Risorse Umane, risorse per la crescita

Come sarà il prossimo anno sul fronte dell’occupazione in Italia e nel mondo? Al di là delle cifre e dei proclami che arrivano da fonti governative, chi ha maggiormente in polso della situazione in questo ambito sono i direttori delle Risorse Umane delle aziende, piccole o grandi che siano.

Secondo l’ultimo HR Barometer stilato da Michael Page, società di ricerca e selezione di personale specializzato a livello mondiale nell’ambito del middle e top management, nei prossimi mesi si verificherà una crescita delle assunzioni. Lo prevede il 35% degli HR leader italiani e circa la metà (48%) di quelli presenti in tutto il mondo. In aumento anche la rilevanza delle Risorse Umane – ormai viste come sempre più strategiche per il successo del business – e il budget dedicato alla divisione HR.

Nel primo semestre 2015 Michael Page ha infatti realizzato uno studio nell’ambito delle Risorse Umane a livello mondiale su 2.500 HR manager appartenenti a un gruppo rappresentativo di industrie, dalle Pmi ai marchi blue chip, in 65 Paesi. In Italia sono stati interpellati 133 manager e dirigenti.

Dall’indagine emerge una tendenza generale legata alla ripresa della corsa ai talenti e soprattutto dell’occupazione: il 35% degli HR leader italiani prevede nei prossimi dodici mesi un aumento della forza lavoro (48% secondo il report globale). In più, il 24% delle organizzazioni aziendali ha incrementato il budget dedicato alla divisione Risorse Umane.

Per quanto riguarda le priorità delle Risorse Umane, in Italia risultano ai primi posti la gestione del cambiamento e i progetti di trasformazione (38%), alla pari con la formazione e sviluppo, seguite con un distacco minimo dalla gestione delle performance (37%) e del talento (32%). Parametri come le relazioni con i dipendenti e l’acquisizione di talenti o recruitment hanno un peso pari rispettivamente del 32% e del 29%.

Al di sotto della media globale si trova invece l’employer branding (4%). Sia in Italia sia nel mondo la gestione delle diversità e l0integrazione sono considerate fondamentali solo dai responsabili Risorse Umane nel 4% delle aziende.

L’indagine di Michael Page ha inoltre analizzato le modalità sulle quali le Risorse Umane misurano il successo. Al primo posto, per l’Italia, con il 65% delle risposte si posizionano le performance dei dipendenti, seguite dalle competenze (58%) e dalle performance manageriali (39%). Il coinvolgimento del dipendente, che nel mondo ha una rilevanza superiore anche rispetto alle competenze e occupa il terzo posto in ordine di importanza con il 46%, ottiene in Italia il 31% delle scelte.

Una differenza ancora più sostanziale tra l’Italia e gli altri Paesi riguarda il turnover del personale: su dimensione globale è il secondo fattore più misurato per valutare le prestazioni dei dipendenti, in Italia è decisivo solo per il 17% dei leader nell’ambito Risorse Umane.

Ciò che accomuna la tendenza del ruolo HR tra Italia e resto del mondo è la crescita della sua influenza, sempre più strategica soprattutto per attrarre, assumere e trattenere talenti. Un aspetto che, in Italia, è rilevante per il 62% dei manager, ma a livello globale conta ben l’86%. Rimanendo nei confini nazionali, l’influenza delle Risorse Umane è importante per le relazioni con i dipendenti (87%), la formazione e sviluppo (85%), l’Hr policy (83%), la gestione delle performance (77%), retribuzioni e benefits (75%).

Infine, un dato importante per misurare il peso delle Risorse Umane in azienda: il 73% degli HR leader italiani nel senior management riporta direttamente alle figure apicali dell’azienda, Ceo, Cfo, presidente, direttore generale.

Assunzioni stabili nei prossimi tre mesi

I numeri che mensilmente Istat e ministero del Lavoro diffondono, relativi alla situazione dell’occupazione e delle assunzioni devono poi trovare un riscontro oggettivo anche nell’andamento del mercato del lavoro reale.

A scattare una fotografia di questo andamento è l’indagine trimestrale “Previsioni Manpower sull’Occupazione”, effettuata su un campione di 1001 datori di lavoro italiani, secondo la quale le prospettive di assunzioni per i prossimi tre mesi resteranno relativamente stabili rispetto a quelle del trimestre precedente.

