Contributi alle Pmi, due bandi Regione Lombardia per chi assume o per la formazione

Due i bandi della Regione Lombardia alle piccole e medie imprese che assumono e alle aziende e ai professionisti che fanno formazione. I fondi, oltre 41 milioni di euro, servono a incentivare le assunzioni di over 50, di donne e di giovani inoccupati, oltre alla formazione. In tutto, a favore delle fasce deboli, sono previsti fino a 12500 euro per ogni nuovo assunto per un totale per ciascuna Pmi di 50 mila euro. I voucher formazione, invece, consentono di utilizzare contributi a fondo perduto di 2 mila euro per ogni dipendente o professionista.

Bandi per contributi alle nuove assunzioni: due bandi per le imprese della Lombardia

I bandi della Regione Lombardia per le assunzioni sono stati presentati e rilanciati nella giornata del 13 ottobre dall’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Melania Rizzoli.  L’intervento è a favore, in particolare, dei Neet, cioè dei giovani che non lavorano e non studiano, di chi è prossimo alla pensione e ha perso l’occupazione, delle donne che risultano ancor più penalizzate dal lungo periodo di emergenza sanitaria.

Bando Formare per assumere: contributi a disposizione delle Pmi

Il primo bando prende il nome di “Formare per assumere”. Rientra nei fondi stanziati dal Fondo sociale europeo (Fse) del settennato 2014-2020 per l’Asse 1 azioni 8.5.1, 8.6.1, 8.2.2, 8.5.5 e 8.1.1. Il bando è stato pubblicato a luglio e rilanciato due giorni dall’assessore Rizzole. I fondi stanziati per questo bando sono pari a 15 milioni di euro che la Regione Lombardia punta, comunque, a incrementare. La scadenza dei fondi è fissata al 30 settembre 2023.

Quanto spetta a ciascuna impresa per ogni assunto

Nel bando l’incentivo è assicurato alle assunzioni di persone non occupate da almeno 30 giorni. Alle aziende viene corrisposto un contributo di 3000 euro per la formazione e un bonus di 1000 euro per per le aziende che hanno meno di 50 dipendenti, un bonus per la ricerca e la selezione da 500 euro e un incentivo per ogni nuovo assunto che varia nel seguente modo:

  • 4000 euro per assunzioni di lavoratori fino a 54 anni di età;
  • 6000 euro per lavoratrici fino a 54 anni;
  • 6000 euro per lavoratori dai 55 anni;
  • 8000 euro per lavoratrici dai 55 anni.

Come partecipare al bando contributi per nuove assunzioni Regione Lombardia

Per partecipare al bando Formare per assumere della Regione Lombardia le imprese interessate possono presentare domanda (già a partire dallo scorso 26 luglio) tramite il sistema informativo dei Bandi online del sito istituzionale della Regione. Il termine della scadenza per richiedere i contributi è fissato alle ore 12 del 30 settembre 2023.

Bando per la formazione: ecco a chi spettano i voucher da 2000 euro

Il secondo bando prende il nome di Formazione Continua – Fase VI, Voucher aziendali, ed è finanziato dal Por Fse 2014/2020 per 26,5 milioni di euro. Non ci sono scadenze temporali e, come affermato dall’assessore Rizzoli, “basta un click per accedere al finanziamento”.

Chi può partecipare al bando Formazione continua della Regione Lombardia?

Al bando possono partecipare tutte le imprese ubicate nella Lombardia che appartengano alle seguenti categorie:

  • iscritte alla Camera di commercio;
  • le imprese familiari;
  • gli enti del terzo settore che svolgano attività economica;
  • le fondazioni e le associazioni riconosciute che svolgano attività economica;
  • le cooperative;
  • i liberi professionisti o la relativa associazione nel caso in cui svolgano la professione in forma associata.

A chi sono rivolti gli interventi finanziati dal bando?

Gli interventi finanziati dal bando sono rivolti:

  • a chi è dipendente delle micro, piccole, medie e grandi imprese della Regione Lombardia;
  • ai titolari e ai soci delle stesse imprese menzionate;
  • ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi che abbiano domicilio fiscale in Lombardia e che svolgano la professione autonomamente o in forma associata.

Cosa finanzia il bando Regione Lombardia Voucher formativi?

Il bando prevede l’erogazione di voucher formativi del valore massimo di 2 mila euro. Tutti i soggetti ai quali sono rivolti gli interventi (dipendenti, titolari e soci, liberi professionisti e autonomi) possono fruire di percorsi formativi (anche più di uno) fino a raggiungere il valore del voucher stesso. Ogni impresa può essere beneficiaria di voucher per un totale di 50 mila euro.

Come presentare domanda per il voucher formativo della Regione Lombardia?

Le imprese interessate possono selezionare l’offerta formativa dal Catalogo della Regione Lombardia. In alternativa è possibile procedere direttamente tramite l’ente formativo per la scelta dei contenuti della formazione necessaria. Una volta scelta l’offerta formativa alla quale partecipare, la domanda deve essere presentata direttamente in via telematica nel Sistema Informativo dei Bandi. Maggiori dettagli sono presenti nella sezione bandi del sito istituzionale della Regione Lombardia.

