Le banche italiane restituiscono il denaro ricevuto da Bce

Nonostante la crisi finanziaria sia ancora ben visibile e tangibile, alcuni crediti italiani stanno cominciando a restituire il denaro ricevuto dalla Bce attraverso la Ltro.

Si tratta, come confermato dalla banca d’Italia, di 3,5 miliardi dei totali 225 presi in prestito in due tranche, a dicembre 2011 e a febbraio 2012.

E’ solo un debole inizio, ai quali si potrebbe aggiungere un’ulteriore cifra di fondi rimandati a Francoforte nei due mesi scorsi.
I dati più aggiornati della Banca d’Italia rivelano infatti che a fine giugno l’esposizione a medio-lungo termine delle banche italiane nei confronti della Bce è scesa a 244,4 miliardi di euro, quindi circa 10 miliardi in meno rispetto a quanto ottenuto nelle ormai note operazioni a 3 anni.
Ma l’ammontare rimborsato potrebbe essere anche superiore, dato che quella cifra comprende tutte le operazioni non a breve termine: non soltanto quelle a 3 anni, ma anche quelle con scadenza 1 e 3 mesi, che hanno fatto lievitare l’aggregato a 280 miliardi, ben oltre quindi gli ormai ben noti 255 miliardi.

In ogni caso, comunque, la cifra resa non è pari neppure al 10% di quanto ricevuto, ovvero molto inferiore rispetto a quanto le banche francesi, tedesche, e in certi casi anche spagnole, hanno già da tempo reso.

Non è dato sapere quali sono gli istituti di credito ad aver cominciato ad estinguere il debito, ma i principali sospettati sono Unicredit e Intesa Sanpaolo, se non altro perché la loro situazione attuale è più rosea rispetto alle concorrenti.

Top secret anche sui motivi che avrebbero spinto le banche italiane verso la restituzione: qualche mese fa, quando si aprì la possibilità di rimborsare il denaro in anticipo, qualcuno parlò di “effetto stigma” al contrario: come a suo tempo poteva nuocere alla reputazione approvvigionarsi alla Bce nelle operazioni a 3 anni, così adesso la restituzione prima della scadenza può apparire un segnale di forza e di solidità agli occhi del mercato.
Si tratterebbe comunque di una supposizione, poiché gli istituti di credito rimangono tuttora restii ad ammettere certe operazioni.

Vera MORETTI

Mario Draghi: la crisi si supera supportando le pmi

Se, fino all’anno scorso, le pmi avevano dimostrato di riuscire a fronteggiare la crisi economica, soprattutto grazie alla dinamicità e alla intraprendenza dei piccoli imprenditori, negli ultimi mesi la situazione è molto cambiata.
Le piccole e medie imprese, infatti, sono state gravemente colpite dal fenomeno che, orma, viene denunciato da tutti i fronti, ovvero l’accesso al credito.

Mario Draghi, presidente della Bce, ha infatti affrontato questa problematica, che di fatto non permette ai Paesi dell’Eurozona sotto stress di rialzare la testa e rimettersi in pista, in occasione di un intervento presso l’Università di Amsterdam.
Draghi, infatti, ha riconosciuto che le maggiori società non hanno questo problema, o almeno le riguarda solo da lontano, perché a garantire per loro, quando si tratta di chiedere un finanziamento, è il nome, mentre per alle pmi vengono chieste ulteriori credenziali, in questo momento impossibili da esibire.

Le conseguenze di questa tendenza potrebbero essere disastrose, come ha commentato Draghi: “Anche se attualmente vediamo un calo della frammentazione sul fronte del funding in alcuni Paesi dell’Eurozona la nostra politica monetaria estremamente accomodante si fa sentire solo in parte sulle condizioni di finanziamento per le imprese e le famiglie. Quelle imprese che hanno sede nei Paesi in difficoltà devono affrontare condizioni di finanziamento peggiori rispetto a concorrenti con lo stesso livello di rischio in Paesi non sotto stress“.

Per riprendersi dalla crisi occorre essere competitivi e per esserlo bisogna seguire un’agenda che preveda una serie di misure a livello nazionale con le quali ci si assicuri che i mercati del lavoro e dei beni siano pienamente compatibili con l’unione monetaria.

Vera MORETTI

Piano B per Mario Draghi, se la ripresa tarda ad arrivare

Nonostante le previsioni fossero quasi certe, ora anche gli addetti ai lavori cominciano a storcere il naso e non credono più ad una possibile ripresa economica per la seconda metà dell’anno.

Per questo motivo, Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, starebbe valutando un piano B se davvero l’Eurozona non riuscisse a uscire da questa grave crisi economica e finanziaria.
Tra le mosse drastiche da attuare, Draghi sta considerando nuove misure straordinarie di politica monetaria, a cominciare da un taglio dei tassi e una nuova serie di prestiti a lungo termine alle banche, oltre ad un programma per incoraggiare i prestiti alle imprese.

Martin Van Vliet, economista senior della banca Ing, ha dichiarato: “Devono iniziare a pensare un piano di misure non convenzionali nel caso in cui la ripresa non dovesse materializzarsi. Questo mese è probabilmente troppo presto per un annuncio, ma mi aspetto che Draghi sia consapevole che l’economia non sta migliorando e le possibilità di una sorpresa sono in crescita”.

Vera MORETTI

Finanziamento all’agricoltura in Sicilia

Il settore agricolo riceverà, in Sicilia, un finanziamento che riguarderà l’acquisizione da parte delle imprese agricole dei mezzi tecnici a fecondità semplice, la cui utilità cioè si esaurisce nel corso dell’esercizio produttivo, con un tempo di restituzione che va al di là dell’annata agraria.

A beneficiarne, dunque, sono gli imprenditori agricoli titolari di imprese che siano regolarmente iscritte al Registro delle imprese agricole, con sede in Sicilia.

Per quanto riguarda le imprese di produzione primaria, sono ammesse sia in forma singola che associata, mentre quelle che operano nel settore della trasformazione, lavorazione e commercializzazione dei prodotto agricoli solo ed esclusivamente in forma associata.

Questa iniziativa ha l’obiettivo di incentivare l’accumulo di scorte tramite finanziamento a tasso agevolato, che verrà concesso fino alla copertura massima del 100% della spesa ammissibile.
L’importo massimo varia a seconda del settore produttivo, e precisamente è compreso tra 5.000 e 30.000 euro per la produzione primaria, e tra 5.000 e 300.000 euro per lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e attività agrituristiche.

Ai finanziamenti sarà applicato un tasso pari al 40% del tasso di riferimento della Banca Centrale Europea, ma per le imprese di nuova costituzione e per gli agricoltori sonno i 40 anni si scende al 30%.

Il periodo di rimborso del finanziamento è di 24 mesi, con rimborso trimestrale o mensile e la richiesta di ammissibilità va fatta alla CRIAS, per via telematica, collegandosi al sito Crias.it.

Le imprese inserite utilmente nella graduatoria dovranno entro 15 giorni dalla pubblicazione della graduatoria stessa inoltrare la domanda di finanziamento con la documentazione, tramite raccomandata A/R, al seguente indirizzo:

CRIAS – Aiuti all’agricoltura
Corso Italia, 104
95129 Catania

Vera MORETTI