Coldiretti: troppe speculazioni danneggiano il settore ortofrutticolo

Coldiretti denuncia le speculazioni che avvengono nella filiera della produzione di frutta e verdura. Il prezzo pagato al primo produttore sarebbero infinitamente più bassi rispetto al costo di vendita ultimo. E’ in particolare la frutta a presentare la maggior differenza di prezzo.

In particolare crollano del 47% i prezzi alla campagna dei cocomeri e del 22% le pesche solo per fare degli esempi. Si tratta del risultato – precisa la Coldiretti – delle distorsioni e delle speculazioni che si verificano nel passaggio della frutta dal campo alla tavola. A causa delle inefficienze e delle eccessive intermediazioni nel passaggio della frutta dall’azienda agricola al carrello della spesa – sottolinea la Coldiretti – i prezzi almeno triplicano, ma possono aumentare anche di 5 o 6 volte.

Le pesche gialle – conclude la Coldiretti – vengono pagate agli agricoltori 35 centesimi al chilo, ma ai consumatori costano in media 1,9 euro al chilo con un ricarico del 413 per cento (piu’ di cinque volte), i cocomeri passano da 0,12 euro al chilo in campo a 0,6 euro al chilo sulla tavola con un aumento del 400 per cento (cinque volte ) e i meloni da 0,39 euro al chilo a 1,3 euro con un ricarico del 233 per cento (triplicano). Il meteo non è stato favorevole, l’emergenza Escherichia Coli non ha di certo aiutato, ma al di là di effetti congiunturali è necessario proteggersi dalle speculazioni.

 

 

Tributo ambientale delle imprese edili ai massimi

Le aziende dell’edilizia stanno “dando il massimo” per rispettare l’ambiente. Secondo Confedilizia nei diciotto anni di esistenza si è registrata una costante crescita dal 3,08% ad una media del 4,41%.

Fino alla fine di questo mese le Province potranno deliberare sull’aliquota del tributo “per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente” applicato come addizionale alla tassa/tariffa rifiuti solidi urbani. Confedilizia ricorda che le provincie in linea di massima hanno fissato l’aliquota massima al 5%.

Nel 2010 le Province di Gorizia e di La Spezia sono state le uniche amministrazioni che hanno provveduto ad una diminuzione dell’aliquota, portandola rispettivamente dal 4,90 al 4,80% e dal 5 al 3,75% mentre, sempre nello stesso anno, la Provincia di Matera ha aumentato l’aliquota portandola al valore massimo del 5%.

 

 

Commercialisti: si alle liberalizzazioni ma si tuteli la professione

Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha lanciato al governo e alle forze politiche di maggioranza e opposizione un messaggio chiaro: “In questa difficile fase, tutti devono essere disposti a dare il proprio contributo, anche per impedire che altri si sottraggano dal dare il proprio. Liberalizzare i mercati, anche quelli professionali ove opportuno, non deve pero’ diventare il pretesto per distruggere le libere professioni”.

Liberalizzare i mercati, ivi compresi quelli professionali, – afferma Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale della categoria – significa rimuovere le barriere e le limitazioni ritenute più dannose per l’economia che utili per la tutela dell’interesse pubblico.

“Le bozze di testi poi ritirati che si sono lette recentemente inducono a una certa preoccupazione. Se anziche’ tentare l’ennesimo scomposto assalto agli Ordini – conclude Siciliotti- trovassimo finalmente norme che si occupano di vere liberalizzazioni, noi commercialisti saremmo pronti a sostenerle, in un quadro complessivo di sacrifici equilibrati richiesti a tutte le diverse componenti sociali di questo Paese”.

Automotive: allarme per l’eliminazione dell’IPT

Il decreto legge anti-crisi e con efficacia a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione conferma l’eliminazione dell’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT) in misura fissa per gli atti soggetti ad IVA. Gli effetti si faranno sentire su tutta la filiera, avvertono le associazioni di categoria (Anfia, Aniasa, Assilea, Federauto e Unrae).

Alla ricerca di risorse immediate e di facile reperimento, il Governo – precisa la nota – ha attinto nuovamente al settore auto colpendo senza distinzioni l’auto privata e quella aziendale e superando anche il decreto ministeriale che, in ossequio al D.Lgs n.68/2011 sul federalismo fiscale, doveva riordinare l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), unico balzello di questo tipo in Europa”. Per le associazioni di settore la nuova norma, ”in aggiunta all’aumento delle accise e dei costi dei carburanti, alla dimenticata promessa pre-elettorale sull’abolizione del bollo auto e all’aumento della tassazione sulla RC auto di ulteriori 3,5 punti deliberata da decine di Province, porterà ad un ulteriore inasprimento della tassazione dell’auto nuova e usata, con rincari che supereranno anche l’80%”.

