Auto usate in franchising? C’è Vroom

Di sicuro un franchising di vendita di auto usate non è qualcosa di particolarmente comune, almeno in Italia. Però, in un Paese come il nostro, nel quale esiste un buon mercato per le auto usate e dove, almeno ultimamente, si preferisce riparare un veicolo anziché comprarlo nuovo, il franchising di auto usate può essere una opportunità di business.

In questo senso segnaliamo il marchio Vroom che, come comunica l’azienda,è una società di intermediazione di auto usate, segue per il cliente tutto il processo di vendita dell’auto, proteggendolo da perdite di tempo e cattivi affari, interpretando sempre le sue reali esigenze. Così, avrà un pensiero in meno e più tempo per godersi la vita”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: da 20 a mq

Bacino d’utenza: non specificato

Investimento iniziale: almeno 6500 euro

Fatturato medio annuo: almeno 50mila euro

Fee d’ingresso: 6500 euro

Royalties: 600 euro

Durata del contratto: Non specificato

Per maggiori informazioni http://www.vroomauto.it/franchising/

Expo 2015, un’occasione per il franchising

Expo 2015 è un’occasione anche per le imprese del retail e del franchising. Secondo quanto comunica Confimprese, infatti, alcune delle catene associate alla confederazione e presenti nei padiglioni di Expo hanno dato finora occupazione ad almeno 500 persone.

In realtà non sono tantissimi i brand in franchising aderenti a Confimprese e presenti a Expo (sono il 12% tra quelle attive nel food), ma il meccanismo virtuoso che hanno innescato promette di avere un seguito. Delle 500 persone di cui sopra, una parte sarà occupata per i sei mesi dell’Esposizione, ma un’altra parte verrà impiegata successivamente nei negozi delle catene in franchising. La parte del leone la fa Cir-Food che, in qualità di concessionario ufficiale per la gestione dei servizi di ristorazione, ha assunto ben 400 persone, tra cui 65 cuochi e 170 donne.

Secondo Mario Resca, presidente di Confimprese, sono “due le evidenze emerse: l’impiego massiccio del tempo determinato, grazie anche ad alcune facilitazioni introdotte dal Jobs Act e gli importanti investimenti stanziati per la formazione delle risorse assunte nei tre mesi precedenti Expo, affinché arrivassero preparate all’evento e conoscessero le singole specificità delle aziende. Utilizzato soprattutto dalla ristorazione anche il contratto a lavoro intermittente, cioè a chiamata, che permette la massima flessibilità a entrambe le parti contraenti. Il retail, dunque, nonostante la crisi fa sentire il suo peso e fa valere l’importanza di operare a rete”.

Del resto, secondo quanto comunica Confimprese, per il 2015 gli associati hanno in programma 735 aperture di nuovi punti vendita in franchising Italia, che porteranno a ben 3.700 assunti. E sono buone anche le previsioni sull’estero, con circa 300 aperture in programma.

Ecco perché, conclude Resca, “Expo può essere una vetrina per l’estero e rappresentare un volano formidabile per attrarre gli investimenti delle multinazionali straniere che l’attuale governo e le nostre stesse imprese invocano da più parti e da tempo”.

A Milano si impara il franchising

Se il franchising è una realtà imprenditoriale con grandi potenzialità in un momenti difficile per l’economia, che non accenna a chiudersi, ecco che gli eventi che promuovono questo tipo di autoimprenditorialità sono da seguire con attenzione.

In questo senso si preannuncia importante la due giorni dedicata al franchising e all’impresa, prevista a Milano per il 26 e il 27 maggio. L’evento si chiama “Il bello di chi fa impresa” e si terrà allo Spazio Copernico, via Copernico, 38, sotto l’egida di Millionaire, marchio storico dell’imprenditoria in franchising e non.

All’evento parteciperanno startupper, manager, imprenditori, che racconteranno ai partecipanti la loro storia imprenditoriale, dentro e fuori dal franchising, le lezioni che hanno imparato, gli errori fatti e quelli da non ripetere.

L’evento avrà anche un forte orientamento social, dal momento che, oltre a dare spazio alle storie d’impresa e di franchising, avrà diversi workshop nei quali i partecipanti impareranno come realizzare un e-commerce efficace e utilizzare i social network per aumentare l’impatto del propri brand.

L’evento è gratuito ma l’iscrizione è obbligatoria, inviando una mail a expo@millionaire.it. Clicca qui per scaricare il programma dell’evento.

Il franchising italiano alla conquista del mondo

Gli italiani lo fanno meglio, si dice di solito. Un detto che vale anche per il franchising che, se non magari meglio, di sicuro lo fanno bene, come dimostra il fatto che le catene italiane in franchising aderenti a Confimprese prevedono circa 300 aperture in questo 2015.

Un trend di espansione che pone le sue basi saldamente in Italia, dove queste catene di franchising prima consolidano il proprio business, poi testano la loro formula e poi, grazie al know-how e al prodotto rigorosamente Made in Italy, vanno all’assalto dei mercati esteri.

