Forfettari, addio carta | e-fatture per tutti anche nel 2025 : la scadenza che brucia i ritardatari
Fatturazione- inva - infoiva.it
Dal 1° gennaio 2025 la fatturazione elettronica diventa obbligatoria per tutti i contribuenti in regime forfettario. L’Agenzia delle Entrate chiude l’era della carta e introduce controlli automatici su scadenze e invii.
Il percorso di digitalizzazione della contabilità arriva al traguardo finale. Dopo una fase transitoria durata oltre due anni, l’Agenzia delle Entrate conferma che dal 2025 non ci saranno più eccezioni: anche i titolari di partita IVA in regime forfettario e di vantaggio dovranno emettere fatture esclusivamente in formato elettronico, attraverso il Sistema di Interscambio (SdI). Finisce così il periodo di esonero per i piccoli contribuenti, che fino al 2024 potevano ancora usare modelli cartacei o PDF inviati via email.
L’obiettivo è uniformare gli adempimenti, ridurre l’evasione e semplificare la gestione dei flussi fiscali. L’e-fattura, infatti, consente all’Agenzia delle Entrate di ricevere in tempo reale tutti i dati sulle operazioni economiche e di precompilare dichiarazioni e registri. Con l’entrata in vigore definitiva dell’obbligo, ogni documento non transitato per il SdI sarà considerato inesistente ai fini fiscali, con sanzioni proporzionali all’importo e alla gravità del ritardo.
Chi è coinvolto e come si emette la nuova e-fattura
Il nuovo obbligo riguarda tutti i contribuenti con partita IVA attiva, compresi i forfettari e i minimi, a prescindere dal volume d’affari. L’unica esclusione resta per i soggetti che svolgono attività sanitarie dirette nei confronti di privati, per motivi di privacy. Per tutti gli altri, ogni fattura dovrà essere generata in formato XML e inviata tramite SdI entro 12 giorni dall’operazione o dall’incasso, con data e numero progressivo. Il documento elettronico sostituisce integralmente la fattura cartacea e rappresenta l’unica prova valida ai fini fiscali.
L’Agenzia delle Entrate mette a disposizione gratuitamente una piattaforma online e un’app per dispositivi mobili, dove compilare, firmare e inviare le fatture. In alternativa, è possibile usare software gestionali o intermediari abilitati. La fattura elettronica deve contenere i dati essenziali: partita IVA del cliente, descrizione del servizio o del bene, importo lordo e natura dell’operazione (regime forfettario con esenzione IVA e ritenute). I documenti vengono poi archiviati digitalmente per dieci anni nel portale Fatture e Corrispettivi, con valore legale completo.
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La scadenza che brucia i ritardatari
La scadenza del 1° gennaio 2025 non prevede proroghe. Chi continuerà a emettere fatture cartacee o invierà i documenti oltre i termini rischia sanzioni da 250 a 2.000 euro per periodo d’imposta, oltre alla perdita delle agevolazioni fiscali del regime. L’Agenzia ha annunciato che nei primi mesi saranno attivi controlli automatici per segnalare irregolarità e mancati invii, anche tramite notifiche dirette sul cassetto fiscale. È quindi essenziale testare in anticipo le piattaforme e aggiornare i dati anagrafici dei clienti.
Un errore comune riguarda la numerazione delle fatture: ogni documento elettronico deve seguire la sequenza progressiva dell’anno, anche se emesso in giorni diversi o con sistemi differenti. Saltare un numero o duplicarlo può generare errori nei controlli incrociati e richiedere correzioni formali. Chi utilizza software diversi per l’emissione deve verificare la coerenza dei registri e delle date per evitare segnalazioni automatiche.
L’e-fattura segna un passaggio definitivo per i forfettari, ma porta anche vantaggi: meno carta, meno errori e maggiore velocità nei controlli. Il consiglio dell’Agenzia è chiaro: non aspettare l’ultimo giorno, ma iniziare subito a familiarizzare con il sistema e le procedure digitali. Perché dal 2025, anche per chi ha sempre lavorato “in piccolo”, il fisco parlerà un’unica lingua — quella della fattura elettronica.
