Banda ultralarga, intesa Telecom-Fastweb

Con buona pace della concorrenza e con un occhio alle alleanze trasversali e, soprattutto, al bene del Paese, Telecom Italia e Fastweb si alleano per cercare di portare la banda ultralarga al maggior numero possibile di italiani e sperimentare, senza vincoli d’esclusiva, soluzioni per gli raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea e di quella stilata dal governo italiano.

L’alleanza dei due player sulla banda ultralarga segue la firma di un Memorandum of understatement valido fino a dicembre 2016 che coinvolge anche i partner tecnologici Alcatel Lucent e Huawei.

L’accordo sulla banda ultralarga si svilupperà in due fasi. A maggio la prima parte, con la sperimentazione nei laboratori di Telecom e Fastweb della tecnologia cosiddetta Vdsl enhanced (fornita da Alcatel Lucent e da Huawei), su architettura FTTC (ossia fibra fino all’armadio del gestore e poi rame fino a casa); da ottobre 2015 ci sarà invece la realizzazione di collegamenti sul campo in diverse città, per rendere disponibili agli utenti velocità superiori ai 100 megabit al secondo in upload.

Tutti contenti, tutti felici? Non proprio, dal momento che l’alleanza Telecom-Fastweb taglia di fatto fuori dal progetto della banda ultralarga Metroweb, con la quale Telecom dialogava. Telecom e Fastweb metteranno comunque a disposizione del mercato i risultati della sperimentazione, con l’obiettivo di accelerare i tempi dell’Agenda Digitale del governo, che punta a raggiungere almeno il 50% della popolazione con velocità di 100 mega al secondo.

Digitali per crescere, progetto rivolto alle pmi

L’Agenda Digitale rappresenta una delle prerogative senza le quali è difficile pensare di stare al passo con i tempi.

Per questo, Digitali per crescere, il progetto promosso da Microsoft Italia con il sostegno dei ministeri dell’Istruzione e dello Sviluppo economico e che annovera, tra i suoi partner strategici, Unioncamere, molte prestigiose università, Poste Italiane e Intel, si pone come obiettivo di creare laboratori sparsi in tutta Italia che possano far decollare l’innovazione.

Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia, ha dichiarato: ”Nasce come un progetto a più voci attraverso la collaborazione tra attori pubblici e privati. Vuole promuovere su tutto il territorio una cultura dell’innovazione funzionale ad un vera ripresa”.

Si chiameranno Laboratori di Esperienza Digitale (Led) e permetteranno a giovani e Pmi di ”toccare con mano il valore strategico delle nuove tecnologie e del Cloud Computing, strumenti di crescita democratica per qualsiasi tipo di azienda”.
L’iniziativa prevede, oltre ai laboratori, anche la costituzione del portale Digitalipercrescere.it in cui verranno condivise tutte le esperienze e i casi di successo, verrà fatto un ‘check up’ sul grado di innovazione dell’azienda, e dedicherà una sua parte alle modalità di finanziamento e ai programmi di accelerazione per start up e giovani imprenditori.

I primi progetti verranno realizzati in 13 Regioni italiane, e in questi giorni è stato inaugurato quello “pilota”, un laboratorio di Torino, ma nei prossimi mesi vedranno la luce anche altri spazi a Milano, Roma, Napoli, Padova, Bari, Pisa e in altre città del nord, centro e sud Italia.

Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, ha voluto sottolineare: ”Penso che questa iniziativa sia strategica per il Paese. Sulla Rete devono essere fatti gli investimenti necessari per non fare perdere al Paese la competitività, come sta avvenendo. Siamo al penultimo posto in Europa per disponibilità di banda ultra larga da parte nelle scuole, è fondamentale l’alfabetizzazione digitale, una radicale riforma della didattica scolastica che consenta un uso completo di Internet. Altrimenti crescerà l’abbandono scolastico”.

Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, ha aggiunto: ”Siamo felici di collaborare a questo progetto, le Pmi che utilizzano i servizi digitali registrano una crescita due volte più grande rispetto alle altre”.

Mentre per Vincenzo Pompa, Amministratore delegato di Postecom, l’iniziativa ”crea un’unica filiera di soggetti legati alla ricerca e all’impresa che possono fare sistema”.

Carlo Parmeggiani, direttore Public Sector di Intel, ha commentato: ”Simili iniziative favoriscono concretamente formazione, creatività e imprenditorialità di coloro che rappresentano il futuro della nostra società”.

Vera MORETTI

Le semplificazioni digitali del Decreto Fare

Tra le semplificazioni previste dal Decreto Fare, approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 15 giugno, ci sono alcune iniziative che riguardano Internet e l’Agenda Digitale.

Per quest’ultima, il Governo ha deciso di avvalersi di un Tavolo permanente, che sia composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università.
Questo team sarà presieduto da Francesco Caio, nominato commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale.

Tra le novità che porteranno vantaggi ai cittadini c’è la possibilità di chiedere una casella di posta elettronica certificata nel momento in cui viene redatta la carta d’identità elettronica o il documento unificato. Così nascerà il Domicilio Digitale.

Il Decreto Fare prevede anche una razionalizzazione dei CED – Centri Elaborazione Dati – e stabilisce nuove scadenze per la presentazione del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico da parte di Regioni e Province autonome.

Tra i provvedimenti previsti, inoltre, anche la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come già avviene in buona parte d’Europa.
La Wi-fi, dunque, sarà libera, ma rimarrà l’obbligo, da parte del gestore, di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore.

A questo proposito, occorre però specificare che, in conseguenza dell’abrogazione del decreto Pisanu, la Wi-fi era già libera, ma il Governo ha voluto varare questa norma per fronteggiare i pericoli del terrorismo richiedendo l’identificazione univoca dell’utente.
E’ stato dunque ribadito che: ”l’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore”.
Risulta però ancora obbligatorio garantire la tracciabilità del dispositivo, operazione possibile ad esempio con l’invio all’utente di un SMS contenente un codice di accesso.

Il documento presentato dal ministro per lo sviluppo economico dovrebbe anche far chiarezza sui requisiti necessari per l’installazione di router o altri apparecchi.
L’attuazione della direttiva 2008/63/CE aveva infatti suscitato molte polemiche, poiché in quel contesto si stabiliva l’obbligo di una certificazione da parte dell’operatore che effettuava l’installazione di un router o altri dispositivi simili.

La controversia parrebbe risolta leggendo l’affermazione contenuta nel testo della normativa: “E’ stata inoltre prevista la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei”.

Vera MORETTI

Stipulato il primo atto pubblico informatico

L’agenda digitale, come voluto dalla Legge del 17 dicembre scorso, sta prendendo piede e anche i professionisti si stanno abituando ad operare adottando questo strumento informatico.

Tra questi, ci sono i notai: martedì 22 gennaio sono stati infatti stipulati i primi atti pubblici informatici, subito messi al sicuro nel sistema di conservazione a norma del Notariato.
Il primo atto è stato stipulato in Puglia, in provincia di Brindisi, tra un Comune ed una società che si era aggiudicata l’appalto per la gestione del servizio integrato di igiene urbana.

Il notaio, per poter conservare gli atti notarili informatici, utilizza una struttura tecnologica messa a punto da Notartel, la società informatica del Notariato, con il coordinamento della Commissione Informatica del Consiglio Nazionale del Notariato.
Grazie a questo sistema, il documento informatico non solo viene custodito nel tempo, ma preserva anche la sua validità giuridica.

Ogni notaio ha a disposizione uno spazio dove memorizzare i propri originali.
Il notaio opera esclusivamente all’interno del suo spazio e invia al sistema di conservazione un insieme di documenti (“plico”) costituenti un originale notarile informatico, che potrà in qualunque momento essere visualizzato dal notaio stesso, il quale ne potrà estrarre copia.

