Caro bollette, tutti gli interventi a sostegno delle imprese

L’aumento dei prezzi energetici e il caro bollette sono al centro delle misure di sostegno delle imprese del decreto legge numero 21 del 2022, cosiddetto decreto “Energia”. Gli aiuti contemplano la  defiscalizzazione delle spese per l’energia elettrica e per il gas mediante riconoscimento di bonus fiscali e il sostegno all’autotrasporto. Fa parte del pacchetto anche la possibilità di rateizzare le bollette di maggio e giugno prossimo. Il decreto legge è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2022, la numero 67.

Credito di imposta per l’acquisto di energia elettrica a favore delle imprese: in cosa consiste?

Una delle misure contenute nel decreto legge “Energia” è il bonus per il credito di imposta a favore delle imprese per le spese relative all’energia elettrica. Il bonus è pari al 12% dei costi sostenuti e va applicato ai costi del secondo trimestre del 2022 qualora il prezzo dell’energia elettrica, calcolato sulla media del primo trimestre del 2022, risulti aumentato del costo per kilowatt/ora di almeno il 30% rispetto al prezzo medio praticato al primo trimestre del 2019. Per beneficiare del credito di imposta le imprese devono essere dotate di contatori di energia elettrica di potenza pari o superiore ai 16,5 kilowatt.

Bonus per l’acquisto del gas, quando si applica il credito di imposta?

Sull’aumento dei costi del gas, il decreto “Energia” prevede un bonus consistente nel credito di imposta pari al 20%. Il calcolo deve essere fatto sul prezzo sostenuto nel primo trimestre del 2022 rispetto al medesimo periodo del 2019. Nel caso in cui i costi del gas abbiano subito un aumento superiore al 30%, l’impresa può utilizzare il credito di imposta sulle spese del gas relative al secondo trimestre del 2022.

Costi energia elettrica e gas, per le imprese energivore e gasivore aumentano i crediti di imposta

Per le imprese gasivore ed energivore, il decreto “Energia” aumenta la percentuale di credito di imposta riconosciuto per le spese di gas ed energia elettrica rispetto ai precedenti provvedimenti. Infatti, il credito di imposta delle imprese energivore aumenta dal 20% al 25%. Per le imprese a forte consumo di gas naturale la percentuale del bonus si incrementa dal 15% al 20%.

Bonus all’autotrasporto, in cosa consistono gli aiuti alle imprese?

Per il sostegno all’autotrasporto il governo ha previsto varie misure. Innanzitutto la clausola di adeguamento del corrispettivo. La formula prevede l’inserimento nei contratti relativi al trasporto della clausola di adeguamento dei corrispettivi per adeguarli agli aumenti dei costi dei carburanti. Quindi, nei contratti in forma scritta verrà inserita la clausola a favore dell’autotrasportatore di adeguare i corrispettivi nel caso in cui il costo dei carburanti aumenti di almeno il 2% rispetto al valore di riferimento immesso nel momento in cui si stipula il contratto.

Altre misure e bonus per il settore dell’autotrasporto

Inoltre, il governo ha stanziato per l’anno in corso 500 milioni di euro che andranno a favore di un fondo per calmierare i prezzi dei carburanti. Si prevede, inoltre, il rifinanziamento dei contributi per incentivare il trasporto delle merci tramite le ferrovie e via mare. Si procedere con lo stanziamento di 20 milioni di euro per ridurre i costi dei pedaggi autostradali e per dedurre forfettariamente le spese non documentate. Infine, per l’anno in corso le imprese di trasporto merci per conto terzi possono beneficiare dell’esonero del versamento dei contributi all’Autorità di regolazione dei trasporti.

Imprese, bollette energia elettrica a rate: in cosa consiste il bonus?

Sulle bollette di energia elettrica e di gas, il decreto “Energia” prevede la possibilità di rateizzare il costo dei consumi in 24 rate mensili. La rateizzazione può essere fatta su richiesta sui costi relativi ai mesi di maggio e giugno prossimi.

