Carta acquisti 2023: ecco i nuovi moduli per la richiesta

I cittadini over 65 e i genitori di minori con età inferiore a 3 anni possono richiedere la carta acquisti 2023 utile a sostenere spese alimentari e sanitarie. I moduli sono già disponibili .

A chi spetta la carta acquisti 2023?

La carta acquisti 2023 spetta a coloro che si trovano in una situazione economica particolarmente svantaggiosa.

In particolare per coloro che hanno superato 65 anni di età è richiesto di :

  • non essere titolari di trattamenti pensionistici o assistenziali di importo superiore a 7.640 euro, limite innalzato a 10.186 euro per gli over 70;
  • inoltre è necessario avere un Isee inferiore a 7.640 euro.

Per i genitori con minori di età inferiore a 3 anni i requisiti previsti sono:

avere un ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), in corso di validità, inferiore a 7.640,18 euro .

In entrambi i casi sono previsti ulteriori requisiti:

non essere, singolarmente, né con il/la sottoscritto/a e con l’altro esercente la potestà genitoriale/soggetto affidatario:

    1. intestatario/i  di più di una utenza elettrica domestica;
    2. intestatario/i di più di una utenza elettrica non domestica;
    3. intestatario/i di più di due utenze del gas;
    4. proprietario/i di più di due autoveicoli;
    5. proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 25%, di più di un immobile ad uso abitativo;
    6. proprietario/i, con una quota superiore o uguale al 10%, di immobili non ad uso abitativo o di categoria catastale C7;
    7. titolare/i di un patrimonio mobiliare, come rilavato nella dichiarazione ISEE, superiore a 15mila euro.

Si tratta quindi di requisiti piuttosto stringenti e non facili da avere.

Come richiedere la Carta Acquisti 2023

La Carta Acquisti 2023 ha il valore di 40 euro, caricati ogni due mesi per un ammontare pari a 80 euro. Può essere utilizzata esclusivamente per gli acquisti in negozi convenzionati e comunque per prodotti/beni di prima necessità, come prodotti alimentari, spese sanitarie, spese per utenze.

Sul sito del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali è possibile scaricare i moduli che sono allegati anche in fondo all’articolo. I moduli compilati devono essere consegnati presso un Ufficio Postale con fotocopia e originale di documento di identità del richiedente e attestazione Isee valida, anche in formato copia. In alternativa è possibile presentare la richiesta un’attestazione provvisoria rilasciata dal Caf.

Modulo-carta-acquisti-anziani-2023

Modulo Carta Acquisti minori

 

Caro bollette: quanto pagano di più alberghi, bar, ristoranti, negozi di gasolio gli autotrasportatori

L’Italia è uno dei Paesi che paga il conto più salato del rincaro dei costi dell’energia elettrica e dei prezzi energetici. Per bar, alberghi, ristoranti e negozi nel 2022 la bolletta è di gran lunga più costosa rispetto a quelle della Francia e della Germania. E la situazione di guerra dell’Ucraina non ha fatto altro che acuire il caro bollette con le conseguenze economiche che ne derivano. Il risultato è che per imprese e famiglie il problema del caro bollette è ancora più urgente rispetto ai primi aumenti del costo dell’energia dei mesi scorsi.

Caro bollette, di quanto sono aumentate le bollette per bar, negozi, alberghi, ristoranti e autotrasportatori

Un’indagine di Confcommercio, in collaborazione con Nomisma, ha messo in evidenza il rincaro dei costi per l’energia elettrica delle attività commerciali del terziario. Per bar, negozi, alberghi e ristoranti, ma anche per le imprese del trasporto, il rincaro dei costi dell’energia e del carburante indicano una bolletta finale di quasi il doppio rispetto ai costi che devono sostenere le imprese della vicina Francia. E del 15 o 20% in più rispetto alle imprese della Germania. Sugli autotrasportatori, invece, il raddoppio del costo del metano sta avendo un impatto notevole, con prezzi alle stelle. Agli autotrasportatori, nel 2022, il rincaro dei costi del carburante provocherà una spesa annua di circa 10 mila euro in più per ciascun mezzo pesante.

