Benefici fiscali per chi investe in startup

Il Decreto Sviluppo ha favorito la nascita delle startup innovative ma, soprattutto, ha dato il via libera ad una serie di agevolazioni a loro dedicate.

In primo luogo, le agevolazioni prevedono aiuti fiscali per l’apertura dell’attività, ma anche per assunzione e remunerazione del personale dipendente e norme semplificate e meno punitive in caso di fallimento.
Le agevolazioni fiscali riguardano anche coloro che decidono di investire nel capitale delle startup, indipendentemente che si tratti di persone fisiche o società.

In entrambi i casi, i benefici fiscali sono concessi per gli anni 2013, 2014, 2015. L’investimento nel capitale sociale delle startup può aver luogo sia direttamente che per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio che investono prevalentemente in startup innovative. L’investimento deve essere mantenuto per almeno due anni, pena la decadenza del beneficio e l’obbligo di restituire l’incentivo fruito aumentato degli interessi legali.

Relativamente agli investimenti da parte di persone fisiche, la detrazione è pari al 19% della somma investita. L’eventuale eccedenza può essere portata in detrazione per i successivi esercizi ma non oltre il terzo. In ogni caso l’importo massimo dell’investimento non può superare i 500 mila euro nei singoli periodi di imposta.

Per quanto riguarda, invece, le società, l’importo massimo dell’investimento non deve eccedere 1,8 milioni di euro nell’anno. Considerando che l’IRES sconta un’aliquota fissa del 27,5% l’imposta potrà essere dedotta del 20% di quest’ultima, quindi in termini reali la deducibilità della somma investita sarà pari al 5,5%.

Tra coloro che, invece, non rientrano nelle agevolazioni ci sono gli organismi di investimento collettivo del risparmio o altre società che investono prevalentemente in startup innovative.

Ulteriori agevolazioni riguardano gli investimenti in startup a vocazione sociale e startup che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi ad alto valore tecnologico in ambito energetico. In questi casi, sono previste detrazioni e deduzioni maggiorate che fanno aumentare dal 19 al 25% la detraibilità delle somme investite da persone fisiche e dal 20 al 27% la deducibilità in termini nominali di quelle effettuate da soggetti IRES.

I limiti rimangono quelli di 500 mila e 1,8 milioni di euro investiti nell’anno, rispettivamente da persone fisiche e soggetti IRES, per beneficiare delle agevolazioni fiscali in questione.

Vera MORETTI

Dal DL Sviluppo agevolazioni alle startup

Via libera alle startup innovative da parte del Decreto Sviluppo che, fresco di approvazione in Parlamento, ha deciso di agevolare l’accesso, da parte delle startup, agli incentivi per l’assunzione di personale qualificato.

Le semplificazioni che riguardano queste imprese sono rivolte all’assunzione a tempo indeterminato di personale qualificato, fino ad un massimo di 200mila euro annui per ogni azienda richiedente.
Tale sgravio è applicabile anche ai contratti di apprendistato ed è concesso prioritariamente alle startup, ma vi rientrano anche le aziende colpite da sisma nello scorso maggio.

Le procedure burocratiche sono più snelle, grazie alla possibilità di ricorrere ad un’istanza semplificata che va a sostituire la certificazione del revisore dei conti.
Inoltre, l’iter è esente da imposta di bollo e diritti di segreteria in genere dovuti per l’iscrizione al registro delle imprese ed agevolazioni sono previste anche per amministratori, dipendenti o collaboratori remunerati attraverso strumenti finanziari.

E’ stata anche prevista una deroga alla Riforma del Lavoro inerente ai contratti a tempo determinato. Quando si tratta di startup, infatti, i contratti a termine, anche dopo 3 anni, sono prorogabili di un ulteriore anno previo rinnovo presso la Direzione provinciale del Lavoro e non viene richiesta la pausa obbligatoria tra un contratto e l’altro.

Ovviamente, tali benefici hanno valore solo fino a quando si rientra nella denominazione di startup innovativa, dopodiché decadono. Ciò avviene dopo quattro anni nel caso di nuove imprese e in tempi più limitati nel caso delle imprese già esistenti al momento dell’entrata in vigore della legge.

In questo secondo caso, perciò, l’impresa deve tener conto delle scadenze di:

  • quattro anni se era stata costituita entro i due anni precedenti dall’entrata in vigore della legge,
  • tre anni (quindi non può fare eventuali rinnovi oltre i 36 mesi) se era stata costituita entro i tre anni precedenti,
  • due anni se era stata costituita nei quattro anni precedenti.

I contratti di lavoro delle start up applicano i minimi tabellari previsti dai CCNL del settore di riferimento, a cui possono aggiungere una parte variabile collegata alla produttività ai risultati.
I contratti nazionali, e anche la contrattazione di secondo livello, possono prevedere minimi tabellari specifici per le start up, criteri di definizione per la parte variabile, regole particolari per la gestione del rapporto di lavoro.

Questa parte è rimasta invariata rispetto al Dl del Governo e prevede:

  • estensione di 12 mesi della possibilità di ripianare le perdite che superano un terzo del capitale, posticipata al secondo esercizio successivo,
  • deroghe al codice civile in materia di categorie di quote societarie delle srl: possono essere previsti diritti partecipativi differenti, quote senza diritto di voto o con diritto di voto non proporzionale,
  • le quote delle start up innovative in forma di Srl possono essere oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari.