Sgravi per assunzioni di under 36: ecco come richiedere l’incentivo contributivo fino a 6000 euro

L’Inps, con il messaggio numero 3389 del 7 ottobre 2021 è intervenuta per fornire le indicazioni necessarie a richiedere lo sgravio contributivo per le assunzioni o le trasformazioni del contratto a tempo indeterminato per i lavoratori fino a 36 anni. Le indicazioni riguardano le assunzioni e le trasformazioni effettuate nel 2021, mentre per il prossimo anno si attende l’autorizzazione della Commissione europea. Con la procedura dettata dall’Inps è possibile recuperare anche gli arretrati maturati da gennaio scorso.

Sgravio contributivo assunzioni under 36: che cos’è?

La misura dello sgravio contributivo per le assunzioni di under 36 è stata introdotta dai commi da 10 a 15 dell’articolo 1 della legge numero 178 del 2020 (legge di Bilancio 2021). Secondo la norma, sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato le aziende possono chiedere lo sgravio del 100% dei contributi. Il massimo del beneficio è pari a 6000 euro per ciascun anno e per un massimo di tre anni. Gli anni di beneficio aumentano a 4 se la sede o l’unità produttiva si trova nelle seguenti regioni: Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Calabria, Molise e Abruzzo.

Chi può chiedere l’esonero contributivo sulle nuove assunzioni?

Interessate all’esonero contributivo sono i datori di lavoro che abbiano fatto assunzioni a partire dal 1° gennaio 2021. In alternativa la richiesta può essere fatta anche per le trasformazioni dei contratti da determinato a indeterminato, sempre con decorrenza da inizio 2021. Per il corretto inserimento dei dati nel flusso Uniemens è necessario seguire le istruzioni riportate dalla circolare Inps.

Sgravi nuove assunzioni, come esporre i dati dell’esonero nel flusso Uniemens

Per beneficiare dei sgravi contributivi è necessario che l’azienda esponga i dati inerenti alla fruizione dell’esonero della sezione “PosContributiva” del flusso Uniemens. Il mese di competenza è quello di settembre 2021. Per ciascun lavoratore per il quale spetta l’esonero è necessario valorizzare gli elementi “Imponibile” e “Contributo” nella sezione “DenunciaIndividuale”. Nella sezione “Contributo” deve essere annotata la contribuzione piena calcolata sull’imponibile previdenziale del mese.

Sgravio assunzioni under 36, come valorizzare il beneficio spettante

L’esposizione del beneficio spettante per le nuove assunzioni o per le trasformazioni del contratto a indeterminato va fatta all’interno della “DenunciaIndividuale”. In questa sezione è necessario proseguire per “DatiRetributivi” e per l’elemento “InfoAggCausaliContrib” inserendo i rispettivi valori, ovvero:

  • nell’elemento “CodiceCausale” deve essere inserito “G136” che descrive l’esonero per le nuove assunzioni o per le trasformazioni di contratto;
  • in “IdentMotivoUtilizzoCausale” deve essere inserita la data dell’assunzione a tempo indeterminato o la data di trasformazione del contratto. Il formato da seguire è AAAA MM GG per 8 caratteri complessivi (ad esempio, 2021 08 03).

Dichiarazione Uniemens per sgravi contributivi nelle 8 Regioni che beneficiano di 4 anni di incentivo

Per le 8 Regioni che beneficiano dei quattro anni di sgravi contributivi per le nuove assunzioni o trasformazioni di contratto di under 36, è necessario seguire una procedura leggermente diversa sul flusso Uniemens. Seguendo lo stesso percorso descritto in precedenza, per l’esposizione del beneficio spettante il codice da usare è il seguente:

in “CodiceCausale” il valore è “G148“;

nell’elemento “IdentMotivoUtilizzoCausale” deve essere inserita la data dell’assunzione a tempo indeterminato o la data di trasformazione del contratto. Il formato da seguire è AAA MM GG per 8 caratteri complessivi.

Esonero contributivo agenzie di somministrazione

Per le agenzie di somministrazione, in relazione ai lavoratori assunti per essere impegnati presso le imprese utilizzatrici, è necessario concatenare la data di assunzione o di trasformazione del contratto con il numero di matricola dell’azienda utilizzatrice. Il formato da utilizzare è di 18 caratteri e precede: AAAA MM GG MMMMMMMM (ad esempio, 2021 07 08 12345678). Inoltre:

  • nell’elemento “AnnoMeseRif” deve essere inserito l’anno e il mese del conguaglio;
  • in “ImportoAnnoMeseRif” deve essere inserito l’importo conguagliato;

I codici da utilizzare sono i seguenti:

  • L544” come conguaglio esonero per le assunzioni o le trasformazioni a tempo indeterminato;
  • L545” per gli arretrati dell’esonero per assunzioni e trasformazioni.

