Niente crisi per gli amministratori di condominio

Non sembra esserci crisi per gli amministratori di immobili, tanto che Giuseppe Bica, presidente di Anammi, Associazione nazional-europea della caregoria, ha dichiarato: “Nel biennio 2015-2017 il 30% dei nuovi iscritti è composto da chi cerca in questo settore una nuova strada professionale. Questa professione rappresenta un’alternativa valida per chi ha perso il lavoro. L’amministrazione condominiale piace sempre di più e continua a offrire spazi lavorativi anche a chi opera da tempo nel settore. Sulla base di un’indagine tra i nostri 13mila soci abbiamo avuto la conferma che, nonostante la crisi, gli amministratori di condominio possono contare su un mercato professionale interessante, con notevoli opportunità lavorative”.

Il fatto che l’85% degli italiani abita in un condominio ovviamente incide e implica che la materia condominiale sia all’ordine del giorno e considerata importante. La figura del professionista nel settore, dunque, diventa fondamentale, soprattutto dopo la riforma del 2012, che ha conferito all’amministratore un ruolo sempre più professionale.
Per aiutare i condomini ci vuole un professionista che sia sempre aggiornato sulle nuove norme, e infatti Anammi prevede, per i suoi amministratori, una continua formazione.
E proprio questa necessità ha contribuito a far si che quella dell’amministratore di condominio diventasse un lavoro a tempo pieno.

Prosegue Bica: “La materia condominiale è estremamente complessa: per questo motivo, occorrono capacità manageriali e competenze tipiche del lavoratore autonomo. Inoltre, la giurisprudenza relativa al condominio è in continuo divenire e, soprattutto, non è univoca su casi analoghi. Ecco perché il ruolo di mediazione dell’amministratore è ormai imprescindibile”.

Le mansioni assegnate agli amministratori sono sempre più numerose e particolari, tanto che ormai sono diventati punti di riferimento per tutto ciò che riguarda gli immobili da loro amministrati.
Ciò sta anche a significare che l’amministratore di condominio rappresenta uno sbocco professionale che prima non c’era e che potrebbe essere una buona opportunità per chi è rimasto fuori dal mercato del lavoro: “Nel biennio 2015-2017 il 30% dei nuovi iscritti all’associazione ha scelto questo percorso lavorativo come risposta alla perdita del lavoro o al rischio di precarietà”.

Vera MORETTI

ANAMMI approva la riforma per gli amministratori di condominio

Amministratori “fai da te” addio: una legge da poco approvata ha stabilito che non è più possibile improvvisarsi amministratori di condominio e che, al contrario, per ricoprire questo incarico è necessaria una adeguata formazione.

Giuseppe Bica, presidente di ANAMMI, l’associazione amministratori di immobili, ha voluto esprimere la sua soddisfazione in proposito, ricordando anche l’esistenza di una normativa sulle qualifiche professionali nell’Unione Europea, che fornisce indicazioni sugli enti formatori abilitati a preparare alla professione e ad aggiornare il futuro professionista.

Si tratta di un provvedimento volto ad indicare i criteri con i quali accreditare le associazioni più rappresentative nell’ambito delle professioni non regolamentate, compresi gli stessi amministratori: la formazione continua, la presenza sul territorio e l’adozione di un codice deontologico, sulla base del quale monitorare i comportamenti degli iscritti.

Bica ha affermato: “Sulla base di questi riferimenti normativi la formazione dei professionisti condominiali spetta alle associazioni come la nostra, che, in ambito istituzionale, hanno avuto un riconoscimento ufficiale. L’amministratore deve possedere competenze diverse per far fronte ad obblighi e adempimenti differenti, accresciuti dalla stessa riforma. Non a caso, in Associazione spieghiamo ai corsisti che il professionista del condominio deve essere un po’ avvocato, un po’ ingegnere, un po’ fiscalista”.

Alla luce della riforma appena approvata, la formazione sarà integrata dai cambiamenti da essa contemplati, e che interesserà non solo i “nuovi” amministratori, ma anche quelli già operanti sul mercato.

