Cartelle esattoriali a pioggia: se hanno uno di questi numeri non firmare | Ti scalano in automatico 7.953€, un’imboscata tremenda

Cartella esattoriale ed iscrizione a ruolo straordinario, quando?

Ricevere una cartella esattoriale può generare forte preoccupazione e confusione. Ma non farti prendere dal panico.

Capire l’atto, conoscere i tuoi diritti e sapere come agire può fare la differenza.

Esistono strumenti legali per tutelarti, continua a leggere per scoprirli tutti.

Non tutte le comunicazioni sono uguali e, a volte, un’azione tempestiva può risolvere il problema prima che si aggravi.

La conoscenza è la tua migliore difesa in ogni campo, in questo caso ancora di più.

Riconoscere la tipologia di atto e il mittente

La prima cosa da fare quando si riceve una raccomandata dall’Agenzia delle Entrate o dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione è leggere attentamente il mittente e il codice riportato sull’avviso di giacenza. Esistono diverse tipologie di comunicazioni, ognuna con un significato e un’urgenza differente. Ad esempio, un avviso di accertamento contesta maggiori imposte e apre i termini per fare ricorso, mentre una cartella di pagamento, inviata dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione, ha lo scopo di riscuotere un credito. Le comunicazioni bonarie sono l’esito di un controllo automatizzato e ti invitano a regolarizzare la tua posizione con sanzioni ridotte, mentre l’intimazione di pagamento è un atto esecutivo che precede spesso il pignoramento.

I codici di raccomandata possono essere un primo indizio: quelli che iniziano con 75, 76, 77, 78 o 79 sono generalmente atti giudiziari o esattoriali, mentre quelli che iniziano con 63, 64 o 65 indicano solitamente comunicazioni amministrative. Inoltre, se la raccomandata arriva in una busta verde di Poste Italiane, ha valore legale di notifica e non va assolutamente ignorata.

Cartelle esattoriali (web) - Infoiva.it
Cartelle esattoriali (web) – Infoiva.it

Non ignorare l’avviso

Ignorare una raccomandata dall’Agenzia delle Entrate è l’errore più grande che si possa commettere. Se l’atto è impugnabile, come un avviso di accertamento o una cartella, parte il termine di 60 giorni per fare ricorso. Se non si agisce, l’atto diventa definitivo e la riscossione può iniziare. Allo stesso modo, ignorare un invito o una comunicazione bonaria fa perdere l’opportunità di chiarire la propria posizione o di ottenere riduzioni. Ricorda, non esiste una “seconda raccomandata” con valore di notifica: la prima è già ufficiale. Non pagare subito senza aver verificato la legittimità del debito e non pensare che ignorare il problema lo farà sparire.

Quando ricevi una raccomandata, non gettarla via e non ignorarla. Leggi attentamente l’oggetto e la data. La mossa più saggia è rivolgersi immediatamente a un avvocato o a un esperto fiscale. Un professionista può aiutarti a interpretare correttamente l’atto, a capire se è possibile fare ricorso, ottenere una rateizzazione, chiedere l’annullamento o la correzione. Se l’atto è impugnabile, un avvocato può assisterti nel presentare ricorso alla Commissione Tributaria. Affrontare il problema con prontezza e con l’aiuto di un esperto può proteggere il tuo patrimonio e i tuoi diritti, trasformando una situazione di potenziale allarme in un’occasione per difenderti in modo efficace.