Stando a quanto comunica l’Osservatorio sul Franchising e il Retali a cura di Confimprese, tra i marchi italiani pronti a debuttare all’estero vi sono realtà consolidate e brand nuovi. Per il 2015 prevedono di andare oltre confine Camomilla Italia, Ecornaturasì, Yamamay, Primadonna, Nau!, La Piadineria, a conferma del fatto che i settori più attivi sono quelli della ristorazione e dell’abbigliamento.

Tanti i Paesi interessati all’assalto del franchising all’italiana vi sono Arabia Saudita, Cina, Croazia, Francia, Germania, Polonia, Romania Russia, Usa, tanto che oltre il 30% degli associati a Confimprese ha sviluppato strategie di espansione in Paesi come Arabia Saudita, Corea del Nord, Russia, Cina.

Dalla loro parte, invece, per la diffusione del franchising italiano all’estero, gli Stati Uniti hanno delle condizioni economiche favorevoli, legati ai minori costi di trasporto in dogana e agli stipendi, inferiori di circa il 10-15% rispetto a quelli italiani.

L’evento Assotemporary a Milano

Appuntamento il 16 giugno a Milano per l’evento annuale di Assotemporary, l’Associazione italiana dei temporary spaces. Si chiamerà Temporary World e sarà dedicato al tema centrale del contratto di temporary shop; avrà la sua location nella sede di Confcommercio Milano, a Palazzo Castiglioni in C.so Venezia 47.

La scelta di Milano non è casuale, dal momento che, come rileva Assotemporary, nel capoluogo lombardo la formula del temporary shop “sta assumendo le caratteristiche proprie di un nuovo mercato”.

Secondo le ultime analisi di Assotemporary, oltre il 60% dei temporary shop trova infatti spazio a Milano, contro il 10% a Roma e Napoli, l’8% a Torino e il residuo in altri capoluoghi di regione, da nord a sud.

Assotemporary sottolinea anche la crescita dell’attrattività dei centri commerciali, nei quali si trova circa il 10% delle iniziative nazionali, contro il 7% rappresentato dal cosiddetto travel (stazioni ferroviarie e aeroporti).

Per quanto riguarda le categorie merceologiche dei temporary shop, secondo Assotemporary la parte del leone la fanno sempre la moda e il design (58%), con buone performance di food (10%), gioielli (8%) e automobili (7%).

Parlando di spazi, Assotemporary fa notare come la superficie richiesta dalle aziende risulti nel 50% dei casi tra i 40 e i 60 mq, il 40% chiede tra gli 80 e i 100 mq, mentre il restante 10% punta a una metratura superiore ai 150 mq, con i cosiddetti temporary showroom (spazi espositivi senza vetrine su strada) che si attestano tra i 150 e i 200 mq.

Infine, poche sorprese, secondo Assotemporary, per quanto riguarda la durata delle iniziative di temporary shop, che si attesta in media sui 30 giorni, specialmente nei momenti delle principali manifestazioni, che a Milano riguardano principalmente la moda e il design.

Fanatico delle patatine? Ecco il franchising Kingdom Chips Bruxelles

Nel franchising della ristorazione ci sono diverse declinazioni del concetto di street food, ma c’è un elemento che non manca mai: le patatine fritte. E c’è un marchio, appena sbarcato in Italia, che delle patatine fritte fa il suo core business e che cerca affiliati in franchising: Kingdom Chips Bruxelles.

Come comunica l’azienda, grazie all’introduzione del franchising in Italia “la sfida è stata quella di ricreare il tradizionale gusto e la qualità delle classiche patatine belghe, insieme ad una vasto assortimento di salse come accompagnamento, sia classiche che originali e per lo più sconosciute ai competitor”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: almen0 20 mq

Bacino d’utenza: non specificato

Investimento iniziale: almeno 30mila euro

Fatturato medio annuo: almeno 100mila euro

Fee d’ingresso: 30mila euro

Royalties: 5%

Durata del contratto: Non specificato

Per maggiori informazioni http://www.kingdomchips.it/

Uno sportello franchising anche a Novara

Inaugurato un nuovo sportello franchising gestito da Ascom e Assofranchising. Questa volta tocca a Novara dove, nella sede cittadina di Ascom gli aspiranti franchisor potranno avere le informazioni che cercano, dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17.30, al venerdì dalle 9 alle 13.30.

Lo sportello franchising di Novara si aggiunge agli altri 41 presenti nelle sedi Ascom italiane e offre assistenza gratuita agli aspiranti imprenditori che vogliono presentarsi a un primo incontro con il franchisor scelto con un’idea ben chiara.

Disponibile su richiesta anche un supporto per gli ambiti contrattuale e legale, per redigere un business plan, per credito e finanziamenti, oltre che per assistenza fiscale, gestione contabile e tenuta libri paga. Un bouquet di servizi che fanno dello sportello franchising di Novara un punto di riferimento sul territorio per quanto intendono sposare il business del franchising.