Caro bollette per alberghi: di quanto rincara nel 2022 il costo dell’energia elettrica?

Dall’indagine di Confcommercio e Nomisma, con i prezzi delle bollette di gennaio 2022 e applicati sui consumi dell’intero anno, si calcola che gli alberghi avranno i costi più alti tra le attività economiche del terziario. Dando una dimensione di 90 kW e un consumo complessivo di 260.000 kilowatt per ora, l’Italia applica un costo per ogni euro di 0,4 kilowatt per ora, il 15-20% in più rispetto a quello della Germania e il doppio di quello della Francia. Si stima che gli alberghi italiani pagheranno mediamente bollette di elettricità per 104.000 euro, rispetto ai 50 mila della Francia e agli 85.800 della Germania.

Ristoranti e bar, quanto inciderà il caro bollette di energia elettrica?

Per i ristoranti, la potenza di 30 kW e un quantitativo di 35 mila kWh/a al prezzo di 0,39 euro, la spesa annua per la bolletta dell’energia elettrica media sarà di 13.650 euro. Quasi dimezzata quella dei ristoranti della Francia (7.000 euro al prezzo dimezzato di 0,20 euro) e di poco più alta rispetto a quella della Germania (11.900 euro al prezzo 0,34 euro). Per i bar, mediamente di potenza di 20 kW per un consumo di 20 mila kWh/a al prezzo di 0,39 euro, la spesa annua sarà di 7.800 euro; quella della Francia (prezzo per kW ora di 0,19 euro) sarà di 3.800 euro; quella della Germania (prezzo per kW ora di 0,34 euro) di 6.800 euro.

Negozi alimentari e non alimentari: quanto spenderanno nel 2022 di bollette di energia elettrica?

Peseranno nel 2022 le bollette dell’energia elettrica sui negozi, soprattutto per quelli alimentari. Con una potenza di 90 kW e un consumo annuo stimato in 75 mila kWh/a al prezzo di 0,38 euro per kWh, in Italia i negozi alimentari spenderanno mediamente 28.500 euro; in Francia la spesa sarà dimezzata (14.250 euro al costo di 0,19 euro per kW ora); in Germania un negozio alimentare spenderà mediamente 25.500 euro. I negozi non alimentari spenderanno meno, sia per la potenza di 10 kW, che per la dimensione dei consumi (18 mila kWh/a). In Italia, al costo di 0,39 euro per kW ora, la spesa stimata per tutto l’anno sarà di 7.020 euro; in Francia si spenderà meno della metà (3.420 euro al prezzo di 0,19 kWh); in Germania 6.120 euro (al prezzo di 0,34 kWh).

Autotrasportatori, gli aumenti dei prezzi del metano e del diesel

L’impatto del rincaro dei costi dei carburanti avrà un impatto importante nel settore dei trasporti, in particolare per gli autotrasportatori. Per questi ultimi, la crisi energetica ha comportato il raddoppio, in un anno, del costo del metano per autotrazione. Si è passati da costo stabile da anni di 1 euro per chilo, fino agli attuali prezzi del metano di circa 2 euro. Stanno inoltre salendo anche i prezzi del gasolio diesel. Gil aumenti sono nell’ordine dei 30 centesimi per litro, con costo a litro di diesel intorno a 1,7 euro.

Trasporti, quanto spenderanno nel 2022 gli autotrasporti per il caro carburanti?

L’indagine porta a considerare che un autotrasportatore in un anno percorra circa 100 mila chilometri e che consumi, mediamente, 33 mila litri di gasolio. La spesa complessiva aumenta, in un anno, di circa 10 mila euro per ogni mezzo pesante in dotazione. Inoltre, gli autotrasportatori italiani pagano non solo un costo del carburante più alto rispetto ai concorrenti dell’Est Europa, ma anche un’accise sul gasolio tra i più alti d’Europa. L’accise è pari a 617,4 euro ogni 1.000 euro di gasolio, a fronte di un limite minimo stabilito dall’Europa di 330 euro.