Il sistema verifica che i documenti presenti nel plico siano conformi ai formati previsti ed appone ai file le evidenze informatiche secondo quanto disposto dalla normativa vigente in materia di conservazione di documenti digitali.

Vera MORETTI

Il Decreto Crescita 2.0 delude le pmi

Mancano poche settimane alla pubblicazione del Decreto Crescita 2.0, chiamato anche DL Sviluppo Bis, ma già sono emerse alcune perplessità.

Le maggiori riguardano la quasi totale assenza di provvedimenti che riguardino le pmi, se si escludono Confidi e reti d’impresa.
La delusione, per i diretti interessati, è cocente, considerando che le aspettative nei confronti del decreto erano molte. Crescita 2.0, infatti, avrebbe dovuto essere il motore per la realizzazione della metamorfosi digitale italiana e non solo delle famiglie e della pubblica amministrazione, ma anche delle imprese.

A questo proposito, Andrea Rangone, a capo degli a capo degli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, ha dichiarato: “Il governo ha scelto di concentrarsi sulla dimensione della pubblica amministrazione. Che è importante. Ma ha dimenticato gli incentivi all’innovazione delle nostre aziende. In particolare le PMI ne avrebbero bisogno. Non ci sono contributi né incentivi fiscali per la loro innovazione digitale. Non ci sono riferimenti all’e-commerce, l’e-procurement, la fattura elettronica“.

Un cambiamento radicale sarebbe servito, per dare la scossa ad un mercato, quello digitale, ancora esiguo in Italia, specialmente per numero di pmi che vendono online, ancora ferme al 3,8% del totale, percentuale che non viene superata dalla sola Bulgaria.

L’e-commerce è stato fortemente penalizzato perché, a differenza della bozza iniziale, dal decreto sono scomparse le agevolazioni fiscali per i contratti di rete, e la detassazione ricavi da attività di commercio elettronico internazionale delle medie imprese.

Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il consorzio del commercio elettronico, ha commentato: “E’ molto grave che il decreto abbia sottovalutato l’importanza dell’e-commerce. Servono incentivi per spingere le nostre aziende a vendere online. Il dato che più evidenzia il problema è forse questo: la nostra bilancia commerciale, nell’e-commerce, è negativa per 1,3 miliardi. Cioè importiamo online molto di più di quanto esportiamo, in contrasto con la vocazione del nostro manifatturiero, molto votato all’export“.

L’Osservatorio sull’Agenda Digitale del Politecnico di Milano ha a questo proposito fornito tre consigli chiave:

  • la PA sia esempio di e-commerce, attraverso la spinta all’e-procurement e alla Fatturazione Elettronica;
  • incentivi all’e-commerce B2b (es.: sgravi fiscali), inteso come digitalizzazione dei processi commerciali tra imprese, giustificati dai rilevanti ritorni su questi investimenti e potenzialmente finanziabili anche attraverso la lotta all’evasione fiscale, che potrebbe essere favorita proprio dalla diffusione di queste pratiche.
  • investire in formazione, affinché le aziende che si affacciano al mondo dell’e-commerce lo possano fare con la consapevolezza necessaria, comprendendo fino in fondo le implicazioni organizzative che riguardano l’implementazione e la gestione di una soluzione di e-commerce.

Ma dal Governo rispondono che nessuno si è dimenticato delle pmi.
Ad assicurarlo è stato Giuseppe Tripoli, garante delle pmi e responsabile e-commerce per i lavori sull’Agenda Digitale, presso il ministero allo Sviluppo Economico, il quale ricorda come nel Crescita 2.0 ci siano misure per facilitare l’accesso al credito bancario, e l’export di piccole aziende. Inoltre sono stati estesi i contratti di rete tra le imprese agricole, per favorirne l‘aggregazione.

