Bando efficienza energetica Lombardia: contributi a fondo perduto per 30mila euro

Oltre 10 milioni di euro sono stati stanziati dalla Regione Lombardia per il bando Efficienza energetica, commercio e servizi al fine di fronteggiare gli aumenti dei costi dell’energia delle micro e piccole imprese nei settori del commercio, dei pubblici esercizi e dei servizi. Il bando prevede contributi a fondo perduto fino a 30 mila euro con un minimo di spesa di 4 mila euro per ogni impresa richiedente. L’avvio delle domande è a partire da mercoledì 15 giugno 2022.

Bando Regione Lombardia contributi a fondo perduto per gli aumentati costi dell’energia: di cosa si tratta?

La misura di sostegno alle imprese è stata adottata con la delibera numero 6306 del 26 aprile 2022 della Giunta regionale. L’obiettivo è quello di sostenere gli interventi di efficientamento energetico delle micro e piccole imprese dei settori del commercio, dei pubblici esercizi e servizi. La dotazione finanziaria iniziale della misura è stata incrementata con risorse delle Camere di commercio per 1,130 milioni di euro. In totale le risorse stanziate sono di 10.745.500 euro (9.615.500 euro a carico della Regione Lombardia). Ciascuna impresa può finanziare interventi fino a 30 mila euro finanziando il 50% delle spese ammissibili per l’efficientamento energetico. L’investimento minimo è di 4 mila euro da rendicontare entro la chiusura dello sportello.

Chi può presentare domanda per i contributi a fondo perduto della Regione Lombardia?

Ammesse alla presentazione delle domande di contributi a fondo perduto per l’efficientamento energetico sono le micro e le piccole imprese della Lombardia attive nei settori del commercio, dei pubblici esercizi e dei servizi. Nel dettaglio, i rispettivi codici sono i seguenti:

  • commercio al dettaglio, G 47;
  • attività dei servizi di ristorazione, I 56;
  • editoriali, J 58;
  • attività dei servizi di informazione e altri servizi informatici, J 63;
  • immobiliari per conto terzi, L 68.3;
  • di supporto per le funzioni di ufficio e altri servizi di supporto alle imprese, N 82
  • istruzione, P 85;
  • attività sportive di intrattenimento e divertimento, R 93;
  • riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa, S 95;
  • altre attività di servizio alla persona, S 96.

Quali sono le spese ammissibili per il bando della Regione Lombardia per le micro e piccole attività?

Ai fini della presentazione della domanda dei contributi a fondo perduto per l’efficientamento energetico delle imprese della Regione Lombardia, risultano ammissibili le seguenti spese di acquisto e di installazione di:

  • collettori solari termici e di impianti di micro-cogenerazione;
  • gli impianti fotovoltaici per produrre autonomamente l’energia da fonti rinnovabili al fine dell’utilizzo nel sito produttivo;
  • le attrezzature e i macchinari che sostituiscono quelli presenti nella sede dell’impresa;
  • le caldaie ad alta efficienza a condensazione, a biomassa oppure a pompa di calore che sostituiscono le caldaie presenti nell’impresa;
  • l’acquisto e l’installazione di raffreddatori o di raffrescatori evaporativi fissi e portatili che non richiedono l’uso di fluidi refrigeranti;
  • i meccanismi di domotica per risparmiare energia e monitorare i consumi energetici;
  • gli apparecchi led a basso consumo che sostituiscono l’illuminazione tradizionale;
  • le spese per le opere murarie, impianti e spese assimilate per massimo il 20% delle precedenti spese;
  • i costi tecnici di consulenza per realizzare gli interventi per un massimo del 10% dei costi;
  • gli altri costi indiretti  o le spese generali, finanziabili forfettariamente.

