per i due anni di imposta, non sarà possibile modificare tale scelta indipendentemente dal volume di affari.

Il modello di adesione al concordato preventivo biennale

Il modello pubblicato il 28 febbraio 2024 e disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate è particolarmente scarno, poche semplici domande che qui riportiamo. Non tutte le informazioni presenti nel modello devono essere compilate a cura del contribuente; quattro si riferiscono, infatti, al calcolo della proposta di concordato. Il contribuente potrà limitarsi ad accettarle, laddove intenda aderire al Cpb.

Il modello può essere presentato da soggetti che:

  • nel periodo d’imposta 2023 hanno esercitato, in via prevalente, una delle attività economiche del settore dell’agricoltura, delle manifatture, dei servizi, delle attività professionali e del commercio per le quali risultano approvati gli Isa
  • sono tenuti all’applicazione degli Isa per il medesimo periodo d’imposta
  • intendono aderire alla proposta di concordato preventivo biennale per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

ricordiamo che per i titolari di partita Iva che hanno aderito al regime forfettario vi è la possibilità di aderire per il solo anno di imposta 2024. Si tratta di una misura sperimentale. L’accettazionedella proosta di tassazioen deve essere effettuata entro il 15 otttobre 2024. Non sono mancate polemiche e critiche verso tale decisione.

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Pagamenti Assegno di inclusione 2024, il calendario fino a luglio

I pagamenti assegno di inclusione 2024 sono previsti per fine mese. Tuttavia ecco il calendario completo fino a luglio 2024.

Pagamenti assegno di inclusione 2024, per le domande di gennaio

L’Assegno di Inclusione (ADI) è una misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro, istituita a decorrere dal 1° gennaio 2024 dall’articolo 1 1 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85.

Dal 27 febbraio, l’INPS ha disposto il pagamento della mensilità di febbraio 2024 per tutti i nuclei familiari beneficiari dell’ADI, che hanno presentato domanda entro gennaio 2024 e che hanno già ricevuto i pagamenti del 26 gennaio o del 15 febbraio, se permangono i requisiti del diritto all’assegno. I prossimi pagamenti delle rate successive alla prima (i cosiddetti “rinnovi”) saranno disposti nelle seguenti date:

  • mercoledì 27 marzo 2024;
  • venerdì 26 aprile 2024;
  • martedì 28 maggio 2024;
  • giovedì 27 giugno 2024;
  • sabato 27 luglio 2024.

Pagamenti assegno di inclusione 2024, per le domande di febbraio

Per chi presenta la domanda di Assegno di Inclusione (ADI) entro febbraio 2024, con Patto di attivazione digitale (PAD) sottoscritto nello stesso mese, il primo pagamento, all’esito positivo dell’istruttoria, sarà effettuato il 15 marzo con competenza per il mese di marzo, mentre la mensilità di aprile verrà corrisposta il 26 aprile.

A partire dalle domande presentate da febbraio, infatti, i pagamenti, all’esito positivo dell’istruttoria, verranno riconosciuti dal mese successivo a quello di sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD). Infine per le domande che verranno presentate nei prossimi mesi, con esito positivo dell’istruttoria e Patto di attivazione sottoscritto, il primo pagamento è disposto come segue:

 

 

 

Domande presentate entro

Sottoscrizione Patto di attivazione digitale ed esito positivo dell’Istruttoria Disponibilità carte inclusione con importo accreditato per il ritiro presso gli Uffici postali per i richiedenti che abbiano ricevuto l’SMS
febbraio 2024 febbraio 2024 venerdì 15 marzo 2024
marzo 2024 marzo 2024 martedì 16 aprile 2024
aprile 2024 aprile 2024 mercoledì 15 maggio 2024
maggio 2024  maggio 2024 sabato 15 giugno 2024
giugno 2024 giugno 2024 martedì 16 luglio 2024

Fonte: sito Inps

Cosa cambia da marzo 2024?

A partire dal mese di marzo sarà preso in considerazione l’ISEE 2024, che prende in esame i redditi del 2022. Pertanto, nel caso in cui la DSU 2024 non sia stata ancora presentata in tempo utile per l’elaborazione della mensilità a rinnovo, la domanda verrà posta nello stato “sospesa” in attesa della disponibilità dell’ISEE 2024. Appena disponibile l’ISEE 2024 e comunque con le  elaborazioni dei rinnovi delle mensilità successive verranno recuperate anche le eventuali pregresse mensilità poste nello stato di “sospesa”.