Per quanto riguarda le start-up, il decreto prevede norme ed incentivi, mentre sono scomparse le liquidità che sembrava sarebbero state messe a disposizione.
Ma a questo proposito, dal ministero dello Sviluppo Economico, fanno sapere che verranno aumentate, tramite Cassa Depositi e Prestiti, le risorse a disposizione del Fondo italiano di investimento a favore del venture capital, per una somma compresa tra 50 e 100 milioni di euro.

In dirittura d’arrivo, invece, dovrebbe essere la fattura elettronica, che dovrà essere adottata da ministeri, agenzie fiscali ed enti nazionali di previdenza e assistenza sociale entro 12 mesi, mentre le altre amministrazioni, dalle quali sono escluse quelle locali, dovranno adeguarvisi entro 24 mesi.

Questa manovra dovrebbe portare ad un risparmio di un miliardo di euro per la PA e di un altro miliardo per le aziende fornitrici, secondo stime del Politecnico. Il tutto fungerà inoltre da sprone per le aziende a informatizzarsi.

Vera MORETTI

Smau 2012, imprese: esserci o soccombere

Presentata oggi a Milano la 49esima edizione di Smau, quella che lancia il Salone verso il mezzo secolo di vita e che, alla faccia dei decenni, si proietta sempre di più verso il futuro. Come? Continuando a proporsi come la più grande palestra dell’innovazione italiana, nella quale gli oltre 50mila imprenditori e manager attesi si alleneranno a vincere la sfida dell’innovazione per competere sul mercato. E in un momento come questo, già è tanta roba…

L’amministratore delegato di Smau, Pierantonio Macola, è stato chiaro: “Dopo 4 anni di tour in giro per l’Italia e 25 eventi sul territorio che ci hanno portato a entrare in contatto con oltre 300mila imprese, Smau è oggi in grado di proporre un programma di allenamento per rendere i nostri visitatori professionali dei Campioni di Innovazione e che prevede la partecipazione dei migliori trainer sul mercato, il rispetto di una dieta equilibrata fatta di formazione e aggiornamento professionale e, non ultimo, il contatto diretto e la condivisione di esperienze con i campioni in carica perché nel business, come nello sport, il talento è virale“.

Smau 2012 prevede oltre 600 momenti formativi e informativi brevi, della durata massima di 50 minuti ciascuno, in cui imprenditori e manager avranno la possibilità di comprendere le opportunità offerte dalle moderne tecnologie digitali. Approfondimenti specifici saranno poi dedicati alle Unified Communication & Collaboration, dell’Information Security e della Stampa digitale e del document management. Su questi temi, Smau e il Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria presenteranno ben tre convegni.

E a proposito di giovani imprenditori, il presidente dei Giovani Imprenditori di Assolombarda Alvise Biffi ha le idee chiare su Smau e chi fa impresa under 35: “La partecipazione dei Giovani Imprenditori a Smau – ha dichiarato – consolida e amplia un rapporto sinergico che, fin dal patrocinio allo Smau speed dating 2011, dimostra come il mondo digitale presente a Smau e la formula dell’evento siano elementi indispensabili per l’imprenditoria“.

Così come Paolo Pasini, Professor della SDA Bocconi School of Management, ha spiegato l’importanza di una formazione puntuale e concreta per le imprese, soffermandosi in particolare sulla centralità di strumenti come la Business Intelligence e le Analytics, che oggi sono per le aziende come un “navigatore” che tende sempre più a produrre informazioni analitiche e in tempo reale.

Insomma, per le piccole imprese che vogliono fare business senza dimenticare che le tecnologie digitali sono imprescindibili per evolversi e sopravvivere, Smau 2012 è un appuntamento da non perdere.

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Il decreto Sviluppo trasformerà l’Italia?

