Cos’è il Civis, a cosa serve e come funziona il canale telematico dell’AdE

Civis è il canale telematico messo a disposizione dei contribuenti da parte dell’Agenzia delle Entrate, AdE. Comprende diverse funzionalità che hanno l’obiettivo di semplificare il rapporto tra l’amministrazione finanziaria e i contribuenti. Ecco come funziona, chi può accedere e modalità.

Cos’è il Civis e per quali pratiche si può utilizzare

Il servizio Civis è accessibile a chiunque abbia le credenziali per l’accesso ai servizi online dell’Agenzia delle Entrate e consente di compiere diverse operazioni:

  • il contribuente che riceve una comunicazione di irregolarità o un avviso telematico in seguito a controllo automatizzato, ad esempio su un modello pre-compilato con integrazioni, può chiedere attraverso il Civis assistenza fiscale;
  • si può chiedere assistenza in riferimento a una cartella di pagamento emessa in seguito a comunicazione di irregolarità;
  • attraverso Civis si può chiedere la modifica dei dati della delega di pagamento F24 al fine di correggere errori commessi durante la compilazione del modello;
  • chiedere assistenza sugli avvisi di liquidazione relativi ai contratti di locazione per le annualità successive alla prima;
  • inviare la documentazione richiesta dall’Agenzia delle Entrate;
  • inviare documentazione idonea a chiarire la propria posizione fiscale.

Come inviare una comunicazione al Civis?

Per inviare una comunicazione è necessario effettuare l’accesso tramite le proprie credenziali. Diventa quindi importante identificare l’atto in riferimento al quale si intende interagire, attraverso il Civis, con l’Agenzia delle Entrate. Questo avviene partendo dalla compilazione del Form.

In questo deve essere indicato il codice fiscale del contribuente, il codice fiscale dell’intermediario e il numero della comunicazione dell’Agenzia delle Entrate in riferimento al quale si vuole interloquire. Si tratta del codice presente in ogni atto e che lo identifica in modo univoco. A questo punto la piattaforma consente di aprire un menù a tendina dal quale scegliere la motivazione della comunicazione e quindi di inserire in apposito riquadro ulteriori informazioni, richieste che si vogliono fare all’Agenzia per chiarire la propria posizione. Infine, possono essere inseriti i dati per il contatto, l’Agenzia potrà utilizzarli per iniziare una collaborazione al fine di chiarire dubbi o comunque addivenire a una risoluzione.

Nella fase successiva l’Agenzia provvede ad affidare la pratica a un operatore che si occuperà della lavorazione della richiesta.

L’operatore durante la fase della lavorazione potrà anche chiedere al contribuente/intermediario ulteriore documentazione. In ogni momento l’istante potrà controllare lo stato della sua richiesta. Terminata la lavorazione, l’operatore ne registra l’esito. Nel caso in cui non sia possibile risolvere la pratica in modalità telematica, procede all’invio presso un ufficio locale, naturalmente dandone comunicazione all’istante/contribuente. La scelta dell’ufficio può anche essere concordata con l’utente.

L’obiettivo è evitare che il contribuente si rechi presso gli uffici per risolvere problematiche di semplice gestione, si evitano in questo modo anche le code presso gli uffici e si riesce a smaltire meglio il lavoro. Si tratta quindi di una delle modalità con cui l’Agenzia delle Entrate intende semplificare il rapporto con gli utenti e rendere l’amministrazione finanziaria efficiente e allo stesso tempo amica del contribuente evitando il più possibile il ricorso al contenzioso tributario che richiede lunghi tempi e spreco di risorse.

Assistenza Agenzia delle Entrate sulla fatturazione elettronica, come funziona e quali sono i contatti

Sul portale dell’Agenzia delle Entrate c’è un’apposita sezione dedicata alla fatturazione elettronica. Una sezione che non è solo di tipo informativo, ma anche operativa con accesso tramite credenziali. Dall’area ‘Fatture e corrispettivi‘, infatti, i titolari di partita IVA possono non solo preparare ed inviare le fatture elettroniche, ma le possono pure consultare ed archiviare.

Ma detto questo, in caso di problemi come si fa a chiedere assistenza al Fisco? Vediamo allora, proprio sull’assistenza Agenzia delle Entrate sulla fatturazione elettronica, come questa funziona ed anche quali sono tutti i contatti.

Come ricevere dal Fisco informazioni e chiarimenti sulla fatturazione elettronica

Nel dettaglio, su come ricevere dal Fisco informazioni e chiarimenti sulla fatturazione elettronica, prima di tutto c’è da dire che l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato sul proprio sito Internet un’apposita guida. Precisamente, in formato PDF, la guida dal titolo ‘La fattura elettronica e i servizi gratuiti dell’Agenzia delle Entrate‘ che è attualmente aggiornata alla data del 4 ottobre del 2018.

In più, oltre alla guida, che è scaricabile gratis in qualsiasi momento dal portale delle Entrate, il Fisco sempre online ha pubblicato sulla fatturazione elettronica pure le FAQ. Ovverosia, tutte le risposte alle domande più frequenti.

