Nuovo Presidente di Confindustria Ceramica


Nella giornata di ieri l’Assemblea di Confidustria Ceramica si è riunita per eleggere il nuovo Presidente. Senza esisti è stato scelto dalla maggior parte delle persone Vittorio Borelli. Già nel mese di maggio il Consiglio Direttivo degli industriali aveva approvato senza remore questo personaggio che rimarrà in carica fino al 2015.
Siamo di una persona che nel 1995 si è laureata in Scienze Politiche e che ha avuto innumerevoli esperienze nel campo della ceramica e nella sua commercializzazioni. Il curriculum del nuovo Presidente è davvero interessante, visto che conferma la massima esperienza.
Vittorio Borelli era già conosciuto come membro del Consiglio Direttivo di Confidustria Ceramica.

Settore edile e detrazioni appalti

La recente sentenza rilasciata da parte della Cassazione ha stabilito che non si possono portare a detrazione i costi di lavori, soprattutto per importi ingenti e solo sulla base di fatture. D’ora in poi sarà necessario presentare il contratto di appalto.

Quindi, per applicare le deduzioni fiscali ai costi degli appalti è obbligatorio un contratto scritto.
La conferma arriva dall’ordinanza 7897 del 28 marzo 2013 approvato in merito a un ricorso dell’Agenzia delle entrate sul caso della costruzione di un capannone.

Tutto è iniziato con l’avviso di accertamento che il Fisco aveva inviato nel 1995 nei confronti di un’azienda, dove veniva richiesto di recuperare imposte Irpeg e Ilor, dichiarando non valide le detrazioni effettuate. Visto che l’importo delle detrazioni era considerevole, la Corte Suprema ha stabilito che è necessario presentare un atto scritto.
Poichè l’azienda in questione non aveva un contratto di appalto, la detrazione di imposta non sarà considerata valida. Inoltre davanti a una contestazione formale, il contribuente è tenuto a dimostrare la legittimità della detrazione.

I consumi in netta discesa

Che cosa è successo in questi anni nel settore dei consumi?
Secondo il bollettino economico di Palazzo Kock, arriva la conferma che i consumi sono scesi del 5% dalla metà del 2011. Mentre nel quarto trimestre del 2012 i consumi privati sono scesi sino allo 0,7% rispetto al periodo precedente.
Una flessione che risulta in netto calo per il settore degli acquisti di beni durevoli e semidurevoli, mentre la spesa per servizi è tornata a salire di poco.

Secondo il bollettino economico di Bankitalia, la contrazione dei consumi si fa sentire e tutto dipende dal mercato del lavoro e dall’incremento della pressione tributaria.
Pensate che alla fine dell’anno il saggio di risparmio si è attestato all’8,3%. In un contesto di questo genere è normale che la fiducia delle famiglie rimanga fragile: infatti, a marzo, i giudizi relativi alla propria situazione attuale e quelli sull’economica italiana sono rimasti negativi.

Infine sul fronte consumi è proseguita la tendenza al ribasso del volume delle vendite al dettaglio e delle immatricolazioni di auto.

Studi di Settore 2012: correzioni anti crisi

Direttamente dalla Commissione degli esperti arriva l’approvazione nei confronti degli Studi di settore applicabili nel periodo d’imposta 2012. Tali modifiche sono state necessarie a causa della criticità dello scorso anno adeguando gli indicatori alla sfavorevole congiuntura economica.
Gli esperti hanno fatto riferimento a innumerevoli fonti per sviluppare la loro analisi e misurare le conseguenze della crisi a livello nazionale. Per avere tutte le informazioni possibili la commissione si è avvalsa di associazioni di categoria e osservatori regionali e delle comunicazioni e dichiarazioni annuali Iva.
I correttivi 2012 prevedono la replica del sistema applicato lo scorso anno vista la nuova realtà critica. Le revisioni hanno preso in considerazione quattro tipologie di interventi: normalità economica, correttivi specifici per la crisi, correttivi congiunturali di settore e correttivi individuali.
Le modifiche alla normalità economica per esempio, riguardano tutti i contribuenti che hanno registrato ricavi inferiore nel 2012 rispetto all’anno precedente. Il correttivo specifico riguardante la crisi è collegato all’aumento del prezzo della benzina, il settore del trasporto è quello interesse e colpito da questo andamento.

Bilancio in forma abbreviata: quando richiederlo?



Siamo vicini alla scadenza della stesura dei bilanci ed è fondamentale ricordare che le società di piccole dimensioni, possono redigere il bilancio in forma abbreviata. Molti non sanno che questa tipologia di bilancio è disciplinato dall’art 2435 bis del codice civile, con esso le società che non sono riuscite a superare determinati parametri e che non hanno emesso titoli negoziazioni in mercati regolamentati potranno avere una semplificazione.
Desideriamo ricordarvi che anche nei casi in cui il bilancio viene redatto in forma semplificata, dovrà comunque rispettare le clausole generali fissate dall’art 2423 del c.c per la redazione del bilancio.
L’uso delle semplificazioni previste in caso di adozione del bilancio abbreviato è facoltativo. Resta quindi possibile redigere in forma semplificata la nota integrativa ma anche lo Stato patrimoniale ed il Conto economico.
E’ inoltre consentita l’adozione della forma ordinaria. Quali sono i parametri per l’adozione del bilancio in forma abbreviata? La società non deve aver emesso titoli negoziati in mercati regolamentati, inoltre nel primo esercizio e secondo esercizio, non deve aver superato il limite di stato patrimoniale pari a 4.400.000.00, ricavi delle vendite e prestazioni di 8.800.000.00 euro e dipendenti occupati in massimo 50 unità.

