Agroalimentare, in arrivo contributi a fondo perduto per 500 milioni

In arrivo 500 milioni di euro dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) per i contributi a fondo perduto a finanziamento della logistica agricola e agroalimentare. Nella giornata di ieri, 15 giugno 2022, il ministro delle Politiche Agricoli Alimentari e Forestali, Stefano Patuanelli, ha firmato il decreto che prevede l’istituzione dei Contratti per la logistica agroalimentari. Il provvedimento ora passerà all’esame della Commissione europea per l’ok definitivo. Successivamente si passerà a emanare i relativi bandi per l’assegnazione delle risorse alle imprese interessate.

Contributi a fondo perduto alle imprese dell’agroalimentare: i riferimenti normativi del Pnrr in attesa dei bandi

I finanziamenti rientrano nella misura del Pnrr “Sviluppo logistica per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo”. Il 40% dei fondi a disposizione andranno a favore delle imprese situate in Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo. L’obiettivo dei progetti è quello di rafforzare i sistemi di logistica e di stoccaggio delle imprese operanti nell’agroalimentare, anche potenziandone la competitività dalla filiera. Di fondo, le imprese dovranno contribuire anche a raggiungere gli obiettivi della riduzione dei costi economici e ambientali e del sostegno all’innovazione dei processi produttivi.

Quali sono gli obiettivi dei contributi alle imprese dell’agroalimentare per la logistica?

Le imprese beneficiarie dei contributi dovranno dunque utilizzare le risorse a disposizione del decreto nel sostegno di investimenti che permettano di conseguire la transizione verso formule di produzione più sostenibili e moderne. In questa direzione dovranno:

  • ridurre l’impatto ambientale e aumentare la sostenibilità del settore;
  • ottimizzare la capacità di stoccaggio;
  • migliorare le fasi di trasformazione delle materie prime;
  • ottimizzare le differenziazioni dei prodotti in base a qualità, tracciabilità, sostenibilità e caratteristica di produzione;
  • potenziare le possibilità di export delle piccole e medie imprese del settore agroalimentare;
  • procedere nella direzione della digitalizzazione nella logistica;
  • abbassare lo spreco alimentare.

Chi può accedere ai contributi a fondo perduto per la logistica delle imprese dell’agroalimentare?

Ammessi alla richiesta di finanziamenti sono le imprese, le cooperative e i consorzi operanti nell’agricoltura o nell’agroalimentare. Inoltre, possono presentare le domande di finanziamento:

  • le organizzazioni di produttori (Op);
  • le imprese distributive e commerciali;
  • le aziende industriali.

Quali sono le spese ammissibili ai fini dei contributi del settore agricolo e agroalimentare?

Ai fini dei finanziamenti alle imprese operanti nel settore agricolo e agroalimentare saranno ammissibili i progetti di investimenti che comporteranno spese per:

  • attivi immateriali e materiali che possano incrementare l’efficienza delle strutture. In particolare, quelle di stoccaggio, di magazzino, di trasformazione e di digitalizzazione;
  • opere infrastrutturali relative ad aree produttive, commerciali e logistiche.

Come presentare domanda per i contributi a fondo perduto del settore agricolo e agroalimentare?

Per i bandi dei contributi a fondo perduto delle imprese agricole e agroalimentari, il ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) si avvarrà dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa (Invitalia). L’Agenzia, in particolare, gestirà i flussi delle domande di finanziamento al fine di valutarli e approvarli, prima di arrivare alla stipula dei contratti e all’erogazione delle risorse (con compiti anche di controllo e di monitoraggio). Occorrerà dunque attendere l’ok definitivo della Commissione europea prima dell’emanazione dei bandi e della relativa presentazione delle domande.

Imprese agricole, due novità: ristori da 15mila a 100mila euro e domande contributi innovazione dal 23 maggio

Due novità interessano le imprese agricole. La prima è una notizia dell’ultima ora relativa a ristori dell’Unione europea alle imprese del settore che siano state danneggiate dagli aumenti dei prezzi delle materie prime e delle fonti di energia. Le risorse per assicurare i ristori alle imprese sarebbero assicurate da una quota di investimento del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Feasr). La seconda novità è la presentazione delle domanda di contributi a fondo perduto per gli investimenti innovativi a partire da domani, 23 maggio 2023.

Fondi Feasr per i ristori degli agricoltori: di cosa si tratta?

I ristori degli agricoltori assicurati dai fondi Feasr sono stati proposti dalla Commissione europea nella giornata del 20 maggio scorso per far fronte alle difficoltà delle imprese del settore. Si tratterebbe di pagare un contributo una tantum alle aziende agricole e agroalimentari danneggiate dalla crescita dei prezzi. In particolare, l’aumento dei costi si registra sia sulle fonti di energia che su particolari prodotti utilizzati, come i mangimi e i fertilizzanti. Le risorse per i ristori saranno ricavate dal 5% del totale della dotazione dei fondi Feasr per il biennio 2021 e 2022.

Ristori alle imprese agricole e agroalimentari, per cosa saranno assicurati e da quando le domande?