Modalità di utilizzo dei flussi di competenza per l’esonero contributivo

Tra le avvertenze della circolare Inps in merito alle informazioni da inserire per il recupero degli arretrati delle assunzioni o trasformazioni di contratto nel 2021, rientrano:

  • le informazioni sui flussi di competenza sono relativi ai mesi di settembre, di ottobre e di novembre 2021;
  • deve essere riportata una registrazione per ciascun mese di arretrato ripetendo l’operazione nella sezione “InfoAggcausaliContrib“. Queste informazioni servono all’Inps per ricostruire le somme spettanti;
  • da dicembre 2021 non sarà può possibile richiedere gli arretrati con la modalità di flusso descritta dalla circolare Inps 3389 ma occorrerà utilizzare la regolarizzazione.

PNRR Pubblica Amministrazione: procedure per il reclutamento in PA

Per il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, il PNRR non ha nulla da invidiare al Piano Marshall, che ha consentito di ricostruire l’Italia nel secondo dopoguerra, investe anche nella Pubblica Amministrazione e prevede nuove forme di reclutamento in PA, necessarie per poter utilizzare le risorse dell’Unione Europea anche in questo settore strategico.

Il PNRR e la Pubblica Amministrazione

All’interno del PNRR viene riconosciuta l’importanza della Pubblica Amministrazione che è assimilata a un architrave per il Paese e quindi una struttura portante, proprio per questo è importante coinvolgerla nel piano di riforme che prevede una forte digitalizzazione e l’attrazione dei migliori talenti del Paese in modo che diventi sempre più efficiente e dia supporto alle imprese e ai privati. Il PNRR prevede tre azioni principali: riforme orizzontali, riforme abilitanti e riforme settoriali. Tra le riforme orizzontali due sono le principali: riforma della Giustizia e riforma della Pubblica Amministrazione.

Il documento sottolinea che, al fine di promuovere un rapido utilizzo delle risorse messe a disposizione dell’Unione Europea per l’attuazione del PNRR, è necessario avere una Pubblica Amministrazione efficiente attraverso un sistema di digitalizzazione dei servizi e la presenza in PA di esperti nei vari settori di attività, proprio per questo sono previste nuove assunzioni.

Per scoprire le linee generali del PNRR, leggi l’articolo:  PNRR: Cos’è il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza

Le carenze della Pubblica Amministrazione: lenta, vecchia e poco competente

Attualmente l’età media dei pubblici dipendenti è di 50,7 anni di età, il 16,3% dei dipendenti pubblici ha più di 60 anni e molti dipendenti sono vicini al pensionamento, emerge la necessità di svecchiare la PA e dare assistenza tecnica necessaria alle amministrazioni centrali e locali al fine di mettere a punto progetti innovativi.

Tra i problemi che più hanno inciso sulla lentezza burocratica e sull’incapacità della Pubblica Amministrazione di tenere il passo dell’innovazione, c’è stata la mancata sostituzione dei dipendenti andati in pensione con nuove energie, questo a causa del blocco del turn over. A ciò si aggiunge il mancato investimento nella formazione dei dipendenti pubblici: nel 2018 solo il 7,3% dei dipendenti pubblici ha seguito un corso per l’aggiornamento ICT (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). A fronte di tali carenze, solo sommariamente indicate, la Pubblica Amministrazione si trova a dover gestire procedure sempre più complesse che si sono stratificate nel tempo in maniera poco coordinata e spesso in conflitto tra i vari livelli amministrativi.

Dall’insieme di queste criticità emerge la necessità di avere nuove procedure di reclutamento in PA, che siano snelle, in media i concorsi in Italia durano anche più di un anno, mentre il periodo intercorrente tra la pubblicazione del bando e l’assunzione è di circa 4 anni, e che allo stesso tempo assicurino l’ingresso in Pubblica Amministrazione dei migliori talenti. Tale indicazione arriva anche dalla Commissione Europea che ha individuato i vari limiti della PA in Italia.

PNRR e nuove procedure di reclutamento in PA

In base alle indicazioni del PNRR (pagine 46 e ss.) le nuove procedure per il reclutamento in PA dovranno prevedere:

  • il rafforzamento dei sistemi di preselezione;
  • maggiore utilizzo delle prove a distanza (naturalmente con un sistema di controllo sicuro);
  • sistemi veloci di reclutamento delle persone per diversi profili;
  • maggiore presenza di profili tecnici ad elevata specializzazione;
  • Disporre di informazioni aggregate qualitative e quantitative sul capitale umano della funzione
    pubblica e sui suoi cambiamenti

Il progetto prevede la possibilità per le singole amministrazioni di accedere a piattaforme della PA per il reclutamento.

Nuove procedure per il reclutamento in PA e Concorso per il Sud

In realtà non sembra che finora ci sia stato molto successo per le nuove modalità di selezione e in particolare è stato registrato il flop al “Concorso per il Sud”. In estate infatti si sono svolte le selezioni per l’assunzione di 2800 tecnici al Sud. La disciplina prevedeva una prima selezione dei candidati per titoli che ha portato a poco più di 8000 candidati ammessi alle prove successive. Di questi si sono presentati in pochi, in media il 65% con punte del 50% nella regione Lazio e in Puglia e soprattutto sono stati pochi quelli che sono riusciti a superare le prove. Per evitare il flop si è pensato di allargare la platea di ammessi alle prove a tutti coloro che si erano iscritti e che erano stati scartati in quanto in possesso di pochi titoli.