Il Governo cerca di far risorgere l’Italia con il varo del decreto Sviluppo, chiamato anche Trasforma Italia, e che prevede misure per ottenere investimenti, ma anche sbloccare le infrastrutture e, soprattutto, digitalizzare il Paese e i cittadini e favorire la nascita di imprese innovative.

Il decreto, infatti, si basa in particolar modo sulle start up e sull’Agenda Digitale, con il credito d’imposta alle infrastrutture come ciliegina sulla torta.

Mario Monti ha accolto il decreto con soddisfazione ed orgoglio, contando molto sull’avvento, ormai prossimo, dell’agenda digitale. A questo proposito, infatti, il Presidente del Consiglio ha dichiarato: “Attraverso la circolazione del sapere, la condivisioni delle informazioni, la connettività, i servizi digitali al cittadino, si porranno le basi per recuperare il gap tecnologico del Paese. L’Italia potrà così diventare un luogo nel quale l’innovazione sia un fattore strutturale di crescita sostenibile e di rafforzamento della competitività delle imprese“.

Addio quindi a vecchie carte di identità e tessere sanitarie: a breve un solo documento digitale le unificherà, e la stessa sorte toccherà ai fogli per le prescrizioni mediche, anch’esse presto digitali e uguali per tutto il territorio nazionale.
Niente più documenti cartacei neanche nelle università e obbligo per la P.A. di comunicare attraverso la posta elettronica certificata e di pubblicare online i dati in formato aperto e riutilizzabile da tutti.
Tutto ciò avverrà in nome del risparmio, e per questa operazione ambiziosa ma necessaria verranno stanziati 150 milioni di euro.

Ma il finanziamento maggiore, di 200 milioni, andrà a favore delle start up, che potranno godere anche di specifiche detrazioni per gli investimenti, di contratti di lavoro più flessibili, di vantaggi fiscali per gli investimenti e dell’azzeramento degli oneri burocratici e amministrativi.
Corrado Passera punta molto sulle imprese innovative perché “un Paese cresce se ha imprese così”.

Un’altra procedura che interesserà parecchio il futuro degli italiani riguarda la concessione fino al 2015 del credito di imposta al 50% su Ires e Irap per la realizzazione di nuove infrastrutture.
Il Ministro dello Sviluppo Economico ha dichiarato a proposito: “Di soldi lo Stato non ne ha, con il credito d’imposta si possono mettere in moto opere che altrimenti non partirebbero. Potrebbero essere per decine di miliardi i lavori che questo meccanismo faliciterà“.

Vera MORETTI

Smau 2012, Infoiva media partner della fiera

C’era una volta lo Smau fatto di effetti speciali, musica, show, hostess seminude. Era lo Smau di fine Anni ‘90 – inizio Anni Duemila, quello del boom della net economy che tanto rapidamente è esploso quanto rapidamente è poi imploso, facendo tornare negli ultimi anni Smau alle sue origini. Ovvero a essere una fiera – anche se è riduttivo definirla tale – dedicata all’Information & Communications Technology, dove le aziende parlano tra di loro e con la pubblica amministrazione con l’obiettivo primo che ciascuna di loro ha: fare business con, sullo sfondo, il meglio dell’innovazione e della tecnologia per le imprese. Del resto, se Smau significa Salone Macchine e Attrezzature per l’Ufficio, un motivo ci sarà.

La scorsa settimana vi abbiamo raccontato la filosofia di questo Smau 2012, che si avvicina al traguardo del mezzo secolo con la sua 49esima edizione (17-19 ottobre, Fieramilanocity, qui i dettagli), in uno scenario di profonda trasformazione economica e competitiva nel quale, come sottolineano dalla fiera, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresentano, per le imprese italiane di ogni dimensione, una leva strategica fondamentale ma ancora poco sfruttata.

