Mutui casa con le banche estere

La crisi del mercato immobiliare, ancora molto acuta e per nulla risolta, vede tra le cause principali la difficoltà di ottenere un finanziamento dalle banche.
Per questo motivo, chi non desiste e desidera davvero acquistare casa, si rivolge agli istituti di credito meno colpiti dalla crisi, che spesso sono quelli esteri.

Le banche dell’Eurozona, infatti, stanno approfittando della situazione di stallo degli istituti italiani con l’acquisizione di una grossa fetta di clientela che, bisognosa di accendere un mutuo, si rivolge altrove.

Tra le banche estere più “generose” e disponibili ad accendere un mutuo casa, spiccano Deutsche Bank, Cariparma, del gruppo francese Credit Agricole, e Bnl, del gruppo Bnp Paribas, anch’esso francese.

Deutsche Bank, istituto di credito tedesco per cui l’Italia rappresenta il primo mercato europeo dopo la Germania, e Cariparma propongono entrambe uno spread del 2,85%, mentre Bnl propone uno spread del 2,90%.
Presenti sul territorio italiano con un numero di agenzie che varia tra le 315 e le 900, i tre istituti finanziari propongono un Taeg (Tasso Annuo Effettivo Globale) sostanzialmente coincidente e gravitante attorno al 3,21 – 3,23%.

Se già nel 2011 le banche estere avevano registrato una crescita netta di un punto percentuale, passando dal 18,6 al 19,6%, ci si aspetta, per il 2013, il superamento della soglia del 20%, soprattutto grazie ad una crisi del tessuto bancario italiano senza precedenti.

Vera MORETTI

Bene le banche estere in Italia

Il quarto rapporto dell’Aibe, l’Associazione Banche Estere in Italia, ha reso noto alcuni dati riguardanti le banche estere operanti in Italia:
Si tratta in tutto di 102 istituti presenti su territorio nazionale con 2.700 sportelli, quote di mercato in ambito finanziario e dei capitali, nonché 37.000 dipendenti, che rappresentano il 16% del sistema bancario italiano.

Sono risultati significativi perché, rimanendo stabili rispetto al 2011, sono in controtendenza rispetto alle banche italiane, che nello stesso periodo hanno ridotto il loro organico del 7% nello stesso periodo.

A pesare sull’Italia sono soprattutto la tassazione superiore alla media europea, le incertezze normative, il credit crunch e la macchina burocrativa e amministrativa.
Ma non solo: la dimensione del debito pubblico e la necessità di riforme strutturali frenano di molto la raccolta di provenienza estera nel mercato italiano del private equity e venture capital, che scende dal 57% nel 2011 al 35% nel 2012: dal 2005 al 2008 il mondo estero contribuiva al mercato del private equity per 1,8 miliardi di euro mentre dal 2009 in poi solo per 300 milioni.

Anche gli impieghi si trovano in affanno, perché, rispetto all’anno precedente, nel 2012 sono stati ridotti del 5%, ma costituiscono ancora nel 2012 il 15,8% del totale del sistema bancario italiano.

Segnali positivi arrivano dai mutui erogati: se si considerano i primi cinque istituti, ovvero Barclays, Bnp-Bnl, Deutsche bank, Gruppo Cariparma-Credit Agricole e Ing, si scopre che sempre l’anno scorso si sono registrati 15 miliardi in più di mutui emessi, in controtendenza rispetto alla media nazionale che segnala -3.4%.

Vera MORETTI