 

Carta acquisti 2022 dell’INPS: i nuovi limiti di reddito e gli importi erogati

La carta acquisti nasce per aiutare le famiglie più bisognose a far fronte a bisogno impellenti, è stata introdotta per la prima volta nel 2008 (con il decreto legge 112 del 2008) e prorogata nel tempo. Vedremo ora le caratteristiche della carta acquisti 2022.

Limiti di reddito per la Carta Acquisti 2022

Come tutti sappiamo, l’inflazione nel corso del 2021 è aumentata e ci sono previsioni al rialzo per il 2022 e di conseguenza è stato necessario adeguare i limiti reddituali e di ISEE previsti per l’accesso alla carta acquisti. Purtroppo non sono stati aggiornati gli importi che si ricevono. Con la carta acquisti 2022 ci sono piccole modifiche alla platea dei soggetti che possono ottenerla, in primo luogo cambiano i limiti reddituali e ISEE di coloro che vi possono accedere.

Il Ministero dell’Economia dal 3 gennaio ha messo a disposizione i moduli per proporre la nuova domanda per accedere alla Carta Acquisti 2022 .

Come in passato, il bonus è erogato in favore di nuclei familiari in situazione di disagio economico con bambini di età inferiore a 3 anni e anziani di età superiore a 65 anni di età.

Per poter ottenere la carta acquisti 2022 è necessario avere un reddito ISEE pari o inferiore a 7.120,39 euro, nel 2021 il requisito economico era 7.001,37 euro. Questo requisito vale per i nuclei con almeno un minore di anni 3 e per gli anziani over 65 che però non abbiano compiuto 70 anni di età, per chi ha superato tale limite, il reddito per poter accedere alla carta acquisti aumenta a 9.493,86 euro.

Come funziona la Carta Acquisti 2022

La Carta Acquisti funziona come una qualunque carta di debito e può essere utilizzata negli esercizi convenzionati e aderenti al circuito Mastercard. I negozi convenzionati sono contraddistinti dal simbolo CA. L’importo mensile della carta acquisti 2022 resta di 40 euro e solitamente vengono accreditati bimestralmente, cioè ogni due mesi. La carta acquisti può essere utilizzata per generi alimentari, in farmacia e parafarmacia, per il pagamento delle bollette di luce e gas. Inoltre i negozi convenzionati in molti casi prevedono sconti per i titolari. Ricorda che per controllare il saldo della carta acquisti è possibile chiamare il numero verde 800 666 888 da telefono fisso e 199 100 888 da telefono mobile.

Il nuovo modulo per inoltrate la domanda per la carta acquisti può essere trovato presso gli uffici postali, sul sito dell’INPS, Ministero del Lavoro, Poste Italiane e MEF. La domanda può essere presentata avvalendosi della consulenza di CAF, patronati o direttamente sul sito INPS, ed è proprio l’INPS a erogare gli importi.

Ulteriori requisiti

Per poter richiedere la Carta Acquisti sono inoltre necessari ulteriori requisiti. In particolare:

  • essere cittadini italiani;
  • essere cittadini comunitari;
  •  extracomunitari, in questo terzo caso per poter accedere occorre avere familiari che siano cittadini italiani o comunitari, oppure un permesso di soggiorno, il riconoscimento di rifugiati politici o posizione sussidiaria;
  • essere regolarmente iscritti all’anagrafe della popolazione residente.

Inoltre non :

  • non si deve essere intestatari di più di un’utenza elettrica o di gas oppure di un’utenza “non domestica”;
  • non si deve essere proprietari di più di due veicoli ( da soli o insieme al coniuge);
  • proprietari di una quota superiore al 25% di un immobile ad uso abitativo;
  • intestatari di una quota maggiore del 10% di un immobile ad uso non abitativo;
  • proprietari di un immobile in categoria C7 (tettoie chiuse o aperte);
  • per poter accedere al beneficio, inoltre è necessario non essere titolari di un patrimonio mobiliare di valore superiore a 15.000 euro, risultante dalla dichiarazione ISEE.

