Bolletta, da settembre l’aumento è già deciso: tutto scritto nei nuovi contratti | 60€ in più al mese, ti spari

Le bollette dell’energia sono da tempo un’incognita che tormenta milioni di famiglie italiane. Ogni mese, la paura di un aumento inaspettato tiene tutti col fiato sospeso.
Eppure la soluzione per evitare brutte sorprese è proprio sotto i nostri occhi, scritta in piccolo sui contratti che firmiamo.
Quello che molti non sanno è che una semplice scelta può fare la differenza tra un conto salato e un bilancio in equilibrio.
Se pensate che l’unica opzione sia subire passivamente gli aumenti, vi sbagliate di grosso.
L’arrivo di settembre potrebbe portare con sé una sorpresa, ma con le giuste informazioni si può evitare il peggio.
Aumento di potenza, quanto costa?
Le bollette sono un incubo ricorrente per milioni di italiani, e spesso la soluzione per non vederle aumentare è nelle nostre mani. Un’operazione come la modifica della potenza contrattuale ha un costo, ma spesso può rivelarsi un investimento a lungo termine. In base alle nuove disposizioni, il costo per una modifica della potenza contrattuale è composto da due voci distinte. La prima è un importo prestabilito che copre i costi di gestione del fornitore, il cui ammontare cambia a seconda che il contratto sia nel servizio di Maggior Tutela, a Tutele Graduali o nel mercato libero. La seconda voce, invece, è un costo variabile che si applica solo quando si chiede un incremento della potenza e dipende da quanti kW aggiuntivi si desidera.
Consideriamo un esempio concreto: se un cliente desidera aumentare la sua potenza da 3 a 4 kW, l’Arera ha calcolato che il costo totale sarà di 99,42 euro una tantum, IVA inclusa. Questo importo è così suddiviso: un importo fisso di 23 euro per il fornitore (valido per la Tutela e le Tutele Graduali) e un costo aggiuntivo di 61,26 euro per ogni kW extra, moltiplicato per 1,1. Spesso, però, non è semplice individuare la potenza più adatta alle proprie esigenze.
Quando e come diminuire la potenza
Per agevolare il consumatore, le normative introdotte nel 2017 hanno introdotto degli sconti per ridurre l’onere finanziario iniziale e permettere una scelta più ponderata della potenza contrattuale, basata sull’uso effettivo dell’energia elettrica. Queste agevolazioni rendono più conveniente cambiare la potenza: l’importo per ogni kW aggiunto è ridotto di circa il 20%. Inoltre, è stato introdotto il “diritto al ripensamento”: non è necessario pagare il contributo in euro/kW se la richiesta di incremento della potenza segue una precedente diminuzione sullo stesso contatore.
Un’alternativa all’aumento, e spesso una scelta più saggia, è la diminuzione della potenza del contatore. Il costo è decisamente inferiore se, invece, si decide di diminuire la potenza del contatore perché non si raggiunge mai il massimale. Per capire se si sta pagando per una potenza eccessiva, è utile trovare sulla propria bolletta la voce “livello massimo di potenza prelevata” (o “potenza massima prelevata”), un dato che il venditore è obbligato a fornire. Questa semplice operazione può portare a un notevole risparmio sulla bolletta mensile, alleggerendo il carico economico senza sacrificare il comfort abitativo.