La previsione netta sull’occupazione si attesta ad un -4%, lo stesso valore registrato nel terzo trimestre del 2015 (luglio-settembre). Le aree geografiche più forti saranno quelle del Nord-Est e del Sud/Isole dove i datori di lavoro riferiscono intenzioni di assunzioni migliori rispetto alle altre aree geografiche. Analizzando invece i settori produttivi, migliora quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio, frena quello alberghiero e della ristorazione.

Analizzando la composizione delle offerte di lavoro e le prospettive di eventuali assunzioni per settore, si scopre che i profili più ricercati da ManpowerGroup per i prossimi tre mesi interesseranno l’area della vendita (Sales engineer, Agente di Commercio) e della progettazione (Progettista meccanico e Architetto), mentre continuano a essere ricercate anche figure manageriali come quelle del Project manager e del Project engineer.

Dal confronto tra settori operato dall’indagine Manpower emerge che i datori di lavoro prevedono che nel periodo ottobre-dicembre il numero dei dipendenti calerà in 8 dei 10 settori industriali. Le prospettive di assunzioni più deboli sono relative al settore minerario ed estrattivo, per il quale la previsione netta sull’occupazione si attesta a -18%. Anche i datori di lavoro del settore pubblico e sociale riferiscono prospettive di assunzioni negative, con una previsione pari a -11%, mentre per il settore delle costruzioni la previsione è di -10%.

I datori di lavoro del settore ristoranti e alberghi prevedono un mercato del lavoro fermo, con una previsione pari allo 0% e il settore commercio all’ingrosso e al dettaglio a +1%. Rispetto al trimestre precedente, i datori di lavoro riferiscono prospettive di assunzione migliori in sei comparti industriali su 10. Rispetto all’anno scorso, invece i piani di assunzioni migliorano in 5 dei 10 settori industriali.

Se invece si guarda alle dimensioni aziendali, nel periodo ottobre-dicembre i datori di lavoro di 3 categorie su 4 relative alle dimensioni delle aziende prevedono un calo del numero di dipendenti. Si prevede che i mercati del lavoro più deboli riguarderanno le microaziende (con meno di 10 dipendenti) e le piccole aziende (tra i 10 e i 49 dipendenti), con previsioni nette sull’occupazione pari, rispettivamente, a -7% e -6%.

La previsione di assunzioni per i datori di lavoro delle grandi aziende (dai 250 dipendenti in su) si attesta a -3%. I datori di lavoro delle medie aziende (50-249 dipendenti) restano cauti in merito alle prospettive di assunzione, con una previsione di +1%.

Programma AMVA, disponibili contributi a fondo perduto

Ancora non si sono chiuse le possibilità di accedere al Programma AMVA promosso da Italia Lavoro Spa, che concede contributi per assunzioni effettuate dalle imprese.

Il Programma AMVA è infatti finalizzato ad incentivare l’utilizzo del contratto di apprendistato sull’intero territorio nazionale, tramite la concessione di contributi alle imprese, per la stipula di:

• contratti di apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale di giovani fino al 25esimo anno di età;
• contratti di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere di giovani fino al 29esimo anno di età.

Ai datori di lavoro privati che assumono giovani con contratti di apprendistato, vengono riconosciuti:

• un contributo di 5mila e 500 euro a fondo perduto per ogni soggetto assunto con contratto di apprendistato per la qualifica professionale a tempo pieno;
• un contributo di 4mila e 700 euro per ogni soggetto assunto con contratto di apprendistato professionalizzante o contratto di mestiere a tempo pieno.

I lavoratori assunti devono rispondere a determinati requisiti:

• non aver avuto rapporti di lavoro dipendente o assimilato negli ultimi 12 mesi con il soggetto beneficiario la cui cessazione sia stata determinata da cause diverse dalla scadenza naturale dei contratti.
• appartenere anche a una delle seguenti categorie di lavoratori svantaggiati:
– Persone che non hanno un impiego regolarmente retribuito da almeno 6 mesi;
– Persone disoccupate prive di titolo di studio di scuola media superiore;
– Persone disoccupate che vivono sole con una persona a carico.