Oggi vogliamo sottolineare il valore dei convegni, dei seminari, dei workshop business e di quelli formativi che fanno da cornice a un’area espositiva nella quale le aziende incontrano le altre aziende e le pubbliche amministrazioni, in un vero mercato delle idee e delle nuove tecnologie. Perché informarsi e aggiornarsi – oltre a proporre prodotti innovativi – è il modo migliore di restare sul mercato.

E vogliamo anche dirvi, cari lettori, che Infoiva sarà media partner ufficiale della fiera. Una media partnership che viene naturale, viene dal dna della nostra testata che parla al professionista e alla piccola impresa da un mezzo, come il web, che più tecnologico non si può. Infoiva sarà a Smau per raccontarlo dall’interno, per tastare il polso al mondo delle imprese, per capire se, veramente, la tecnologia può essere il punto da cui ripartire per risalire dal buco nel quale la crisi le ha cacciate.

E se anche voi volete essere della partita, Infoiva vi regala un ingresso omaggio a Smau 2012: perché più siamo, meglio è per la nostra economia.

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Mercato dell’Ict in calo, la parola d’ordine è innovazione

 

Il mercato italiano dell’Ict ha segnato un calo nelle vendite significativo nel 2011: per quanto riguarda le sue componenti tradizionali (hardware, software e servizi) la contrazione è stata del 3,6% rispetto al 2010, mentre sul versate It si è passati dal – 1,4% di fine 2010 al -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%) del 2011. Nel dettaglio sono stati venduti 4.559 milioni di euro di hardware (- 9%), su cui ha pesato il calo nelle vendite di PC (6.370.000, -16,2%), non compensato dal boom dei tablet (858.000 pezzi, +100,2%), mentre il software ha dato prova di maggior tenuta (4.226 milioni di euro, 1%).

I dati sono il frutto del 43mo Rapporto Assinform relativo alle performance del settore Ict nel 2011: “a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%, questi risultati mettono in luce in modo drammatico le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita” ha sottolineato Paolo Angelucci, presidente di Assinform.

I trend mondiali parlano chiaro: nel resto del mondo l’informatica è salita del 2,4% e le Tlc del 5,7% nel 2011; il mercato trainante resta quello degli Usa con l’It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010). Fanalino di coda in Europa la Spagna con – 5,3%. E’ importante sottolineare però che, a differenza dell’Italia, il rapporto Spesa It/Pil nel 2011 nei Paesi sopracitati è stato molto più elevato (Usa 4,2%, Francia 3,4%, Germania e Uk 3,3%), mentre l’Italia, come la Spagna, si è fermato all’1,8%. La forbice tra innovazione e Italia si va allargando, diventando sempre più ampia.

Veniamo al 2012: nel primo trimestre il mercato delle telecomunicazioni ha totalizzato 9.960 milioni di euro, con un calo del 3,1% rispetto al 2011, mentre quello dell’IT è arrivato a quota 4.085 milioni di euro, segnando una contrazione del 3,4%, per un mercato complessivo dell’ICT pari a 14.045 milioni, in calo del 3,2%. Le previsioni per il 2012 parlano di un business complessivo pari a 56.599 milioni (-2,5%) con la componente telecomunicazioni a 39.530 milioni (-2,1%) e la componente IT a 17.119 milioni (-3, 1%).

Se il calo sembra contrarsi, a ciò si aggiunge una buona notizia, almeno secondo Paolo Angelucci, presidente di Assinform: “al calo della domanda Ict tradizionale, si sta contrapponendo l’emersione di un nuovo perimetro del mercato digitale, che tende ad ampliarsi in virtù della crescita delle componenti più innovative, legate alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all’Internet delle cose, all’uso di tablet, e-reader e smartphone”. Si tratta di un settore che è il frutto della convergenza fra tecnologie informatiche e di telecomunicazione, e che nel solo 2011 è stato di 69.313 milioni di euro, con un trend negativo più attenuato, dell’ordine di – 2,2 % rispetto al 2010.