Di fatto quasi 2000 posti per i profili più elevati sono rimasti scoperti e proprio per questo sarà scritto un nuovo bando che dovrebbe uscire in questo autunno e che dovrebbe consentire anche una riduzione della disoccupazione femminile. Molti hanno criticato la scelta della preselezione per titoli, in particolare il M5S, in quanto avrebbe tagliato fuori dal concorso i neo-laureati senza esperienza lavorativa pregressa e lo stesso ministro Brunetta ha ammesso che ci sono state delle criticità.

Il Portale del Reclutamento in PA

Nel frattempo dal 10 agosto è attivo il Portale per il Reclutamento in PA all’indirizzo www.inpa.gov.it. Allo stesso è possibile registrarsi con l’uso di CNS (Carta Nazionale Servizi), CIE (Carta di Identità Elettronica) o SPID (Sistema Pubblico Identità Digitale). Una volta entrati è possibile caricare il proprio curriculum, inoltre si potranno avere informazioni sulle posizioni scoperte in Pubblica Amministrazione. Le funzionalità del Portale del Reclutamento per ora sono limitate infatti è previsto che l’entrata in vigore effettiva e la totale funzionalità sia disponibile dal 2023, dovrebbe diventare una sorta di database in cui sono raccolti i dati di coloro che vorrebbero lavorare in Pubblica Amministrazione e da questi dovrebbero attingere gli enti pubblici in base al loro fabbisogno.

Il Portale del Reclutamento è stato sviluppato dal Dipartimento funzione Pubblica insieme ad Almaviva .

Sul Portale, al momento in cui entrerà nel pieno delle funzioni, sarà possibile avere informazioni anche sui bandi Fast Track che prevedono procedure speciali e veloci per l’assunzione in PA con l’uso delle risorse del PNRR. Ricordiamo che le risorse del PNRR non possono essere utilizzate per assunzioni ordinarie, ma solo per l’esecuzione di progetti determinati e specifici, quindi saranno assunzioni a tempo determinato, come quelle previste per il Ministero della Giustizia che ha pubblicato un bando per 8171 posti a tempo determinato (tre anni) in qualità di “addetti all’Ufficio del Processo”, il cui ruolo sarà smaltire il carico eccezionale maturato negli uffici giudiziari.

Assunzioni con Garanzia Giovani: requisiti e informazioni

Garanzia Giovani (Youth Guarantee) è il Programma europeo nato dalla necessità di far fronte alle difficoltà di inserimento lavorativo dei giovani. Con questo obiettivo sono stati previsti finanziamenti agli Stati membri che abbiano un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 25%. I fondi sono investiti nelle politiche attive di orientamento, di istruzione, di formazione e di assunzioni lavorative a favore dei giovani che non siano impegnati in attività lavorative e non siano inseriti in percorsi scolastici o formativi (i cosiddetti “Neet” – Not in Education, Employment or Training).

Garanzia giovani: chi può aderire

Possono aderire al programma Garanzia giovani ragazzi e ragazze tra i 15 e i 29 anni (entro il giorno prima del compimento del trentesimo anno di età), non impegnati in attività lavorative e non inseriti in un regolare corso di studi (scuole secondarie o università) o che non seguano corsi di formazione, inclusi master, dottorati e corsi di alta formazione. La registrazione al piano è preclusa anche a coloro che, pur non frequentando l’università, ne risultano iscritti. Sono altresì esclusi gli iscritti ad attività di tirocinio.

Cosa prevede Garanzia Giovani?

L’adesione al programma Garanzia giovani prevede la possibilità di ricevere un’offerta di lavoro entro quattro mesi dall’inizio della disoccupazione o dalla fine del percorso di studi. Oltre all’occupazione, il programma può prevedere il proseguimento degli studi, di apprendistato e di tirocinio, con colloqui indirizzare a individuare il percorso di inserimento personalizzato in base alle competenze individuali, professionali e formative, ai percorsi di formazione specifici indirizzati al lavoro oppure al reinserimento nei percorsi formativi o a periodi di formazione nelle aziende con indennità di partecipazione mensile.

Giovani per l’autoimprenditorialità, il servizio civile e la mobilità professionale

Sono inoltre previsti servizi per l’autoimprenditorialità, con servizi a sostegno delle attitudini imprenditoriali mediante formazione, assistenza nella stesura del progetto imprenditoriale e supporto alle star-up, anche con accesso a strumenti di credito. Rientra nel programma anche il servizio civile, da svolgere come esperienza di partecipazione civica e sociale ai progetti di solidarietà, assistenza e cooperazione e per il quale è prevista una retribuzione. Infine, l’adesione riguarda anche la mobilità professionale in Italia e verso gli altri Paesi della Comunità europea con la previsione di un voucher a copertura dei costi di viaggio e l’alloggio per sei mesi.