A partire dal 1° settembre 2012 è possibile accedere ai contributi AMVA anche per gli Studi Professionali.

La domanda di contributo può essere presentata unicamente online, fino al 31 dicembre 2012, salvo il caso di esaurimento delle risorse disponibili.

Turismo, sanità e sociale: assunzioni in aumento nonostante la crisi

Ci sono alcune professioni che, in termini di assunzioni, fanno registrare una crescita significativa nonostante il momento di crisi. Si tratta di cuochi, camerieri, segretarie, addetti alla pulizia e alle persone, operai specializzati nell’edilizia, addetti all’accoglienza, conduttori di impianti industriali, addetti alla sanità e al sociale.

Alla realizzazione di questo ”borsino” delle professioni in tempo di crisi ha pensato la Cgia di Mestre che ha elaborato i dati presentati qualche giorno fa dall’Unioncamere – Ministero del lavoro, Sistema Informativo Excelsior. I dati si riferiscono alle previsioni di assunzione previste dagli imprenditori italiani nella periodica indagine campione realizzata dall’Unioncamere. Il risultato finale è stato ottenuto mettendo a confronto i dati emersi nel terzo trimestre 2012 e quelli relativi allo stesso periodo dell’anno precedente.

”Sono professioni -commenta il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi– legate, in particolar modo, alle attività che caratterizzano la nostra economia: come il turismo/ristorazione, i settori del made in Italy, la sanita’ ed il sociale. Mestieri non sempre di altissima specializzazione, ma indispensabili per mantenere in piedi i settori che stanno dando un contributo importante alla tenuta economica e occupazionale del nostro Paese”.

Complessivamente queste professioni dovrebbero garantire 20.000 posti di lavoro in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.  Dall’analisi della Cgia sono state elencate anche le professioni che, purtroppo, rischiano di registrare un preoccupante segno negativo. Specialisti in scienze economiche, operai specializzati nell’industria, operai metalmeccanici, personale non qualificato nell’industria e nella logistica, facchini, commessi nei negozi e altro personale occupato nella grande distribuzione e negli esercizi all’ingrosso sono i più a rischio disoccupazione. Secondo l’elaborazione della CGIA, questi mestieri potrebbero perdere, sempre in quest’ultimo anno di crisi, quasi 22.000 unità.

”Sono professioni -conclude Bortolussi- legate alle attività manifatturiere e a quelle commerciali che, da un lato, hanno risentito degli effetti dirompenti portati dalla concorrenza dei paesi emergenti, dall’altro, del forte calo dei consumi che ha caratterizzato il comportamento delle famiglie italiane”.

Assunzioni in calo nel terzo trimestre, cresce la richiesta nell’alimentare e fra gli insegnanti

Se la crisi continua a “mordere” il mercato del lavoro, ad alcune professioni i mesi estivi potrebbero portare un incremento delle opportunità di assunzione. Parliamo degli specialisti della formazione e della ricerca, degli operai specializzati e conduttori di impianti nell’industria alimentare, dei tecnici della sanità e dei servizi sociali. Per effetto della stagionalità o per specifici processi di riorganizzazione in atto nelle imprese, la richiesta di questi profili professionali risulta infatti in sensibile aumento rispetto al trimestre precedente, consentendo loro di scalare diversi gradini di una ipotetica graduatoria delle professioni più richieste dal sistema imprenditoriale per i mesi di luglio-settembre. In termini assoluti, tuttavia, Cuochi, camerieri e le altre professioni dei servizi turistici risultano ancora una volta i più ricercati, sebbene anche per queste professioni si profili un rallentamento della domanda rispetto al II trimestre 2012, verosimilmente spiegabile con l’inizio della stagione turistica nel trimestre precedente, quando viene di conseguenza effettuata gran parte delle assunzioni.

 

La fotografia scattata dalla consueta indagine trimestrale del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, delinea comunque un’ulteriore riduzione delle assunzioni previste per il III trimestre dell’anno: 159mila i posti di lavoro messi a disposizione dalle imprese (3.800 in meno dell’analogo trimestre 2011 e 69mila in meno rispetto al II trimestre 2012), di cui 88mila non stagionali e quasi 71mila stagionali, con un saldo negativo tra entrate e uscite complessivamente previste pari a 50.130 dipendenti.