Si ricorda infine che l’Assegno di inclusione è richiesto con modalità telematiche all’INPS. Inoltre la richiesta può essere presentata, altresì, presso i patronati e i centri di assistenza fiscale (CAF).

Irap 2024, disponibile il modello. Tutte le novità

Con provvedimento pubblicato il 29 febbraio 2024 è stato approvato il modello Irap 2024 con relative istruzioni per la compilazione e specifiche tecniche. Tutte le novità per le imprese.

Pubblicato il modello Irap 2024

Il modello 770/2024 deve essere presentato dai sostituti di imposta, comprese le Amministrazioni dello Stato, per comunicare in via telematica all’Agenzia delle Entrate i dati fiscali relativi alle ritenute operate nell’anno 2023, i versamenti effettuati e le compensazioni applicate. In pratica i datori di lavoro (e altri sostittuti di imposta) usano il modello 770 per dichiarare le ritenute operate sui compensi erogati ai lavoratori.

La prima novità importante inerente il modello Irap 2024 è il termine di presentazione, questo cade il giorno 30 settembre e non più il 30 novembre. Per i soggetti Ires e le Pubbliche Amministrazioni con periodo di imposta non coincidente con l’anno solare, il termine è diverso e il modello deve essere presentato entro il nono mese successivo rispetto alla chiusura del periodo di imposta.

Come per l’anno scorso, il modello è formato dal frontespizio e dai quadri IP, IC, IE, IK, IR e IS.

Le novità nel modello Irap 2024

Le principali novità riguardano le novità introdotte per quanto riguarda lo sport dilettantistico e i contributi. In particolare per le società sportive dilettantistiche e le associazioni sportive dilettantistiche i compensi di importo fino a 85.000 euro erogati in favore di collaboratori coordinati e continuativi non comportano variazioni in aumento e in diminuzione della base imponibile Irap.

Nel quadro IS, al rigo IS7, può essere inserita la deduzione dei contributi assicurativi pagati in favore dei lavoratori stagionali.

Il modello 770/2024 può essere scaricato direttamente dal sito dell’Agenzia delle Entrate, in alternativa può essere prelevato anche da altri siti, è però essenziale che si tratti di un modello conforme. Il modello 770/2024 deve essere inviato telematicamente. Può essere inviato dal soggetto passivo di imposta o da un intermediario. Per le Amministrazioni centrali può essere inviato anche da un incaricato, infine per i gruppi di società può essere inoltrato tramite società appartenenti al gruppo.

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Marzo 2024, tutte le scadenze fiscali e le date da non dimenticare

Marzo 2024 è appena arrivato e sono davvero tante le scadenze previste per questo mese che porterà una ventata di primavera.

Marzo 2024, attenzione alla rata della rottamazione quater

Il mese inizia con il classico versamento dell’imposta di registro sui contratti di locazione e affitto. Si tratta dei contratti stipulati in data 01/02/2024 o rinnovati tacitamente con decorrenza dal 01/02/2024. Mentre l’8 marzo scade il termine per comunicare l’esercizio dell’opposizione a rendere disponibili all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle spese sanitarie sostenute nell’anno d’imposta 2023 e ai rimborsi effettuati per prestazioni parzialmente o completamente non erogate, ai fini dell’elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata 2024

Ma una data da non dimenticare è quella del 15 marzo, per il pagamento della rata della rottamazione quater prevista dalla legge di conversione del Decreto Milleproroghe 2024 per le prime tre quote dovute. Tuttavia si ricorda che alla scadenza sono previste 5 giorni di tolleranza, quindi c’è tempo fino al 20 marzo 2024.

Marzo 2024, martedì 18 sarà un giorno intenso

Ben 47 versamenti sono previsti da tra Iva, imposte e ritenute.  Entro il 18 marzo i sostituti d’imposta dovranno provvedere sia all’invio telematico che alla consegna dell’ex CUD ai percipienti. Ed ancora consegna agli interessati della Certificazione Unica (c.d. CU 2024) contenente i dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro dipendente, assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi corrisposti nel 2024.

