Palestre, la multa è da brividi: da ora scattano 150.000€ di sanzione | È proibito per legge

Palestra (web) - Infoiva.it

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Una novità normativa sta per rivoluzionare il mondo della videosorveglianza, con conseguenze dirette anche in luoghi insospettabili come le palestre.

Un divieto, passato in sordina, rischia di costare carissimo a chi non si adegua, con sanzioni da capogiro.

La legge è chiara, ma molti la ignorano e continuano a operare come se nulla fosse.

Se pensate che la vostra palestra sia al sicuro, vi sbagliate di grosso.

È il momento di scoprire cosa sta per cambiare e perché è fondamentale essere informati.

Attenti alle multe!

Da qui al 31 dicembre 2025, in Italia è proibita l’installazione e l’uso di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Questa norma, estesa dal Decreto-legge 10 maggio 2023, n. 51 (Decreto Enti Pubblici), sposta di due anni il termine originariamente previsto dal DL 139/2021. La sospensione riguarda l’utilizzo di dati biometrici, ovvero quei dati personali, come l’immagine facciale, che consentono l’identificazione univoca di una persona.

Il divieto è stato introdotto in attesa di una disciplina legislativa specifica in materia e ha lo scopo di tutelare la privacy e la protezione dei dati personali. Le sanzioni per chi non rispetta questa disposizione sono tutt’altro che leggere: i trasgressori, infatti, rischiano una multa amministrativa pecuniaria da 50.000 euro a 150.000 euro. Un’ammenda che può mettere in ginocchio qualsiasi attività, comprese le palestre che dovessero incautamente utilizzare questi sistemi.

Sorveglianza con riconoscimento facciale ( web) - Infoiva.it
Sorveglianza con riconoscimento facciale ( web) – Infoiva.it

Stop fino al 2026

La sospensione, tuttavia, non è assoluta e prevede delle deroghe. La norma non si applica agli impianti di videosorveglianza che non utilizzano il riconoscimento facciale, purché siano conformi alla normativa vigente. Inoltre, sono esclusi dal divieto i trattamenti effettuati dalle autorità competenti a fini di prevenzione e repressione dei reati o di esecuzione di sanzioni penali, a condizione che abbiano il parere preventivo del Garante per la protezione dei dati personali.

Inoltre, la legge specifica cosa si intende per dati biometrici, facendo riferimento al Regolamento UE 2016/679 (noto come GDPR). Si tratta di quei dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico che si riferiscono a caratteristiche fisiche, fisiologiche o comportamentali di una persona, come l’immagine facciale o le impronte digitali, che ne permettono l’identificazione univoca. La normativa è quindi molto chiara: la videosorveglianza tradizionale è ammessa, ma qualsiasi sistema che utilizzi il riconoscimento facciale o altri dati biometrici è al momento illegale. Ignorare questa disposizione, come abbiamo visto, può comportare pesanti conseguenze sia legali che economiche rendendo fondamentale per tutti i gestori di palestre l’aggiornamento.