 

Manovra economica: il contributo di solidarietà non convince Confcooperative

La scelta del governo di mettere mano ai costi del sistema istiuzionale è corretta da Luigi Marino presidente di Confcooperative e portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, in rappresentanza dei presidenti Rosario Altieri di Agci e Guliano Poletti di Legacoop, sulla manovra straordinaria da 45,5 miliardi varata dal Consiglio dei Ministri.

Per recuperare economicamente occorre rivedere le spese della politica e ridurre gli sprechi il più possibile per poter reinvestire le risorse recuperate.

Relativamente alla manovra straordinaria da 45,5 miliardi approvata dal Consiglio dei Ministri del 12 agosto si aggiunge: “Il cosiddetto contributo di solidarietà – aggiunge la nota – è una misura che rischia di alimentare il differenziale nel prelievo tra chi ha redditi alla luce del sole e chi ridimensiona il proprio imponibile attraverso l’evasione. In una situazione straordinaria, come questa, occorre ricercare una soluzione che allarghi la platea di chi deve sostenere il paese”.

“Avremmo auspicato – dice Marino – un intervento più strutturale sugli assetti previdenziali. Purtroppo ciò che non è stato fatto oggi dovremo, probabilmente, farlo domani. Conosceremo solo alla prova dei fatti l’efficacia delle diverse misure mirate a rilanciare la crescita. Ora – conclude il comunicato – sono decisivi tre passaggi: cercare miglioramenti rafforzativi in Parlamento; dare coerenza e concretezza all’attuazione, coordinare in una visione lucida i diversi interventi anticrisi già adottati con lungimiranza. Confidiamo che rimanga unito il tavolo delle organizzazioni datoriali per sostenere le iniziative del governo finalizzate alla crescita e al risanamento“.

Aumenta il numero di stagisti assunti alla fine del tirocinio

E’ in aumento il numero di stagisti assunti alla fine del tirocinio. nel 2010 sono stati circa 38mila i giovani che dopo avere hanno effettuato uno stage o un tirocinio sono stati assunti dalle aziende che li ospitavano secondo i dati di Unioncamere.

Erano 37mila gli stagisti assunti nel 2010, si tratta quindi di un ottimo incremento. Dati positivi nonostante il numero di imprese e stagisti sia calato rispetto al passato. Durante lo scorso anno, infatti, le imprese che hanno ospitato giovani in cerca di una esperienza di lavoro, il 32% dei quali laureato o prossimo alla laurea, sono state il 13,3% del totale (erano il 14,8% nel 2009).

Il numero di stage attivi sono stati in totale 310.820 a fronte dei 321.850 del 2009, con una contrazione che ha interessato essenzialmente il settore dei servizi e quello dei servizi di alloggio e ristorazione.

Poste Mobile pensa a tariffe a misura di ogni impresa e professionista

Nel mare commerciale delle proposte telefoniche dedicate al mondo del business e delle imprese, Poste mobile propone una gamma di offerte variegata a misura di ogni necessità dei liberi professionisti e per le Piccole medie Imprese.
Nello specifico il ventaglio delle opzioni sottoscrivibili abbraccia ogni condizione lavorativa:
Per i Liberi Professionisti infatti con Pm Ufficio, piano dedicato a colori i quali prediligono una tariffa chiara e conveniente.
Poste mobile ha pensato anche a chi invece avesse un volume di traffico maggiore, con il piano Ufficio Più.
Dedicato a chi effettua volumi elevati di traffico ma vuole tenere sotto controllo la propria spesa, con la possibilità di sconti per chi chiede la portabilità del proprio vecchio numero entro settembre.

Molteplici i  vantaggi, tra cui l’assenza di scatto alla risposta e tariffazione al secondo sulla durata effettiva di conversazione, con annessa la possibilità si molteplici opzioni : tra le altre BlackBerry e Mobile Internet

PM Ufficio Smart è invece il piano tariffario dedicato a Liberi Professionisti e Piccole Imprese che vogliono:smartphone con traffico voce incluso, la flessibilità di scegliere la configurazione più adatta alle proprie esigenze;tariffa extra-soglia molto conveniente.
Ampia inoltre la gamma delle opzioni per chi vuole navigare in mobilità anche con il Tablet, con disponibilità di traffico fino a 1 Giga.

Per le imprese inoltre, per chiamare i colleghi a tariffe convenienti Poste mobile propone PM Impresa, Il piano dedicato alle Imprese che hanno l’esigenza di creare una propria Rete Aziendale e parlare a tariffe convenienti ma che non effettuano elevati volumi di traffico mensile Il piano è prepagato a consumo, senza scatto alla risposta e con tariffazione al secondo.