Anche la sezione dedicata a chi investe in una startup innovativa è rimasta invariata:

  • dal 2013 al 2015 detrazione Irpef del 19% sulle somme investite in start up innovative, l’investimento massimo detraibile è di 500mila euro per periodo d’imposta e deve essere mantenuto per almeno due anni;
  • dal 2013 al 2015, se l’investitore è una società, non concorre alla formazione del reddito d’impresa il 20% della somma investita, investimento massimo, 1,8 milioni di euro per periodo d’imposta, da tenere per almeno due anni, l’agevolazione non si applica alle società di gestione del risparmio;
  • sconti più alti per investimenti in start up a vocazione sociale e per quelle ad alto valore tecnologico del settore energetico.

Parte importante è data dal crowdfunding attraverso portali online. A questo proposito, sono state redatte le regole per la gestione delle piattaforme online per la raccolta di capitali, riservata a imprese di investimento e banche autorizzate con specifici requisiti, e le modalità di raccolta.

Preso atto che la startup è una “società di capitali, costituita anche in forma cooperativa, di diritto italiano ovvero una Societas Europea, residente in Italia ai sensi dell’articolo 73 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, le cui azioni o quote rappresentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione“, per essere considerata tale deve avere alcuni fondamentali requisiti:

  • I soci, persone fisiche, detengono al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi, la maggioranza delle quote o azioni
  • L’attività non deve essere stata avviata da più di quattro anni.
  • L’impresa deve avere sede in Italia.
  • Il valore della produzione annua non deve essere superiore a 5 milioni di euro a partire dal secondo anno di attività.
  • L’azienda non deve distribuire utili.
  • L’oggetto prevalente deve rientrare tra: sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
  • Non deve essere costituita da fusione, scissione societaria, cessione di azienda o di ramo di azienda.

Inoltre, è indispensabile che l’impresa possieda almeno uno dei seguenti requisiti:

  • Spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione.
  • Almeno un terzo della forza lavoro complessiva formata da personale con dottorato di ricerca o in possesso di laurea con almeno tre anni di ricerca certificata in Italia o all’estero.
  • Impresa titolare, licenziataria o anche depositaria di almeno una privativa industriale relativa a un’invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.

Le spese ammesse sono:

  • relative allo sviluppo pre-competitivo e competitivo, come sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan,
  • servizi di incubazione forniti da incubatori certificati,
  • costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori,
  • spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso.

Sono invece escluse le spese per l’acquisto di immobili e per l’affitto.

Le stesse norme sono previste per le startup sociali, che si occupano di assistenza sociale, assistenza sanitaria, assistenza socio-sanitaria, educazione, istruzione e formazione, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, valorizzazione del patrimonio culturale, turismo sociale, formazione universitaria e post-universitaria, ricerca ed erogazione di servizi culturali, formazione extra-scolastica, servizi strumentali alle imprese sociali resi da enti composti in misura superiore al 70% da organizzazioni che esercitano un’impresa sociale.

Inoltre, sono previste agevolazioni anche per l’incubatore di start-up innovative certificato, definito come una società di capitali che “offre servizi per sostenere la nascita e lo sviluppo di start-up innovative“.

Vera MORETTI

Bando per le pmi venete

L’innovazione tecnologica è alla base dell’efficienza e della competitività delle aziende.

Per questo, la Camera di Commercio di Verona ha pubblicato un bando per sostenere e stimolare le imprese veronesi a realizzare progetti di innovazione tecnologica.
A beneficiare dei contributi previsti sono le microimprese e le pmi che abbiano sede legale o unità produttive in provincia di Verona.

Gli investimenti ammessi devono riguardare:

  • inserimento di metodologie di progettazione automatica collegata col processo produttivo (CAD);
  • inserimento di tecniche di automazione di fabbrica supportate da elaboratore (CAM);
  • inserimento di metodologie di controllo globale della qualità del prodotto;
  • inserimento di nuove tecnologie all’interno di processi o prodotti tradizionali tecnologicamente maturi;
  • rinnovo per l’ammodernamento di macchinari ed impianti tecnologici;
  • inserimento di sistemi informatici e di telecomunicazione innovativi, esclusa la creazione di siti Internet e l’applicazione della normativa sulla privacy;
  • installazione di sistemi antifurto, antirapina (compresi centraline, sensori volumetrici, dispositivi di protezione perimetrale e telecamere di videosorveglianza), collegati ad istituti di vigilanza o a forze dell’ordine.
  • installazione di impianti idrosanitari nonché di trasporto, di trattamento, di uso, di accumulo e di consumo di acqua all’interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell’acqua fornita dall’ente distributore;

Alcune categorie di spesa, invece, non sono ammissibili:

  • spese per la formazione del personale
  • spese di consulenza
  • acquisto di autoveicoli
  • arredi di ogni genere
  • attrezzatura di consumo
  • canone di manutenzione ed abbonamenti
  • garanzie
  • spese di trasporto del bene.

Potranno essere ammesse a contributo solo le spese effettuate a partire dal 24 gennaio 2013 fino al 31 dicembre 2013.
Le piccole e micro imprese riceveranno un contributo pari al 18% della somma totale, pari al 9% se, invece, si tratta di medie imprese, percentuale relativa alle spese di attuazione di una o più iniziative con un massimo di € 12.000 per impresa.
Qualora l’impresa richiedente risponda ai criteri di impresa femminile o giovanile la somma concessa a titolo di contributo, pur non potendo comunque superare i massimali del 18% o del 9%, potrà raggiungere l’importo massimo di € 13.500 per impresa.
Ciascun progetto preso in considerazione, per ottenere il contributo camerale, non potrà essere complessivamente di valore inferiore a € 5.000 al netto dell’IVA e di eventuali altre imposte e tasse.

Le domande vanno trasmesse in modalità telematica e con firma digitale attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov (completamente gratuito) dal 16 gennaio al 23 gennaio 2013.

Vera MORETTI