 

Le professioni più richieste

La forte contrazione delle assunzioni previste tra il 2° e il 3° trimestre dell’anno non determina un identico andamento in tutte le professioni; queste dipendono infatti, in via prioritaria, da tre aspetti: la composizione settoriale delle assunzioni totali (l’industria, ad esempio, assume strutturalmente un maggior numero di figure operaie rispetto ai servizi), il carattere di stagionalità o meno delle assunzioni (quelle stagionali riguardando soprattutto figure legate all’attività turistica e alle lavorazioni alimentari) e le specifiche esigenze delle imprese, dettate, ad esempio, dai processi di riorganizzazione, innovazione, o, più di frequente, dal potenziamento di specifiche attività o aree aziendali. E’ quest’ultimo con ogni probabilità il motivo dell’incremento delle assunzioni previste per le professioni della formazione e della ricerca (5.600 le entrate complessivamente previste per docenti dei diversi ordini di scuole e per specialisti della formazione e della ricerca, cui si aggiungono 900 insegnanti della formazione professionale), il cui aumento è dovuto alla ripresa autunnale delle attività scolastiche e formative. Vi sono poi le professioni operaie dell’industria alimentare, anche queste fortemente legate alla stagionalità (oltre 7mila le entrate previste nel trimestre estivo), nonché i tecnici della sanità e dei servizi sociali (che, con più di 3.500 assunzioni previste, salgono di 8 posizioni nella classifica delle professioni più richieste).

Un secondo gruppo di professioni presenta, al contrario, variazioni congiunturali negative delle assunzioni, ma in misura inferiore alla media, cosicché la loro quota sul totale risulta in aumento. Le più importanti tra esse, per numero di assunzioni, sono le professioni dei commessi e altro personale qualificato di negozi ed esercizi all’ingrosso (oltre 10mila le entrate nel loro complesso), il personale di segreteria e dei servizi generali (oltre 7.700 assunzioni), gli operatori dell’assistenza sociale (domiciliare o in istituzioni, circa 5mila) e i commessi e altro personale qualificato della grande distribuzione (circa 5mila).

Altre professioni, infine, presentano riduzioni più accentuate della media, o per la stagionalità negativa, o per ragioni di natura economica; di queste si riduce quindi anche la quota sul totale delle assunzioni. Tra esse, per citare le più numerose, sono compresi cuochi, camerieri e simili (cui comunque le imprese destinano oltre 37mila entrate previste tra luglio e settembre), il personale non qualificato dei servizi di pulizia e alla persona (16mila), gli addetti all’accoglienza, all’informazione e all’assistenza della clientela (quasi 6mila), i conduttori di mezzi di trasporto (circa 5mila), i tecnici informatici, in campo ingegneristico e della produzione (3.500), i tecnici amministrativi, finanziari e bancari (3.500).

Dal punto di vista dei “grandi gruppi”, le professioni più penalizzate, complessivamente, saranno quelle di livello intermedio (sia impiegatizie, sia qualificate del commercio e dei servizi) assieme a quelle non qualificate, con una riduzione media che si avvicina al 40% in entrambi i casi ed un numero complessivo di entrate, rispettivamente, pari a 79mila e a 23mila unità. Meno sfavorite saranno invece le professioni dirigenziali, tecniche, intellettuali e di alta specializzazione (quasi 24mila le entrate), con una riduzione nell’ordine del 20%, dimezzata quindi, per intensità, rispetto a quella che si prevede per le professioni di livello intermedio e per quelle non qualificate. Le uniche professioni in aumento, pari al +2,4%, sono quelle relative agli operai specializzati e conduttori di impianti, grazie a quasi 33mila assunzioni previste nel trimestre.

Tra queste ultime, si conferma elevata la domanda di operai specializzati nelle attività metalmeccaniche ed elettromeccaniche, sia all’interno dello stesso settore della meccatronica, sia in altri settori (circa 6.700 assunzioni programmate tra luglio e settembre). Tuttavia, Nel 26,3% dei casi (corrispondenti a quasi 1.800 entrate) le imprese segnalano difficoltà di reperimento, per lo più legate alla preparazione e alle competenze dei candidati. Alcuni problemi si rilevano poi anche nel caso delle professioni della sanità e dei servizi socio-assistenziali (8.500 richieste in totale, il 19,8% delle quali di difficile reperimento) e degli ingegneri e tecnici informatici (oltre 1.300 “introvabili” su 4.700 assunzioni previste nel trimestre).

