Disastro INPS, richiedono indietro tutto: se hai ricevuto questo bonus dovrai restituirlo subito | Cedolino mutilato in automatico

Una sede dell'INPS

Una sede dell'INPS - Wikicommons - Infoiva.com

Il denaro che ricevi è fondamentale per la tua quotidianità, un aiuto che ti permette di affrontare le spese e di sentirti al sicuro.

Ma cosa succederebbe se quell’aiuto, all’improvviso, si trasformasse in un incubo? Se l’ente che te l’ha dato te lo richiedesse indietro, con gli interessi?

Molte persone si stanno svegliando con una spiacevole sorpresa: una richiesta di restituzione da parte dell’INPS.

Preparati a scoprire come un bonus si può trasformare in un debito e come centinaia di migliaia di italiani si stanno trovando in difficoltà a causa di un grave errore.

Un incubo burocratico sta per abbattersi su migliaia di persone.

La richiesta INPS inattesa

Può sembrare assurdo, ma per molti è una triste realtà: ricevere una comunicazione dall’INPS che richiede la restituzione di somme già percepite, a volte a distanza di mesi. Questo accade spesso per prestazioni come la pensione, l’Assegno di inclusione, il Reddito di cittadinanza e, in particolare, la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Per chi si trova già in una situazione di precarietà lavorativa, vedersi recapitare una simile richiesta è destabilizzante, soprattutto se le somme sono già state spese per bollette, affitto o altre necessità primarie. La situazione non riguarda solo chi ha commesso errori nella domanda o ha omesso di segnalare un nuovo impiego, ma anche casi in cui è stato l’Istituto stesso a erogare pagamenti in assenza dei requisiti.

La regola è chiara: l’INPS eroga prestazioni solo se sussistono i requisiti di legge. Se l’Istituto accerta un’erogazione superiore al dovuto, sia per un proprio errore che per una mancata comunicazione da parte del beneficiario, scatta il recupero delle somme. La Naspi, in particolare, è destinata a chi perde involontariamente il lavoro e il suo calcolo si basa sulle settimane lavorate negli ultimi quattro anni. L’erogazione può durare fino a due anni, ma se il beneficiario trova un nuovo impiego o supera determinate soglie di reddito, la prestazione viene sospesa o revocata. Il problema si presenta quando l’erogazione continua anche se non è più dovuta. In questo caso, l’INPS considera gli importi come “indebiti” e avvia la richiesta di rimborso.

La multa salata che potrebbe colpire gli utenti
La multa salata che potrebbe colpire gli utenti (Fonte: Canva)- www.infoiva.com

Ecco cosa puoi fare

Quando ricevi una comunicazione di restituzione di indebito, la prima cosa da fare è verificarne la correttezza. Controlla attentamente le date, gli importi e le motivazioni indicate nella lettera. Se ritieni che la pretesa sia ingiustificata, puoi presentare un ricorso amministrativo all’INPS entro 90 giorni. Un’altra opzione è quella di eccepire la prescrizione; tuttavia, l’INPS può chiedere il recupero delle somme entro dieci anni dal pagamento.

Se la richiesta è corretta e non puoi pagare l’intero importo subito, puoi richiedere una rateizzazione. Per farlo, dovrai presentare la documentazione che attesti la tua situazione finanziaria, consentendoti di diluire il debito in più rate e gestire il rimborso con maggiore serenità.