Il piano PM Impresa Più è invece a misura di chi vuole avere chiamate e cellulari inclusi, prepagato con canone mensile che consente un maggior controllo delle spese.

Per le Imprese che effettuano elevati volumi di traffico voce, verso tutti, e dati
PosteMobile ha creato PM Impresa tutto incluso con canone mensile senza scatto alla risposta e con tariffazione al secondo.

In crescita le imprese dell’edilizia nonostante la difficoltà di credito

Secondo semestre buono per le imprese dell’edilizia. A dirlo è una previsione elaborata da Aniem che prospetta una crescita fino all’11% rispetto ai sei mesi precedenti. A fronte di un 58% di imprese che intendano incrementare l’attività, ci sarebbe un 37% di imprenditori che prevede di ridurre ulteriormente l’occupazione entro dicembre.

Il calo medio del fatturato per azienda ha raggiunto il 22% nel 2010, una perdita difficile da recuperare. Le imprese ce le stanno mettendo tutta per uscire dall’impasse dovendo però scontrarsi con difficoltà di accesso al credito. Anche le concessioni di mutui non è facile, nel 2011 sono 52% delle imprese del settore ad aver visto negarne uno. Gli addetti del settore e i vertici di rappresentanza sindacale invocano un aiuto concreto da parte del governo.

 

Nuove regole per il Parmigiano Reggiano, più tutele per i consumatori

Consumatori sempre più tutelati grazie alle nuove regole sulla produzione del Parmigiano Reggiano, prodotto presente sulle tavole di tutti gli italiani e conosciutissimo all’estero e per questo fonte di taroccamenti. L’importanza dei controlli nell’intera filiera han spinto il consorzio a vagliare nuove norme più restrittive in linea con i regolamenti europei risalenti a metà dicembre 2010.

“Il sistema delle garanzie per i consumatori e per gli stessi produttori – sottolinea il presidente del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Giuseppe Alai – si arricchisce di tasselli fondamentali, completando quel percorso di tracciabilità che già aveva raggiunto livelli di eccellenza con l’introduzione della placca di caseina che identifica ogni forma e la materia prima dalla quale deriva, ma alla quale abbiamo puntato ad aggiungere anche quel confezionamento in zona d’origine che serve ad evitare qualunque manipolazione impropria del prodotto proprio nella fase finale del suo percorso“.

Tra le maggiori novità vi sono il confezionamento che deve avvenire entro la zona di origine o nel luogo di vendita, dunque in negozio agli occhi dell’acquirente. Il latte sarà più sicuro in quanto le vacche provenienti da altre filiere saranno poste in quarantena prima che il loro latte sia utilizzato. Il terzo elemento di novità riguarda l’innalzamento della quota di foraggio che dovrà essere prodotta all’interno dei singoli allevamenti, che passa dal 35 al 50%.

Laura LESEVRE

Addio “ponti primaverili”. Turismo a rischio

Il recente annuncio del governo di voler cancellare i ponti del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno spaventa le associazioni di categoria del settore turistico. “Siamo assolutamente consapevoli del momento di difficoltà dell’economia italiana – interviene il Presidente di Assoturismo Claudio Albonetti – proprio per questo, però, ci stiamo interrogando se l’abolizione dei ponti primaverili vada nella direzione giusta, infatti con questa manovra si acquisterebbero 3 giorni di produttività ma si perderebbero ben 12 giorni di lavoro per l’industria del turismo. Non stiamo parlando solo di albergatori, ma della ristorazione, del commercio, dell’agroalimentare cioè di tutta la filiera del turismo, filiera in cui sono ben presenti lavoratori come in tutti gli altri settori economici. Per questo ci chiediamo se non sia il caso di fare una riflessione e di rendersi conto che questa medicina potrebbe produrre più danni che benefici. Con la soppressione dei ponti primaverili, continua Albonetti, si farà un grave danno all’economia turistica e nazionale, se poi a tutto questo aggiungiamo la tassa di soggiorno, l’incubo Bolkestein e non si mette mano alla riduzione dell’IVA sul turismo, mettendo così le nostre imprese turistiche in grado di competere con la concorrenza estera, rischiamo di assestare al nostro turismo un colpo gravissimo. Chiediamo pertanto al Ministro del Turismo di intervenire energicamente per salvaguardare il settore, ivi incluse quelle imprese stagionali che in questo momento stanno vivendo un periodo estremamente critico“.

Più positivo il presidente di Asshotel, Filippo Donati che apprezza il fatto che le vacanze siano detraibili dal reddito secondo la nuova manovra finanziaria. Manca però spinta propositiva e un reale clima di serena crescita. Chissà se la manovra dal canto suo riuscirà a dare un influsso positivo al settore turistico. Noi lo speriamo vivamente.