Bonus autotrasportatori e imprese gasivore: sconti su diesel e gas sul primo trimestre 2022

Sono due gli incentivi a favore gli autotrasportatori e delle imprese gasivore per il rincaro dei prezzi di diesel e gas naturale nel primo trimestre del 2022. A prevederlo è il decreto legge “Aiuti” che accorda il bonus che può arrivare fino al 28% delle spese sostenute a gennaio, febbraio e marzo scorso. In particolare, per gli autotrasportatori si può procedere con la compensazione fino al 28% dei costi sostenuti per ciascun veicolo del peso complessivo di almeno 7,5 tonnellate. I veicoli devono essere di classe ambientale Euro 5 o Euro 6. Per le imprese che utilizzano grandi quantità di gas, lo sconto è pari al 10%. I due nuovi crediti di imposta vanno ad aggiungersi ai bonus riconosciuti e previsti dai precedenti decreti per i consumi di energia elettrica e di gas.

Bonus e crediti di imposta per gli autotrasportatori: fino al 28% dei costi sostenuti a gennaio, febbraio e marzo 2022

Per gli autotrasportatori è previsto il credito di imposta della percentuale del 28% da utilizzare in compensazione e da calcolare sui costi di acquisto del diesel nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022. Tuttavia, per fruire del bonus è necessario che il diesel sia stato utilizzato esclusivamente sui mezzi meno inquinanti, di classe ambientale Euro 5 o Euro 6. Si tratta, in linea generale, delle ultime 2 classificazione dell’Unione Europea. Il decreto legge “Aiuti” prevede, per l’aumentato prezzo del carburante, un credito di imposta per le aziende che svolgano attività di trasporto.

Quali imprese possono ottenere il credito di imposta sul carburante utilizzato nelle attività di trasporto?

Nel dettaglio, al credito di imposta sono interessate le aziende che svolgano attività di trasporto. I mezzi ammessi allo sconto sono quelli di massa massima complessiva di almeno 7,5 tonnellate. L’attività deve essere esercitata da persone fisiche o giuridiche. È occorrente l’iscrizione all’Albo nazionale degli autotrasportatori in conto proprio o in conto terzi. Inoltre, le aziende, per ottenere il credito di imposta, devono avere sede stabile o legale nel territorio italiano.

Quanto spetta di credito di imposta alle imprese che fanno autotrasporto?

Il credito di imposta alle imprese di autotrasporto spetta nella misura massima del 28%. La percentuale va applicata ai costi sostenuti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022 per l’acquisto di diesel. Il carburante deve essere stato utilizzato sui mezzi Euro 5 o Euro 6, ammessi al beneficio. Il bonus è riconosciuto al netto del valore dell’Iva. Per ottenere il credito di imposta è necessario certificare la spesa sostenuta mediante le relative fatture di acquisto.

Come si può utilizzare il credito di imposta per le imprese di autotrasporto per il caro carburanti?

Il credito di imposta sul costo del carburante può essere utilizzato dalle imprese ammesse al beneficio mediante compensazione. Non sono previsti altri utilizzi del bonus, come la cessione del credito di imposta. Il bonus maturato non concorre a formare il reddito dell’imprese e nemmeno la base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Si può cumulare il bonus derivante dal caro carburante del decreto “Aiuti” con altre agevolazioni che abbiano a oggetto gli stessi costi. Tuttavia, il cumulo non deve eccedere il valore complessivo del costo sostenuto.

Imprese a forte utilizzo di gas, sconto del 10% per chi ha subito rincari di prezzo

Il decreto legge “Aiuti” prevede sconti sull’aumentato costo del gas naturale per le imprese che ne facciano largo utilizzo. In particolare, il beneficio fiscale rappresenta un’estensione della misura già prevista per il secondo trimestre del 2022. E, dunque, lo sconto verrà applicato anche ai mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2022. A parziale compensazione dell’aumentato costo del gas naturale, le imprese che ne fanno largo utilizzo, possono ottenere il credito di imposta pari al 10% della spesa sostenuta nel primo trimestre dell’anno. Gli utilizzi energetici del gas naturale devono essere differenti rispetto a quelli termoelettrici.

Come calcolare il credito di imposta spettante per l’aumentato prezzo del gas naturale?

Per il calcolo di quanto spetta come credito di imposta del 10% alle imprese che fanno largo utilizzo di gas naturale è necessario verificare:

  • la media dei prezzi dell’ultimo trimestre del 2021 (ottobre, novembre e dicembre) stabilita dal Mercato infragiornaliero Mi Gas. La pubblicazione dei prezzi avviene a cura del Gestore dei mercati energetici (Gme);
  • tale media deve aver subito un aumento dei prezzi di oltre il 30% rispetto all’ultimo trimestre (ottobre, novembre e dicembre) del 2019.