Come iscriversi al programma Garanzia giovani

Per aderire è necessario iscriversi al programma nazionale Garanzia giovani secondo le regole aggiornate a dicembre 2019. È richiesta la registrazione al portale MyAnpal, l’area riservata del portale Anpal, attraverso lo Spid (il Sistema pubblico di Identità Digitale), la Cie (Carta di Identità Elettronica) o la Cns (Carta nazionale dei servizi). Sul portale MyAnpal l’interessato effettua la vera e propria adesione al programma selezionando la Regione o la Provincia autonoma dove desidera usufruire delle opportunità previste dal piano.

In alternativa, è possibile aderire al programma anche dai portali regionali o da quello nazionale di Clicklavoro. L’adesione comporta normalmente la comunicazione da parte della Regione attraverso un link mediante il quale l’interessato può scegliere e contattare un operatore accreditato ai servizi lavorativi.

Domicilio e residenza nell’iscrizione a Garanzia giovani

L’informazione relativa al domicilio, all’atto della registrazione al programma Garanzia giovani, non è determinante ai fini della validità dell’iscrizione. Sarà possibile fornire i dati più aggiornati in sede di colloquio presso il Centro pubblico per l’impiego indicato in fase di registrazione. Iscriversi al programma è consentito in qualsiasi Regione, a prescindere da dove si ha la residenza o il domicilio.

Ci si può iscrivere a una Regione diversa dal proprio domicilio o residenza?

È perfino possibile iscriversi in una Regione diversa da quella dove si possiede il domicilio o la residenza, in base alle priorità collegate alle proprie esigenze di formazione o di lavoro. Infine, si può usufruire delle misure e dei servizi di una Regione diversa da quella scelta in fase di registrazione. Ad esempio, si può essere assunti da una Regione differente da quella che ha preso in carico l’interessato.

Ci si può iscrivere presso più Regioni?

È possibile registrarsi, contemporaneamente, a più di una Regione, anche se sarà un unico Centro per l’impiego, e dunque una sola Regione, a prendere in carico l’interessato. In ogni caso, l’interessato verrà convocato dai Centri per l’impiego di tutte le Regioni selezionate, potendo successivamente scegliere per quale Regione si impegnerà nell’avvio del proprio percorso di formazione o di lavoro. In tal caso, vale la sottoscrizione del Patto di servizio che fa decadere tutte le altre iscrizioni presso altre Regioni.

Non è necessario, in ogni modo, che l’interessato si presenti a tutte le convocazioni che arrivano dal Centri per l’impiego delle diverse Regioni. Dovrà invece presentarsi esclusivamente alla convocazione del Centro per l’impiego appartenente alla Regione di suo interesse.

Dopo la registrazione al portale MyAnpal, l’accoglienza e l’orientamento al Centro per l’impiego

Dopo la registrazione al programma, è prevista la fase di accoglienza e di orientamento, della durata di circa due ore, che si svolge presso lo sportello della Regione scelta. È la Regione stessa, entro 60 giorni dall’adesione, a contattare l’interessato e a indirizzarlo presso lo sportello, che può essere il Centro pubblico per l’impiego. Allo sportello, l’interessato può:

  • ricevere informazioni sul Programma, conoscere gli obiettivi di Garanzia giovani e sapere chi le attua a livello nazionale e regionale;
  • ricevere supporto sulla definizione dell’obiettivo professionale, come ad esempio la scelta del percorso formativo indicato e disponibile oppure l’opportunità lavorativa attraverso un tirocinio o un apprendistato;
  • essere preso in carico, conoscere le modalità di accesso alle misure di Garanzia giovani e gli enti ai quali rivolgersi.

Entro quanto tempo arriva un’opportunità di lavoro o formazione del programma Garanzia giovani?

Una volta terminata la fase di colloquio e di orientamento, è necessario sottoscrivere con l’operatore del Centro pubblico per l’impiego il Patto di servizio, consistente in un accordo tra il richiedente e il Cpi stesso, nonché il Piano di Azione Individuale. Con i due strumenti risultano indicate le opportunità e i percorsi selezionati in base al profilo del richiedente, già scelti dall’operatore quali idonei per l’inserimento nel mondo del lavoro oppure per la formazione e l’istruzione. Dalla firma del Patto di servizio, il Centro pubblico per l’impiego ha quattro mesi di tempo per offrire una delle opportunità di lavoro o di formazione previste dal programma Garanzia giovani.

Assunzione obbligatoria, cosa significa?

Oggi entreremo nel novero della questione delle categorie protette nel mondo del lavoro e vedremo insieme cosa si intende quando si parla di assunzione obbligatoria. Quali sono i requisiti per richiederla e cosa le aziende devono tenere conto.