 

Prezzi dei prodotti alimentari confezionati in aumento

Si stima, secondo un calcolo effettuato e reso noto da Unioncamere, che il 2018 potrebbe portare ad un aumento del prezzo dei prodotti confezionati del 3%.
La causa principale di questo rincaro è da imputare dall’aumento dei prezzi delle materie prime alimentari, ma anche da alcune recenti tendenze dell’industria di trasformazione.
Ciò riguarda, ad esempio, il burro, protagonista di incrementi superiori al 10% nel 2017 per effetto di una intensificazione degli impieghi da parte dell’industria che lo sta sempre più utilizzando in sostituzione dell’olio di palma.

Al contrario, comunque, si assisterà ad un calo dei prodotti ortofrutticoli, sempre che il meteo dia un aiuto all’agricoltura.
Pensando, infatti, al 2017 che aveva portato prima neve in abbondanza e poi lunghi periodi di siccità, seguiti da temperature torride in primavera ed estate, un ritorno alla normalità dal punto di vista meteorologico porterebbe ad un sensibile calo dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli. E questo andrebbe a pareggiare i conti, considerando i rincari dei prodotti confezionati.

Questi ultimi sono destinati ad aumentare a seguito di un rialzo dei prezzi della filiera lattiero-casearia: +6% per il latte, +8% per il parmigiano reggiano, +3% per mozzarella vaccina e stracchino. I prezzi all’ingrosso del latte sembrano però aver trovato un assestamento nell’ultimo anno, in conseguenza della buona disponibilità di prodotto in Italia ed in Europa.

In aumento sono anche le quotazioni all’ingrosso dei principali tagli di carne, al traino dei rincari dei mangimi, che stanno sollecitando in questi mesi anche i prezzi alla produzione.
Variazioni ai listini di tutt’altro tenore e prossimi allo zero, al contrario, per i diversi prodotti della filiera cerealicola (+0,7% il pane, -1% per pasta e farina), che hanno beneficiato di una situazione ampiamente capiente sul versante dell’offerta (secondo l’ultimo report della Fao, nel 2018 la produzione mondiale di cereali farà registrare un nuovo livello record).

Discorso inverso per le uova, la cui disponibilità, insufficiente rispetto all’anno precedente, ha portato ad un aumento dei prezzi all’ingrosso di oltre il 60%.

Vera MORETTI

 

Italia di Gusto, il franchising del food Made in Italy

Il cibo italiano al centro di un franchising dai progetti ambiziosi e, per questo, non per tutti.
Si chiama Italia di Gusto e vuole far conoscere ad una clientela sempre più vasta i prodotti Made in Italy, puntando ad aprire shop nelle vie centrali e più eleganti delle città, con dimensioni di almeno 60 mq.

Considerato il settore di appartenenza, Italia di Gusto mira ad aprire punti vendita sia nel Belpaese sia all’estero, per esportare le nostre eccellenze fuori dai confini nazionali.

I franchisee usufruiscono di:

  • Formazione periodica alla presentazione dei prodotti selezionati da Italia di Gusto;
  • Assistenza alla composizione degli scaffali del punto vendita;
  • Formazione alla mescita e al servizio di ristorazione;
  • Materiale promozionale e listini sia per il punto vendita che per le attività di distribuzione Ho.Re.Ca.;
  • Magliette e cappellini recanti il marchio “Italia di Gusto Selezione Alimenti Pregiati Italiani”
  • Supporti audio video di presentazione prodotti;
  • Insegna “Italia di Gusto Selezione Alimenti Pregiati Italiani”.

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito Italia di Gusto.

Consumi in calo, il dato più basso dal 2004

L’unico settore a resistere alla crisi è quello degli alimentari. Abbigliamento, calzature, elettrodomestici, mobili e tecnologie sono invece in caduta libera. E’ quanto denuncia Confcommercio, che, in base ai dati registrati dall’ultima indagine Istat, evidenzia come le vendite al dettaglio nel 2011 siano calate dell‘1,3% rispetto al 2010.

Le vendite degli alimentari restano ferme e il non food scende dell’1,8 %. Si tratta del dato peggiore dal 2009, e se si guarda alle vendite al dettaglio dello scorso dicembre (-1,1%) si tratta del ribasso più forte dal luglio 2004. Se letto in retrospettiva a un anno, l’indice grezzo del -1,1% di dicembre 2011 segna un calo del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2010: le vendite di prodotti alimentari sono diminuite dell‘1,7%, quelle dei beni non food del 4,4 %
Confrontando i dati con novembre 2011 le vendite sono diminuiti sia per i prodotti alimentari (-1,0%) sia per quelli non alimentari (-1,2%).