Quali imprese gasivore possono chiedere il credito di imposta del 10% sull’aumento del prezzo del gas naturale?

Le imprese gasivore che possono richiedere il credito di imposta del 10% sull’aumento del prezzo del gas naturale sono definite dal decreto legge “Aiuti”. In particolare, è necessario che:

  • le imprese operino in uno dei settori specificati dall’Allegato 1, del decreto del ministro della Transizione ecologia numero 541 del 21 dicembre 2021;
  • le aziende interessate devono aver prodotto un consumo di gas naturale per utilizzi energetici di almeno il 25% del totale indicato nel comma 1, dell’articolo 3, del decreto ministeriale numero 541;
  • i consumi vanno indicati al netto di quelli corrispondenti a utilizzi termoelettrici.

Come utilizzare il credito di imposta delle imprese a largo utilizzo di gas naturale?

Anche nel caso di credito di imposta delle imprese a largo consumo di gas naturale, l’agevolazione si può cumulare con altri benefici aventi a oggetto gli stessi costi sostenuti. Tuttavia, il cumulo non deve eccedere il valore complessivo del costo sostenuto. Il bonus non concorre a formare il reddito di impresa. Inoltre, il credito di imposta non incide sulla base imponibile relativa all’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap).

Come cedere il credito di imposta derivante dall’aumentato costo del gas naturale?

Rispetto al carburante delle imprese di autotrasporto, il credito di imposta può essere oggetto di cessione. Per il trasferimento del credito è necessario il visto di conformità. Nel documento devono essere inseriti i dati che attestino i presupposti del diritto al credito di imposta. La comunicazione della cessione del credito di imposta deve essere fatta in via telematica.

Caro bollette, tutti gli interventi a sostegno delle imprese

L’aumento dei prezzi energetici e il caro bollette sono al centro delle misure di sostegno delle imprese del decreto legge numero 21 del 2022, cosiddetto decreto “Energia”. Gli aiuti contemplano la  defiscalizzazione delle spese per l’energia elettrica e per il gas mediante riconoscimento di bonus fiscali e il sostegno all’autotrasporto. Fa parte del pacchetto anche la possibilità di rateizzare le bollette di maggio e giugno prossimo. Il decreto legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, la numero 67.

Credito di imposta per l’acquisto di energia elettrica a favore delle imprese: in cosa consiste?

Una delle misure contenute nel decreto legge “Energia” è il bonus per il credito di imposta a favore delle imprese per le spese relative all’energia elettrica. Il bonus è pari al 12% dei costi sostenuti e va applicato ai costi del secondo trimestre del 2022 qualora il prezzo dell’energia elettrica, calcolato sulla media del primo trimestre del 2022, risulti aumentato del costo per kilowatt/ora di almeno il 30% rispetto al prezzo medio praticato al primo trimestre del 2019. Per beneficiare del credito di imposta le imprese devono essere dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore ai 16,5 kilowatt.

Bonus per l’acquisto del gas, quando si applica il credito di imposta?

Sull’aumento dei costi del gas, il decreto “Energia” prevede un bonus consistente nel credito di imposta pari al 20%. Il calcolo deve essere fatto sul prezzo sostenuto nel primo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2019. Nel caso in cui i costi del gas abbiano subito un aumento superiore al 30%, l’impresa può utilizzare il credito di imposta sulle spese del gas relative al secondo trimestre del 2022.

Costi energia elettrica e gas, per le imprese energivore e gasivore aumentano i crediti di imposta

Per le imprese gasivore ed energivore, il decreto “Energia” aumenta la percentuale di credito di imposta riconosciuto per le spese di gas ed energia elettrica rispetto ai precedenti provvedimenti. Infatti, il credito di imposta delle imprese energivore aumenta dal 20% al 25%. Per le imprese a forte consumo di gas naturale la percentuale del bonus si incrementa dal 15% al 20%.

Bonus all’autotrasporto, in cosa consistono gli aiuti alle imprese?

Per il sostegno all’autotrasporto il governo ha previsto varie misure. Innanzitutto la clausola di adeguamento del corrispettivo. La formula prevede l’inserimento nei contratti relativi al trasporto della clausola di adeguamento dei corrispettivi per adeguarli agli aumenti dei costi dei carburanti. Quindi, nei contratti in forma scritta verrà inserita la clausola a favore dell’autotrasportatore di adeguare i corrispettivi nel caso in cui il costo dei carburanti aumenti di almeno il 2% rispetto al valore di riferimento immesso nel momento in cui si stipula il contratto.