Categorie protette ed obbligo di assunzione

Nel mondo del lavoro, in questa fauna della contribuzione, bisogna sapere che ci sono alcune categorie protette. Parliamo, sostanzialmente di alcune persone che partono da condizioni svantaggiate di lavoro. Ma, quali sono e cosa comporta rientrare in tali categorie?

Dunque, con questa espressione di “categoria protetta”, si fa riferimento ad un gruppo di persone che hanno diritto a determinate agevolazioni, al fine di compensare gli svantaggi che derivano da una riduzione della capacità lavorativa. Ad ogni modo, chiunque rientri in tale categoria ha diritto al collocamento obbligatorio o mirato. Questo vuol dire che un lavoratore che presenti ad esempio una disabilità dovrà ricevere proposte lavorative da aziende che rispecchino le sue capacità e competenze.

Chi appartiene alle categorie protette: requisiti

Senza girarci troppo intorno, andiamo a vedere chi ha i requisiti per rientrare in suddetta categoria protetta del mondo del lavoro.

Fanno parte delle categorie protette i lavoratori che risultano tutelati dalla Legge 68. Ovvero, una legge che prevede il collocamento mirato di soggetti con disabilità, facilitati nell’inserimento nel mercato del lavoro. Vi rientra chi possiede i requisiti riportati nell’ elenco di seguito:

  • nel caso si presenti un grado di invalidità superiore al 33%,
  • essere affetti da minorazioni fisiche, sensoriali o psichiche;
  • avere un’età tra i 18 e i 67 anni;
  • essere portatori di handicap intellettivo;
  • essere in possesso di una riduzione delle abilità lavorative superiore al 45%;
  • essere sordomuti, ovvero affetti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della parola;
  • presentare cecità assoluta o con un residuo visivo che non superi 1/10 in entrambi gli occhi;
  • essere invalidi di guerra, invalidi per servizio o civili di guerra, così come presentare minorazioni dalla prima all’ottava categoria;
  • percepire l’assegno di invalidità civile, previo accertamento dell’Inps di una riduzione permanente inferiore a 1/3 della capacità lavorativa.

Ovviamente, per poter rientrare nel novero non occorre esclusivamente essere disabili, ma possono rientrarvi anche i familiari delle vittime della criminalità organizzata e/o del terrorismo, i coniugi o gli orfani superstiti di lavoratori periti sul lavoro, in servizio, in guerra. L’elenco prevede inoltre profughi italiani rimpatriati e figli o coniugi di grandi invalidi di guerra, lavoro o servizio. Occorre, inoltre essere disoccupati, naturalmente per potersi iscrivere all’ elenco di categoria protetta.

Obbligo di assunzione per le aziende

Andiamo, quindi a vedere quali sono gli obblighi di assunzione per le aziende, verso queste categorie protette.

Sia nell’ ambito pubblico che in quello privato, i datori di lavoro sono tenuti per legge a garantire una quota delle assunzioni dedicata a lavoratori con disabilità. Vediamo in che modo sono portate a svolgersi tali obblighi di assunzione:

  • se un’azienda presenta da 15 a 35 dipendenti, la legge impone soltanto una assunzione obbligatoria;
  • avere una quota obbligatoria pari a 2 lavoratori qualora vi siano presenti in azienda da 36 a 50 dipendenti;
  • obbligo del 7% degli occupanti, se l’azienda presenta oltre i 50 dipendenti al suo interno;

La cosa cambia un bel po’ in termini di proporzioni per quanto riguarda, invece, la categoria protetta che non presenta disabilità. In tal caso, il datore di lavoro è tenuto a riservare l’1% nella propria azienda, qualora questi superi quota 50 dipendenti occupati. Se l’azienda, invece supera il numero di 150 dipendenti, la legge prevede l’obbligo di assunzione a un unico lavoratore della categoria protetta.

Ma come funziona l’assunzione obbligatoria?

Andiamo a vedere, in breve, cosa comporta per le aziende che devono assumere, questa situazione di obbligo.

Partiamo col dire, per rispondere a tale domanda che dal momento in cui si rientra all’interno delle soglie previste, la legge garantisce un tempo massimo di 60 giorni per provvedere all’inserimento di questi lavoratori protetti. Sarà, ad ogni modo, per l’azienda, possibile optare per tre vie.

La prima soluzione di assunzione prevede una richiesta nominativa. In questo caso il datore di lavoro potrà assumere la persona con disabilità che ritiene più adatta, al di là della sua posizione in graduatoria.

La seconda opzione, invece è attraverso una richiesta numerica. In tal caso l’avvio al lavoro è d’ufficio, secondo graduatoria da tenere conto.

Mentre, nel terzo caso, quindi l’ultima delle tre opzioni, si prevede un accordo tra l’azienda e gli uffici competenti.

Dunque, questo è quanto vi sia da sapere per quanto riguarda le assunzioni obbligatorie. Ora, non vi resta che assumere o candidarvi per farvi assumere, qualora ne possediate i requisiti. In entrambi i casi, buona fortuna e buon lavoro.

Obbligo di assunzione di lavoratori disabili entro il 2 marzo

E’ stato introdotto per quest’anno l’obbligo, da parte dei datori di lavoro, di assumere un lavoratore disabile al raggiungimento della soglia di 15 dipendenti.