Sul fronte degli esercizi di vendita, Istat ha registrato una flessione rispetto al 2010 sia per le vendite della grande distribuzione (-3,9%), sia per i piccoli negozi (-3,5%). Le diminuzioni tendenziali riguardano sia gli esercizi non specializzati (-4,2%) sia quelli specializzati (-1,9%). Aumentano invece le vendite solo per i discount alimentari (+1%), mentre diminuiscono quelle degli ipermercati (-4,4%) e dei supermercati (-2%).

“Il potere di acquisto delle famiglie è in caduta libera, per di più intaccato dalla manovra economica e dalla forte crescita dei prezzi, anche sulla spinta dell’aumento dei carburanti” denunciano Rosario Trefiletti di Federconsumatori ed Elio Lannutti di Adusbef. “Non sorprende il calo delle vendite. Il costo della spesa alimentare è salito in media del 5%, per un aggravio di spesa pari a 350 euro l’anno per famiglia” sottolinea Adoc. Punta invece all’abbattimento della pressione fiscale indiretta e diretta per far riprendere i consumi Adiconsum, mentre Federdistribuzione avverte: “La situazione dei consumi è preoccupante e un nuovo aumento dell’Iva metterebbe ulteriormente a rischio il potere d’acquisto delle famiglie”.

10 anni di euro, 10 anni di mazzate

Ma chi ci crede più alla favola dell’inflazione che sta intorno al 2%? Sorpresa sorpresa… la Bce. Si vede che i signori di Francoforte non vanno molto spesso a fare la spesa o che, in Germania, i panieri sono calcolati in modo differente. Fatto sta, che secondo un articolo pubblicato sul bollettino mensile della Banca centrale Europea, i beni energetici, soprattutto i carburanti, e gli alimentari hanno subito la maggiore impennata dei prezzi dal 2002, anno dell’introduzione dell’euro.

La scoperta dell’acqua calda. Sì, come sa bene ogni persona che fa la coda in cassa al supermercato o al distributore. Ma la sorpresa viene dalle percentuali. Se l’inflazione tendenziale nell’area è stata in media del 2,1% (ma dove???), il rincaro medio annuo dei prezzi dei prodotti energetici è stato invece del 5,4%: +9,6% per i carburanti liquidi. I prezzi degli alimentari trasformati, invece, sono aumentati in media annua del 2,8%.

I prezzi degli alimentari freschi hanno registrato un incremento medio dell’1,9%: 2,4% per il pesce, 2,2% per la frutta, 1,8% per la carne e 1,4% per la verdura. Per quanto riguarda i prezzi dei servizi, rileva la Bce, il tasso annuo di crescita dall’introduzione del contante in euro si è collocato al 2,2%, sostanzialmente in linea con l’inflazione media.

Nei dieci anni dell’euro, nella voce ‘saloni di parrucchiere e istituti di bellezza’ i prezzi sono aumentati del 2,2% all’anno, mentre nella categoria ‘ristoranti, bar e simili’ sono aumentati del 2,8%. Ditelo ai poveri cristi che 10 anni fa per pizza e birra spendevano 10mila lire e oggi se se la cavano con 30 euro possono accendere un cero di ringraziamento…

Complessivamente, dall’introduzione del contante in euro, i prezzi dei singoli prodotti e servizi nell’area, sottolinea la Bce, “hanno seguito andamenti fortemente divergenti. A fronte dell’impatto al rialzo dei prezzi dei beni energetici e alimentari dovuto agli shock sulle quotazioni mondiali delle materie prime, c’è stato l’effetto frenante dei prezzi dei beni Tlc, determinato dai progressi tecnologici in questo settore. Nel contempo, la dinamica dei prezzi dei servizi è rimasta sostanzialmente in linea con il tasso di inflazione armonizzata“. Signori della Bce: che film avete visto in questi 10 anni?