Altre misure e bonus per il settore dell’autotrasporto

Inoltre, il governo ha stanziato per l’anno in corso 500 milioni di euro che andranno a favore di un fondo per calmierare i prezzi dei carburanti. Si prevede, inoltre, il rifinanziamento dei contributi per incentivare il trasporto delle merci tramite le ferrovie e via mare. Si procedere con lo stanziamento di 20 milioni di euro per ridurre i costi dei pedaggi autostradali e per dedurre forfettariamente le spese non documentate. Infine, per l’anno in corso le imprese di trasporto merci per conto terzi possono beneficiare dell’esonero del versamento dei contributi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Imprese, bollette energia elettrica a rate: in cosa consiste il bonus?

Sulle bollette di energia elettrica e di gas, il decreto “Energia” prevede la possibilità di rateizzare il costo dei consumi in 24 rate mensili. La rateizzazione può essere fatta su richiesta sui costi relativi ai mesi di maggio e giugno prossimi.

 

 

Bonus carburanti in agricoltura e pesca, fino al 31 dicembre 2022 il 20% di credito di imposta

Arriva il bonus sui carburanti per le imprese dell’agricoltura e della pesca mediante credito di imposta. È il decreto legge numero 21 del 2022 (cosiddetto “decreto Energia”) che prevede, all’articolo 18, un credito di imposta pari al 20% sui carburanti utilizzati per le attività della pesca e agricole. Per il bonus sono stati stanziate risorse per oltre 140 milioni di euro. L’ammontare del credito di imposta maturato può essere utilizzato in compensazione o mediante cessione entro il 31 dicembre 2022.

Credito di imposta del 20% sui costi sostenute dalle imprese agricole e della pesca per i carburanti: come si calcola?

Il bonus previsto per i carburanti utilizzati in agricoltura e per la pesca, dunque, prevedono un credito di imposta del 20% sui costi sostenuti. Il calcolo va fatto al netto dell’Iva. I costi dei carburanti per i quali si può ottenere il bonus devono essere stati sostenuti nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2022.

Bonus carburanti per le attività agricole e della pesca: quali aziende possono richiederlo?

Il credito di imposta può essere richiesto per l’acquisto della benzina e del gasolio necessario per la trazione dei mezzi utilizzati per svolgere l’attività stessa. Il bonus deve essere calcolato sull’ammontare della spesa sostenuta documentata mediante relativa fattura di acquisto.

Agricoltura: si può ottenere il bonus sul carburante agevolato?

Peraltro, il decreto “Energia” non fa riferimento al carburante agricolo agevolato che, ogni anno, le regioni assegnano alle imprese agricole in base all’estensione delle colture, dei terreni e degli allevamenti, nonché delle attrezzature usate. Si ritiene pertanto che il calcolo del credito di imposta debba avvenire sia per i carburanti agevolati che per la generalità dei carburanti stessi, gasolio e benzina, necessari per lo svolgimento delle varie attività.

Cumulabilità e base imponibile per Irap e imposte sui redditi del credito di imposta sui carburanti in agricoltura e pesca

Il credito di imposta, inoltre, può essere cumulato con altre agevolazioni purché la somma degli aiuti non superi l’importo del costo sostenuto. Inoltre, il bonus sui carburanti non concorre a formare la base imponibile ai fini dell’Imposta regionale sulle attività produttive (Irap). E nemmeno per le imposte sui redditi.

Credito di imposta sui carburanti per le attività agricole e la pesca: si può cedere?

Il credito di imposta maturato sui carburanti utilizzati per le attività agricole e per la pesca può essere anche ceduto a terzi. Tuttavia, in questo caso, è necessario il visto di conformità delle spese. Dopo la prima cessione, il credito di imposta può essere ulteriormente fatto circolare ma solo per ulteriori due cessioni. Queste ultime devono essere effettuate a favore di istituti bancari o intermediari finanziari che siano abilitati dalla Banca d’Italia secondo quanto prevede l’articolo 106 del Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia.

Cessione del credito di imposta sul bonus carburanti delle imprese agricole e della pesca: quali altre informazioni dal decreto ‘Energia’?

Anche la cessione del credito di imposta relativa al bonus carburanti delle imprese agricole e della pesca può avvenire entro il 31 dicembre 2022. In ogni caso, ulteriori delucidazioni sul bonus carburanti delle imprese del settore arriveranno con il provvedimento dell’Agenzia delle entrate atteso entro i 30 giorni susseguenti all’entrata in vigore della legge di conversione del decreto “Energia”. Nel nuovo provvedimento si attendono ulteriori informazioni relative alle modalità di cessione del credito di imposta e alla tracciabilità del credito stesso.

Come devono essere pagati i carburanti affinché le imprese agricole ottengano il credito di imposta?