Come presentare domanda dei contributi a fondo perduto della Lombardia per l’efficienza energetica delle micro e piccole imprese

Per la presentazione delle domande per i contributi a fondo perduto dell’efficientamento energetico, le micro e piccole imprese devono accedere telematicamente sulla piattaforma telematica di Infocamere Lombardia, sezione “Bandi – Contributi alle imprese – Bandi aperti”. Per l’accesso le imprese devono utilizzare lo Spid, la Carta nazionale dei servizi (Cns) o la Carta di identità elettronica (Cie). Alcune imprese potrebbero aver ricevuto delle credenziali rilasciate nel mese di febbraio 2021. Le imprese hanno tempo per presentare domanda dalle ore 16:00 del 15 giugno 2022 fino al 15 dicembre 2022 o, comunque, fino all’esaurimento delle risorse stanziate. Alla domanda devono essere allegati i documenti di realizzazione dell’intervento di efficientamento energetico.

Come vengono assegnate i contributi a fondo perduto dalla Regione Lombardia?

La Regione Lombardia assegna i contributi a fondo perduto alle micro e piccole imprese della Lombardia mediante la procedura “a sportello” a rendicontazione. Nell’assegnazione dei contributi, inoltre, la Regione segue l’ordine cronologico di presentazione delle istanze.

Agricoltura, contributi a fondo perduto per il recupero del patrimonio rurale

Ammontano a 590 milioni di euro le risorse dei bandi regionali per il recupero degli immobili e degli edifici rurali. Si tratta di incentivi per restaurare e valorizzare il patrimonio paesaggistico e architettonico degli edifici e dei casali rurali. L’obiettivo di spesa dei fondi è quello di preservare gli immobili rurali al fine di valorizzarne il patrimonio materiale, immateriale e culturale. Ma anche di promuovere le attività del turismo sostenibile, legate alle tradizioni e alle culture locali.

Contributi a fondo perduto per il recupero rurale, quali opere sono finanziate?

Il bando da 590 milioni di euro di contributi a favore del recupero rurale ammette vari interventi. Nel dettaglio:

  • il recupero di edifici e degli immobili rurali che, in origine, erano destinati a utilizzi abitativi, come le masserie e i casali;
  • edifici rurali per attività produttive, come frantoi, mulini, stalli e case coloniche;
  • il patrimonio religioso, come chiese rurali ed edicole votive;
  • le scuole e le masserie didattiche;
  • le strutture rurali che con il tempo sono state abbandonate.

Chi può presentare domanda per i contributi a fondo perduto del recupero degli edifici rurali?

Il bando dei contributi a fondo perduto per il recupero degli edifici rurali è regionale. Ciò significa che ciascuna regione emette il proprio bando, con le proprie tempistiche di presentazione delle domande. Le istanze dei soggetti interessati andranno a sostenere le iniziative di recupero e di restauro del proprio territorio. I requisiti per la presentazione delle domande sono uniformi su tutto il territorio nazionale. In particolare, possono partecipare al bando:

  • le persone fisiche;
  • gli enti non profit e profit privati, inclusi gli enti ecclesiastici e quelli del terzo settore;
  • le cooperative, le associazioni e le fondazioni;
  • le imprese, sia a carattere individuale che societaria.

Bando recupero immobili rurali, quali sono i requisiti richiesti per presentare la domanda?

Inoltre, chi presenta domanda per i contributi a fondo perduto per il recupero rurale deve essere, a sua volta, proprietario o detentore di immobili rientranti nel patrimonio culturale rurale alla data del 31 dicembre 2020. Si può essere possessore dell’immobile a qualsiasi titolo. I vincitori del bando dovranno portare a termine le attività di recupero e culturali previste dal bando per un periodo non inferiore a cinque anni.

Quali attività sono previsti dal bando recupero immobili rurali delle regioni?

Le attività ammissibili dal bando di recupero degli immobili rurali, al fine di ottenere i contributi a fondo perduto, sono le più svariate. Oltre al recupero dal punto di vista edilizio e architettonico e della valorizzazione paesaggistica, il bando ammette anche attività di tipo sociale e culturale. Ad esempio, possono essere realizzati spazi da destinare a servizi di tipo sociale, turistico e ricettivi, all’educazione ambientale, alla conoscenza del territorio e al funzionamento delle imprese agricole.

