Donna e professioni liberali: a Roma il 15 dicembre

Le donne e l’occupazione in Italia: maternità, contratti, stipendi, agevolazioni. Qual è il ruolo della donna nel lavoro oggi? Il convegno “La donna nelle professioni liberali – Esperienza italiana ed europea”, in programma per il prossimo 15 dicembre a Roma, tenta di rispondere a questo quesito. L’appuntamento è a partire dalle ore 13.00 nella Sala Convegni della Chiesa Valdese di Via Pietro Cossa a Roma. Relatore d’eccezione anche il neoministro al Welfare con delega alle Pari Opportunità Elsa Fornero.

L’evento è organizzato dagli avvocati Matteo Santini, Fabrizio Bruni e Isabella Maria Stoppani, in collaborazione con l‘Associazione degli Avvocati Romani. Per scaricare i moduli di partecipazione al convegno e per ulteriori informazioni è possibile visitare i siti web www.associazionedegliavvocatiromani.it o www.dirittodellafamiglia.com.

“L’avvocatura del futuro”, un ciclo di seminari a Roma

L’avvocato Matteo Santini insieme al collega Fabrizio Bruni ha inaugurato un ciclo di incontri sul tema delle PARI OPPORTUNITA’ NELLE PROFESSIONI.

Il primo incontro (fissato per il 15 dicembre ore 13-15 nella Sala Conferenze della Chiesa Valdese di Roma in Via Pietro Cossa 42) sarà dedicato alle donne nell’avvocatura (seguirà la costituzione della commissione legislativa sulle pari opportunità alla quale tutti i colleghi interessati sono invitati a partecipare attivamente per la redazione di un disegno di legge a tutela delle “avvocatesse” madri).

Il secondo incontro verterà sulle problematiche dei giovani professionisti nell’ambito dell’avvocatura (sarà costituita una Commissione Scientifica finalizzata alla redazione di un disegno di legge che agevoli i giovani nell’esercizio, in proprio, dell’attività professionale attraverso la previsione di una serie di sgravi fiscali effettivi e mediante l’accesso a finanziamenti agevolati o prestiti di onore).

Nel terzo e conclusivo incontro si affronterà il tema dell’avvocato in difficoltà cercando di individuare le opportune soluzioni per supportare i colleghi che per situazioni contingenti (problemi di salute, familiari, crisi economica, ecc.) si trovano a dover fronteggiare periodi di estrema difficoltà. Un dovere degli avvocati, come cittadini e colleghi, quello di non abbandonare mai tali colleghi.

Per prenotarsi all’incontro gratuito del 15 dicembre ore 13 sul tema della DONNA NELLA PROFESSIONE è possibile scaricare il modulo all’interno del sito www.dirittodellafamiglia.com

La crisi penalizza i prestatori d’opera

A soffrire particolarmente la crisi economica mondiale, come ha confermato lo studio Ep Industry White Paper condotto su circa 6.000 imprese interpellate in 25 Paesi d’Europa, sono soprattutto i prestatori d’opera che, a causa di perdite su crediti e ritardi di pagamento, hanno calcolato una perdita sul fatturato del 4,5%.

Giunto alla settima edizione, l’approfondimento dei dati del report European Payment Index condotto da Intrum Justitia per settori merceologici, evidenzierebbe una situazione nella quale le aziende europee avrebbero portato a perdita crediti per un valore totale di 312 miliardi di euro pari al 2,7% del fatturato.

I più colpiti sono, nel dettaglio, commercialisti, studi legali, architetti e consulenti, per i quali la società specializzata in servizi di Credit management prevede un ulteriore peggioramento per tutto il 2012.

Al contrario, a tenere è il settore delle utilities, ma anche e soprattutto edilizia, servizi immobiliari, educazione, trasporti e servizi alle imprese, che hanno registrato risultati migliori rispetto alla media europea.
Nonostante ciò, però, le stime per il prossimo anno sono tutt’altro che confortanti, dal momento che sono previste ulteriori perdite in altri settori.

Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati, ha reso noti altri dati, che riguardano le categorie professionali italiane e il loro andamento tra il 2008 e il 2010. Purtroppo, la crisi si è fatta sentire parecchio, tanto da invertire la tendenza positiva degli anni precedenti, con una perdita del 3% del reddito nominale e del 6% del reddito reale. Messi peggio sarebbero notai e avvocati, che sarebbero in negativo dell’11%.

Adepp ha esteso tale ricerca al quinquennio 2005-2010 e anche in questo quadro appaiono i professionisti dell’area giuridica quelli più “sofferenti”, probabilmente anche a causa di alcune riforme apportate all’attività notarile. In questo caso, si parla di un reddito reale negativo al 20% e reddito nominale a -11%.

L’area tecnica, che comprende geometri, periti e biologi, e l’area economico sociale di giornalisti, commercialisti e ragionieri, presentano un andamento più lineare e meno sfavorevole, perdendo rispettivamente circa il 7% e il 5% del loro reddito medio reale (rispettivamente circa il 3% e il 5% del loro reddito medio nominale) nel periodo 2005-2010.

In perdita anche l’area sanitaria, formata da farmacisti, medici e odontoiatri, psicologi, infermieri e veterinari, che registra una importante diminuzione dei redditi reali medi nel periodo 2006-2010.
Tale perdita però, precisa ancora l’Adepp, è stata in gran parte compensata dal guadagno in termini di reddito medio reale registrato nel periodo 2005-2006 e pari a circa il 9%.
Grazie a questo fenomeno l’area sanitaria e’ quella che risulta aver perso meno in termini di reddito medio reale durante il periodo 2005-2010. Nel periodo 2006-2010 l’area sanitaria ha perso il 4,5% in termini di reddito medio nominale. Invece, il guadagno in termini di reddito medio nominale nel periodo 2005-2006 e’ stato dell’11%.

Vera Moretti

Ministro Severino: Abolire gli ordini? Mai detto

Ramoscello d’ulivo dal Governo al mondo delle professioni. Nell’audizione in commissione Giustizia al Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero, il ministro della Giustizia, Paola Severino, torna sulla presunta volontà di abolire gli ordini professionali: “Nessuno ha mai parlato di abolizione degli ordini. Liberalizzare non vuole dire consentire a chiunque di svolgere la professione di avvocato, ma liberare gli ostacoli eccessivi all’esercizio delle professioni“, ha affermato.

Bisogna fare presto – ha aggiunto – perché non è rinviando una riforma che si risolve un problema“. “Il rasserenamento e l’apertura al dialogo – ha concluso – credo siano ottime strade“.

d.S.

Società di professionisti: muore la professione forense

È a rischio l’indipendenza della professione forense.

La legge di Stabilità appena approvata ammette la costituzione di società per l’esercizio dell’attività professionale secondo i modelli societari contemplati dal codice civile, incluse le società di capitali.

Potranno essere ammessi a far parte di tali società, in qualità di soci solo i professionisti iscritti ad ordini ed albi ma anche soggetti non professionisti (ad esempio banche, grandi imprese, compagnie assicurative, ecc.) soltanto per prestazioni tecniche o per finalità di investimento. L’espressione “soltanto” non è macabra ironia ma il termine esatto utilizzato nel testo della legge!

È facile capire come l’entrata di investitori esterni in società di professionisti finirà con l‘assoggettare la professione forense alle logiche del mercato e della concorrenza tipiche delle imprese commerciali. L’indipendenza ed autonomia del singolo professionista cederanno il passo alle spietate logiche del mercato finalizzate al raggiungimento del massimo profitto.

Ne deriverà un inevitabile braccio di ferro tra i professionisti operativi all’interno delle società professionali – impegnati ed intenti nel portare avanti i loro mandati professionali nel rispetto delle regole, anche deontologiche, imposte dall’ordinamento – e gli investitori non “professionisti” – interessati ad ottenere il massimo profitto dall’attività dei professionisti “lavoratori”. Gli avvocati inseriti in “società di professionisti” diventano di fatto dei dipendenti “sotto pagati” dagli investitori esterni, i quali, giustamente, così come fanno gli azionisti, chiederanno conto agli avvocati in merito al fatturato prodotto.