Infine, non vi sono indicazioni specifiche relative alle modalità di pagamento dei carburanti. Risulta pertanto consentito il pagamento in contanti nel limite odierno dei 2 mila euro. A tal proposito, l’Agenzia delle entrate si era espressa nel 2018 con la risposta numero 13 chiarendo che, per i titolari di reddito agrario e per l’adozione del regime speciale dell’Iva, è possibile il pagamento in contante.

Aumenti carburanti:la Guardia di Finanza indaga. Sentito il ministro Cingolani

Gli aumenti del costo dei carburanti arrivati a oltre 2,30 euro al litro anche in modalità self service e che hanno portato i prezzi del diesel e della benzina ad essere quasi pari, hanno generato molto allarme nei consumatori. Sono in molti ad aver sostenuto che in passato con prezzi al barile simili a quelli odierni, il prezzo del carburante comunque non ha avuto le flessioni attuali e di conseguenza gli aumenti carburanti delle settimane scorse sono ingiustificati e quindi speculativi. Ora la Guardia di Finanza vuole vederci chiaro.

Sospiro di sollievo per gli italiani con il taglio delle accise sui carburanti per un mese

Nelle settimane appena trascorse gli italiani hanno dovuto far fronte ad aumenti dei costi dei carburanti spropositati. Questo ha costretto il Governo a intervenire applicando un taglio delle accise di 30,5 centesimi. Ad essere precisi il taglio è di 25 centesimi a cui si accumula un risparmio sull’IVA di 5,5 centesimi. Questa applicazione porta nuovamente i carburanti sotto la soglia dei 2 euro al litro sia per la benzina sia per il diesel. Questa misura per ora avrà la durata di 30 giorni.

Nei confronti di questa decisione non sono mancate le proteste dei gestori che hanno sottolineato la necessità di intervenire con meccanismi di compensazione al fine di evitare perdite dovute alle accise già assolte. Forse però questa volta hanno esagerato perché nel frattempo sono partitre le indagini della Guardia di Finanza per verificare se gli aumenti applicati dai vari gestori fossero in linea con l’effettivo aumento del prezzo del petrolio oppure vi sono state manovre speculative alimentate dall’allarme generato dalla guerra in Ucraina.

Guardia di Finanza indaga sugli aumenti carburanti

Il fascicolo è stato aperto da diverse Procure, la Procura di Roma indaga con un fascicolo per manovre speculative su merci, l’indagine è guidata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e nella giornata di ieri, in qualità di persona informata sui fatti, è stato sentito il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani che già nei giorni passati aveva sottolineato che gli aumenti applicati non erano in linea con gli effettivi aumenti del costo del petrolio. Il Ministro, da quanto si apprende, avrebbe reso dichiarazioni molto dettagliate sulla questione e consegnato un corposo fascicolo. Di conseguenza avrebbe aiutato a chiarire i meccanismi che hanno portato a questi vistosi aumenti.

Cartelli dei prezzi: precedenti sanzionati

Se i sospetti fossero confermati, si potrebbe configurare una grave truffa ai danni dei cittadini e delle imprese. Non solo, ricordiamo che dal 1990 in seguito all’entrata in vigore della legge 287 vige il divieto di “cartelli dei prezzi” contenuto nella legge Antitrust. I cartelli consistono in accordi tra le imprese che coordinano tra loro i prezzi andando così ad eliminare gli effetti della libera concorrenza. Ad esempio se i vari gestori della distribuzione dei carburanti si accordano al fine di tenere alti i prezzi, si ipotizza un cartello. La normativa prevede anche la possibilità per le imprese che collaborano di accedere a programmi di clemenza. Questi si applicano ad imprese che si autodenunciano e forniscono elementi probatori importanti al fine di rilevare l’infrazione delle regole Antitrust.

Non mancano casi passati. Ad esempio l’Antitrust (anni 2000) ha comminato una sanzione da 700 milioni di euro a un cartello assicurativo che compredeva tra le varie compagnie Generali, Ras, Sai, Lloyd Adriatico e altre compagnie condannate perché avrebbero stipulato un accordo per mantenere alti i prezzi delle polizze.

In seguito la Corte di Cassazione (con ordinanza 5327 del 2013 pronunciata dalla Sezione Civile VI-3) ha confermato la tutela per un assicurato che aveva stipulato la polizza con una delle compagnie sanzionate. In questo caso la Corte ha sottolineato che, visti i fatti già accertati e che non è possibile quindi porre nuovamente in discussione, in favore del ricorrente/consumatore vi è una presunzione che il premio corrisposto sia superiore al dovuto. Quindi l’assicurato non deve provare il danno, ma è la compagnia a dover fornire la prova liberatoria.

L’indagine sui prezzi dei carburanti è partita da un esposto presentato da Codacons a 104 Procure e all’Autorità Garante della Concorrenza. Per ora non c’è nessun soggetto iscritto nel Registro degli Indagati.