 

Giovani: un terzo delle entrate è per loro

Per il 3° trimestre le imprese assegnano ai giovani fino a 29 anni, tra il personale da assumere, una quota del 32,7% del totale, un punto percentuale in più rispetto al trimestre scorso.

Questo incremento, in termini relativi, delle opportunità per i giovani si avrà però solo nel settore dei servizi, dove nel corso del trimestre il ricambio, sia pure parziale, della popolazione lavorativa, si accompagnerà anche a un maggiore “ringiovanimento” dei lavoratori in ingresso, la cui quota di giovani potrà infatti accrescersi di quasi 3 punti, dal 32 al 34,7%. Nell’industria, invece, la quota dei giovani presenterà una leggera contrazione (dal 29,8 al 26,8%). A salire i gradini della graduatoria delle professioni sono soprattutto docenti, insegnanti e ricercatori,  operai dell’industria alimentare e tecnici del marketing; altre professioni in ascesa, interessanti per numero di assunzioni, sono quelle degli operai metalmeccanici, del personale di segreteria, e dei commessi della grande distribuzione; mantengono la posizione cuochi, camerieri e simili e i commessi di negozi e di esercizi all’ingrosso; tra le professioni che perdono quota si segnalano soprattutto quelle dei servizi di sicurezza, degli addetti alla logistica, dei servizi di pulizia e dei tecnici amministrativi e finanziari.

 

Donne: in aumento di 3 punti percentuali la richiesta

Nel 3° trimestre le imprese assegnano alle assunzioni di personale femminile una quota sul totale pari al 21,4%, superiore di 3 punti a quella del trimestre precedente.

Tra i comparti industriali, solo nel “sistema moda” le posizioni per le quali prevale l’orientamento ad avvalersi di personale femminile superano un terzo del totale delle assunzioni, toccando il 36%, mentre sono appena il 3,3% nelle costruzioni; nei servizi si raggiunge, o si supera, il 30%, tra i comparti con maggiori assunzioni, in quelli socio-assistenziali, dell’istruzione e della formazione, nei servizi operativi alle imprese e alle persone e in quelli attinenti agli studi professionali.

 

Riforma del lavoro? Una guerra tra poveri

La riforma del lavoro è realtà. Approvata lo scorso 27 giugno, entrerà ufficialmente in vigore il prossimo 18 luglio. E dopo 40 anni le regole di assunzione e licenziamento in Italia cambiano. Tutti lo sapevano ma solo ora si alza definitivamente il polverone.

La parola d’ordine del nuovo ordinamento è flessibilità. Flessibilità in ingresso e in uscita nel mercato del lavoro, stando alla nuova disciplina sostanziale che regolerà i licenziamenti.

I margini? Resta ancora da vedere quali siano i margini di suddetta flessibilità e che reale vantaggio avranno piccole e medie imprese, oltre che i lavoratori.

Flessibili nel licenziare, flessibili nel reintegrare o assumere.

Il processo sui licenziamenti sarà più veloce e saranno introdotte nuove forme di tutela della disoccupazione, ovvero, stando all’articolo 3 della Riforma di legge il deus ex machina del licenziamento per giusta causa sarà lo sfruttamento degli ammortizzatori sociali: la novità principale riguarderà l’introduzione dell’ASPI (Assicurazione Sociale per l’impiego), che sarà in vigore nel 2013 e sostituirà a regime, nel 2017, l’indennità di mobilità e di disoccupazione. A usufruire, oltre i lavoratori dipendenti, potranno essere gli apprendisti e gli artisti. Sarà possibile trasformare l’indennità Aspi in liquidazione per disporre in tal modo di un capitale per avviare un’impresa.

Già, un’impresa, stando all’Associazione Nazionale dei Consulenti del Lavoro sarà un’impresa trovare un posto di lavoro e mantenerlo.