Se un litro di gasolio costa più di un litro di latte

di Alessia CASIRAGHI

Nel 2012 ogni 1.000 euro di spesa per famiglia italiana, 191 se ne andranno in trasporti, combustibili ed energia elettrica mentre 190 in alimentari e bevande. E’ la prima volta che la spesa dell’energia supera quella alimentare. A renderlo noto un’analisi condotta da Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’aumento stimato del 2,8 % dell’inflazione nel 2011.

I dati relativi allo scorso anno hanno fatto registrare un aumento record dei prezzi per trasporti, combustibili ed energia – complice la benzina alle stelle – mentre l’aumento per gli alimentari e’ rimasto contenuto al 2,4 %, al di sotto dell’inflazione media registrata.

Nel solo mese di dicembre i prezzi del ‘fresco’, vale a dire frutta, carni e verdure, sono addirittura scesi dello 0,2%. Ad assorbire buona parte dei rincari, fa sapere Confagricoltura, i produttori agricoli, visto “il forte incremento tendenziale dei prodotti energetici, saliti nel 2011 dell’11,3%”.

Sempre a dicembre 2011, rispetto allo stesso mese del 2010, gli aumenti della spesa energetica sono stati del 15,8 % per la benzina, del 24,3 % per il gasolio da autotrasporto e del 16,8 % per il riscaldamento, mentre i trasporti aerei passeggeri sono lievitati del 18,3 % come quelli marittimi, seguiti da quelli ferroviari aumentati del 9,8 %.

In breve un litro di gasolio costerà di più di un litro di latte o di un chilo di pasta. E se nel 2012, come rende noto il Codacons, il costo della vita aumenterà di 1.059 euro per una famiglia media italiana, le previsioni sono tutt’altro che rosse: “Bisogna evitare il rischio reale che le famiglie italiane per far fronte ai rincari energetici – sottolinea Coldiretti – siano costrette a risparmiare con l’acquisto di cibo a basso prezzo, a cui può corrispondere anche bassa qualità e rischi per la salute”.

L’inflazione sale al 3,1%, a settembre +0,1% dei prezzi al consumo

I prezzi degli alimentari in aumento dello 0,3%, quelli dei trasporti del 6,7%, senza dimenticare l’incremento del 5,5% previsto per le bollette del gas. L’aumento dell’aliquota Iva introdotto dall’ultima finanziaria comincia a farsi sentire.

I dati provvisori sull’inflazione resi noti dall‘Istat rivelano per il mese di settembre un aumento dell‘indice dei prezzi al consumo dello 0,1% rispetto al mese di agosto, e del 3,1% rispetto al medesimo dato del 2010.

A registrare un maggiore incremento nel mese di settembre 2011 i prezzi dei servizi ricettivi e della ristorazione, con un +1,2%, l’istruzione con un +1%, l’abbigliamento e le calzature con un +0,8 %. Per quanto riguarda il genere alimentari lo zucchero e il caffè sono saliti rispettivamente dell’1,2% e e dell’1%. In aumento il settore della gioielleria (+9,5%), sulla scia della crescita del valore dell’oro, e il mercato delle automobili (+0,4%).

Non sono previsti aumenti per l‘energia elettrica, mentre per il gas, al contrario, è previsto un incremento pari al 5,5%, ovvero 61 euro in più all’anno in bolletta per una famiglia tipo.

Ampliando lo sguardo all’Eurozona, si scopre come l’inflazione sia in crescita anche per gli altri Paesi della UE, dove il tasso annuale è passato al +2,5% di agosto al + 3% di settembre.

A preoccupare è poi l’allarme sull’arrotondamento dei prezzi lanciato dalle associazioni di categoria Adusbef, Adiconsum, Codacons, Federconsumatori. Confcommercio ha però subito precisato: ‘la tempistica delle rilevazioni dei prezzi non ha consentito di incorporare l’aumento dell’aliquota Iva. In più l’aumento dello 0,1% congiunturale resta uno degli incrementi più contenuti dalla fine del 2010, gran parte degli aumenti rilevati sono dovuti a fattori stagionali e al rinnovo dei listini‘.

Alessia Casiraghi