I ristori dovranno dunque assicurare un sostegno diretto alle imprese agricole e agroalimentare. Secondo le stime della Commissione europea, lo stanziamento per gli aiuti alle piccole e medie imprese agricole si aggira a circa 1,4 miliardi di euro per tutti i Paesi membri dell’Unione europea. Le imprese beneficiarie potrebbero ricevere contributi a fondo perduto nelle seguenti misure:

  • fino a 15 mila euro per le imprese agricole;
  • entro i 100 mila euro per le piccole e medie imprese che svolgono l’attività nella trasformazione, nella commercializzazione e nello sviluppo di prodotti agricoli.

Il Framework della Commissione europea prevede che i pagamenti dei ristori alle imprese agricole arrivino entro il 15 ottobre 2022.

Contributi a fondo perduto per l’innovazione delle imprese agricole, domande da domani

La seconda misura è di immediata attuazione. Riguarda la richiesta dei contributi a fondo perduto per le imprese del settore agricolo al fine di effettuare investimenti innovativi. Ammesse ai finanziamenti sono le micro e le piccole e medie imprese che svolgano attività nella trasformazione e nella commercializzazione dei prodotti agricoli. Sono escluse dai finanziamenti le imprese che vogliano investire in innovazione ma che abbiano ad oggetto in via esclusiva la produzione agricola primaria e non la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli. Si tratta del regime di aiuti e di incentivi previsti dal decreto direttoriale del 13 maggio 2022. In particolare, il ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) ha stanziato 5 milioni di euro a favore del Fondo per gli investimenti innovativi delle aziende dell’agricoltura.

Finanziamenti e contributi a fondo perduto imprese agricole: quali sono le spese ammissibili?

Per gli investimenti innovativi delle imprese agricole è previsto un mix di incentivi. Infatti, si possono ottenere agevolazioni nella formula di contributi a fondo perduto fino alla percentuale del 40% delle spese ammissibili e finanziamenti agevolati. In particolare, il contributo a fondo perduto standard è del 30% calcolato sulle spese ammissibili; il contributo aumenta al 40% per i beni compresi negli allegati A e B della legge numero 232 del 2016. Il limite del contributo per ogni imprese che ne faccia richiesta è fissato a 20 mila euro.

Quali sono le spese ammissibili dei contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese agricole?

Le spese ammissibili riguardano l’acquisto di beni strumentali, sia materiali che immateriali. L’elenco dei beni acquistabili è presente negli allegati A e B della legge numero 232 del 2016. Le imprese potranno presentare istanza di richiesta dei contributi sia per i beni appartenenti all’Allegato A che per quelli dell’Allegato B.

Requisiti per l’ammissibilità delle spese ai fini dei contributi a fondo perduto delle imprese agricole

L’acquisto dei beni compresi nei due allegati deve, in ogni modo, rispettare i requisiti di ammissibilità previsti per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati a favore dell’innovazione delle imprese agricole. In particolare, gli investimenti devono assicurare che:

  • le spese siano inerenti ai processi di trasformazione o di commercializzazione dei prodotti dell’agricoltura;
  • l’investimento deve essere avviato e concluso entro i dodici mesi successivi alla data di presentazione dell’istanza;
  • gli investimenti devono essere mantenuti per almeno tre anni a decorrere dal giorno di erogazione dei contributi a fondo perduto.

Contributi a fondo perduto imprese agricole, come presentare domanda?

La domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti per investimenti innovativi in agricoltura si può presentare a decorrere dalle ore 10:00 di domani, 23 maggio. La scadenza è fissata per le ore 17:00 del 23 giugno prossimo. Ogni impresa può inoltrare al Mise una sola istanza di concessione del contributo. Le domande verranno valutate secondo l’ordine cronologico di arrivo. Dopo la presentazione della domanda di concessione, la richiesta di erogazione del contributo dovrà essere presentata dal 30 settembre 2022 al 30 settembre 2023. Anche in questo caso, le domande verranno valute secondo l’ordine cronologico di presentazione. È infine possibile chiedere l’erogazione a titolo di anticipazione dell’incentivo di una quota pari al 50% del contributo concesso.

 

 

Agroalimentare, mix di incentivi con finanziamenti fino al 100%: ecco per quali spese

In arrivo per il settore agroalimentare un mix di incentivi con finanziamenti che possono arrivare a coprire fino al 100% degli investimenti effettuati. Si tratta dei contratti della filiera agricola e alimentare con investimenti rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Il relativo decreto è quello del ministero delle Politiche agricole del 22 dicembre 2022, pubblicato nella Gazzetta ufficiale numero 61 del 14 marzo scorso. Il mix di contributi a fondo perduto e in conto capitale e di finanziamenti a tassi agevolati permetterà alle imprese operanti nel settore agricolo e nella filiera della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli di effettuare investimenti in ricerca e sviluppo.

Quali imprese agroalimentari sono ammesse ai contributi a fondo perduto e finanziamenti dei contratti di filiera?

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, secondo quanto dispone il decreto, andranno a favore delle imprese delle filiera agroalimentare. Le tipologie di aziende ammesse agli incentivi saranno non solo le singole imprese ma anche:

  • le imprese organizzate in forma consortile;
  • società cooperative e consorzi;
  • le reti di imprese;
  • organizzazioni di produttori agricoli e associazioni di organizzazioni;
  • società che esercitano attività agricole e imprese industriali, commerciali e distributive.