 

 

Aumento prezzo dei carburanti: famiglie e autotrasporti in ginocchio, tra doppia tassa e materie prime

Non accenna a fermarsi l’aumento esponenziale del prezzo dei carburanti che inciderà pesantemente sulla vita di tutti gli italiani, anche di chi l’auto la usa poco. I trasporti su terra in Italia sono la via principale per spostare merci. Se un autotrasportatore ha più costi, inevitabile che ci sia una ricaduta su tutti, anche sui consumatori finali delle merci che per via dell’aumento del costo del carburante, aumenteranno di prezzo.

I rincari dei prezzi dei carburanti derivano sostanzialmente da due fattori. C’è l’aumento della materia prima, questo è evidente. Ma in Italia i contribuenti sono assoggettati ad una doppia tassazione che in seguito andremo ad approfondire. Fatto sta che anche la Cgia di Mestre, ha prodotto,come si legge sull’Agenzia di stampa Agi, un quadro che dimostra quanto si trovano a spendere in più gli addetti ai servizi di autotrasporto.

Un quadro evidente di una situazione che non smette di peggiorare e che minerà l’economia italiana. Un peggioramento di cui nessuno parla, nemmeno la politica da mesi impegnata esclusivamente sulla pandemia e sulle beghe interne dei partiti alle prese con la nuova elezione di Sergio Mattarella al Quirinale.

I calcoli della Cgia di Mestre, il salasso per gli autotrasportatori

Il trasporto su strada è messo alle strette dall’aumento del costo di benzina, gasolio e metano. Un aumento esponenziale che soprattutto per i mezzi pesanti, i classici Tir, produrrà una maxi spesa rispetto agli anni precedenti di circa 8.600 euro all’anno, secondo i calcoli della Cgia di Mestre.

Se le famiglie guardano soprattutto a luce e gas per le utenze domestiche, anche loro in aumento, non meno importante è l’aumento del costo dei carburanti.

In un anno il gasolio è passato da 1,35 euro al litro, a circa 1,65 euro a litro. Parliamo di media dal momento che non è raro trovare prezzi addirittura maggiori da distributore a distributore, soprattutto lungo le autostrade. Tra 150 e 200 euro è il costo di un pieno di un grosso Tir da 11 tonnellate. Ma vicino a 100 euro è pure il pieno di una auto di media cilindrata e con serbatoio di media grandezza.

Sui Tir la Cgia di Mestre ha fatto dei conti in base alla media dei consumi degli autotrasportatori. Calcolando in 3,5 litri a Km il consumo di un Tir da 11 tonnellate. Se pensiamo che la media di percorrenza di un Tir ogni anno è pari a 10.000 Km, il calcolo è abbastanza facile per capire quanto costa mettere in strada quotidianamente un autotreno.

Un aumento che sono sempre i consumatori finali a pagare

Chi non usa la macchina o la usa poco non subisce le conseguenze dei rincari. Questo è un luogo comune, un modo di pensare che è evidentemente sbagliato. Anche i beni primari che ogni giorno le famiglie acquistano nei supermercati, viene trasportato su gomma.

E aumento dei prezzi del carburante significa aumento dei prezzi di questi beni. Se servono più soldi ad un autotrasportatore per consegnare le merci, le vie sono due.  O ci rimette chi le merci le vende a livello apicale, o si riversano i rincari sui consumatori e sulle famiglie.

Non ci vuole molto a capire quale delle due vie è quella che in genere viene intrapresa. Un salasso per le famiglie, che tra l’altro per via di una ripresa economica che i nostri politici dicono di vedere (ma le famiglie crediamo che la pensino in maniera differente), non sono aiutate da misure che prima erano previste per via dell’emergenza sanitaria ed economica.

La doppia tassazione sui carburanti, l’Italia unico Paese ad adottarla

Anche la tassazione fa la sua parte in questi rincari esponenziali che i carburanti hanno in questi ultimi tempi. Non si può ridurre il tutto al semplice aumento del prezzo del barile.