Contributi e finanziamento per il recupero edifici rurali, ammissibili le spese degli impianti termici

I progetti che otterranno maggiore considerazione in termini di punteggio saranno quelli che presenteranno obiettivi e soluzioni compatibili con la transizione ecologica e con il ricorso a fonti energetiche alternative. A tal proposito, oltre ai lavori edilizi, negli interventi dovranno rientrare anche l’acquisto e l’installazione di impianti termici, comprendendo nei contributi anche le spese per le attrezzature, gli impianti e i vari pareri, nulla osta e consulenze dei tecnici.

Quando dovranno essere avviati i lavori di risanamento e di recupero degli immobili rurali?

I lavori di risanamento e di recupero edilizio, paesaggistico e architettonico per i vincitori dei bandi regionali ai fini dell’ottenimento dei contributi a fondo perduto dovranno essere iniziati entro il 30 giugno del 2023 e conclusi non oltre il 31 dicembre 2025. Il mancato rispetto delle date comporta la revoca dei contributi ottenuti.

Quali contributi e finanziamenti si possono ottenere con i bandi regionali di risanamento conservativo degli edifici rurali?

I contributi che si possono ottenere con i bandi emanati dalle regioni per il recupero e il restauro degli immobili rurali consistono:

  • in un contributo fino al limite di 150 mila euro come forma di cofinanziamento entro l’80% dei progetti di investimento;
  • il contributo può salire fino al 100% se l’immobile oggetto di lavori risulti dichiarato di interesse culturale. Rimane il limite dei 150 mila euro per intervento;
  • modifiche alle risorse disponibili variano a seconda delle regioni.

Come presentare domanda per i bandi regionali di recupero del patrimonio rurale?

Ogni Regione emette il proprio bando per i contributi finalizzati al recupero del patrimonio rurale e fissa le date per la presentazione delle domande. Alcune regioni hanno già fissato i termini delle istanze. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia e la Campania aprono le pratiche il 26 aprile 2022 e la scadenza delle domande è fissata al 20 maggio 2022. Da domani, 22 aprile, si potranno presentare le domande per la Regione Sardegna. Tuttavia, la piattaforma per la presentazione delle domande è unica per tutte le Regioni. È necessario collegarsi al Portale Paesaggi Rurali gestito dalla Cassa depositi e prestiti e autenticarsi con l’indirizzo di posta elettronica e la password.

Investimenti, infrastrutture e mobilità sostenibile, lo opportunità per le imprese dal Pnrr

Il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) assegna agli investimenti, alle infrastrutture e alla mobilità sostenibile risorse per complessivi 61,3 miliardi di euro. Nello specifico delle risorse, circa 41 miliardi di euro sono finanziati dal fondo Next Generation Eu (40,7 miliardi), 313 milioni con il programma React Eu, 21 miliardi di euro di risorse nazionali (10,6 miliardi dal Fondo complementare e 10,3 miliardi dallo scostamento di bilancio).

Infrastrutture e mobilità sostenibili, come sono distribuite le risorse e a chi spettano?

All’interno delle risorse stanziate per le infrastrutture e la mobilità sostenibile, il 56% dei fondi andranno alle regioni del Sud Italia. Gran parte dei progetti, circa il 76%, riguarderanno il contrasto alla crisi climatica e la transizione ecologica. Andando a scorporare gli ambiti di intervento, gli investimenti, le infrastrutture e la mobilità sostenibile (gestiti dal ministero per le Infrastrutture e per la mobilità sostenibile – Mims), sono previsti in 4 delle sei missioni del Piano nazionale per la ripresa e per la resilienza (Pnrr).

Mobilità sostenibile e infrastrutture, quante risorse sono state stanziate dal Pnrr?