Un nuovo trend in grado di compensare le perdite subite dal mercato tradizionale dell’Ict? Sembra proprio di si: “se il 2012 vedrà, secondo le nostre previsioni, un trend delle componenti tradizionali dell’Ict ancora in discesa, anche se con velocità attenuata, dell’ordine di – 2,5% , con le Tlc a -3,1% e l’It a -2,1%, prevediamo una crescita delle componenti innovative di +6,7% continua Angelucci.

Puntare su ricerca, sviluppo e innovazione sembra l’unica soluzione per salvare il mercato: rifocalizzarsi sugli asset innovativi e rimodellarsi in maniera efficiente su quelli tradizionali; crescere dimensionalmente sfruttando tutti gli strumenti a disposizione, innanzitutto capitale di rischio e reti d’imprese, investire massicciamente in Ricerca e Sviluppo. E a proposito di Agenda Digitale e Riforme dello Stato Angelucci sottolinea come sia necessario agire su latri 5 fronti:

  • risolvere il credit crunch: per le imprese It è fondamentale, perché essendo labour intensive sono particolarmente esposte alle problematiche finanziarie
  • riforma del lavoro: non deve essere piu “tossica” dell’attuale dell’art.18 bloccando la capacità di affrontare le sfide che pone il Global Digital Market
  • appalti: è indispensabile rivisitare la materia per l’It, eliminando le gare al massimo ribasso e rispettando i tempi di pagamento
  • riformare l’in-house per eliminare distorsioni di mercato e rivitalizzare la concorrenza nell’informatica pubblica
  • introduzione del Chapter 11 italiano per permettere la ristrutturazione delle imprese

L’Italia vive ancora in una dimensione di arretratezza dal punto di vista dell’utilizzo delle tecnologie informatiche, e questo colpisce anche le piccole e medie aziende che molto spesso puntano troppo poco a innovazione e imprese digitali. Per fare qualche esempio, nel nostro Paese le imprese italiane che acquistano on-line sono meno del 20%, contro la media europea del 30%, e ancora, è bassissimo il numero delle aziende che vendono on-line, raggiungendo valori del 2%, contro il 12-13% europeo. Colpa degli acquirenti? La popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54%, mentre in Europa va oltre 71%), e fra questi, la popolazione che acquista on-line è meno del 15% (Europa 40%), senza dimenticare che le famiglie italiane con accesso alla banda larga sono poco più del 53%.

Parole d’ordine: investire e innovare. Magari dandosi appuntamento al Salone Smau 2012, in programma dal 17 al 19 ottobre a FieraMilanoCity, per fare il punto all’information e communication technology.

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Alessia CASIRAGHI

Smau 2012, il futuro è già qui

 

Innovazione, Business, Trade e Smart City. Quattro ingredienti semplici che mescolati insieme danno vita a Smau, l’appuntamento dedicato all’informatica e alle nuove tecnologie che aprirà i battenti mercoledì 17 ottobre, per una 3 giorni in rete ospitata nei padiglioni di Fieramilanocity.

Un viaggio a 360 gradi nel mondo dell’Information e Communication Technology, che ha lo scopo di fornire alle imprese – piccole, medie e grandi – tutti gli strumenti indispensabili per dare una svolta al proprio business attraverso le tecnologie digitali. A partire dall’Agenda Digitale, voluta e sostenuta dal Ministro Corrado Passera, fino al fenomeno delle mobile application e alle prospettive di sviluppo e incremento del cloud computing.