Obiettivi dei contratti di filiera tra imprese e soggetti impegnati a realizzare gli investimenti

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati sono volti dunque a favorire gli investimenti in ricerca e sviluppo di imprese appartenenti alla filiera agricola e commerciale. L’obiettivo è quello di creare relazioni più efficienti tra i diversi livelli della filiera incrementando le ricadute positive sulle produzioni agricole. Il contratto di filiera, pertanto, dovrà essere sottoscritti tra diverse imprese che partecipano alla filiera. Al contratto potranno partecipare anche altri soggetti beneficiari degli incentivi che si impegneranno in maniera diretta alla realizzazione degli investimenti e dei progetti.

Quali costi potranno essere finanziati fino al 100% da contributi e finanziamenti?

Le spese per realizzare gli investimenti nell’ambito della filiera agroalimentare potranno coprire fino al 100% dei costi mediante contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati. In particolare, risultano ammissibili le seguenti spese:

  • costi per il personale. Si tratta di spese realizzate per finanziare le attività dei tecnici, dei ricercatori e del personale ausiliare necessario ad arrivare all’obiettivo del progetto di ricerca e di sviluppo;
  • costi per le attrezzature e per i beni strumentali a realizzare gli obiettivi dei progetti. Se il costo delle attrezzature o dei beni strumentale è previsto per un numero di anni superiore a quello necessario a realizzare l’obiettivo, si considera il costo di ammortamento degli anni corrispondenti alla realizzazione del progetto stesso;
  • allo stesso modo, il progetto può finanziare i costi di ammortamento degli immobili necessari per realizzare gli interventi. In tal caso, si considera il costo di ammortamento corrispondente agli anni di durata del progetto stesso. Ovvero gli anni nei quali l’immobile verrà utilizzato per realizzare gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Costi di ricerca e spese generali ammissibili per i progetti di ricerca e sviluppo nella filiera agroalimentare

Ulteriori costi e spese sono ammissibili per ottenere i contributi a fondo perduto e i finanziamenti della filiera agroalimentare. In particolare, sono ammissibili:

  • le spese per la ricerca, per i brevetti e relative licenze acquistati, per le consulenze necessarie in linea con le finalità del progetto di investimento;
  • i costi generali, comprese le spese di fornitura necessari al progetto stesso.

Da quando si potrà presentare domanda per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti della filiera agricola e alimentare?

Per la presentazione della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati alle imprese della filiera agricola e alimentare è necessario attendere il provvedimento del ministero delle Politiche agricole. Nel decreto verranno indicate tutte le procedure e i termini per la presentazione delle domande e dei progetti di investimento delle imprese interessate ai fondi. Gli interventi devono essere iniziati dopo la presentazione dell’istanza di richiesta dei contributi e dei finanziamenti. Si tratta dunque di inviti a presentare proposte. Sulla base delle pratiche pervenute, il ministero stilerà una graduatoria delle potenziali imprese ammesse agli incentivi.

Si possono cumulare gli incentivi alle imprese agroalimentari con altri aiuti?

I finanziamenti e i contributi a fondo perduto per le imprese operanti nei settori agricoli e alimentari possono essere cumulati con qualunque altro aiuto di Stato. Sono compresi nella cumulabilità degli incentivi anche gli aiuti in regime de minimis. Tuttavia, le imprese dovranno prestare attenzione affinché l’intensità degli aiuti percepiti non superi il 100% di ammissibilità delle spese necessarie per portare alla realizzazione il progetto.

Agricoltura e agroindustria, bandi regionali contributi per nuove sedi, sicurezza e attrezzature

Operativi nuovi bandi regionali a favore dell’agricoltura e dell’agroindustria per lo sviluppo di nuove produzioni, per la valorizzazione dei prodotti e per l’integrazione dei due comparti. I bandi assicureranno aiuti e contributi a fondo perduto per la costruzione di nuove sedi, per la sicurezza sul lavoro, ma anche per l’acquisto di macchinari e attrezzature. Ad oggi, nell’ambito del Piano dello sviluppo rurale, sono operativi i bandi in tre regioni italiane: in Toscana, in Emilia Romagna e in Piemonte.

Bandi Regione Toscana per contributi alle filiere agroalimentari: chi può richiedere i finanziamenti?

In Toscana la Regione ha stanziato fondi per 6 milioni e mezzo di euro per i contributi in conto capitale. Si possono ottenere fino a 600 mila euro per progetti rientranti nelle filiere agricole e alimentari. Ammessi ai finanziamenti sono le piccole e le medie imprese agricole, inclusi gli imprenditori agricoli professionali. I settori di attività devono rientrare nella trasformazione, nel commercio e nello sviluppo dei prodotti agricoli. Sono esclusi i prodotti della pesca o di commercio di beni floricoli.

Contributi agricoltura: cosa si può finanziare con il bando della Regione Toscana?

Si possono finanziare tutti le tipologie di investimento. Il sostegno ammonta al 40% dell’investimento con margini di richiesta minimi di 50 mila euro. Il limite minimo per gli Iap è di 30 mila euro. I contributi possono essere richiesti per tutti i rafforzamenti delle imprese agroalimentari e per la valorizzazione dei prodotti agricoli.

Bando Toscana per contributi alle imprese agricole, quali spese sono ammissibili e quando si presenta la domanda?

Sono ammissibili spese in beni materiali e immateriali: in particolare, si mira ad ammodernare le strutture produttive, incrementare la produttività e la sicurezza nei posti di lavoro. Particolarmente ambiti sono i progetti in linea con il rispetto dell’ambiente. Risultano ammissibili anche le opere edili e le spese per gli impianti, le attrezzature e i macchinari. La domanda può essere presentata dalle imprese a partire dal 21 marzo ed entro la scadenza del 27 giugno 2022.

