Prezzo del grano giù ma pasta e pane salgono, ecco perché e come risolvere

Fondamentale come prodotto, il grano sta diventando un argomento abbastanza caldo di questi tempi. Sul grano si dice tutto il contrario di tutto. L’Italia, e soprattutto il Sud Italia, sono tra i principali produttori di grano. Ma è un settore piuttosto complicato soprattutto alla luce di questa grave crisi economica che si sta abbattendo ormai da tempo sull’economia nazionale. È proprio il grano sta subendo le conseguenze maggiori sia dal punto di vista dei consumatori dei prodotti da esso derivati, che dal punto di vista di chi il grano lo produce, cioè gli agricoltori.

Molte le anomalie che accompagnano il grano in Italia di questi tempi

L’argomento è assai discusso perché presenta una enorme anomalia che molti non considerano. Molti altri però se ne rendono conto. Parliamo di grano e soprattutto di prezzi del grano o dei prodotti derivati dalla materia prima. Il prezzo del grano per i consumatori sta salendo a livelli esponenziali, a tal punto che pasta, pane e altri derivati sono saliti di prezzo in maniera considerevole. Ciò che però rappresenta l’anomalia principale è il fatto che è se da un lato il prezzo per i consumatori sale, da un altro lato scende il prezzo pagato alla fonte, cioè ai produttori. E di questo si lamentano molte associazioni di categoria. Lamentele sul prezzo a cui però, sempre dalle associazioni, vengono aggiunte potenziali risoluzioni e suggerimenti. Ed anche la politica sembra iniziare a muoversi.

Le istituzioni sembrano iniziare ad accorgersi del problema grano

Anche la politica si sta interessando di ciò che sta accadendo al grano in Italia. Dalla Basilicata alla Puglia, dove il grano è uno dei principali prodotti dell’Agricoltura, escono fuori le dichiarazioni di De Bonis, senatore di Forza Italia. Dichiarazioni che mettono in luce l’anomalia di cui parliamo, senza però tralasciare alcuni suggerimenti atti a risolvere la questione. Secondo quanto riporta il sito basilicata24.it, il senatore azzurro sottolinea come sia davvero particolare che sui consumatori Italiani si sia battuto un incremento del 20% sul costo di acquisto della pasta per esempio. Se da un lato sui consumatori si abbattono questi incrementi, dall’altra sugli agricoltori che producono il grano si registra un calo del prezzo di vendita del prodotto pari anche in questo caso al 20%. Sempre dal lato degli . A questo va aggiunto per questioni climatiche il calore dell’evoluzione superiore al 40%.

L’operato delle istituzioni è tangibile

Secondo il senatore, occorre continuare con il lavoro svolto dal CUN, acronimo di Commissione unica nazionale. Un organismo nato affinché non solo sul grano si mettano in campo delle iniziative per rendere più trasparente la modalità di definizione del prezzo, soprattutto del prodotto iniziale. Ciò che incide molto sono le borse merci locali, che determinano i prezzi senza considerare diversi fattori che poi sono quelli che portano all’anomalia prima citata.
Inoltre, intermediazioni e speculazioni devono essere debellate perché sono tra i fattori determinanti di questa situazione. Gli agricoltori vivono sicuramente una fase delicata, perché hanno dovuto subire l’incremento dei costi di produzione. Per esempio quelli  del gasolio o anche dei fertilizzanti. Aumento dovuto anche alla grave crisi e bellica in Ucraina.
Quello che si suggerisce è di dare maggiore forza agli aiuti comunitari previsti dal piano PAC. Infatti le quote del premio di produzione dei cereali che tutti gli agricoltori conoscono, dovrebbe arrivare almeno a 1.000 euro ad ettaro. Questo si che potrebbe essere un valido salvagente per un settore produttivo che come abbiamo visto è piuttosto in difficoltà.

Pane e pasta sempre più cari e i prezzi hanno raggiunto il record

Pane e pasta hanno raggiunto dei prezzi senza precedenti. Tra motivazione e rincari sia per le imprese che per i consumatori finali.

Pane e pasta: dalla luce ai prodotti primari, cosa dobbiamo aspettarci?

Pane e pasta stanno aumentando i loro prezzi in maniera vertiginosa. Da nord a sud Italia i rincari colpiscono non solo le materie prime per le aziende, ma anche il consumatore finale. Un chilo di pane più di tre euro e si ricorda che stiamo parlando di un bene di prima necessita, che non dovrebbe mai mancare a nessuno. Mentre si fa sempre più presente lo spettro dell‘inflazione in rialzo.

Comunque sia già nei mesi scorsi si è assistito ad un aumento in bolletta di gas e luce. Infatti le prime bollette già rincarate sono arrivate, portando con se un’amara consapevolezza per gli utenti. Ed oggi non solo il pane, ma anche la pasta sia normale che integrale, sia nei supermercati che nelle botteghe sotto casa.

Le motivazioni che spiegano l’aumento dei prezzi

Dopo gas, luce e carburante arrivano ancora aumenti per le famiglie italiane. Ma quello che stupisce è che sono in aumento anche i generi alimentari. Si parla di circa il 15% in più rispetto allo scorso anno. Mentre per farina, pasta integrale e pane in cassetta i rincari sono del 30%. L’aumento della farina al chilo è del 38% da maggio ad oggi, mentre un chilo di pane è più del 11% sempre con riferimento allo stesso periodo.

Ma quali potrebbero essere le motivazioni? Una risposta è da ricercarsi nel calo dei raccolti in Ucraina, secondo quanto dichiarato dall’Ismea. Si tratta dell’istituto di servizi per il mercato agricolo ed alimentare, che sta monitorando la situazione. La seconda motivazione potrebbe essere legata alla decisione della Russia di diminuire il livello di esportazioni, allo scopo di contenere il prezzo del grano.

La situazione in Italia e le difficoltà delle imprese

Sembra strano ma le nostre aziende per produrre i loro prodotti hanno bisogno spesso di importare il grano o le farine per le lavorazioni. Ebbene si perché il grano 100 per cento italiano riesce a coprire solo il 33% della domanda. La produzione di grano italiano è molto difficile da proteggere come Made in Italy visto che l’Italia produce poco più del 50% del proprio fabbisogno complessivo. In altre parole importiamo circa il 50% di grano tenero e il 40% di grano duro per sopperire al nostro fabbisogno.

In ogni caso abbiamo tanti produttori grano italiano che con cura e passione coltivano questo importantissimo cereale. Qualche rischio di importare grano con tracce di antiparassitari o micotossine sussiste ma non possiamo fare in altro modo per il fabbisogno della nazione.