Questo obbligo dovrà essere assolto entro 60 giorni dal raggiungimento della soglia di 15 dipendenti computabili ed è stata abrogata la finestra di tolleranza che permetteva di non effettuare l’assunzione di un lavoratore disabile fino alle sedici unità.

Questa nuova regola, che entra in vigore dal 2 marzo, porta con sé due effetti pressoché immediati:

  • i datori di lavoro che si trovano già nella fascia da 15 a 35 dipendenti computabili, dovranno entro il 2 marzo 2018 provvedere a coprire la quota di riserva. Diversamente, per ogni giorno lavorativo in cui risulterà scoperta la quota d’obbligo, dovrà essere versata a titolo di sanzione al Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, una somma pari a 153,20 euro al giorno, per ciascuna persona disabile non occupata nella giornata;
  • i datori di lavoro che supereranno la soglia delle 14 unità, dovranno adoperarsi per coprire la quota di riserva, entro 60 giorni.

I datori di lavoro che dovessero avere in forza lavoratori disabili prima della costituzione del rapporto di lavoro, anche se non assunti tramite il collocamento obbligatorio, potranno computarli nella quota di riserva, se e solo se queste persone hanno una riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 60%.

Sono però sospesi dall’obbligo di assunzione, sempre considerando comunque caso per caso, i datori di lavoro che hanno attivato interventi straordinari di integrazione salariale o procedure di licenziamento collettivo o che abbiano sottoscritto accordi e attivato procedure di incentivo all’esodo; oppure abbiano dichiarato fallimento o si trovino in liquidazione.

Vera MORETTI

Imprese ottimiste e pronte ad assumere

L’ultimo International Business Report di Gran Thornton ha evidenziato un ottimismo che circonda le imprese e il loro andamento negli affari, e le imprese italiane che fanno registrare dati da record.
In particolare, sono ancora in aumento le assunzioni, ma, nonostante questo dinamismo crescente, gli investimenti in tecnologia sono ancora molto pochi.

Dal Documento si legge: “I livelli di ottimismo record registrati a livello mondiale (58% netto) si tradurranno in maggiori assunzioni da parte delle imprese per far fronte alla mole di ordinativi”, dicono gli esperti. “La percentuale di imprese che prevedono assunzioni è infatti ai livelli più alti dell’ultimo decennio. Tuttavia, dal momento che gli indicatori economici stanno potenzialmente arrivando al picco del ciclo economico, le imprese dovrebbero prendere decisioni di investimento più equilibrate e tentare di incrementare la produttività”.

Queste previsioni derivano da un’indagine effettuata sulle imprese, le quali, per il 40%, hanno dichiarato di avere intenzione di assumere entro la fine del 2018. Il 36% prevede di incrementare gli investimenti in impianti e macchinari (contro il 33% dello scorso anno) e l’ottimismo globale ha toccato il livello più alto mai registrato dall’IBR (il 58%).
Record anche per le imprese che prevedono un incremento dei prezzi (36%) e della redditività (50%).

L’Italia dimostra di essere ottimista ma i valori rimangono inferiori: ottimismo al 24%, contro il 12% dello scorso anno, e il 28% degli imprenditori prevedono di reclutare nuovo personale, dato in leggero calo rispetto all’anno scorso (30%). Per quanto riguarda gli investimenti in tecnologia, il dato è in linea con la media globale e si attesta al 44% delle imprese italiane, in calo rispetto al 2016 (70%). Per quanto riguarda i ricavi, il 48% delle imprese italiane è fiduciosa che aumenteranno, posizionandosi leggermente sotto la media europea (50%)

Alessandro Dragonetti di Bernoni Grant Thornton ha commentato i dati della ricerca e ha ricordato che “puntare sulla forza lavoro è soltanto una soluzione temporanea. Man mano che i livelli di disoccupazione calano, diventerà sempre più difficile avere la quantità e qualità di personale necessario per mantenere e aumentare la produttività. Si dovrebbe invece puntare su una maggior efficienza dei processi. Se stanno aumentando solo marginalmente gli investimenti in impianti e macchinari, gli investimenti in tecnologia sono addirittura in calo rispetto al trimestre precedente. Questo cambio di tendenza – un allontanamento dalla tecnologia a favore il capitale umano – è una potenziale causa di preoccupazione in un momento in cui la tecnologia offre alle imprese il principale fattore competitivo. Il Piano Industria 4.0 sembra esaurire gli effetti benefici sugli investimenti in tecnologia; ciò non toglie che innovazione e tecnologia possono ancora essere i pilastri del rilancio economico italiano a patto che siano uniti a progetti di formazione di eccellenza e a un approccio scientifico nell’organizzazione aziendale”.

Vera MORETTI

Approvata la nuova Legge di Bilancio

Lunedì 16 ottobre è stata approvata dal Consiglio dei Ministri la Legge di Bilancio, che prevede, tra le altre cose, un pacchetto lavoro piuttosto ampio, compreso di sgravi contributivi per le assunzioni dei giovani, anche se la misura, in questo caso, è abbastanza complessa.