Quali sono i contatti del Fisco per le problematiche relative alla fatturazione elettronica

Nel caso in cui il titolare di partita IVA non dovesse trovare la risposta ai dubbi ed ai problemi nella guida, o nelle FAQ, l’Agenzia delle Entrate, inoltre, mette a disposizione, sempre attraverso il sito, due canali di assistenza dedicati.

Precisamente, il canale di assistenza su questioni di tipo tecnico-procedurale, ed il canale di assistenza su questioni di carattere fiscale. Nel dettaglio, per il canale di assistenza su questioni di tipo tecnico-procedurale si può inviare online una mail compilando l’apposito form online. Oppure si può chiamare il numero verde gratuito 800 299 940 che è attivo dal lunedi al venerdi dalle ore 8.00 alle ore 20.00. Ed il sabato dalle ore 8.00 e fino alle ore 14.00.

Per il canale di assistenza su questioni di carattere fiscale, invece, si può chiamare l’800.90.96.96 da telefono fisso e lo 0696668907 da cellulare. Mentre per le chiamate dall’estero c’è il numero +39 0696668933 con il servizio che è in lingua italiana. E con il costo delle chiamate che è in base al piano tariffario che è applicato dal proprio gestore.

Inoltre, c’è pure il numero 800.89.41.41 che, da telefono fisso, è invece riservato per le informazioni su rimborsi e sui controlli riguardanti i contribuenti non residenti, ed anche su assistenza sugli avvisi di accertamento parziale che, notificati ai proprietari di immobili affittati, fanno seguito a incongruità che il Fisco ha rilevato rispetto ai redditi dichiarati.

Come si costituisce un Caf e quali sono i soggetti che possono farlo

In Italia per costituire un Caf, ovverosia un Centro di Assistenza Fiscale, è necessaria un’apposita autorizzazione. Che poi porta il Caf ad essere iscritto in un apposito albo. Vediamo allora come si costituisce un Caf, e quali sono i soggetti che possono farlo.

Quali sono i soggetti che possono costituire un Caf

Riguardo ai soggetti che possono costituire un Caf, tra questi ci sono le associazioni e le organizzazioni sindacali nel rispetto di opportuni requisiti. Ma anche le associazioni di lavoratori promotrici di istituti di patronato ed i sostituti d’imposta sempre nel rispetto di opportuni requisiti.

Presentata la richiesta di costituzione di un Caf, e ottenuta l’autorizzazione per prestare l’attività di assistenza fiscale, ci sarà poi l’iscrizione nei relativi elenchi che sono due. Ovverosia, gli Albi dei Caf-dipendenti o dei Caf-imprese in accordo con quanto riporta il sito Internet dell’Agenzia delle Entrate.

Nel dettaglio, i sostituti d’imposta per costituirsi come Caf devono avere complessivamente almeno 50.000 dipendenti. Mentre, allo stesso modo, le associazioni di lavoratori promotrici di istituti di patronato per costituire un Caf devono avere complessivamente almeno 50.000 aderenti.

E lo stesso dicasi per le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti e pensionati, oppure organizzazioni territoriali da esse delegate. Anche in questo caso, infatti, possono costituirsi come Caf, chiedendo l’autorizzazione, solo se si contano almeno cinquantamila aderenti. Pure le associazioni sindacali di categoria fra imprenditori possono costituirsi come Caf, ma a patto che, presenti nel Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), siano istituite da almeno 10 anni.

Oppure l’associazione sindacale di categoria fra imprenditori, pur non essendo iscritta al Cnel, può costituirsi come Caf se, oltre ad essere istituita da almeno dieci anni, ha pure rilevanza nazionale riconosciuta con decreto del Ministero delle finanze. In più, possono costituirsi come Caf pure le organizzazioni aderenti alle associazioni sindacali di categoria fra imprenditori. E questo può avvenire su delega da parte della propria associazione nazionale.

Come e a chi presentare la domanda per la costituzione di un Caf

Le società di capitali, che sono state regolarmente costituite dalle associazioni sopra indicate, per ottenere l’autorizzazione alla costituzione del Caf devono presentare una domanda dettagliata alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate che è competente su base territoriale.

In particolare, nella domanda occorre indicare, tra l’altro, i dati identificativi di tutte le sedi operative e di tutti i responsabili dell’assistenza fiscale. Nonché i dati dei soci del Caf, dei componenti del CdA ed eventualmente pure i componenti del Collegio sindacale.

Sul sito Internet dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, c’è il servizio online ‘Dati Caf – Interrogazione‘. Un servizio grazie al quale i Caf possono consultare in qualsiasi momento i propri dati.

FiscoCenter, il franchising della consulenza fiscale

Sono molti i professionisti che si rivolgono ad uno studio di consulenza fiscale in franchising, non solo per risparmiare ma per avere la certezza di trovare personale qualificato.

Tra questi, c’è anche FiscoCenter, ora alla ricerca di nuovi franchisee da avviare a questa professione.