Addio quindi al reintegro automatico in caso di licenziamento per motivi economici, anche se per alcuni casi specifici sarà prevista un’indennità risarcitoria. Nel caso di licenziamento disciplinare, per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, il giudice avrà una minor discrezionalità nella decisione del reintegro, che sarà previsto solo sulla base dei contratti collettivi.

E i piccoli medi imprenditori? Dovranno puntare sul contratto di apprendistato che diventerà la forma contrattuale dominante attraverso un sistema di incentivi e di benefici contributivi e che dovrà avere una durata minima non inferiore ai 6 mesi, unica vera novità sotto questo fronte.

E i titolari di Partita Iva? Nodo ancora irrisolto e che si appresta a diventare focolaio di discussioni e polemiche. Per i liberi professionisti la durata di collaborazione non dovrà superare gli 8 mesi e il corrispettivo pagato non dovrà superare l’80% di quello di dipendenti e co.co.co. In caso di collaborazione continuata che superi gli 8 mesi, il rapporto di lavoro si dovrà tramutare in altra forma contrattuale.

Mettiamo insieme le due cose: la guerra ai partitivisti porterà sempre meno titolari a mettersi in proprio e a fare, come accade oggi, di necessità virtù. Dall’altra parte, i piccoli medi imprenditori, ai quali mancheranno agevolazioni e aiuti nell’ acquisizione di nuove risorse, saranno costretti a trovare un mutuo accordo con chi sarà in cerca di un impiego. Che per uscire da un circolo vizioso come quello proposto dall’attuale Riforma si proceda alla mala parata e si fomenti il lavoro nero?

Mutua solidarietà tra piccolo imprenditore e lavoratore, l’uno alla ricerca di nuove commesse e l’altro alla ricerca di un nuovo lavoro?

Ma non sarebbe meglio incentivare le assunzioni a tempo indeterminato liberando le pmi dalle tassazioni e dalla pressione fiscale cui sono soggette, almeno nei primi tre anni di vita dell’attività?

Una riforma apprezzabile, dunque, o solo fumo negli occhi? A dire il vero molti sono ancora i tasti dolenti e quelli poco chiari. Come essere tutelati e scegliere la più opportuna tipologia di contratto di lavoro da proporre o da accettare? Che fine faranno gli ordini professionali ancora in bilico con relative casse previdenziali al seguito? E le partite IVA finte e i lavoratori parasubordinati che esistono da sempre?

Dopo tante chiacchiere e pagine di Riforma, un punto proprio ci manca: dov’è finita la forza di trascinamento e incoraggiamento verso le piccole e medie imprese?

 

Lavoro: lo si trova grazie ai social network

Il mercato del lavoro è in fermento ma è ancora presto per parlare di ripresa. Secondo la Hays Salary Guide 2012, una ricerca Hays che ha coinvolto 260 aziende e 1200 professionisti, il clima di incertezza percepita è ancora molto forte. Il 60,2% dei professionisti intervistati ha un’opinione pessima del mercato del lavoro, mentre un’azienda italiana su quattro (25%) dice di trovarsi in difficoltà di fronte alla attuale situazione economica.

Calano le assunzioni tanto che per il 2012 quasi il 60% delle aziende intervistate non cercherà nuovo personale, mentre il 40,7% amplierà il proprio organico, orientandosi soprattutto verso profili tecnici e di conseguenza più esperti. E dall’altra parte della scrivania? Il 65% dei professionisti intervistati vorrebbe cambiare lavoro nel corso del 2012: la maggior parte punta ad una maggiore soddisfazione personale oltre che ad uno stipendio più cospicuo.

E a sorpresa inizia ad imporsi anche in Italia la ricerca di lavoro tramite social network: ben il 20,1% infatti sceglie il web per individuare prospettive lavorative più allettanti. Per far fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita e ad una selezione altrettanto severa, i manager italiani hanno deciso di arricchire il proprio curriculum, così da spiccare dalla massa per particolari qualifiche o skill. E se il 54,9% degli intervistati ha deciso di conseguire una laurea o un master o un phd, il 50,3% e il 50% si sono dedicati a sviluppare rispettivamente competenze trasversali o conoscenze linguistiche. Solo il 3% conferma di non aver ampliato in nessun modo la propria expertise.

