Apprendistato, via all’accordo anche nell’industria calzaturiera

Un poco alla volta i vari settori produttivi stanno mandando a regime e in vigore il Decreto Legislativo del 14 settembre 2011, n. 167, il cosiddetto Testo Unico dell’Apprendistato, che contiene le norme modificative rispetto alla normativa precedente con ricaduta sulla disciplina contrattuale in materia. Dal 26 aprile tale accordo è entrato in vigore anche nell’industria calzaturiera, grazie al documento siglato dall’ANCI unitamente alle sigle sindacali FEMCA CISL, FILCTEM CGIL, UILTA UIL, e ha consentito alle parti di recepire le disposizioni del Testo Unico nel nuovo Accordo Nazionale dell’Industria Calzaturiera sull’Apprendistato.

L’Accordo applica le disposizioni del Testo Unico dell’Apprendistato e adegua le norme previste per l’apprendistato dal CCNL del 14 giugno 2010 al fine di dare piena e immediata operatività al decreto legislativo 167/2011. Inoltre, il documento disciplina i rapporti di apprendistato instaurati da tale data; i rapporti già esistenti continueranno ad essere disciplinati con le vecchie norme sino alla scadenza del periodo di apprendistato.

Un passo importante per un settore vitale della nostra economia, dove le piccole imprese la fanno da padrone.

E’ il canone Rai la tassa più odiata dagli italiani

Gli italiani e le tasse. A poche ore dall’approvazione della manovra finanziaria da parte della Camera, incentrata su nuove entrate fiscali, prima fra tutte l’aumento dell’Iva al 21%, un sondaggio dell’Ifel, il centro studi dell’Anci, ha stilato la classifica delle tasse più odiate dagli italiani.

Al primo posto troviamo il canone Rai, tassa osteggiata dal 45,5% degli intervistati, seguita dal Bollo Auto che si aggiudicata il 14,2% di insofferenze da parte degli italiani. Al terzo posto si classifica la tanto discussa imposta sul valore aggiunto, l’Iva, con un 9,1%.

Le tasse non sono uguali per tutti, è il caso di dire. Un dato però accomuna tutti i contribuenti italiani: il 70% considera l’evasione fiscale un cancro che divora il nostro Paese, anche se l’80,3% lo ritiene frutto del nostro sistema fiscale squilibrato. Da Nord a Sud l’evasione fiscale è considerata la vera mela marcia del nostro sistema, anche se è nel nord est produttivo e insofferente alla burocrazia, si registrano le percentuali più elevate: il 68,8% contro il 29,3% di Siciliani e Sardi, che vedono le tasse come un’imposizione vessatoria.

Assolta invece l’Ici, l’imposta comunale sugli immobili. Nel 2006, alla vigilia delle elezioni politiche, fu proprio Berlusconi a lanciare la sfida a Prodi con la proposta di abolizione dell‘Ici sulla prima casa. Col senno di poi, i dati raccolti dall’Ifel evidenziano invece che l’insofferenza degli italiani verso l’imposta comunale sugli immobili è solo del 6,5%.

Un altro dato sorprendente riguarda la fiducia che il 26,8% degli intervistati ripone nel Comune, considerato l’ente con la miglior efficienza di spesa dei soldi pubblici, quasi il doppio rispetto alla Regione, che raccogli solo il 14,6% dell’approvazione da parte degli italiani, e al terzo posto l’ Unione Europea , con il 6,7%.

Largo al Federalismo Municipale quindi? I dati non lo confermano così nettamente: il federalismo fiscale si colloca infatti solo al quinto posto con il 14,5% nella classifica delle riforme strutturali necessarie secondo il cittadino italiano. Più urgenti appaiono infatti per gli intervistati la riforma del mercato del lavoro, con il 43,9%, quella del sistema fiscale, con il 42,7% e la ridistribuzione dei costi della politica 35,7%. Peccato però, che la finanziaria appena approvata dal parlamento non abbia nemmeno sfiorato le tre questioni.

