La legge sugli affitti è morta: potrai rimanere a casa anche se il proprietario non ti vuole più | La svolta epocale

Nuova legge sugli affitti (Foto di Harry Strauss da Pixabay) - infoiva.com
Una svolta nella legge cambia tutto per milioni di inquilini. Il contratto finisce, ma tu puoi restare. Anche se al proprietario non sta bene.
Ci sono cose che tutti danno per scontate: che il sole sorga ogni mattina, che il caffè serva a svegliarsi, e che alla scadenza di un contratto d’affitto, si debba per forza lasciare casa. In realtà non è proprio così.
Molti vivono nella paura di ricevere una lettera – o peggio, un messaggino – con scritto: “Gentile inquilino, si cerchi un’altra sistemazione”. Ma c’è una differenza importante tra ciò che si pensa di sapere e ciò che dice la legge.
In un’epoca in cui tutto cambia rapidamente, esiste ancora una cosa sorprendentemente stabile: il contratto di locazione. E spesso è più ostinato di quanto immagini, tanto da resistere perfino alla volontà del proprietario.
Quindi sì: in certi casi puoi restare dov’eri, anche se chi ti ha affittato casa ha già scelto il colore delle tende per “quando ci torna a vivere lui”. Il diritto, però, ha le sue regole, e non si piega alle intenzioni espresse a voce durante l’aperitivo.
Affitti: nessuno potrà mandarti via
La legge italiana, ricorda money.it, stabilisce che i contratti d’affitto si rinnovano in automatico, salvo disdetta comunicata in modo formale e con i tempi giusti. Il semplice “non voglio più affittare” non basta. Se manca una raccomandata (o una PEC) entro i sei mesi dalla scadenza, il contratto si rinnova. Punto. Anche se il proprietario ha già messo l’annuncio su Idealista.
Inoltre, non tutti i momenti contrattuali sono uguali. Bisogna distinguere tra la prima scadenza (dopo 3 o 4 anni, secondo il contratto) e la seconda scadenza (dopo altri 2 o 4 anni). Solo in certi casi, alla prima scadenza, il locatore può chiedere di rientrare in possesso dell’immobile. Ma attenzione: deve avere un motivo serio e documentabile, comunicarlo con almeno sei mesi di anticipo, e metterlo in pratica entro un anno. E non basta dirlo a voce o via WhatsApp.
Cosa dice la legge
Altrimenti il contratto si considera rinnovato. Automaticamente. Non è una scappatoia o una furbata: è la legge, quella con la “L” maiuscola. E vale anche quando entrambe le parti non se ne accorgono, ma nessuno ha fatto tutto secondo le regole.
Insomma, a meno che il padrone di casa non sia anche un esperto di diritto immobiliare e un campione di puntualità postale, è probabile che l’inquilino possa restare dov’è. Magari non per sempre ma sicuramente più a lungo di quanto alcuni pensano.