Vera MORETTI

Condominio: ANAMMI e le priorità della riforma

Valorizzare la figura dell’amministratore condominiale identificando una serie di precisi requisiti professionali. E’ questa la priorità indicata dall’ANAMMI, l’Associazione Nazional-europea degli AMMinistratori d’Immobili, sulla riforma del condominio, durante l’audizione di stamani presso la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

Il testo di riforma ora in discussione a Montecitorio si limita, infatti, a imporre l’obbligo di iscrizione ad un apposito Registro istituito presso le Camere di Commercio, senza precisare competenze e titoli di idoneità per l’esercizio della professione. “Ciò non è di per sé garanzia di tutela dell’utenza – ha dichiarato Giuseppe Bica, presidente dell’ANAMMI – poiché prescinde dal possesso di qualsiasi requisito di professionalità. Stupisce, inoltre, che in un momento in cui si promuove una generale liberalizzazione delle professioni autonome, con l’amministrazione di immobili si scelga ben altro genere di impostazione”.

L’Associazione ha poi sottolineato come il disegno di legge rappresenti un arretramento rispetto a quanto già avviene in ambito associativo. La stessa A.N.AMM.I richiede agli aspiranti amministratori il possesso di un diploma di scuola superiore, il casellario giudiziale nullo e l’idoneità tecnico-professionale conseguita frequentando con profitto i corsi professionali per amministratori, gestiti dalla stessa ANAMMI. “Se si ritiene davvero indispensabile l’istituzione di un Registro presso la Camera di Commercio – ha osservato il presidente Bica – sarebbe opportuno puntare sugli stessi requisiti da tempo imposti all’interno delle organizzazioni di categoria, e delegare il “nulla osta” per l’iscrizione al Registro della Camera di Commercio alle associazioni più rappresentative a livello nazionale, già accreditate presso il Ministero della Giustizia”.

L’ANAMMI ha inoltre criticato anche la prestazione di idonea garanzia per le responsabilità e gli obblighi derivanti dall’incarico, che il testo di riforma dovrebbe imporre a carico dell’amministratore, su richiesta dei condomini per ogni singolo immobile amministrato. Tale garanzia, afferma il disegno di legge, non deve essere inferiore agli oneri prevedibili della gestione annuale: una somma ragguardevole, se si pensa che il bilancio preventivo di un condominio, in media, si aggira tra i 50mila e gli 80mila euro. “Ciò comporterebbe una garanzia ad hoc per ogni condominio, con un notevole aggravio di costi per l’amministratore – ha spiegato il leader degli amministratori condominiali – che, giocoforza, finirà col ricadere tutto sul condominio. Non è infatti possibile ridistribuire le spese, perché la garanzia riguarderebbe ogni singola struttura condominiale”. Insomma, a potersi permettere questo genere di prestazione saranno in pochi. “Con un mercato ristretto ad un numero esiguo di professionisti – ha aggiunto il numero uno dell’ANAMMI – il compenso dell’amministratore, finora deciso dal libero mercato, schizzerà verso l’alto”.

La categoria, ha concluso il presidente Bica, “non intende sottrarsi alle proprie responsabilità. Semmai, sulla base della nostra esperienza, proponiamo di stabilire l’obbligo della garanzia non più in capo al singolo professionista, ma all’associazione di appartenenza”. L’ANAMMI, infatti, già oggi fornisce gratuitamente ai suoi associati una polizza di responsabilità civile professionale, con l’obiettivo di non lasciare tale garanzia a discrezione del singolo.

Grafologi, interpreti ed amministratori di condominio diventano associazioni rappresentative a livello nazionale

Sono sei le associazioni facenti parte del Coordinamento libere associazioni professionali (Colap), che sono state iscritte nell’elenco delle associazioni rappresentative a livello nazionale delle professioni non regolamentate, previsto dal decreto 206/2007. Le associazioni che rientreranno nelle liste delle associazioni rappresentative sono AgiI e Agp (grafologi), AnitiI e Assointerpreti (interpreti), Anaci e Anammi (amministratori di condominio). Come sottolinea il Colap, per la prima volta nella storia delle professioni italiane, le associazioni professionali non regolamentate trovano una forte legittimazione all’interno di una legge dello stato, con l’iscrizione in un registro ministeriale.