Automotive, vendite giù ad agosto

Nonostante il trend su base annua resti positivo, ad agosto si ferma la crescita del mercato dell’auto con le immatricolazioni in calo del -0,2% rispetto all’anno scorso. Solo la neonata Fiat Chrysler Automobiles ha immatricolato nel mese appena conclusosi quasi 15 mila vetture (il 6,9 per cento in meno rispetto all’anno scorso), per una quota del 27,6 per cento, -2 per cento in confronto allo stesso mese del 2013, ma in crescita di 0,3 punti percentuali rispetto a luglio 2014.

«Il calo delle immatricolazioni in agosto è stato con ogni probabilità influenzato anche dall’annuncio dato dal ministro Lupi a fine luglio sull’intenzione del Governo di adottare incentivi sotto forma di agevolazioni fiscali a favore degli acquirenti di auto nuove secondo una formula ispirata a quella adottata per le ristrutturazioni edilizie – ha spiegato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor (Csp) – ed è noto che l’annuncio di incentivi non seguito immediatamente dalla loro adozione ha un effetto depressivo sulla domanda in quanto molti potenziali acquirenti rinviano decisioni di acquisto già maturate per poter beneficiare degli incentivi».

JM

 

Automotive, meno vendite più tasse

 

Si attesta intorno ai 70,5 miliardi di euro, con una crescita del 6,3% negli ultimi 5 anni, l’entità (astronomica) del prelievo fiscale che ha gravato sulla filiera automotive italiana nel 2013, nonostante secondo le stime dell’Anfia il mercato degli autoveicoli nel nostro Paese sia crollato contemporaneamente del 39,8%.

“Confrontando gli ultimi 5 anni – ha spiegato Roberto Vavassori, presidente di Anfia, poco dopo la pubblicazione dei dati –  il gettito proveniente dal settore automotive è cresciuto del 6,3% tra 2009 e 2013, con una quota percentuale sul gettito complessivo passata dal 16% al 16,5%, dopo il picco del 17% nel 2012 è significativo notare che, nello stesso periodo, il gettito Ipt e Iva derivante dall’acquisto degli autoveicoli è calato del 30,2% a causa del forte ridimensionamento dei volumi di nuove immatricolazioni (-39,8%), mentre, al contrario, il gettito derivante da possesso (ovvero il bollo auto) e utilizzo dei mezzi, è cresciuto rispettivamente del 4,6% e del 13,2%. Nel 2013, la percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul Pil sale al 4,5% (era 4,4% nel 2012), mantenendo il primato tra i maggiori paesi europei, visto che la media è del 3,2%. A fronte della perdita di capacità di spesa da parte degli italiani – ha proseguito non senza polemizzare il presidente Anfia – si è risposto in questi anni con l’inasprimento delle imposizioni fiscali sull’auto, giunte a livelli tali da generare una profonda contrazione del mercato, con conseguenze gravi sia a livello industriale, sia sul parco circolante sempre più obsoleto, poco sicuro e inquinante. E’ prioritario, per rilanciare la domanda di mobilità nel nostro Paese, invertire questa tendenza, con particolare attenzione alla spesa delle famiglie, ma anche alla competitività delle imprese. Noi lavoriamo da tempo per questo, con la presentazione di proprie proposte nell’ambito della Consulta Automotive e seguendo altre proposte di legge in materia che vadano nella direzione di una fiscalità automotive più equa”.

JM

Automotive: volano i concessionari (che sono sopravvissuti)

Secondo gli ultimi dati resi noti Quintegia, che presenterà la propria analisi completa all’Automotive Dealer Day in programma a Veronafiere dal 20 a 22 maggio prossimi, i punti vendita nel settore dell’automotive sono diminuiti dell’11,9% negli ultimi dodici mesi, a fronte di una diminuzione complessiva delle immatricolazioni del 7,3%. E a beneficiarne sono le concessionarie sopravvissute alla crisi, che nel primo trimestre di quest’anno hanno registrato una crescita media in termini di vendite per mandato del 16%.

Il netto calo delle reti distributive riguarda anche il numero degli imprenditori (-12,4% nel 2013) e ancora di più le ragioni sociali (-12,4% nel 2013 e -50% negli ultimi 12 anni). In diminuzione anche, seppur in modo minore, i franchise point. Per il manager Quintegia, Tommaso Bortolomiol: “Se da un lato la perdita di imprenditori e addetti è un dato molto negativo ed è l’effetto del perdurare della crisi, dall’altro stanno lievemente emergendo gli effetti positivi di una concentrazione delle reti per i concessionari che sono rimasti nel business. Nel primo trimestre di quest’anno infatti le vendite medie per punto vendita e per mandato riferite al canale privato sono aumentate di circa il 10% mentre complessivamente (privati e business) la crescita è del 16%, a fronte di un incremento del mercato immatricolazioni del 5,8%”. Il mutamento della rete distributiva si attesta oggi, secondo le rilevazioni del Centro ricerche Quintegia a 1.434 imprenditori, 3.273 sedi fisiche e 4.555 franchise point.

Jacopo MARCHESANO