La missione del Pnrr dove sono maggiori le risorse stanziate per il Mims è la numero 3. Infatti, nella missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” sono stati stanziati 41,872 miliardi di euro. Ulteriori risorse sono state stanziate nelle missioni:

  • la Missione 1, “Digitalizzazione, innovazione e cultura”. Le risorse stanziate sono pari a 475 milioni di euro;
  • la Missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. I fondi a disposizione sono pari a 15,159 miliardi di euro;
  • la Missione 5, “Inclusione e coesione”. Le risorse a disposizione sono di 3,863 miliardi di euro.

Il totale delle risorse stanziate per le infrastrutture, gli investimenti e la mobilità sostenibile sono pari a 61,369 miliardi di euro.

Quali sono i progetti per settori di investimento di infrastrutture e mobilità sostenibile?

Le risorse stanziate dal Pnrr nell’ambito delle infrastrutture, degli investimenti e della mobilità sostenibile riguardano vari settori rientranti nelle diverse missioni. In particolare:

  • allo sviluppo della rete ferroviaria della Missione 3 sono destinati 36,6 miliardi di euro;
  • alla rigenerazione urbana e housing sociale delle missioni 2 e 5 sono destinati 5,2 miliardi di euro;
  • per la riqualificazione del parco dei mezzi delle missioni 2 e 3 sono stanziati 4 miliardi di euro;
  • al trasporto rapido di massa della missione 2 sono destinati 3,6 miliardi di euro;
  • al potenziamento della logistica, ai porti e agli aeroporti della missione 3 sono riservati 3,4 miliardi di euro;
  • alla mobilità innovativa e sostenibile delle missioni 1 e 2 sono riservati 3,2 miliardi di euro;
  • alle infrastrutture idriche, al potenziamento e alla gestione sostenibile della missione 2 sono destinati 3,2 miliardi di euro;
  • al rafforzamento della sicurezza stradale della missione 3 vanno 1,4 miliardi di euro;
  • allo sviluppo delle aree interne della missione 5 sono destinati 900 milioni di euro.

Quali tipologie di investimento per infrastrutture e mobilità sostenibile?

Le tipologie di intervento che si andranno ad attuare con le risorse del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza riguardano:

  • le opere pubbliche per 56 miliardi di euro;
  • l’acquisto di beni e di servizi per 3,7 miliardi di euro;
  • i contributi alle imprese per 1,6 miliardi di euro.

Tra gli esempi che si possono fare sul tipo di investimento, rientrano:

  • le infrastrutture ferroviarie;
  • l’acquisto di autobus green;
  • i contributi per il rinnovo delle navi;
  • le infrastrutture idriche;
  • il rinnovo dei treni;
  • il supporto alla filiera degli autobus elettrici;
  • l’edilizia sociale e penitenziaria;
  • i servizi di digitalizzazione del Tpl;
  • la digitalizzazione dei servizi aeroportuali.

Quale supporto viene richiesto alle imprese nell’ambito degli investimenti del Pnrr?

Nell’ambito dell’attuazione dei progetti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, il ministero delle infrastrutture è responsabile della governance del Pnrr e dell’assegnazione delle risorse ai soggetti attuatori. Questi ultimi ricoprono un ruolo principale nel realizzare i progetti stessi e, pertanto nella realizzazione delle infrastrutture richieste. Il principale soggetto attuatore è la Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) con il 47,48% delle risorse da assegnare; a seguire gli enti territoriali con il 26,25% e i concessionari e società di gestione con il 14,63%. Le autorità del Sistema portuale gestiscono il 5,65% delle risorse, mentre le imprese il 3,06%. Infine, la gestione diretta delle risorse da parte del ministero è pari al 2,92% delle risorse.

Quali riforme verranno fatte con il Pnrr in ambito di investimenti e infrastrutture?

