Concorso 791 funzionari ministero della Giustizia 2023. Requisiti e profili

C’è tempo fino al 13 febbraio 2023 per presentare la propria candidatura per il concorso presso il Ministero della Giustizia nel ruolo di 791 funzionari del ministero della Giustizia. Ecco i ruoli disponibili e i requisiti per poter accedere alle varie figure professionali.

Bando concorso 791 funzionari ministero della Giustizia: requisiti professionali

Il Ministero della Giustizia ha pubblicato il bando di concorso per 791 funzionari, i ruoli disponibili sono diversi, in particolare:

  • 360 funzionari della professionalità pedagogica (Codice 01) da assegnare al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità con laurea in:

L-19 Scienze dell’educazione e della formazione o titolo equiparato secondo la normativa vigente

LM-50 Programmazione e gestione dei servizi educativi

LM-57 Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua;

LM-85 Scienze pedagogiche;

LM-85 Scienze pedagogiche;

titoli equiparati.

  • 413 funzionari della professionalità di servizio sociale (Codice 02) da assegnare al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità con laurea:

L-39 Servizio sociale o titolo equiparato secondo la normativa vigente

diploma universitario in servizio sociale con abilitazione all’esercizio della professione di assistente sociale e iscrizione all’albo professionale degli assistenti sociali;

LM-87 Servizio sociale e politiche sociali o titoli equiparati a cui si aggiunge l’abilitazione all’esercizio della professione di assistente sociale e iscrizione all’albo professionale degli assistenti sociali.

  • 18 conservatori (Codice 03) da assegnare all’Ufficio centrale archivi notarili con laurea:

LMG/01 Giurisprudenza, 22/S Giurisprudenza o diploma di laurea in Giurisprudenza

Requisiti per l’accesso al concorso

Quelli ora elencati sono i requisiti professionali richiesti per poter accedere al concorso per 791 funzionari presso il Ministero della Giustizia, naturalmente ci sono poi i requisiti generalmente richiesti in tutti i concorsi pubblici, quindi:

  • aver compiuto 18 anni di età;
  • cittadinanza italiana;
  • idoneità fisica allo svolgimento delle mansioni;
  • godimento dei diritti civili e politici;
  • qualità morali e di condotta ( non aver riportato condanne);
  • non essere stati destituiti o dispensati dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento, ovvero non essere stati dichiarati decaduti o licenziati da un impiego statale

Come partecipare al concorso per 791 funzionari Ministero della Giustizia

Come per tutti i concorsi pubblici, anche 791 funzionari presso il ministero della Giustizia è possibile presentare la domanda esclusivamente online, registrandosi con l’uso della propria identità digitale, quindi Cie, Spid, Cns. È inoltre necessario indicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata. L’iscrizione deve essere effettuata sul sito www.inpa.gov.it. Per completare l’iscrizione è necessario versare la quota di partecipazione di 10 euro. La procedura sarà gestita da Ripam.

Le prove per il concorso 791 funzionari ministero della Giustizia

Il concorso prevede:

  • una prova scritta distinta in base al profilo prescelto da svolgere con uso di piattaforme digitali e strumenti informatici, potrà essere svolta in sedi decentrate;
  • una prova orale distinta in base al codice concorso da svolgere anche in video-conferenza
  • valutazione dei titoli.

La prima prova sarà composta da 25 domande aventi ad oggetto le materie specifiche del profilo prescelte, 7 quesiti situazionali, 8 quesiti volti a verificare capacità logico-deduttiva e di ragionamento critico-verbale. La prova si riterrà superata al raggiungimento di un punteggio di 21/30. Solo con il superamento di questa prima prova si potrà accedere all’orale.

Per le informazioni dettagliate è possibile scaricare il bando completo sul sito www.inpa.gov.it

Se sei alla ricerca di un lavoro, leggi anche: Le aziende cercano oltre un milione di lavoratori in questi settori

Ricordiamo inoltre che a breve dovrebbe essere pubblicato il bando per il concorso Agenzia delle Entrate.

 

 

 

Quanto guadagna un assistente sociale

Andiamo a vedere, in questa rapida ma scrupolosa guida, come funziona fare l’ assistente sociale e quanto può guadagnare nel 2022.

Assistente sociale: di che lavoro si tratta

Lo svolgere il lavoro di assistente sociale non è semplice, trattandosi di un impiego a sostegno della collettività che si occupa dei più bisognosi.

Attualmente, però nel mondo del lavoro, sta diventando una figura professionale piuttosto ricercata. Ma, sostanzialmente, cosa fa e quanto guadagna un assistente sociale?

Di norma, possiamo dire che le sue mansioni sono finalizzate a prevenire e risolvere situazioni di disagio sociale.