Vengono confermati i più importanti trend riguardanti la ricerca di nuove opportunità di lavoro, ma complice la nascita di social network per professionisti, la selezione online inizia ad imporsi anche in Italia. La via più facile e veloce per trovare un lavoro è quella di affidarsi a contatti personali per il 78,7% (+30% rispetto al 2011) oppure a società di ricerca e selezione (58,5%). Un professionista su due (50,6%) invece afferma di continuare a proporsi contattando direttamente le aziende. Ma se da una parte i metodi tradizionali per trovare lavoro sembrano ancora fare la parte del leone, il web non è da meno: il 27,4% e il 20,1% degli intervistati infatti si affida rispettivamente a siti online e social network per selezionare nuove possibili occupazioni. Un dato significativo, se si pensa che nella precedente edizione, l’online era quasi considerato come fanalino di coda per la caccia al lavoro perfetto, utilizzato solo dal 9,3% degli intervistati.

Laura LESEVRE

Burocrazia: ma quanto mi costi?


Piccole e medie imprese costrette a fare i conti con una burocrazia sempre più cara e severa. Secondo le stime della Cgia di Mestre il peso degli obblighi contributivi in materia di lavoro, ambiente, privacy, sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi peserebbe sulle azienda per una cifra che raggiunge quota 23 miliardi di euro l’anno. Il settore che incide maggiormente sui bilanci delle pmi resta comunque quello del lavoro e della previdenza sociale.

Qualche dato? Fra tenuta dei libri paga, comunicazioni legate alle assunzioni o alle cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, retribuzioni e autoliquidazioni le piccole e medie imprese italiane si vedono sfilare dalle tasche 9,9 miliardi di euro l’anno.

“Se con un colpo di bacchetta magica fossimo in grado di ridurne il costo della metà – ha sottolineato il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi – libereremo 11,5 miliardi di euro all’anno che potrebbero dar luogo, almeno teoricamente, a 300.000 nuovi posti di lavoro”. Il macigno della burocrazia costringe le imprese a diffidare dalle nuove assunzioni, paralizzando e ostacolando la crescita del nostro sistema economico.

A gravare sul bilancio delle pmi per un valore di 3,4 miliardi di euro l’anno, sono inoltre le spese inerenti alla salvaguardia dell’ambiente: autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono voci con cui bisogna confrontarsi a fine anno.

Il conto della burocrazia si fa sempre più salato se si guarda alle altre voci in bilancio:

2,8 miliardi di euro per gli adempimenti amministrativi (dichiarazioni dei sostituti di imposta, comunicazioni periodiche ed annuali Iva)
2,2 miliardi di euro per la privacy
1,5 miliardi di euro per la sicurezza sul lavoro 1,4 miliardi di euro per la prevenzione incendi
1,2 miliardi di euro per gli appalti
600 mila euro per la tutela del paesaggio e dei beni culturali

Milleproroghe: il decreto diventa legge

Gli emendamenti contenuti nel decreto Milleproroghe da oggi diventano legge: dopo la fiducia alla Camera, il maxi-emendamento ha ottenuto l’ok anche del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il capo dello Stato ha sottolineato inoltre che la Corte costituzionale ha annullato alcune disposizioni del Milleproroghe 2011 (DL n.225/2010) per “estraneità alla materia e alle finalità”.

Ecco le principali novità contenute nel Milleproroghe 2012

Pensioni: i lavoratori in prossimità dell’età pensionabile che hanno ricevuto dalle aziende un incentivo all’esodo, che con la riforma rimarranno senza stipendio e senza pensione, potranno andare in pensione con il vecchio sistema pensionistico. La data dell’interruzione del rapporto con l’azienda e’ fissata entro il 31 dicembre 2011 compreso.
I lavoratori precoci, sino al 2017, potranno andare in pensione con 42 anni di contributi, anche se non avranno compiuto 62 anni di età. Nell’anzianità contributiva saranno conteggiati gli anni effettivamente lavorati, compresi maternità, leva militare, infortunio, malattia e cassa integrazione.