Bando Emilia Romagna per le imprese agricole: contributi a fondo perduto

Il bando della Regione Emilia Romagna per le imprese agricole prevede dei contributi a fondo perduto per 59 milioni di euro per i seguenti obiettivi:

  • aumentare l’integrazione del comparto agricolo con quello agroindustriale;
  • incrementare le attività di trasformazione, di commercio e di sviluppo di nuove processi produttivi che valorizzino le materie prime dell’agricoltura.

I contributi a fondo perduto sono pari al 35% dei progetti di investimento delle imprese per un limite minimo di 100 mila euro. Si può arrivare a un massimo di aiuto di 2,8 milioni di euro.

Quali spese sono ammissibili per i contributi a fondo perduto della Regione Emilia Romagna?

I contributi a fondo perduto, elargiti per aumentare la competitività delle imprese agricole e il rendimento, ammettono le seguenti spese:

  • investimenti materiali e immobiliari, comprese le costruzioni e le ristrutturazioni;
  • gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature;
  • le spese generali e gli investimenti in beni immateriali.

Le imprese agricole interessate possono presentare domanda entro le ore 13:00 del 1° luglio 2022. L’agenzia di riferimento è l’Agrea: sul portale saranno fornite nei prossimi giorni tutte le indicazioni in merito.

Bando Regione Piemonte per contributi a fondo perduto delle imprese agroalimentari: cosa finanziano?

Infine, è in scadenza il bando della Regione Piemonte per i contributi a fondo perduto del settore agricolo e di produzione alimentare. Si tratta di contributi in conto capitale di percentuale pari al 40% delle spese ritenute ammissibili. Il bando punta a aumentare la competitività delle imprese mediante investimenti interessanti la trasformazione, il commercio e lo sviluppo di prodotti agricoli.

Bando Piemonte, quando si può presentare la domanda dei contributi per il settore agricolo?

Le imprese interessate al bando agricoltura della Regione Piemonte devono fare in fretta. La scadenza della domanda dei contributi è fissata al 15 marzo 2022. Il portale di riferimento è quello istituzionale del “Sistema Piemonte”. Il bando finanzia aiuti per 21 milioni di euro, con una spesa massima ammissibile per progetto di 2 milioni di euro. Il limite minimo è fissato in 300 mila euro. I contributi ammettono le seguenti spese:

  • costruzioni e ristrutturazioni di immobili per l’attività agroalimentare;
  • l’acquisto di attrezzature, macchinari e impianti per trasformare, commercializzare e conservare i prodotti agricoli;
  • acquisto di beni immateriali.

Agricoltura, per il caro energia incentivi a realizzare impianti: in cosa consistono?

Sono stati estesi a tutto il 2022 gli incentivi per gli impianti di produzione di energia elettrica in agricoltura. La misura è contenuta nelle disposizione del decreto legge “Milleproroghe” e va inquadrata nei recenti interventi legislativi per contrastare il caro energia e l’emergenza Covid. Proprio sul caro energia, è intervento il comma 5 septies dell’articolo 11 del decreto “Milleproroghe” che estende a tutto il corrente anno la realizzazione degli impianti di produzione elettrica a biogas. La potenza massima degli impianti deve essere pari a 300 kW.

Incentivi per la realizzazione di impianti di energia elettrica in agricoltura: cosa sono?

L’incentivo per il caro energia a favore degli imprenditori agricoli rientra nelle misure già previste dal comma 954 dell’articolo 1, della legge numero 145 del 2018 (legge di Bilancio 2019). Gli impianti realizzati in agricoltura devono far parte del ciclo produttivo dell’attività imprenditoriale. Tra i requisiti richiesti, vi è la necessità che gli impianti siano alimentati da reflui e da materie provenienti prevalentemente dalle imprese agricole realizzatrici. La percentuale dell’origine da materie delle aziende deve essere pari a non meno dell’80%. La restante parte del 20% deve provenire da colture di secondo raccolto.

Quali requisiti sono richiesti per ottenere gli incentivi degli impianti in agricoltura e presentazione domanda

Tra gli altri requisiti richiesti per ottenere gli incentivi degli impianti di energia elettrica in agricoltura rientra anche l’autoconsumo aziendale dell’energia elettrica prodotta. La domanda per la realizzazione di impianti che abbiano una potenza massima pari a 100 kW deve essere presentata solo dopo che l’impianto sia entrato in esercizio. Per gli impianti di potenza superiore (e non oltre i 300 kW) è necessaria l’iscrizione al Registro per ottenere il contingente di potenza.

Quanti incentivi sono a disposizione delle imprese agricole per gli impianti di energia elettrica?

Per gli impianti di energia elettrica le imprese agricole possono contare sullo stanziamento del ministero per la Transizione ecologica (Mite) di 267 milioni di euro. Il decreto legge “Energia”, all’articolo 14, prevede che i fondi siano stanziati a favore di impianti fino a 200 kW. L’energia prodotta deve essere utilizzata per l’autoconsumo da fonti rinnovabili. Inoltre, l’articolo 15 dello stesso decreto consente l’ottenimento di un credito di imposta per chi presenti la domanda nelle regioni del Sud Italia. L’ottenimento degli incentivi deve avere sempre come obiettivo quello di migliorare l’efficienza energetica e la produzione dell’energia dalle fonti rinnovabili.