In questo caso, infatti, è previsto uno sgravio del 50% per tre anni sulle assunzioni a tempo indeterminato dei giovani, con un limite di età di 34 anni per il solo 2018, poi si tornerà ai precedenti 29 anni. Il beneficio è invece al 100% per le assunzioni nel Sud.
Per entrambi i casi, il tetto massimo è di 3250 euro, ma potrebbe essere innalzato a 4mila.

Per quanto riguarda gli incentivi per la formazione on the job, è previsto un credito d’imposta al 50%, su un tetto di spesa di 1 milione di euro. Verrà applicato in base agli accordi di secondo livello e riguarderà l’intera spesa in formazione 4.0 sostenuta dall’azienda.

E’ stato poi prorogato al 2018 il superammortamento investimenti in beni strumentali, che però scende al 130%, mentre resterà al 140% l’agevolazione limitatamente all’acquisto di software. Resta invece al 250% l’iperammortamento, che riguarda gli investimenti in macchinari digitali.

Continuano le misure che agevolano le donne, con uno sconto di sei mesi per ogni figlio sul requisito contributivo, fino ad un massimo di due anni.

Non si esclude l’ammissione al beneficio dei disoccupati rimasti involontariamente senza lavoro per scadenza del contratto a termine. Non c’è, invece, lo stop agli incrementi automatici delle aspettative di vita dal 2019, che era una delle richieste dei sindacati in sede di negoziato sulla fase due della Riforma Pensioni.

Prorogati anche gli incentivi per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica, che rimangono rispettivamente al 65 e al 60%, con una rimodulazione per quanto riguarda alcune operazioni ammesse all’ecobonus (che scendono al 50%). Introdotto un bonus verde del 36% per la riqualificazione di giardini, terrazzi, aree verdi private.

Vera MORETTI

Il lavoro? È green

Non è un mistero che la cosiddetta green economy, quella legata ai settori che ruotano intorno ad ambiente, riciclo ecc…, sia un buon bacino di opportunità professionali. Lo conferma GreenItaly 2016, settima edizione del rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con Conai e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente.

Secondo i dati contenuti nel rapporto, gli occupati che applicano competenze green al proprio lavoro sono in Italia 2milioni 964mila, pari al 13,2% dell’occupazione nazionale.

Scendendo nel dettaglio, il 2016 dovrebbe vedere quasi 250mila nuovi occupati, tra i cosiddetti green jobs e gli impiegati con generiche competenze verdi. Una cifra pari al 44,5% della domanda di lavoro non occasionale, che arriva fino al 66% nella ricerca e sviluppo.

Interessante la stabilità che presentano le posizioni lavorative legate all’ambiente: il 53,4% di nuove assunzioni è infatti a tempo indeterminato per questi lavori, il 38% nelle altre posizioni generiche.

Nel comparto delle costruzioni è più forte la domanda di green jobs, con circa il 34% delle assunzioni previste per il 2016, mentre si stima che per il 2015 le professioni green peseranno sul totale del Pil italiano per circa il 13%, con un giro d’affari di oltre 190 miliardi di euro.

In Italia, la Lombardia è la regione nella quale si assumerà il maggior numero dei professionisti green, quasi 20mila, pari al 27,6% del totale nazionale. Seguono il Lazio (9mila assunzioni, 12,2% del totale nazionale), il Veneto (6.400, 8,9%), l’Emilia Romagna, il Piemonte (5mila), la Campania e la Sicilia (circa 4.000).

Assunzione disoccupati e sgravi, i controlli dell’ Inps

Continua l’opera di controllo dell’ Inps su pensioni, agevolazioni e contribuzioni. Dopo gli accertamenti sull’esistenza in vita dei pensionati italiani all’estero, ora l’ Inps ha comunicato di aver predisposto una nuova sezione della procedura Tutor 5N, indicata come 5N SENZA MODULO, che servirà a verificare l’eventuale indebita fruizione dei benefici previsti dalla Legge n. 407/90, qualora si registri una mancata presentazione della domanda di autorizzazione per i lavoratori denunciati.

Non sono rari, infatti, i casi di datori di lavoro che non hanno inoltrato telematicamente all’istituto la domanda di fruizione delle agevolazioni per i lavoratori inoccupati/disoccupati da almeno 24 mesi e assunti. Obbligo che decorre dall’1 novembre 2011.

Tutte le richieste pervenute in tal senso pervenute all’ Inps sono state sottoposte a un processo di verifica della sussistenza dei requisiti richiesti dalla normativa vigente: in caso di esito positivo, le richieste sono state segnate come OK, in caso negativo come KO.

L’ Inps ha poi verificato che per ciascun lavoratore per il quale l’istruttoria si è conclusa positivamente, il datore di lavoro abbia riportato nelle denunce mensili del periodo contributivo interessato il corretto codice tipo contribuzione per poter godere dell’esonero contributivo in oggetto.