Le grandi imprese non dovranno più neppure costituire un ufficio legale interno; potranno, di fatto, investire, come soci di maggioranza, in società di professionisti, lucrando sul guadagno dei professionisti impegnati all’interno di tali società.

Altro problema di non poco conto è rappresentato dal conflitto di interessi che potrà nascere tra l’avvocato socio e l’investitore esterno. Il singolo cliente si rivolge alla società di professionisti per avviare una causa contro una banca, salvo poi scoprire che quella banca è il socio investitore di maggioranza di quella società di professionisti alla quale il cittadino si è rivolto.

Ci aspettano tempi molto duri.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

La corsa ad ostacoli della giustizia in Italia

Arrivare ad una sentenza, con le leggi entrate in vigore In Italia negli ultimi due anni, è diventata oggi una corsa ad ostacoli sempre più incerta e costosissima. A denunciarlo il Cnf – Consiglio Nazionale Forense, che chiede al Parlamento di ripensare in toto le ultime norme introdotte con il maxi-emendamento: “gli ultimissimi sviluppi della politica investono della piena responsabilità tutto il parlamento, non più solo il governo ancora in carica. – sottolinea il Cnf – Il parlamento ripensi a quelle norme contrarie ad ogni principio di civiltà giuridica e non solo, si dimostri autonomo da quei poteri forti che vogliono piegare alla ricerca del profitto la tutela dei diritti inviolabili dei cittadini e devono per questo privare di dignità e decoro le libere professioni, prima di tutte quella di avvocato”.

Tutte le rappresentanze dell’avvocatura sono pronte a riunirsi a Roma il prossimo 12 novembre per fare il punto sulle proposte concrete da indirizzare al Parlamento. All’ordine del giorno: la modernizzazione della professione, gli effetti perversi della liberalizzazione selvaggia, i costi della revisione delle circoscrizioni giudiziarie, le proposte per accelerare i tempi della giustizia. La giustizia rischia di trasformarsi in un vero e proprio campo minato, dalla legge 69/2009 fino alle norme contenute nel maxi-emendamento del governo al ddl stabilità, il quadro della magistratura che ne traspare è pieno di condizioni e condizionali.

La sentenza? Solo un miraggio. Il Cnf ha richiesto al parlamento perché un confronto per valutare i costi di una causa di valore medio prima e dopo il 2009, ovvero secondo le norme più recenti, comprese quelle contenute nel maxi-emendamento. Il risultato? Il valore della causa ante 2009 compare moltiplicato per 13 volte se lo si confronto con il costo della medesima causa post -maxiemendamento.

Tempi lunghissimi, costi esorbitanti, mancanza di riforme organiche, mancanza di investimenti. La giustizia italiana è al collasso. E la soluzione non arriverà certo dall‘eliminazione delle tariffe – visto che i costi degli avvocati italiani sembrano essere quelli più bassi d’Europa – né tanto meno dalla riduzione del numero degli avvocati. Si tratta di solo di misure che fanno comodo ai poteri forti, denuncia il Cnf. La seduta è sospesa, non resta che attendere il verdetto.

Alessia Casiraghi

Avvocati, la casta che non esiste

Il 60% degli avvocati italiani ha meno di 45 anni (fonte: Sole 24 Ore). Eppure tra i nostri rappresentanti di categoria (quanto meno a Roma) non possiamo contare su alcun consigliere under 45. Si dice spesso che il nostro non è un Paese per giovani. Personalmente ritengo che l’innovazione e la competenza possano coesistere. La distanza tra i giovani e le istituzioni deriva soprattutto dalla sfiducia delle nuove generazioni nei confronti di rappresentanti inadeguati a comprendere ed assecondare i cambiamenti. Tra una generazione ed un’altra cambia il linguaggio, cambiano gli strumenti comunicativi, cambia il modo di concepire la politica.