Quale incentivo per le imprese agricole che investano in efficienza energetica o in fonti rinnovabili?

Proprio l’obiettivo dell’efficienza energetica o quello dell’energia prodotta da fonti rinnovabili determina l’entità dell’incentivo spettante alle imprese agricole. A tal proposito, è necessario attendere il decreto ministeriale che stabilirà l’incentivo spettante alle imprese agricole che adottino l’una o l’altra soluzione energetica.

 

Agricoltura, maxi-asta per acquistare i terreni abbandonati e finanziamenti a tasso zero per giovani e donne

Arriva la nuova maxi asta sul terreni abbandonati: le operazioni di acquisto saranno gestiste da Ismea. In tutta Italia, saranno 19.800 gli ettari che andranno alla compravendita dei terreni. Si tratta di terre coltivabili per un valore di asta totale di 312 milioni di euro. Fino a questo momento sono stati aggiudicati 349 terreni per un totale di 13 mila ettari. Il totale delle aziende agricole investite dalla maxi asta è di 827. Le operazioni di acquisto dei terreni abbandonati, inoltre, rientrano negli incentivi sui finanziamenti a tasso zero e agevolati per gli under 41 e per l’imprenditoria femminile.

Maxi asta dei terreni agricoli abbandonati, in quali regioni ci sono più opportunità?

La maxi asta per l’acquisto dei terreni abbandonati rientra nel quinto bando lanciato tramite la Banca delle terre agricole, l’istituto che fa capo al ministero dell’Agricoltura nato nel 2016 per assegnare i terreni pubblici che si trovino in stato di semiabbandono. Il quinto bando della maxi asta riguarda, principalmente, terreni destinati a seminativi per circa il 50% del totale. Per il resto, il 22% riguarda terreni è riservato a pascoli e prati, mentre il restante è suddiviso tra uliveti, boschi, agrumeti, frutteti e vigneti. In Sicilia c’è la più ampia fetta dei terreni da assegnare (il 33%), seguita dalla Basilicata e dalla Sardegna con il 12%, dalla Toscana con l’11%, dalla Puglia con il 9%, dalla Calabria con il 6%, dall’Emilia Romagna con il 5% e, infine, dal Lazio con il 4%. La provincia di Matera è quella con la maggiore estensione dei terreni da assegnare tramite asta: circa 1.825 ettari.

Agricoltura, come si sono svolte le precedenti aste per l’assegnazione dei terreni pubblici in stato di abbandono?

Nei precedenti quattro bandi di asta delle terre abbandonate, sono stati già assegnati 349 terreni per un totale di più di 13 mila ettari. L’assegnazione ha riguardato il 42% dei terreni che erano stati messi all’asta. Quanto incassato dall’Ismea dalla maxi asta viene messo a disposizione per interventi che vadano a sostenere i nuovi agricoltori. Nei precedenti bandi, con le aste sono andati esauriti i terreni del Veneto e quasi tutti quelli della Lombardia. In Abruzzo e nelle Marche le percentuali di aggiudicazione sono state del 75%, in Umbra del 70%.

Chi può partecipare all’asta per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati?

Chiunque può partecipare gratuitamente alla maxi asta per l’assegnazione dei terreni agricoli abbandonati. Le agevolazioni sono previste per gli acquirenti dai 18 ai 41 anni di età. Per l’imprenditoria giovanile, infatti, è possibile procedere con il pagamento del prezzo d’asta del terreno a rate mediante un mutuo ipotecario. Il piano di ammortamento può arrivare a 30 anni. Tuttavia, il piano di ammortamento a un tasso di mercato può riguardare chiunque, in quanto non si configura come un aiuto di Stato. Il bando di riferimento è inserito all’interno del Programma di sviluppo rurale (Psr). Ma sono previste agevolazioni specifiche anche nell’ambito del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Ragione per la quale il 2022 potrebbe rivelarsi un anno particolarmente vantaggioso per investire nell’agricoltura.

Agricoltura, maxi asta terreni abbandonati: come si fa a presentare un’offerta?

Per chi fosse interessato a presentare un’offerta sui terreni agricoli abbandonati può farlo sul sito Ismea, nella sezione “Banca delle terre”. La scadenza per presentare le offerte, in tutte le regioni, è fissata alla mezzanotte del 5 giugno 2022. Sul sito si possono consultare le modalità di partecipazione alla maxi asta e le caratteristiche dei terreni oggetto di passaggio. Per partecipare al bando Ismea è inoltre necessario il deposito cauzionale del 10% del valore a base d’asta di ciascun terreno. Chi presenta l’offerta per i terreni è vincolato per 180 giorni.

Maxi bando per l’acquisto all’asta di terreni agricoli abbandonati: quali incentivi per le donne?

Ulteriori facilitazioni sono previste per l’imprenditoria femminile e per l’acquisto dei terreni agricoli abbandonati da parte delle donne. Infatti, oltre alle possibilità riservate agli under 41 anni, la legge di Bilancio 2022 ha previsto dotazioni finanziarie per le donne nella misura “Più impresa”. Mediante questa misura, le donne hanno la possibilità di finanziare l’acquisto del terreno con un finanziamento a tasso zero e garanzia del 120% del valore del terreno. Inoltre, a differenza dei finanziamenti agevolati riservati agli under 41, la misura “Più impresa” non prevede limiti di età. Le adesioni delle donne a questo tipo di finanziamento sembra funzionare. Infatti, il 34% delle domande arriva da donne per avviare una nuova impresa al femminile.