Detrazione 36% o 50% per fotovoltaico


Lo sapevate che le spese di acquisto e installazione di un impianto fotovoltaico diretto, possono essere soggette alla detrazione Irpef del 36%-50% a condizione che l’impianto venga installato per soddisfare un bisogno energetico nell’abitazione.
La conferma arriva direttamente dall’Agenzia delle Entrate, i cittadini interessati a posizionare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto, possono richiedere la detrazione Irpef del 36% prevista per tutti gli interventi di recupero del patrimonio.
Quindi per accedere a questa detrazione non è necessario acquisire documentazioni specifiche per il risparmio energetico ma è sufficiente tenere i documenti che comprovano l’acquisto. Vi ricordiamo che la detrazione non è cumulabile con la tariffe incentivanti del “conto energia”, ma è cumulabile con i meccanismi dello “scambio sul posto” e del “ritiro dedicato”.

Per tutte le spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio abitativo è prevista la detrazione del 36% con un tetto massimale di spesa pari a 48.000 euro per ogni singola unità immobiliare. Per tutte le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013, la detrazione aumenta al 50% e la spesa massima raggiunge il valore di 96.000 euro.

Registro indirizzi PEC è ufficiale


E’ stato avviato ufficialmente il progetto relativo al registro nazionale degli indirizzi di posta elettronica certificata, uno strumento che permetterà di consultare la rubrica PEC di imprese e professionisti. Dopo le innumerevoli pratiche burocratiche ecco che il progetto è stato ufficialmente avviato.
La conferma arriva dal Ministero per lo Sviluppo Economico, che in queste ore ha definito le modalità di realizzazione e gestione operativa dell’indice INi_PEC, previsto dal Decreto Sviluppo Bis.
Tutte le persone interessate potranno consultare gli indirizzi di posta elettronica certificata di professionisti e imprese, resi obbligatori per società e professionisti iscritti in albi ed elenchi istitutivi con legge dello stato.
Il registro sarà dotato di un infrastruttura di sicurezza conforme alle prescrizione del CAS e del SPC e sarà composto dalla sezione Imprese e da quella professionisti. In entrambi le sezioni saranno disponibili il codice fiscale, nominativo e indirizzo pec. Potranno accedere all’indice le pubbliche amministrazioni, i professionisti, le imprese, i gestori o esercenti di pubblici servizi ed, in generale, tutti i cittadini tramite il Portale telematico consultabile senza necessità di autenticazione.

La crisi invoglia al cibo spazzatura


Purtroppo la crisi economica colpisce anche nel settore alimentare e lo fa anche in maniera particolare. Infatti, gli italiani hanno sempre meno soldi e per questo motivo puntano su prodotti economici e di cattiva qualità puntando principalmente sul cibo spazzatura.
La conferma arriva dai dati ISTAT commentati dalla Confederazione Italiana Agricoltori. Il quadro base è davvero pessimo, nel 2012 il potere di acquisto delle famiglie è crollato con una forte propensione al risparmio.
Per questo motivo la maggior parte delle famiglie italiane non riesce a coprire le spese. Si decide di spendere il meno possibile anche per l’alimentazione, andando a fare la spessa nei discount e puntando su i prodotti che costano meno e che hanno anche meno qualità.
In aumento gli acquisti di cibo spazzatura e di surgelati, calano gli acquisti per i prodotti tradizionali,addio a frutta e verdura, carne e pesce.

Perché crollano i consumi?


In questi ultimi anni i cittadini hanno assistito al continuo aumento della pressione fiscale con l’introduzione di nuove tasse e la mancanza di erogazione di crediti. Questo problema sta portando l’aumento della disoccupazione.
Che siamo in tempo di crisi è chiaro ma continuare a subire in maniera passiva non aiuta la ripresa. Di questo parere è il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi,che ha commentato lo scenario attuale e negativo presentato da parte degli analisti.
Il primo problema da risolvere è la pressione fiscale, che non smette di aumentare ed ha raggiunto il 44% nel 2012. Al secondo posto il problema della disoccupazione che è esplosa, coinvolgendo nel 2012 3 milioni di persone in Italia.
A tutto questo bisogna aggiungere la mancata erogazione di credito da parte degli istituti bancari che uccide le famiglie e le imprese. Per non parlare dell’aumento dell’Iva a luglio e della prossima operatività della tares.
Una situazione critica che non fa altro che aumentare la negatività e il clima di fiducia in constante calo. Secondo Borghi, va ridisegnata la politica economica italiana e il tempo è ormai agli sgoccioli.

Debiti Pubblica Amministrazione: Il Governo non comprende


Dopo aver visto l’ultimo via libera del CDM e aver confermato il provvedimento, possiamo confermare che il Governo dimostra ancora una volta di non aver compreso il sistema delle imprese del terziario di mercato, dell’artigianato e dell’impresa diffusa ormai al collasso.
Da tantissimi mesi si va avanti a parlare di indicazioni per rispondere alle esigenze delle imprese. La delusione vien confermata da parte del Presidente di Rete Imprese Italia, dopo il via libera del CDm su debiti.
A quanto sappiamo il provvedimento non produrrà alcun effetto se non arriveranno gli interventi da parte del Parlamento. In questo modo le imprese si vedranno costrette a dover affrontare gli stessi problemi di qualche mese fa.
E’ grave che il governo non calcoli la sofferenza delle imprese, ormai schiacciate dai consumi in caduta libera e dalla pressione fiscale da record mondiale. In sostanza il meccanismo proposto non permetterà alle aziende di recuperare i crediti.
Ancora una volta le associazioni del settore, fanno appello al Parlamento per rendere il provvedimento interessante e pronto a rispondere alle esigenze delle Pmi.