Le riforme (tre già realizzate) nell’ambito dell’attuazione del Pnrr riguardano:

  • la valutazione dei progetti nel settore dei sistemi del Tpl (impianti fissi e Trm) secondo quanto prevede il comma 1 ter dell’articolo 44 del decreto legge numero 77 del 2021;
  • la riforma dell’iter di approvazione del Contratto di programma (tra il ministero delle infrastrutture e Rfi) secondo quanto prevede l’articolo 5 del decreto legge numero 152 del 2021;
  • l’accelerazione dell’iter di autorizzazione dei progetti ferroviari previsto dall’articolo 6 del decreto legge numero 152 del 2021;
  • la Governance delle infrastrutture per l’approvvigionamento idrico (il comma 4 bis dell’articolo 2 del decreto legge 121 del 2021);
  • la procedura per la pianificazione strategica portuale (il comma 1 septies dell’articolo 4 del decreto legge 121 del 2021).
  • infine, entro il 2024 si prevede la riforma della Governance della Piattaforma logistica nazionale (articolo 30 del decreto legge 152 del 2021).

Quali investimenti sono in scadenza nel 2021 e nel 2022?

Tra i traguardi e gli investimenti del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza si annoverano:

  • l’infrastruttura per le Zone economiche speciali (Zes);
  • il supporto alla filiera degli autobus;

Saranno invece 13 gli investimenti del Piano complementare (per 20,6 miliardi di euro), tra i quali:

  • quattro per il rinnovo degli autobus, delle ferrovie regionali, per il verde e la socialità, inclusa la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica. Questi traguardi sono stati già raggiunti con i relativi decreti emanati ad agosto 2021;
  • otto gli investimenti in fase di attuazione avanzata;
  • un investimento, quello di Strade Sicure è in fase di avanzamento entro il 31 dicembre 2021.

Bandi Pnrr Ricerca e Università per le imprese: ecco quelli in uscita nel 2021 e 2022

Già in uscita i bandi per la Ricerca e l’Università dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Nell’ultima parte del 2021 sono attesi quattro avvisi per uno stanziamento di fondi pari a 4,5 miliardi di euro. Il cronoprogramma dei bandi segnerà ulteriori date di uscita nel corso di tutto il 2022.

Bandi Ricerca e Università Pnrr, perché interessano le imprese del privato?

I bandi della Ricerca e dell’Università che usciranno nell’ambito degli interventi del Pnrr saranno aperti a soggetti pubblici e privati. Il che significa che le imprese potranno agire in partenariato con i soggetti pubblici nella realizzazione dei progetti previsti dai bandi stessi. Si tratta di una sinergia tra settore pubblico e imprese del privato che punta a una ricaduta, anche se non diretta, sulle realtà aziendali. La stima è di 45-50 progetti che includeranno la partecipazione delle imprese private.

Come possono partecipare le imprese privati ai bandi del Pnrr Ricerca e Università?

La modalità con la quale le imprese saranno chiamate a partecipare ai bandi in uscita su Ricerca e Università saranno diverse a seconda del tipo di intervento. Per i bandi che prevedano la realizzazione delle infrastrutture di ricerca, le imprese potranno unirsi in consorzi. In quelli inerenti l’innovazione l’obiettivo è, invece, quello di costituire dei poli nei quali le aziende possano partecipare alle attività di ricerca insieme alle università e ai centri di ricerca stessa. Il contributo che le imprese daranno agli ambiti potrà essere finanziato fino al 49% dei costi di esercizio, compresi quelli del personale.

Bandi in arrivo di Ricerca e Università del Piano nazionale di ripresa e di resilienza: quali a dicembre 2021?

Dei bandi in uscita a dicembre sulla Ricerca e Università, quello più corposo riguarda la misura M4 C2 dei centri nazionali. L’importo totale delle risorse messe in campo dal Pnrr è di 1,6 miliardi di euro. Le imprese potranno partecipare in partenariato con enti pubblici e con atenei. Cinque sono gli ambiti di intervento di questa misura:

  • la simulazione, il calcolo e l’analisi dei dati ad alte prestazioni;
  • l’agritech;
  • lo sviluppo della terapia genica e farmaci con tecnologia a Rna;
  • la mobilità sostenibile;
  • la biodiversità.