Del resto, i numeri del franchising in Italia sono di tutto rispetto, come ha ricordato il vicepresidente di Assofranchising Italo Bussoli in sede di presentazione dello sportello franchising: “In Italia questo settore è cresciuto anche nei duri anni della crisi, facendo segnare il +14,2% di insegne operative tra il 2008 e il 2013 e il +5,5% in termini di giro d’affari nello stesso quinquennio, quando il numero dei punti vendita è rimasto invariato e gli addetti occupati sono saliti del 4,6%. Nel nostro Paese c’è ancora spazio, il franchising rappresenta il 7% di tutto il settore commercio: nel 2013 le insegne operative in Italia erano 939, i punti vendita 51.110, gli occupati 187.384 e il giro d’affari pari 23.505 milioni di euro. Nel Novarese oggi si contano 70 punti vendita in franchising specialmente nei settori agenzie immobiliari, intimo, food e servizi. Poco meno del 10% è iscritto ad un’associazione di categoria del commercio“.

Lo sportello franchising di Novara è contattabile anche telefonicamente e via mail tramite l’Ascom Novara: tel.: 0321-614411; e-mail: info@ascomnovara.it.

Dagli Usa le tendenze del franchising

Per intuire e anticipare tendenze e novità del franchising, male non fa dare un’occhiata a quello che accade negli Stati Uniti, il Paese che il franchising lo ha inventato e che, ancora oggi, ne detta i ritmi e indica le direzioni da prendere.

In questo ci facciamo ispirare da un’analisi della rivista economica americana Entrepreneur, ripresa in Italia anche da AZ Franchising, che ha fatto il punto sulle migliori performance tra i marchi statunitensi in franchising, alcuni dei quali presenti anche in Italia, altri no.

Per stilare una sorta di graduatoria, Entrepreneur, all’interno del suo sistema di analisi e classificazione Franchise 500, ha analizzato i tassi di crescita tra il 2013 e il 2014, negli Usa e in Canada, di alcuni dei più importanti franchising, mettendo sotto i riflettori specialmente le nuove aperture di punti vendita.

Dalle analisi svolte dalla rivista, il franchising più dinamico negli Stati Uniti si è dimostrato quello della catena di fast food Subway, seguito da Dunkin’ Donut (dolci). Quest’ultimo in Italia non è presente, così come quelli dal terzo all’ottavo posto (Cruise Planners, Jimmy John’s Gourmet Sandwiches, Vanguard Cleaning Systems, Great Clips, Taco Bell e Bricks 4 Kidz), mentre al nono posto c’è il franchising globale per eccellenza, McDonald’s.

Come si vede, Oltreoceano ben 5 sui primi 10 franchisor operano nel settore della ristorazione, tipicamente del fast food, ma non mancano servizi alla persona, agenzie di viaggi, servizi di pulizie domestiche e industriali.

Franchising Awards 2015

I Franchising Awards 2015 scaldano i motori. Il premio, organizzato da AZ Franchising e istituzionalizzato nel 2001, premia i franchisor più innovativi del mercato ed è attribuito da una commissione composta da esperti, accademici, operatori nazionali e internazionali.

I Franchising Awards sono aperti a tutte le imprese con una presenza significativa nel mondo del franchising, con lo scopo di attribuire un riconoscimento alle imprese e alle personalità che, negli anni, hanno contribuito negli anni alla crescita e all’affermazione del franchising, rendendolo un modello di riferimento per l’economia globale.

Le reti che vogliono candidarsi ai Franchising Awards 2015 possono inviare la propria candidatura compilando il form sul sito www.franchisingawards.it entro e non oltre il 30 luglio 2015. Se la candidatura risulterà idonea, il franchisor effettuerà il pagamento della quota per perfezionare l’iscrizione.

Anche quest’anno, i Franchising Awards assegneranno i propri riconoscimenti in differenti categorie:

  • valore del brand
  • miglior sistema di ingegnerizzazione
  • migliore redditività
  • miglior piano di formazione
  • capacità di ricerca

La casa è il tuo regno? Apri un franchising Boutique Casa

Il mondo della casa, dei casalinghi e del tessile è da sempre uno di quelli che, nel mondo del franchising, danno maggiori soddisfazioni. Per questo non stupisce che nel relativo settore ci sia sempre spazio per nuovi player con anche possibilità di guadagno.

Uno di questi player in franchising è Boutique Casa che, come comunica l’azienda, nasce da un’esperienza trentennale alla quale, però, mancava qualcosa:Avevamo percepito che il settore dell’arredo-tessile per la casa mancava di un soggetto capace di offrire prodotti con un elevato rapporto tra qualità intrinseca/design e prezzo. Abbiamo quindi messo a frutto la nostra esperienza per realizzare il nostro sogno: sviluppare una rete di punti vendita in franchising caratterizzati ad un imbattibile rapporto qualità-prezzo”.

Dettagli

Superficie media del punto vendita: da 60 a 100 mq

Bacino d’utenza: almeno 40mila abitanti

Investimento iniziale: almeno 12 a 20mila euro

Fatturato medio annuo: da 120 a 500mila euro

Fee d’ingresso: nessuna

Royalties: nessuna

Durata del contratto: 4 anni

Per maggiori informazioni Boutiquecasa.it