Automotive, defiscalizzazione per rilanciare il settore

 

“Dobbiamo fare politiche che incentivino il rinnovo del parco macchine nel nostro Paese che è il più vecchio d’Europa, utilizzando se possibile strumenti diversi dagli incentivi classici, come la defiscalizzazione utilizzata per le ristrutturazioni edilizie. In questi giorni arriveremo a una sintesi con il ministro Guidi” ha annunciato il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi. Un nuovo sistema di incentivi, legati allo strumento della defiscalizzazione, per il rinnovo del parco auto in Italia, il ministro ci starebbe lavorando con la collega dello  Sviluppo economico, Federica Guidi.

“Sarebbe una mossa che potrebbe provocare un positivo effetto domino per l’intera economia italiana. La filiera del mercato delle automobili, del resto, è ampia e articolata e non solo per l’indotto. Ne consegue che una spinta alle immatricolazioni sarebbe capace di dare un impulso benefico alla ripresa economica, sempre più lontana anche in questo 2014”, ha confermato il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.

“L’annuncio del Ministro Lupi dell’intenzione del Governo di adottare misure per favorire il rinnovo del parco circolante di autoveicoli nel nostro Paese – ha dichiarato infine Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non può che essere salutato con favore da chi ha a cuore le sorti del settore dell’auto, ma anche quelle dell’economia italiana”.

Le dichiarazioni del ministro del NCD arrivano pochi giorni dopo i dati resi noti dall’Anfia, l’Associazione che riunisce la filiera automobilistica, i quali attestano a 70,5 i miliardi di euro che la filiera automotive ha donato all’Erario, con una crescita del 6,3% negli ultimi 5 anni, nonostante il forte ridimensionamento dei volumi di nuove immatricolazioni (-39,8%).

JM

Automotive, meno vendite più tasse

 

Si attesta intorno ai 70,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% negli ultimi 5 anni, l’entità (astronomica) del prelievo fiscale che ha gravato sulla filiera automotive italiana nel 2013, nonostante secondo le stime dell’Anfia il mercato degli autoveicoli nel nostro Paese sia crollato contemporaneamente del 39,8%.

“Confrontando gli ultimi 5 anni – ha spiegato Roberto Vavassori, presidente di Anfia, poco dopo la pubblicazione dei dati –  il gettito proveniente dal settore automotive è cresciuto del 6,3% tra 2009 e 2013, con una quota percentuale sul gettito complessivo passata dal 16% al 16,5%, dopo il picco del 17% nel 2012 è significativo notare che, nello stesso periodo, il gettito Ipt e Iva derivante dall’acquisto degli autoveicoli è calato del 30,2% a causa del forte ridimensionamento dei volumi di nuove immatricolazioni (-39,8%), mentre, al contrario, il gettito derivante da possesso (ovvero il bollo auto) e utilizzo dei mezzi, è cresciuto rispettivamente del 4,6% e del 13,2%. Nel 2013, la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul Pil sale al 4,5% (era 4,4% nel 2012), mantenendo il primato tra i maggiori paesi europei, visto che la media è del 3,2%. A fronte della perdita di capacità di spesa da parte degli italiani – ha proseguito non senza polemizzare il presidente Anfia – si è risposto in questi anni con l’inasprimento delle imposizioni fiscali sull’auto, giunte a livelli tali da generare una profonda contrazione del mercato, con conseguenze gravi sia a livello industriale, sia sul parco circolante sempre più obsoleto, poco sicuro e inquinante. E’ prioritario, per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese, invertire questa tendenza, con particolare attenzione alla spesa delle famiglie, ma anche alla competitività delle imprese. Noi lavoriamo da tempo per questo, con la presentazione di proprie proposte nell’ambito della Consulta Automotive e seguendo altre proposte di legge in materia che vadano nella direzione di una fiscalità automotive più equa”.

JM