La politica moderna, comunica oggi attraverso i social network, i blog, i portali web e chi non riesce ad adeguarsi a questo genere di tecnologia e di strumento comunicativo o ancor peggio, lo sottovaluta, considerandolo strumento per “adolescenti” è destinato ad un veloce ed inesorabile declino. Puntare su una avvocatura moderna significa anche predisporre gli strumenti che consentano ai giovani di esercitare effettivamente e senza ostacoli la professione (peraltro già bersaglio, di recente, di una serie di provvedimenti deleteri quali l’introduzione del madia conciliazione obbligatoria, l’aumento del contributo unificato e l’abolizione dei minimi tariffari obbligatori). Solo garantendo a tutti le pari opportunità si potrà realizzare il principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione. Pari opportunità tra uomini e donne (realizzabili predisponendo a favore alle avvocatesse madri una serie di strumenti che consentano loro di non dover abbandonare la professione, come spesso avviene, quasi come se diventare madri fosse una “colpa professionale”); pari opportunità tra avvocati abili ed avvocati diversamente abili (mediante l’eliminazione di ogni barriera architettonica e fornendo a questi ultimi una maggiore offerta formativa gratuita online proprio per evitare difficoltosi spostamenti); pari opportunità tra giovani e meno giovani prevedendo la possibilità per i giovani avvocati o per quelli in difficoltà (perché non dimentichiamoci che anche i non giovani possono purtroppo trovarsi in difficoltà per questioni economiche o di salute) di accedere a prestiti d’onore, finanziamenti agevolati e di godere di sgravi fiscali effettivi. E soprattutto, pari opportunità tra abbienti e meno abbienti.

Subordinare la permanenza nell’albo degli avvocati alla produzione di un reddito minimo annuale (vedi articolo 20 ddl di riforma della legge professionale) rappresenterebbe non solo una evidente violazione Costituzionale ma soprattutto, sarebbe una sconfitta epocale di una categoria che fonda il proprio ruolo ed il proprio prestigio sulla difesa dei diritti fondamentali e della giustizia. Un avvocatura moderna e democratica non può prescindere dalla costituzione e dalla valorizzazione di organismi rappresentativi della base che possano periodicamente riunirsi e pronunciarsi in ordine alle problematiche più attuali concernenti il mondo delle professioni (ad esempio l’assemblea degli iscritti che, di fatto, viene oggi convocata solo una volta all’anno in occasione dell’approvazione del bilancio).

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Chi rappresenta la base dell’avvocatura?

Dalle nuove tecnologie spirano venti di democrazia. L’esperienza delle “rivoluzioni” dei Paesi del Nord Africa evidenzia come l’ausilio della rete globale, attraverso i social network utilizzati anche come strumento di divulgazione di immagini e come elemento aggregativo, rappresenti un mezzo imprescindibile per dare parola a chi, essendo privo di rappresentanti istituzionali di riferimento, resterebbe altrimenti imbavagliato dalla censura o ancor peggio dalla supponenza del potere.

Il compito di discutere ed approvare la legge sulla riforma della professione forense spetta solo ed esclusivamente al parlamento. Nessuna delega, più o meno in bianco, è ipotizzabile a favore del CNF il cui ruolo istituzionale, in questa sede, non può che essere quello di fornire un parere tecnico non vincolante sul disegno di legge (ove richiesto dal ministro). Nessuna rappresentanza politica è concepibile in capo al CNF e ciò non solo perché nessuna norma gli attribuisce tale potere ma anche perché, un’eventuale rappresentanza politica si andrebbe a sovrapporre al potere giurisdizionale e alla potestà regolamentare.

L’elezione dei componenti del CNF avviene su base distrettuale da parte dei Consigli dell’Ordine, senza alcun criterio di proporzionalità rispetto al numero degli iscritti.

Il compito di rappresentare gli avvocati spetta, a mio giudizio, a tutte quelle associazioni che si rendono portatrici degli interessi della categoria e che siano nella loro struttura e composizione ispirate ai criteri di democraticità e proporzionalità (del resto anche i partiti politici altro non sono che associazioni private non riconosciute).