A.C.

Mercato calzaturiero si rialza e si prepara ad uscire dalla crisi

L’ANCI, l’Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani ha presentato l’analisi del quadriennio da giugno 2007 ad oggi)per il settore calzaturiero evidenziando un superamento del periodo di crisi molto spedito.

Il presidente Vito Artioli ha commentato: “l’intero settore è stato colpito pesantemente. L’industria calzaturiera italiana in un solo anno, nel corso del 2009, ha perso oltre il 12% in termini di produzione e il 16% in termini di fatturato export; Consola poco sapere che abbia retto l’urto molto meglio di tanti altri comparti. Penso al tessile, alle altre componenti della filiera pelle o, soprattutto, ai beni di investimento, come i macchinari industriali». Ha poi proseguito dicendo che «nonostante il sistema calzaturiero italiano in questi 17 mesi abbia perso circa il 5,9% delle aziende ed il 5,7% degli addetti, ha dimostrato ancora una volta di saper reagire e adattarsi alle mutazioni del quadro economico”.

I saldi negativi registrati nel numero di imprese attive a consuntivo 2009 e 2010 (rispettivamente ‐235 e ‐224 unità produttive) sono risultate inferiori in termini assoluti rispetto al dato 2005 (‐253) e ai marcati decrementi della seconda metà degli anni ’90 , periodo in cui sono state registrate 394 chiusure nel solo 1996, e 317 durante l’anno successivo. Inoltre, bisogna ricordare che nel 2010 sono stati persi solo 2.754 addetti, corrispondenti esattamente alla metà di quelli persi nel 2007 (‐5.475, pari al ‐5,8% in una sola annata).

Riassumendo i dati positivi: I volumi produttivi, dopo anni di continue erosioni hanno, infatti, invertito la rotta, tornando sopra 200 milioni di paia (202,5, +2,3%) per oltre 6,7 miliardi di euro (+4,4%). Anche le esportazioni sono cresciute, segnando incrementi del 13,7% in valore e del 15,2% in quantità rispetto al 2009. Il rientro rispetto ai livelli di fine 2008, ovvero all’inizio della crisi, si è sostanzialmente compiuto in termini di quantità con 221,4 milioni di paia, mentre in valore il gap è risultato ancora pari al 4,4%.

Como: Confartigianto Imprese sigla un accordo per facilitare le anticipazioni bancarie sulle fatture

A Como, Confartigianato Imprese ha messo a segno un colpo davvero importante per le piccole imprese artigiane comasche. Ha infatti annunciato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa che consentirà d’ora in poi alle imprese che ne facciano richiesta di vedersi riconoscere la certificazione dei crediti certi, liquidi ed esigibili ai fini della cessione o dell’anticipazione del credito stesso da parte degli istituti di credito coinvolti nell’operazione. È questo in sostanza il tema dell’intesa raggiunta, per contribuire a sostenere l’economia locale in un momento di forte crisi come l’attuale, tra la prefettura di Como, la Camera di Commercio, la provincia, l’Anci, le associazioni di categoria interessate e le banche del territorio. Le banche, dal canto loro, si impegneranno ad applicare alle operazioni rientranti nel Protocollo condizioni di particolare favore e, soprattutto, a considerare l’anticipazione extra fido. Come si sa le amministrazione provinciali e i comuni con popolazione superiore a 5.000 abitanti, devono concorrere alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica attraverso il rispetto delle disposizioni relative al Patto di Stabilità Interno. Le rigide regole imposte impediscono agli enti di pagare le spese di investimento a favore delle imprese che hanno svolto lavori per gli stessi Enti, anche se tali spese sono conseguenti a obbligazioni legittimamente assunte anche negli anni passati. Di qui l’intesa attraverso la quale, sulle basi delle varie disposizioni vigenti, e’ possibile garantire un intervento concreto a favore delle imprese.

fonte: ANSA