Bandi in uscita a dicembre su ecosistemi, infrastrutture, Ricerca e innovazione nell’ambito del Pnrr

Il secondo bando del Pnrr relativo all’ambito della Ricerca e dell’Università è quello relativo alla misura M4 C2 denominata “Ecosistemi innovazione“. In tutto le risorse stanziate dal Pnrr sono pari a 1,3 miliardi di euro. Il bando mirerà alla creazione di 12 nuovi ecosistemi italiani. Il terzo bando, rientrante nella misura M4 C4, riguarderà le infrastrutture di ricerca per 1,08 miliardi di euro. Infine, l’ultimo bando di dicembre 2021 sarà quello delle innovazioni (misura M4 C2) per 500 milioni di euro. Per questi ultimi due bandi è prevista la creazione di circa 30 nuove infrastrutture.

Obiettivo parità di genere nei bandi Ricerca e Università di dicembre 2021

Tra gli obiettivi dichiarati dei bandi in uscita a dicembre 2021 sulla Ricerca e sull’Università vi è quello della parità di genere. Il 40% delle misure spetterà, infatti, alle ricercatrici. Gli stessi enti che si candideranno dovranno adottare un programma di azioni per valorizzare la parità di genere.

Bando per gli alloggi degli studenti: i bandi in arrivo

Nell’ambito del diritto allo studio arriverà anche un bando per il potenziamento degli alloggi per gli studenti. Si tratta di un bando ibrido, cioè finanziato in parte con programmi europei e in parte con risorse dello Stato italiano. In tutto le risorse che verranno stanziate per gli alloggi degli studenti sono pari a 407 milioni di euro.

Bandi Università e Ricerca con partecipazione delle imprese: quali quelli previsti per il 2022 dal Pnrr?

Il cronoprogramma della Ricerca e dell’Università previsto per il 2022 nell’ambito degli interventi del Piano nazionale di ripresa e di resilienza rimanda a marzo prossimo l’uscita di due bandi per un valore totale di circa 1,75 miliardi di euro. Nel dettaglio, si tratta della misura M4 C2 dei “Partenariati estesi” per 1,61 miliardi di euro nella quale i privati dovranno avviare, in partenariato con gli enti pubblici, almeno 10 dei 16 progetti previsti.

Quali sono gli ambiti di intervento del Pnrr con il bando Partenariati estesi?

Nel dettaglio, il bando relativo ai Partenariati estesi del Pnrr tratterà gli ambiti elencati:

  • l’intelligenza artificiale;
  • i rischi ambientali, naturali e antropici;
  • gli scenari energetici del futuro;
  • la cultura umanistica e il patrimonio culturale;
  • le scienze e le tecnologie quantistiche;
  • la cybersecurity;
  • la diagnostica e le terapie innovative della medicina di precisione;
  • le conseguenze e le sfide dell’invecchiamento;
  • le nuove tecnologie e la tutela dei diritti;
  • i modelli per l’alimentazione sostenibile;
  • la sostenibilità economica e finanziaria dei sistemi e dei territori;
  • le neuroscienze e la neurofarmacologia;
  • il Made in Italy circolare e sostenibile;
  • le telecomunicazioni del futuro;
  • le malattie infettive emergenti;
  • le attività spaziali.

Gli altri bandi del Pnrr Ricerca e Università previsti per il 2022

Sempre a marzo è prevista l’uscita del bando del Pnrr Ricerca e Università inerente i dottorati nella Pubblica amministrazione e nei beni culturali. La misura prevista è quella relativa alla M4 Ci inerente “Phd per Ricerca, Pa e patrimonio culturale” che stanzierà 144 milioni di euro. A maggio uscirà il bando della misura M4 C2 “Phd innovativi per l’impresa“, con uno stanziamento di 200 milioni di euro. Si tratta essenzialmente di dottorati di ricerca innovativi. Oltre 173 milioni di euro verranno stanziati a giugno 2022 per il bando del Fondo Italiano Scienza (Fis).

