Veneto, vivere con la crisi tra suicidi e sportelli

di Davide PASSONI

Il Veneto in prima linea contro la crisi. Visto che la regione è la non invidiata capofila dei suicidi da parte di imprenditori, istituzioni, imprese e associazioni non stanno a guardare e cercano di porre un argine almeno per il primo soccorso delle imprese in difficoltà.

Dopo lo sportello aperto dalla Confartigianato di Asolo-Montebelluna su iniziativa del suo presidente Stefano Zanatta, ora tocca alla Regione Veneto varare un numero verde per le imprese che vogliono sfruttare le opportunità del piano regionale legato al cosiddetto Fondo “anti suicidi”: 800-177750. Il piano anti crisi messo a punto dalla Regione prevede infatti finanziamenti agevolati da 25mila a 500mila euro per le aziende in crisi di liquidità che hanno crediti insoluti. Un fondo che però, a detta dell’assessore allo Sviluppo economico Marialuisa Coppola, sta trovando da parte delle banche un appoggio troppo timido, se non una vera e propria ostilità: “La Regione – ha dichiarato – ha attuato uno sforzo che tutti hanno compreso e apprezzato, ma non ho avuto la sensazione di sostegno condiviso da parte degli istituti bancari e dai confidi. Forse giochiamo una partita diversa, ma qui non c’è chi vince e chi perde: perde il Veneto“.

E dire che l’accoglienza freddina è arrivata proprio da quegli istituti che siedono nella finanziaria regionale, mica da dei marziani. Gente, insomma, che le realtà e le problematiche del territorio, specialmente quelle produttive, le dovrebbe avere presenti eccome. E invece nisba. Vero che in questo periodo di vacche magre le banche fanno la parte di quelle che non possono, più che non vogliono, ma è anche vero che nelle ultime settimane la Bce è stata tutt’altro che tirchia nei loro confronti, vendendo denaro a tassi scandalosamente bassi per fare in modo che questo denaro finisse in circolo a dare fiato a imprese e famiglie. Dove è finito allora, se le banche dicono di non averne? Intanto la gente continua ad appendersi alle travi e le tasse continuano a salire, sia per le famiglie che per le imprese.

Per fortuna, però, le banche venete non sono del tutto sorde ai campanelli di allarme. Banca Antonveneta e Confindustria Padova hanno infatti firmato un accordo che offre alle imprese associate la possibilità di cedere alla banca, anche a titolo definitivo, i crediti certificati verso la PA, in modo da acquisire subito liquidità. Una iniziativa che nella direzione di alcune analoghe già assunte in altri Paesi europei e che dovrebbe (almeno, in un mondo perfetto…) ispirare idee analoghe anche al nostro governo. In più, Antonveneta ha stanziato un plafond di 50 milioni da utilizzare anche per sostenere piani di ristrutturazione finanziaria e di capitalizzazione aziendale, coprire nuovi investimenti e sostenere l’export. Una goccia nel mare, ma da qualche parte bisogna pur cominciare…

http://www.infoiva.com/2012/03/morire-dimpresa-noi-non-ci-stiamo.html

Banca Antonveneta stanzia 100 milioni di euro per gli alluvionati del Veneto e del Friuli

L’alluvione che ha colpito il Veneto negli scorsi giorni ha causato non pochi danni alle imprese, così oltre agli aiuti che arriveranno da Governo, Regione, Provincia, si mobilitano anche le banche. Banca Antonveneta ha approvato una serie di iniziative di natura finanziaria per sostenere le popolazioni del Veneto e del Friuli colpite dall’alluvione dei giorni scorsi.

Si tratta di un programma articolato di strumenti e agevolazioni riservati a famiglie e  aziende residenti nella zona.

In dettaglio Banca Antonveneta ha stanziato un plafond di 100 milioni di euro, mediante  l’intervento “Insieme per ricostruire”, un’iniziativa che concederà finanziamenti a tassi agevolati a privati e imprese del territorio, con durate e forme tecniche variabili  in base alla finalità dell’utilizzo.

Banca Antonveneta inoltre partecipa anche al tavolo costituito da Provincia di Padova, Prefettura ed istituti di credito della zona, per la definizione di un Protocollo d’intesa che prevede:

  • la sospensione per 12 mesi del pagamento delle rate dei mutui, per le richieste che perverranno entro il 31 gennaio 2011. Questo intervento sarà esteso anche ai richiedenti residenti nelle Province di Verona e Vicenza;
  • la concessione di finanziamenti agevolati per sostenere la ripresa delle attività economiche;
  • l’erogazione di prestiti a tasso zero, riservati a famiglie in stato di disagio e finalizzati alla ricostruzione delle abitazioni e all’acquisto di mobili,  con durata fino a 60 mesi ed un importo massimo di  5.000 euro per nucleo famigliare. Ogni Banca aderente al Protocollo definirà autonomamente il proprio plafond.