Agricoltura, ecco i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

L’imprenditoria al femminile può usufruire dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero nel settore dell’agricoltura. I fondi si possono richiedere per il finanziamento della costruzione e del miglioramento dei beni immobili, per acquistare i terreni, per gli studi di fattibilità e per formare in maniera avanzata soci e dipendenti. I contributi rientrano nelle proposte dell’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) che avvisa, sul proprio portale, di una prima scadenza delle domande fissata per il 30 marzo 2022.

Donne in campo per l’imprenditoria al femminile per i contributi al settore agricolo

La misura, denominata “Donne in campo” permette il finanziamento a tasso zero a favore dell’imprenditoria al femminile nel settore agricolo. Si può arrivare a coprire fino a 300 mila euro o fino al 95% dell’investimento. Nel pacchetto di aiuti alle imprese agricole “Più impresa” i finanziamenti e, esclusivamente per questa misura, i contributi a fondo perduto possono arrivare a coprire l’investimento fino a 1,5 milioni di euro.

Finanziamenti imprese per donne nell’agricoltura e legge di Bilancio 2022

I contributi derivano da quanto prevede la legge di Bilancio 2022, al comma 523 dell’articolo 1 e seguenti. Nel dettaglio, la norma prevede di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura inserendo le donne tra le beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti. Peraltro, nella misura “Più impresa“, verrà eliminato come requisito di accesso, per le società organizzate in forma societaria, quello relativo alla maggioranza numerica e verrà mantenuto il parametro della maggioranza, per oltre la metà, delle quote di partecipazione di donne o di giovani.

Le risorse destinate all’imprenditoria al femminile nel settore agricolo per il 2022

Inoltre, la legge di Bilancio 2022, prevede che “alle agevolazioni previste dal titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, come modificato dal comma 523, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile sono destinate le risorse del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, di cui all’articolo 1, comma 506, della legge 27 dicembre 2019, numero  160, incrementate per l’anno 2022 di ulteriori 5 milioni di euro”. Peraltro, “alle attività di cui al citato titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, sono destinate risorse pari a 15 milioni di euro per l’anno 2022”.

Prima misura per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo: la misura ‘Donne in campo’

La prima misura prevista per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo è quella di ‘Donne in campo’. Con questa misura si possono ottenere solo finanziamenti a tasso zero per investimenti fino a 300 mila euro e fino al 95% del valore totale del progetto. Non vi sono, per questa misura, contributi a fondo perduto. La domanda di partecipazione al progetto si può presentare entro il 30 marzo 2022. Per inoltrare la richiesta è necessario avvalersi dei servizi telematici del portale Ismea.

Imprese agricole al femminile: se non viene accettata la domanda di ‘Donne in campo’ si può ripresentare l’istanza per ‘Più impresa’

Lo stesso portale Ismea avvisa che, per le domande pervenute entro il 30 marzo 2022 relative alla misura “Donne in campo” ma ritenute non ammissibili, ci sarà la possibilità per le donne imprenditrici di presentare nuovamente la stessa domanda per l’altra misura. Ovvero per la “Più impresa“. La domanda dovrà essere presentata accedendo alla sezione dedicata “Impresa femminile”. Oltre ai finanziamenti a tasso zero, la misura “Più impresa” comporta anche la concessione di contributi a fondo perduto. Infine è previsto un valore finanziabile del progetto nettamente più alto.

Imprenditoria femminile in agricoltura, l’attesa per il decreto interministeriale di ‘Più impresa’

Il sostegno alle donne imprenditrici del settore agricolo potrà essere incrementato, infatti, dal decreto interministeriale di prossima pubblicazione relativo alla misura “Più impresa“. La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a incrementare la dotazione finanziaria dell’obiettivo di ulteriori 5 milioni di euro per l’anno in corso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero del pacchetto ‘Più impresa’ per l’imprenditoria al femminile in agricoltura

Dai nuovi decreti sulle risorse per lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile nell’agricoltura risulta più facile presentare la domanda. Nel pacchetto di finanziamenti della misura “Più impresa“, le imprese condotte da donne potranno presentare domanda di finanziamento:

  • senza tener conto dell’età anagrafica;
  • copertura fino al 95% dell’investimento;
  • finanziamenti a tasso zero fino al 60% del valore dell’investimento;
  • contributi a fondo perduto per la restante quota del progetto, ovvero per il 35%;
  • l’Ismea può arrivare a finanziare fino a 1,5 milioni di euro di progetto.

 

Contributi agricoli più cari nel 2022

I contributi a carico delle imprese agricole per i dipendenti impiegati nel settore saranno più cari nel 2022. La percentuale di contribuzione totale è fissata infatti al 46,8465%. L’aumento dei contributi nel 2022 rispetto al 2021 è dovuto a quanto prevede l’articolo 3 del decreto legislativo numero 146 del 1997. Il provvedimento fissa le aliquote dovute dalle aziende agricole per il fondo pensioni dei lavoratori impiegati nell’agricoltura e vengono riviste anno per anno. La revisione delle aliquote contributive, dunque, va a modificare le percentuali fino a raggiungere quella della generalità dei datori di lavoro del settore.