Lavoro: previste proroghe per le assunzioni e le graduatorie dei concorsi nella Pubblica amministrazione, sarà aperta una “fascia aggiuntiva alle graduatorie già esistenti per una limitata categoria di personale docente abilitato”.

Assicurazioni: le minusvalenze derivanti dalla svalutazione dei titoli di Stato non peserà sul patrimonio delle compagnie assicurative.

Sigarette: è previsto un innalzamento del prezzo dei tabacchi lavorati.

Scuola: rinviati al 2013 i tagli (50% rispetto alle risorse stanziate nel 2009) alla spesa per il personale della scuola degli enti locali.

Comuni: proroga di nove mesi per i Comuni sotto i 1000 abitanti per quanto riguarda il loro accorpamento e la costituzione in Unioni di Comuni.

Rimborsi elettorali: consentiti i rimborsi per le elezioni regionali in Molise dello scorso ottobre anche se le spese sono state notificate fuori dai termini previsti.

Vigili: possibili le nuove assunzioni a tempo determinato fino a tutto il 2013 per i vigili urbani nei comuni turistici durante i periodi di maggiore affluenza.

Agenzia delle Entrate: valida sino al 2012 la graduatoria del 2009 per l’assunzione dei funzionari all’Agenzia delle Entrate.

Sistri: prorogata l’entrata in vigore del Sistri (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) al 30 giugno 2012.

Vittime amianto: le erogazioni dei benefici previdenziali per coloro che sono stati vittima delle malattie provocate dall’amianto proseguiranno anche per tutto il 2012.

Design industriale e storico: ridotta a due anni la proroga della moratoria per la tutela del design industriale storico. La nuova data di scadenza prevista è per il 2014 e non più per il 2016.

Le assunzioni vanno a mille, anzi a 100mila

Una nuova assunzione su 3 è rivolta agli under 30 e sempre una su 3 sarà a tempo indeterminato. Nei prossimi 3 mesi sono oltre 100mila le imprese italiane che prevedono di siglare nuovi contratti di assunzione. Si tratta in tutto di circa 152mila nuove assunzioni, tra industria (34%) e servizi (66%), anche se i più ricettivi si confermano i settori del turismo (13,5%) e dei servizi operativi (7,8%).

Unico dato negativo, sono sempre le quote rose a faticare a trovare posto nell’industria in Italia: solo nel 9% dei casi è preferita una donna.

Le stime sulle assunzioni sono state elaborate dall’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza, basandosi sui dati Sistema Informativo Excelsior e Registro Imprese.

Restringendo lo sguardo al solo territorio lombardo, nei primi tre mesi del 2012 saranno 28mila le nuove assunzioni, ripartite tra industria (32,6%) e servizi (67,4%). Nella pianura padana sono i servizi avanzati (12,1%) e i servizi alla persona (12,8%) i settori più ricettivi in assoluto.

Nella sola provincia di Monza e Brianza le nuove assunzioni saranno invece circa 1.500, suddivise tra settore della metalmeccanica (21,8%) e dell’elettronica. Il trend positivo riguarda il numero di giovani neoassunti nella provincia di Monza e Brianza: sono circa 35,6%, dato di gran lunga superiore alla media nazionale.

E proprio per questo la Camera di Commercio di Monza e Brianza ha dato vita a ‘Bando Obiettivo Occupazione – edizione 2012′, stanziando 500mila euro per contributi a fondo perduto destinati a favorire l’incremento dell’occupazione nelle piccole e medie imprese di tutti i settori economici del territorio.

Ecco i requisiti per accedere alla domanda di finanziamento: le imprese di Monza e Brianza dovranno testimoniare che tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2012 hanno attuato uno dei seguenti interventi

  • assumere a tempo indeterminato lavoratori disoccupati, in mobilità e di prima occupazione
  • trasformare contratti da tempo determinato in contratti a tempo indeterminato
  • assumere lavoratori con contratto di apprendistato

Ciascuna impresa può potrà beneficiare del contributo per un solo intervento o per l’assunzione di un solo lavoratore. Le domande dovranno essere presentate entro il 30 giugno 2012 (o fino a esaurimento risorse). Per ulteriori informazioni o per scaricare la domanda d’adesione è possibile consultare il sito www.mb.camcom.it o inviare un email a sviluppoimpresa@mb.camcom.it.