Non fosse altro che l’aumento del greggio non può essere considerato l’unica causa dell’aumento del prezzo del  rifornimento. In Italia il carburante è assoggettato ad una doppia tassazione. Infatti sui rifornimenti di benzina, gasolio e metano, lo Stato italiano prevede Iva ed Accise.

L’Iva è al 22%, e questo produce notevoli introiti come erario. Ma è la doppia tassazione a finire sul banco degli imputati. Sempre in base ai calcoli della Cgia di Mestre e a ciò che si legge nell’articolo dell’Agi, le accise sul prezzo dei carburanti hanno una incidenza notevole. Per benzina e gasolio siamo rispettivamente al 41% ed al 37,5%, mentre si scende al 18% per il Gpl.

Addirittura più specifica la Cgia di Mestre entra nel calcolare quanto hanno speso di più i trasportatori che percorrono alcuni tratti autostradali tra i più trafficati, dalla Milano-Roma alla Venezia-Torino. Un incremento di spesa tra i 70 ed i 150 euro, in base naturalmente alla lunghezza del tratto.

Prezzi dei carburanti a rischio con l’aumento dell’Iva

Le previsioni sui prezzi della benzina non sembrano promettere nulla di buono, e questa volta non c’entrano le quotazioni internazionali dei carburanti.

Lo spauracchio deriva dal prossimo aumento dell’Iva che, a meno di miracoli da parte del Governo, scatterà dall’1 luglio prossimo.
L’incremento di un punto percentuale dell’aliquota si ripercuoterebbe sui listini di benzina e diesel facevo lievitare i prezzi di almeno 1,5 centesimi al litro.

Alessandro Gilotti, presidente Up, sembra però fiducioso che l’aumento tanto temuto non avverrà, considerando anche la forte ripercussione che ciò avrebbe per la ripresa dei consumi. E proprio adesso che, dopo quasi due anni, i consumi dei carburanti sono aumentati, anche se di poco, sarebbe folle impedire una crescita regolare, cosa che accadrebbe con l‘incremento dell‘Iva.
Il dato rilevato sembrava infatti indicare l’inizio di un timido recupero della propensione ai consumi automobilistici, legato probabilmente al momento di relativa tranquillità dei mercati e ad un miglioramento del clima di fiducia dovuto al superamento della precedente crisi politica.

Guardando ai listini di oggi, le medie nazionali vedono la benzina a 1,812 cent/litro e il diesel fermo a 1,715.
A livello Paese i prezzi vanno, per la benzina, da 1,801 di Eni a 1,819 di Tamoil.
Il diesel è invece tra 1,699 di Eni e 1,723 ancora di Tamoil.

Vera MORETTI

I prezzi dei carburanti ricominciano a salire

Doveva capitare, prima o poi, che il trend si invertisse, e infatti è successo: la nuova settimana si è aperta con i prezzi dei carburanti in aumento, dopo una serie di ribassi che avevano caratterizzato l’ultimo periodo.
Ad aprire con i listini in salita è stata Eni, che si è presentata questa mattina con benzina e diesel a +1,5 centesimi al litro.

Questa inversione di tendenza è dovuta all’andamento dei mercati internazionali, che vedono i prezzi in aumento, anche se, almeno per ora, i rincari non sono particolarmente consistenti.
Infatti, i prezzi praticati sul territorio sono stabili, con rialzi per le no-logo, anticipatarie dei mercati.

Le punte dei prezzi sono adesso a 1,838 euro/litro per la benzina, 1,730 per il diesel e 0,837 per il Gpl.
Le medie si posizionano a 1,798 euro/litro (comunque ancora sotto 1,8 euro), 1,704 e 0,808.
La situazione a livello Paese, in modalità servito, vede il prezzo medio praticato della benzina che va oggi dall’1,778 euro/litro di Eni all’1,798 di Tamoil (no-logo a 1,656).
Per il diesel si passa dall’1,678 euro/litro sempre di Eni all’1,704 ancora di Tamoil (no-logo a 1,546).
Il gpl infine è tra 0,773 euro/litro di Eni e 0,808 di Tamoil (no-logo a 0,760).

Vera MORETTI