Sempre il 18 marzo gli asili nido pubblici e privati e gli altri soggetti a cui sono versate le rette, devono comunicare all’Anagrafe tributaria, con riferimento a ciascuno iscritto, i dati relativi alle spese per la frequenza degli asili nido e per i servizi formativi infantili (“sezioni primavera”) sostenute dai genitori nell’anno 2023. Ed ancora comunicazione all’Anagrafe Tributaria dei dati, riferiti all’anno precedente, relativi alle quote di interessi passivi e relativi oneri accessori per mutui agrari e fondiari.

Le scadenze di fine mese

Il 20 marzo è prevista la comunicazione all’Agenzia delle Entrate dei dati di dettaglio relativi al canone TV addebitato, accreditato, riscosso e riversato nel mese precedente. infine chiudono il calendario delle scadenze di marzo gli elenchi Intrastat. Entro la scadenza del 25 marzo gli operatori intracomunitari con obbligo mensile dovranno trasmettere telematicamente i dati relativi alle operazioni intracomunitarie realizzate nel mese di febbraio.

Tra le scadenze previste invece per il 31 marzo ci sono la domanda per il “Contributo per genitori separati o divorziati per garantire la continuità dell’erogazione dell’assegno di mantenimento”. Ed infine la trasmissione telematica della dichiarazione IVA IOSS relativa alle vendite a distanza di beni importati (in spedizioni di valore intrinseco non superiore a € 150) del mese precedente, da parte dei soggetti iscritti al (nuovo) Sportello unico per le importazioni (IOSS), indicando per ogni Stato membro di consumo l’imponibile, l’aliquota e l’imposta dovuta per le cessioni di beni ivi effettuate.

 

Agevolazioni edilizie, aumenta dal 1° marzo la ritenuta sui bonifici

A partire dal 1° marzo 2024 aumenta la ritenuta sui bonifici eseguiti per il pagamento delle spese per la ristrutturazione in caso di agevolazioni edilizie.

Cos’è la ritenuta sui bonifici per agevolazioni edilizie?

Per ottenere i bonus casa, ad esempio il bonus ristrutturazione, bonus barriere architettoniche, ecobonus, sismabonus e superbonus è necessario effettuare i pagamenti utilizzando i bonifici parlanti. Ricordiamo che i bonus edilizi consentono a chi effettua lavori di ristrutturazione di ottenere il rimborso di parte delle spese sostenute attraverso le detrazioni fiscali.

Sui bonifici parlanti usati per pagare imprese e fornitori viene effettuata una ritenuta calcolata sull’importo del bonifico stesso. La legge di bilancio per il 2024 prevede che a partire dal 1° marzo 2024 la ritenuta attualmente all’8% passi all’11%.

L’effetto immediato di questa modifica sarà la diminuzione della liquidità delle imprese che ricevono il bonifico, queste somme potranno comunque essere recuperate attraverso l’Irpef e l’Ires, saranno infatti scomputate dalle somme effettivamente dovute.

La modifica  è prevista dall’articolo 1, comma 88, della legge 213/2023, legge di Bilancio 2024. La ritenuta viene applicata a titolo di acconto per il versamento delle imposte dovute dai beneficiari delle agevolazioni, con obbligo di rivalsa.

Aumenta la ritenuta sui bonifici per agevolazioni edilizie, difficoltà per le imprese

Si tratta però di una modifica che può mettere in difficoltà le imprese che stanno già avendo problemi a causa della difficoltà a ottenere i crediti incagliati da cessione del credito e sconto in fattura.

L’aumento delle entrate nelle Casse dello Stato è stato stimato a 622 milioni di euro che naturalmente rappresentano minori entrate per le imprese. A ciò deve aggiungersi che, considerando la possibilità che un’impresa abbia maturato anche altri crediti di imposta, ad esempio relativi al versamento del trattamento integrativo in favore dei lavoratori dipendenti, potrebbero non avere sufficiente capienza fiscale per recuperare tali somme attraverso le imposte da versare.

Ricordiamo che la ritenuta sui bonifici parlanti per bonus edilizi passa dall’8% all’11% e che questo cambiamento è recepito automaticamente da banche e uffici postali.

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