Dopo lunghe trattative sono arrivati gli aumenti per il settore scuola, gli stessi derivano da un accordo tra Aran e i sindacati, manca però la firma di UIL che ha definito inaccettabili gli aumenti previsti nel nuovo contratto scuola. Si deve ricordare che stiamo parlando del rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto istruzione, università e ricerca 2019/21. L’accordo riguarda 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti ai settori scuola e Afam (inclusi gli 850mila insegnanti, e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i docenti).
Quali aumenti sono previsti nel nuovo contratto scuola?
Gli aumenti nel settore scuola riguarderanno tutti coloro che sono impeganti nel settore istruzione anche se in misura diversa, infatti si prevede un aumento medio mensile per il personale Ata di 96,72 euro. Per i docenti l’aumento è più elevato e ammonta in media a 124,40 euro. Infine, per il personale dirigente l’aumento media sfiora i 200 euro, si tratta di 197,50 euro al mese. Non è questa l’unica novità del nuovo contratto di lavoro del settore scuola, infatti sono regolamentate anche le attività in smart working.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha sottolineato che il nuovo contratto rappresenta un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro di coloro che sono impegnati nella Pubblica Istruzione.
Il nodo principale restano i fondi, infatti il ministro ha sottolineato che proseguono gli incontri con il ministro Giorgetti per capire se possono esservi ulteriori risorse da destinare al settore.
Perché arrivano critiche agli aumenti?
La risposta è semplice, a conti fatti gli insegnanti e il personale scuola nella busta paga riceveranno molto meno rispetto a quanto sbandierato, infatti dalle somme sopra esposte deve essere scorporato quanto già percepito con l’aumento di sette mesi fa. Facendo due calcoli gli insegnanti all’atto pratico riceveranno in media circa 26 euro in più. Per gli Ata l’aumento reale è di 20 euro in più.
A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti.
Secondo Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil stiamo parlando di “un aumento stipendiale medio tra i diversi settori che oscilla tra il 5% e il 7%”.
Queste non sono le uniche novità, infatti sono previste maggiori tutele per i precari della scuola con la possibilità di ottenere permessi per 3 giorni mensili per motivi personali e familiari retribuiti, in passato chi aveva il contratto da precario poteva avere permessi ma non retribuiti.
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