Tra i suoi compiti ha quello di seguire le pratiche per l’adozione, l’affido e il pre-affido, sostenere le famiglie che si trovano in stato di difficoltà, ed occuparsi di soggetti con problematiche di salute mentale e di tossicodipendenza, od anche di minori a rischio, oltre che occuparsi dell’inserimento degli immigrati.

Come diventare assistenti sociali

Ma fare l’assistente sociale è un lavoro che può svolgere chiunque o occorrono requisiti specifici?

Occorre sapere che per poter diventare assistente sociale è obbligatorio essere in possesso di una laurea triennale appartenente alla classe L 39 Servizio sociale. Nel percorso di laurea, sono previsti dei periodi di tirocinio per iniziare a fare confidenza con la professione e acquisire esperienza sul campo.

Una volta finiti gli studi universitari, è previsto un esame di abilitazione professionale, il quale consente l’iscrizione all’albo professionale.

Dunque, per poter essere assistente sociale specialista occorre conseguire una laurea magistrale in Servizio sociale e politiche sociali. Pure in questo caso, occorre in seguito superare l’esame di abilitazione prima di potersi iscrivere all’albo professionale.

Quanto guadagna un assistente sociale

Veniamo, dunque al nocciolo della questione, ovvero il guadagno per questa professione.

Possiamo dire che per rispondere a questa domanda è importante il tipo di posizione che si ricopre ed anche i livelli raggiunti.

Ad ogni modo, si tratta di un lavoro non sempre semplice, che richiede una forte dose di motivazione e di consapevolezza. A volte, infatti, dall’attività dell’assistente sociale può dipendere il destino di intere famiglie e bisogna essere pronti ad affrontare anche le situazioni più delicate.

Tuttavia, per tracciare un quadro sul guadagno diciamo che si va da un minimo di 850 euro netti mensili fino ad arrivare ad un massimo di circa 2.000 euro.

In Italia, lo stipendio medio di un assistente sociale è di circa 1.350 euro netti al mese, ovvero circa 24.300 euro lordi all’anno. Quello che può fare la differenza è, come detto l’esperienza raggiunta, tanto è che un assistente sociale che non abbia almeno tre anni di esperienza lavorativa alle spalle arriva a guadagnare circa 900 euro al mese, mentre nella fascia intermedia della carriera, cioè con un’esperienza compresa tra i quattro e i nove anni, percepisce uno stipendio intorno ai 1.200 euro netti al mese.

Cos’altro c’è da sapere

Ad ogni modo, vanno considerate alcune variabili

Infatti, nello stipendio di un assistente sociale incidono oltre all’esperienza lavorativa le seguenti cose:

  • la tipologia di lavoro svolto. A tal proposito, possiamo dividere tre tipologie differenti – la prima, relativa al servizio sociale organizzativo; la seconda, inerente alle relazioni pubbliche sociali; la terza, inerente all’intervento psicosociale;
  • le fasce di età dei soggetti con i quali lavora (minori, anziani o persone di qualsiasi età);
  • l’ambito di riferimento: vale a dire, per porre un esempio, quello delle adozioni piuttosto che delle dipendenze o della tutela dei minori.

Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito alle modalità, alle funzioni per svolgere il ruolo di assistente sociale ed ai possibili guadagni del mestiere.

Il Cup chiede l’applicazione dell’equo compenso

Il Comitato unitario delle professioni ha voluto, tramite la pubblicazione di una nota, manifestare il suo appoggio nei confronti del Consiglio nazionale degli assistenti sociali e ribadire la necessità di equo compenso per tutti i professionisti.

Il bando del Comune di Piana degli Albanesi per la posizione di assistente sociale a titolo gratuito è solo l’ultima, in ordine di tempo, di tante iniziative simili di volontariato forzato che confermano la necessità di stabilire un equo compenso per i professionisti”.

Si tratta dunque di una battaglia che riguarda tutte le professioni, poiché si fa riferimento alla recente approvazione del disegno di legge sul lavoro autonomo, rispetto al quale il Cup ha reso nota “l’urgenza di introdurre una disposizione che conducesse alla definizione di corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti, nel rispetto dei principi di libera concorrenza e parità di trattamento”.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge sull’equo compenso nel settore delle prestazioni legali, ma ora questo provvedimento andrebbe allargato anche agli altri iscritti agli ordini.

La nota conclude così: “Il Cup auspica che si possa ritornare al tempo in cui la giusta remunerazione della prestazione professionale era considerata condizione per garantire la qualità, quantità ma soprattutto la dignità del lavoro dei professionisti annullando quei provvedimenti che, in nome del mercato e della logica della concorrenza, avevano eliminato ogni riferimento tariffario”.

Vera MORETTI