Il cambio dell’amministratore di condominio è possibile, soprattutto quando i condomini non sono soddisfatti del suo operato, ma come fare?
L’amministratore di condominio è il professionista che si occupa della gestione dello stabile. La figura dell’amministratore ha subito delle modifiche a seguito della riforma del 220 del 2012. In particolare una delle più rilevanti riguarda la soglia a di sopra della quale diventa obbligatoria in un condominio la nomina dell’amministratore. Ebbene oggi la nomina è obbligatoria quando il numero dei condomini è superiore a otto.
Tuttavia l’assemblea dei condomini lo nomina e il suo incarico dura un anno. Alla scadenza annuale l’amministratore è tenuto a convocare l’assemblea per decidere se votare il rinnovo del suo incarico oppure nominare un nuovo professionista. Se invece l’assemblea non viene convocata rimane in carica in regime di “prorogatio” fino all’effettivo insediamento del sostituto.
Altro modo che si ha per cambiare l’amministratore è quello di sfiduciarlo, da parte dei condomini. Questo può avvenire anche prima della scadenza annuale, ma serve il quorum necessario e previsto per legge:
La sfiducia può essere fatta quando occorrono gravi motivi o per non svolge le funzioni per le quali è chiamato ad operare. Infatti l’articolo 1129, comma 11, del codice civile stabilisce che l’amministratore può essere revocato mediante ricorso al giudice quando non rende il conto della gestione oppure quando incorre in gravi irregolarità.
E’ la stessa norma a determinare quali sono le gravi irregolarità che può commettere un amministratore di condominio:
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