Contributi agricoli del 2022, l’aumento dell’aliquota del fondo pensioni

Pertanto, l’aliquota da versare per i contributi delle pensioni (per invalidità, vecchiaia e superstiti, detta Ivs) aumenta dello 0,20% portandosi al 29,70% rispetto al 29,59 del 2021. Di questa aliquota pensionistica, il 20,86% è a carico dell’azienda e l’8,84% a carico del lavoratore agricolo. Quest’ultima percentuale è l’unica a carico del lavoratore. Le percentuali di aumento dei contributi agricoli sono riportate dalla comunicazione dell’Inps numero 31 del 2022.

Quali altre aliquote contributive sono a carico del datore di lavoro delle aziende agricole?

Le altre percentuali di contributi agricoli dovute dai datori di lavoro consistono:

  • nella quota base dello 0,11% (non è dovuta alcuna percentuale da parte del lavoratore agricolo);
  • nell’assistenza per gli infortuni sul lavoro per una percentuale del 10,1250%. Tale percentuale Inail è rimasta invariata rispetto allo scorso anno;
  • nell’addizionale per gli infortuni sul lavoro del 3,1185%, anche questa invariata e a carico del solo datore di lavoro;
  • nella percentuale per la disoccupazione pari all’1,41%;
  • nelle prestazioni economiche relative alla malattia per una aliquota dello 0,683%;
  • nella cassa integrazione per l’1,5%;
  • nel fondo di garanzia per il Trattamento di fine rapporto (Tfr) per lo 0,20%. Questa quota non è dovuta per gli operai con contratto a tempo determinato per i quali, dunque, l’aliquota complessiva dei contributi dovuti è ridotta al 46,6465%.

Contributi per la disoccupazione Naspi dovuti per gli operai agricoli dovuti anche dalle imprese cooperative

Inoltre, la legge di Bilancio 2022 (legge numero 234 del 30 dicembre 2021), al comma 221 dell’articolo 1, ha modificato e integrato il comma 1 dell’articolo 2, del decreto legislativo numero 22 del 4 marzo 2015. In base alla modifica, a partire dal 1° gennaio 2022, risulta estesa la tutela delle prestazioni di disoccupazione Naspi anche a favore degli operai agricoli a tempo indeterminato (Oti), agli apprendisti e ai soci lavoratori con contratto alle dipendenze delle cooperative e dei loro consorzi inquadrati nel settore dell’agricoltura. Il versamento della contribuzione di finanziamento Naspi è dovuto, pertanto, ai dipendenti, ai soci e agli apprendisti che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici in prevalenza propri oppure conferiti dai loro soci secondo quanto dispone la legge numero 240 del 15 giugno 1984.

Contribuzione dovuta dalle imprese agricole per il finanziamento della Naspi: in cosa consiste?

In base a quanto spiegato dall’Inps, pertanto, dal 1° gennaio 2022 le imprese agricole, le cooperative e i loro consorzi operanti nel settore dell’agricoltura, devono versare la contribuzione di finanziamento Naspi per i lavoratori:

  • assunti a partire dal medesimo giorno a tempo indeterminato con qualifica di operaio agricolo;
  • già assunti in precedenza e ancora in forza alla data del 1° gennaio 2022 (secondo quanto spiegava la circolare Inps numero 2 del 4 gennaio 2022).

Tutti i lavoratori agricoli, per l’applicazione dell’aliquota di finanziamento della Naspi, non devono essere più assoggettati all’aliquota contributiva del 2,75% per la disoccupazione agricola secondo quanto prevedeva l’articolo 11 del decreto legge numero 402 del 29 luglio 1981. Il decreto è stato convertito, con modifiche, dalla legge numero 537 del 26 settembre 1981.

Riduzione dei contributi agricoli per le aziende del settore nell’anno 2022

Anche per l’anno 2022 sono previste le agevolazioni e le riduzioni per le imprese agricole che siano ubicate o che comunque operino in territori montani, classificati come particolarmente svantaggiati. Le stesse agevolazioni sono godute dalle imprese agricole situate nei territori delle aree della ex Cassa del Mezzogiorno. Pertanto, se i contributi agricoli sono dovuti nella misura del 100% dalle imprese del settore operanti in territori non svantaggiati, le riduzioni operano:

  • per le imprese agricole situate in territori particolarmente svantaggiati (ex zone montane) per il 75% con aliquota applicata a carico dell’azienda pari al 25%;
  • per le imprese dei territori classificati come svantaggiati. In questo caso la misura della riduzione è pari al 68%. Rimangono a carico dell’impresa agricola contributi per il 32%.

Agricoltura, contributi a fondo perduto al vitivinicolo Dop e Igp

Contributi a fondo perduto in arrivo nel settore dell’agricoltura a favore delle aziende che operano nel vitivinicolo per promuovere i prodotti Dop e Igp. In tutto, il ministero dell’Agricoltura ha stanziato 25 milioni di euro rientranti nel Fondo per lo sviluppo e per il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, dotato di risorse per 300 milioni di euro dalla legge di Bilancio 2021. I contributi messi a disposizione andranno a favore delle imprese operanti nel settore agricolo per far fronte alle difficoltà derivanti dall’emergenza sanitaria ed economica.

Agricoltura, quali sono gli obiettivi dei contributi a fondo perduto per i prodotti Dop e Igp?