L’Associazione Nazionale Forense non è l’unica associazione contraria alla riforma forense così come concepita dal disegno di legge all’esame della Camera dei Deputati (e già licenziato dal Senato)! Chi afferma ciò significa che non conosce il panorama forense attuale fatto di molteplici associazioni e movimenti che sono nati e stanno nascendo non solo sotto la spinta del malcontento generale della base dell’avvocatura ma anche e soprattutto per dar voce a proposte concrete. Mai sottovalutare il fenomeno dei nuovi movimenti, delle nuove associazioni e delle istanze della base; e questo vale a prescindere dal numero degli aderenti o dallo strumento espressivo utilizzato.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma
È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Dario Greco nuovo presidente dell’Aiga

Dario Greco, 40 anni, palermitano, è il nuovo presidente dell’Aiga, l’Associazione italiana dei giovani avvocati. Iscritto al sindacato dei legali under 45 dal 1995, succede a Giuseppe Sileci, che ha terminato il suo mandato triennale. L’elezione è avvenuta ieri, al termine del XXI Congresso dell’Aiga, tenutosi a Catania.

Greco, sposato e padre di tre figli, è iscritto al foro di Palermo ed è già stato coordinatore dell’Area Sud dell’Aiga. Pronto a cimentarsi con le sfide più urgenti per la categoria, il nuovo presidente ha dimostrato di aver da subito le idee chiare e ha lanciato, come promessa del suo programma elettorale, uno slogan: “L’Aiga ti entra nel sangue, circola nelle vene, passa dalla testa… ma alla fine si ferma nel cuore“. Un in bocca al lupo per la sfida che lo attende, sicuramente non facile.

Giovani avvocati a congresso

I giovani avvocati si ritrovano in assemblea. Dal 20 al 23 ottobre 2011 è infati in programma a Catania il XXI Congresso nazionale dell’associazione italiana Giovani Avvocati.   
                                                                                                
Le giornate di lavoro, che si svolgeranno al Teatro Sangiorgi, saranno caratterizzate da una serie di tavole rotonde e interventi di numerosi esponenti del mondo politico-istituzionale, della magistratura, dell’industria e delle professioni, dal Sen. Domenico Nania vice presidente del Senato, all’on. Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia regionale di Catania, dal sen. Raffaele Stancanelli, Sindaco di Catania, all’Avv. Maurizio Magnano di San Lio, Presidente del Consiglio Ordine Avvocati di Catania.
 
Gli argomenti delle tavole rotonde saranno di grande interesse, come conferma il presidente Sileci: “Alle giovani generazioni, a noi stessi, dobbiamo richiedere quella genuina passione civica che potrà metterci al riparo dagli errori dei nostri padri, ai quali rimproveriamo di averci consegnato una società diseguale ed iniqua, nella quale la fascia degli infra-quarantacinquenni vive il disagio della precarietà e l’insicurezza del proprio futuro. E il titolo del nostro congresso, ‘Generazione legalità’, nasce da questa consapevolezza, ma anche dalla certezza che è una comunità in cui regna la giustizia quella in cui ogni individuo sa quali sono i propri diritti, ma non ignora i corrispondenti doveri”.

Per quanto riguarda, invece, il resto delle giornate, ecco le tracce delle tre sessioni di lavoro al Teatro Sangiorgi: 1)“Un popolo che rinneghi i valori della Legalità, condanna se stesso al declino socio-economico”. 2)“Un Paese senza una Giustizia efficiente, genera maggiore illegalità e insicurezza”. 3)“Un Paese senza una Avvocatura consapevolmente responsabile della propria funzione di cerniera tra Stato e Cittadino, si emargina dal progresso civile”.

Le tre sessioni saranno moderate rispettivamente da: Maria Rosanna Cancellieri (Rai), Massimo Martinelli (Il Messaggero), Giovanni Negri (IlSole24Ore).