Bandi di dicembre 2022 del Pnrr Ricerca e Università

Alla fine del 2022 sono previsti bandi che andranno soprattutto a favore di studenti e giovani ricercatori. Tra un anno, infatti, è atteso il bando Prin (Progetti di Ricerca di Interesse Nazionale) per complessivi 368 milioni di euro. Nello stesso mese usciranno i bandi per gli alloggi degli studenti (misura M4 C1) per 660 milioni di euro e il bando dei progetti presentati da giovani ricercatori (misura M4 C2) per complessivi 600 milioni di euro.

Contributi alle Pmi, due bandi Regione Lombardia per chi assume o per la formazione

Due i bandi della Regione Lombardia alle piccole e medie imprese che assumono e alle aziende e ai professionisti che fanno formazione. I fondi, oltre 41 milioni di euro, servono a incentivare le assunzioni di over 50, di donne e di giovani inoccupati, oltre alla formazione. In tutto, a favore delle fasce deboli, sono previsti fino a 12500 euro per ogni nuovo assunto per un totale per ciascuna Pmi di 50 mila euro. I voucher formazione, invece, consentono di utilizzare contributi a fondo perduto di 2 mila euro per ogni dipendente o professionista.

Bandi per contributi alle nuove assunzioni: due bandi per le imprese della Lombardia

I bandi della Regione Lombardia per le assunzioni sono stati presentati e rilanciati nella giornata del 13 ottobre dall’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Melania Rizzoli.  L’intervento è a favore, in particolare, dei Neet, cioè dei giovani che non lavorano e non studiano, di chi è prossimo alla pensione e ha perso l’occupazione, delle donne che risultano ancor più penalizzate dal lungo periodo di emergenza sanitaria.

Bando Formare per assumere: contributi a disposizione delle Pmi

Il primo bando prende il nome di “Formare per assumere”. Rientra nei fondi stanziati dal Fondo sociale europeo (Fse) del settennato 2014-2020 per l’Asse 1 azioni 8.5.1, 8.6.1, 8.2.2, 8.5.5 e 8.1.1. Il bando è stato pubblicato a luglio e rilanciato due giorni dall’assessore Rizzole. I fondi stanziati per questo bando sono pari a 15 milioni di euro che la Regione Lombardia punta, comunque, a incrementare. La scadenza dei fondi è fissata al 30 settembre 2023.

Quanto spetta a ciascuna impresa per ogni assunto

Nel bando l’incentivo è assicurato alle assunzioni di persone non occupate da almeno 30 giorni. Alle aziende viene corrisposto un contributo di 3000 euro per la formazione e un bonus di 1000 euro per per le aziende che hanno meno di 50 dipendenti, un bonus per la ricerca e la selezione da 500 euro e un incentivo per ogni nuovo assunto che varia nel seguente modo:

  • 4000 euro per assunzioni di lavoratori fino a 54 anni di età;
  • 6000 euro per lavoratrici fino a 54 anni;
  • 6000 euro per lavoratori dai 55 anni;
  • 8000 euro per lavoratrici dai 55 anni.

Come partecipare al bando contributi per nuove assunzioni Regione Lombardia

Per partecipare al bando Formare per assumere della Regione Lombardia le imprese interessate possono presentare domanda (già a partire dallo scorso 26 luglio) tramite il sistema informativo dei Bandi online del sito istituzionale della Regione. Il termine della scadenza per richiedere i contributi è fissato alle ore 12 del 30 settembre 2023.

Bando per la formazione: ecco a chi spettano i voucher da 2000 euro

Il secondo bando prende il nome di Formazione Continua – Fase VI, Voucher aziendali, ed è finanziato dal Por Fse 2014/2020 per 26,5 milioni di euro. Non ci sono scadenze temporali e, come affermato dall’assessore Rizzoli, “basta un click per accedere al finanziamento”.