La gestione delle risorse stanziate per l’agricoltura e per il sostegno delle imprese operanti nel settore vitivinicolo è affidata al Mipaaf. Gli obiettivi individuati sono di tre tipologie. Il primo riguarda il sostegno a commercializzare i prodotti vitivinicoli riconosciuti dall’Ue per le denominazioni geografiche; il secondo obiettivo comprende le attività rivolte a comunicare e a informare in merito all’origine e alle qualità dei prodotti Dop e Igp; infine, con le risorse stanziate si andranno a finanziare attività volte a consolidare e a sviluppare i prodotti vitivinicoli di qualità certificata.

Contributi a fondo perduto in agricoltura per le imprese vitivinicole, quali attività potranno essere svolte?

I contributi a fondo perduto per 25 milioni di euro sono stati stanziati a vantaggio della filiera vitivinicola per interventi da realizzare a promozione dei prodotti Dop e Igp. Le aziende interessate potranno svolgere interventi di promozione dei prodotti vitivinicoli, di informazione, di formazione, di relazioni pubbliche e di altre attività di marketing. Si va, dunque, dalle azioni relative alle campagne di informazioni sui vini Dop e Igp, alla partecipazione alle fiere e alle esposizioni internazionali. Ammesse al finanziamento anche le attività di divulgazione, di informazione e di formazione per gli operatori del commercio. Sostegno anche alle imprese operanti nella distribuzione e nell’Ho.re.ca. Inoltre, ulteriori risorse andranno a favore della formazione professionale svolta delle scuole alberghiere.

Contributo a fondo perduto settore agricolo, come si presenta la domanda per i finanziamenti?

La domanda per ottenere i contributi a fondo perduto delle aziende operanti nel vitivinicolo potranno essere presentate dopo la pubblicazione del decreto attuativo del Mipaaf. Nel provvedimento, il Mipaaf individuerà:

  • le spese che potranno essere ritenute ammissibili;
  • i requisiti per ottenere i contributi da parte delle imprese agricole del settore vitivinicolo;
  • il finanziamento massimo ammissibile per ciascun progetto;
  • i criteri con i quali si procederà alla selezione;
  • le percentuali di aiuto che potranno essere riconosciute;
  • ogni altra informazione relativa all’intervento.

Agricoltura: nuovo fondo a rimborso dei danni per alluvioni, gelo, brina e siccità

La legge di Bilancio 2022 ha istituito un nuovo fondo per l’agricoltura e, in particolare, per il rimborso agli agricoltori dai danni causati da alluvioni, da gelo, da brina e dalla siccità. La dotazione del fondo è di 50 milioni di euro per tutto il 2022. L’istituzione del fondo mostra l’attenzione del legislatore per i fenomeni del cambiamento climatico che vanno a danneggiare l’agricoltura.

Fondo per rimborsare i danni causati agli agricoltori dai fenomeni climatici: riferimenti normativi

L’istituzione del fondo per il rimborso delle calamità climatiche ai danni dell’agricoltura è disciplinata dai commi 515-519 dell’articolo 1 della recente legge di Bilancio 2022. Il fondo assicurerà la gestione dei rischi delle imprese che operano nell’agricoltura, beneficiarie dei pagamenti della Politica agricola comune (Pac). La copertura assicurata del fondo sarà in tempi brevi ed ex post, ovvero al verificarsi del danno agli agricoltori. La copertura dei rischi potrà continuare a essere ottenuta ex ante anche tramite le compagnie assicuratrici. Dunque le misure pubbliche e private sono cumulabili.

Copertura dei danni alle strutture agricole: come chiedere il rimborso al Fondo

Per l’operatività del fondo stesso è necessario attendere il decreto del Mipaaf. Il provvedimento andrà a disciplinare il riconoscimento, il finanziamento e la gestione del fondo per i danni arrecati dai fenomeni climatici al settore agricolo. Il fondo è affidato alla gestione di Ismea, mentre i criteri e le modalità di intervento verranno definiti, per ciascun anno, dal Piano di gestione dei rischi in agricoltura secondo quanto prevede il decreto legislativo numero 102 del 2004 all’articolo 4.

Imprenditore agricolo: deroga alla perdita della qualifica per eventi dannosi riconosciuti dal Mipaaf

Sempre in tema di danni al settore agricolo, il comma 988 dell’articolo 1 della legge di Bilancio 2022 introduce una deroga alla regola generale della prevalenza lavorativa per la qualifica di imprenditore agricolo. Infatti, rispetto a quanto disciplina l’articolo 2135 del Codice civile, l’imprenditore agricolo non perde la qualifica nel caso in cui si verifichi un evento calamitoso o epidemiologico. L’eccezionalità dell’evento deve essere dichiarata da un decreto declaratorio del Mipaaf. La deroga ha validità per tre anni dal provvedimento del Mipaaf.

Contributi previdenziali, esonero contributivo 2022 e finanziamenti all’imprenditoria dell’Ismea

In tema di esonero contributivo dei coltivatori diretti, il comma 520, dell’articolo 1, della legge di Bilancio 2022 produce la proroga per i lavoratori agricoli fino a 40 anni che si dovessero iscrivere, nel 2022, alla previdenza. I commi dal 521 al 525, inoltre, potenziano i contributi assegnati dall’Ismea all’imprenditoria giovanile e femminile nel settore agricolo.