Gli affiliati, nel momento in cui decidono di aprire una propria attività affidandosi a questo marchio, ricevono supporto in tutte le fasi del progetto, ad esempio:

  • fasi di sviluppo di business plan finalizzate al successo dell’operazione
  • condivisioni di sistemi pubblicitari
  • consulenza fiscale
  • fasi di affiancamento formativo nello start up operativo

Per ricevere ulteriori informazioni, è possibile collegarsi al sito FiscoCenter.

Per chi presta assistenza fiscale, compensi con modelli 730


Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di lunedì 12 settembre del decreto ministeriale 14 giugno 2011, viene ufficializzata la rivalutazione degli importi riconosciuti ai Centri di assistenza fiscale, ai sostituti d’imposta e ai professionisti abilitati che forniscono assistenza ai contribuenti per l’elaborazione e la trasmissione delle dichiarazioni dei redditi presentate tramite modello 730.

Il compenso per ciascuna dichiarazione modello 730/2010 elaborata e trasmessa dai Centri di assistenza fiscale e dai professionisti abilitati passa quindi da 16,03 a 16,29 euro. Per i sostituti d’imposta che hanno raccolto ed elaborato lo scorso anno le dichiarazioni dei propri dipendenti, invece, il compenso è rivalutato da 12,82 a 13,03 euro.
Per le dichiarazioni presentate in forma congiunta il compenso è invece doppio.

Il parametro usato per l’adeguamento dei compensi è l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, calcolato dall’Istat, riferito al 2010. La variazione percentuale comunicata dall’Istituto di statistica per lo scorso anno risulta pari a + 1,6 per cento.

Le modalità per la corresponsione dei compensi dovuti ai Caf e professionisti sono stabilite dal decreto ministeriale de 29 marzo 2007. Scaduto il termine per la presentazione delle dichiarazioni, i soggetti interessati presentano al dipartimento Finanze la fattura relativa alle prestazioni effettuate.

L‘Agenzia delle Entrate, dopo aver controllato i modelli ricevuti, comunica al dipartimento Finanze del Mef il numero di dichiarazioni elaborate e trasmesse da ciascun soggetto che ha prestato l’assistenza fiscale. Il passo successivo è la liquidazione degli importi.
I sostituti d’imposta che hanno già ricevuto le somme spettanti per l’attività svolta nel 2010 possono recuperare la differenza riducendo i versamenti delle ritenute fiscali di settembre.

Marco Poggi

Dichiarazione dei redditi: obblighi tributari ed esoneri

L’Agenzia delle Entrate in previsione della data per i pagamenti del 730 o modello Unico ha ritenuto necessario precisare con la risoluzione n. 35 del 25 marzo scorso che, in presenza di soli redditi derivanti da terreni e o fabbricati, nel limite di 500 euro, va incluso anche il reddito da abitazione principale.  Per la verifica del rispetto del limite reddituale previsto nell’ipotesi considerata, il reddito derivante dall’abitazione principale e dalle sue pertinenze deve essere sempre incluso nei redditi dei fabbricati, poiché è a tutti gli effetti un reddito fondiario.

Al fine di porre un esempio citiamo quello riportato anche nella risoluzione: “Un contribuente  che possiede un terreno con reddito imponibile di 450 euro ed un immobile adibito ad abitazione principale con reddito imponibile pari a 800 euro. Il reddito complessivo così composto, pur essendo formato esclusivamente da redditi fondiari, ammonta a 1.250,00 euro, valore superiore al limite di 500 euro e, pertanto, non ricorrendo i presupposti dell’esonero, il contribuente è tenuto alla presentazione della dichiarazione. L’imposta dovuta sarà calcolata soltanto sul reddito del terreno, pari a 450 euro, in quanto per l’abitazione principale e sue pertinenze spetta una deduzione corrispondente all’ammontare del relativo reddito pari a 800 euro“.

A chi è meglio affidare la tenuta della contabilità una volta che ho avviato la mia impresa?

Quinta tappa del viaggio di Luigi P. nel mondo delle partite IVA. Luigi ora deve scegliere la figura professionale più idonea cui affidare la propria contabilità. Infoiva, grazie al contributo della dott.ssa Ippolita Pellegrini, gli spiega come fare.

Il commercialista è la figura più idonea e più preparata ad affrontare la vasta gamma delle esigenze amministrative, contabili e fiscali di un’attività di lavoro autonomo o d’impresa.

Oltre ai servizi relativi all’inizio di un’impresa, il commercialista dovrà tener conto dei servizi relativi alla tenuta della contabilità, agli adempimenti fiscali e ad altri servizi amministrativi.

Gli adempimenti fiscali riguardano sostanzialmente la liquidazione periodica dell’IVA, la comunicazione annuale iva, gli elenchi Intrastat, i versamenti Ici, l’elaborazione e trasmissione della dichiarazione IVA, della dichiarazione dei redditi, dei modelli relativi alle ritenute d’acconto.

La consulenza aziendale concerne la predisposizione del budget di programmazione aziendale, di simulazioni utili alla verifica delle prospettive aziendali e di studi di fattibilità economica.

I servizi vari amministrativi riguardano gli adempimenti verso la Camera di Commercio, l’assistenza negli adempimenti amministrativi ordinari, l’assistenza contrattuale, la consulenza su temi legali e fiscali che riguardano la propria attività.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

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