Il Convegno di apertura della manifestazione, che si terrà nella mattinata del 17 ottobre, avrà come tema “Innovazione, Imprese e Territori”. Smau si pone l’obiettivo di trasmettere a tutto il mondo del business una profonda cultura dell’innovazione facendo da guida ai diversi soggetti che hanno il compito di potare il cambiamento in azienda – afferma Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau. – Mi riferisco quindi da un lato a imprenditori e manager che necessitano di orientarsi nel mondo delle tecnologie digitali– banda larga in primis, ma anche cloud computing, sistemi di unified communication & collaboration, mobile application, strumenti per il marketing digitale e l’e-commerce – dall’altro al mondo del Canale ICT per il quale Smau vuole essere l’evento di riferimento per fare il punto sulle nuove sfide offerte dall’industria mondiale delle tecnologie digitali fornendo loro una piattaforma unica di incontro e networking tra i maggiori vendor, i distributori e il mondo delle terze parti”.

Quattro le aree tematiche in cui si suddividerà la Fiera: Smau Business, la sezione dedicata al pubblico di imprenditori e manager utilizzatori di tecnologie digitali, Smau Trade, indirizzata al mondo del Canale ICT, e poi ancora Percorsi dell’Innovazione e Regioni, un focus sulle start up con il contributo degli Assessorati alle attività produttive delle regioni italiane e infine Smart City, il futuro delle città intelligenti.

Per l’area Smau Business si attendono più di 250 espositori (HP, Microsoft, Google, IBM, Olivetti, Sap Teleco, Zucchetti) e un fitto calendario di workshop per fare il punto su cloud computing, soluzioni per la mobility, sistemi gestionali integrati, business intelligence, sistemi di Crm, unified communication e collaboration, information security, e-commerce e marketing digitale. All’interno di Smau Business troverà spazio l’evento Expocomm, che quest’anno presenterà un focus specifico sulle unified communication & collaboration e sull’information security.

Smau Trade è il più importante momento di incontro per gli addetti ai lavori dell’ICT Community volto a favorire le occasioni di networking tra i grandi fornitori di tecnologia e i distributori, il mondo dei rivenditori hardware e software, i Var, gli Isv, i System Integrator partecipanti. L’evento prevederà un’area espositiva che presenterà i prodotti e i servizi dei principali player del comparto all’interno della quale, sarà collocato l’Intel Ultrabook Village, un’area in cui saranno riuniti tutti i produttori di ultrabook con tecnologia Intel.

Non solo. Per il mondo degli sviluppatori di App su dispositivi mobile, business e consumer, sono in programma due competition: lo Smau Mob App Award e lo Smau Mob App Camp. Il primo premierà le migliori App in ambito business e consumer basate sui dispositivi mobili di nuova generazione – new tablet, pad e smartphone – mentre lo Smau Mob App Camp sarà un vero e proprio BarCamp in cui confrontarsi sui temi più attuali legati allo sviluppo di APP e ai dispositivi mobili di nuova generazione.

Innovazione significa anche nuove imprese. Alle start up è dedicata l’area Percorsi dell’Innovazione in cui protagoniste saranno oltre 100 start up provenienti da tutta Italia. Si inizia con Premio Smau per le Start Up, in programma mercoledì 17 nel pomeriggio, e si prosegue con lo Speaker Corner, un’area in cui giovedì mattina una selezione di 12 start up avranno la possibilità di presentarsi in pochi minuti ad un pubblico di investitori e imprenditori in visita. Nel pomeriggio è previsto invece lo Speed Date dell’Innovazione, in cui le start up avranno l’occasione di incontrare in soli tre minuti di tempo importanti venture capital, business angels e imprenditori. A un passo dalla Silicon Valley insomma.

Il futuro è già qui. Grazie a Smart City Roadshow, l’iniziativa dedicata alle città intelligenti, che mira a valorizzare le esperienze di comuni piccoli, medi e grandi all’avanguardia e attivi in progetti innovativi, e a promuovere i comuni che hanno sostenuto progettualità virtuose in Italia, tra cui Bari, Bologna, Cosenza, Firenze, Genova, Grosseto, Napoli, Pavia, Ravenna e Torino.

Per conoscere il calendario completo della manifestazione è possibile consultare il sito dedicato alla Fiera Smau.

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Alessia CASIRAGHI