Chi può partecipare al bando Formazione continua della Regione Lombardia?

Al bando possono partecipare tutte le imprese ubicate nella Lombardia che appartengano alle seguenti categorie:

  • iscritte alla Camera di commercio;
  • le imprese familiari;
  • gli enti del terzo settore che svolgano attività economica;
  • le fondazioni e le associazioni riconosciute che svolgano attività economica;
  • le cooperative;
  • i liberi professionisti o la relativa associazione nel caso in cui svolgano la professione in forma associata.

A chi sono rivolti gli interventi finanziati dal bando?

Gli interventi finanziati dal bando sono rivolti:

  • a chi è dipendente delle micro, piccole, medie e grandi imprese della Regione Lombardia;
  • ai titolari e ai soci delle stesse imprese menzionate;
  • ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi che abbiano domicilio fiscale in Lombardia e che svolgano la professione autonomamente o in forma associata.

Cosa finanzia il bando Regione Lombardia Voucher formativi?

Il bando prevede l’erogazione di voucher formativi del valore massimo di 2 mila euro. Tutti i soggetti ai quali sono rivolti gli interventi (dipendenti, titolari e soci, liberi professionisti e autonomi) possono fruire di percorsi formativi (anche più di uno) fino a raggiungere il valore del voucher stesso. Ogni impresa può essere beneficiaria di voucher per un totale di 50 mila euro.

Come presentare domanda per il voucher formativo della Regione Lombardia?

Le imprese interessate possono selezionare l’offerta formativa dal Catalogo della Regione Lombardia. In alternativa è possibile procedere direttamente tramite l’ente formativo per la scelta dei contenuti della formazione necessaria. Una volta scelta l’offerta formativa alla quale partecipare, la domanda deve essere presentata direttamente in via telematica nel Sistema Informativo dei Bandi. Maggiori dettagli sono presenti nella sezione bandi del sito istituzionale della Regione Lombardia.

Campania sempre più proiettata verso l’export

Sace, che insieme a Simest costituisce il Polo dell’export e dell’ internazionalizzazione del Gruppo Cdp, ha deciso di supportare le imprese campane nell’internazionalizzarsi, e dare loro di conseguenza una buona opportunità di crescita.
A tale proposito, nel 2016 sono stati erogati 540 milioni di euro per sostenere mille imprese campane. Si tratta di finanziamenti mirati, perché la Campania è la prima regione esportatrice del Sud Italia e nona a livello nazionale.

Nel 2016, il tasso di crescita dell’export è stato del 2,9% e nei primi sei mesi del 2017 ha già raggiunto 2,3%.

Livio Mignano, Head of Domestic Network di Sace, ha commentato: “La Campania si conferma traino per le esportazioni del Meridione. E’ un territorio dinamico, ricco di imprese eccellenti con una forte prevalenza di piccole e medie imprese”.

Alessandra Ricci, amministratore delegato di Simest, ha aggiunto: “Sace e Simest sono in grado di offrire alle aziende campane un ampio bouquet di prodotti a tassi agevolati, di strumenti finanziario assicurativi per esportare e realizzare investimenti produttivi all’estero. Il nostro obiettivo è dare sostegno al sistema economico”.

I settori in cui l’export campano ha registrato i migliori risultati nel 2016 sono il settore degli apparecchi elettrici (+ 27,3), degli apparecchi elettronici (+24,4) e la farmaceutica (+14,1). Ambiti che si vanno ad aggiungere a comparti che storicamente spingono le esportazioni locali quali gli alimentari, il comparto tessile e dell’abbigliamento, i mezzi di trasporto, i prodotti in metallo e l’ambito farmaceutico che rappresentano il 70 per cento dell’export regionale.

Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione industriali di Napoli, ha poi concluso: “L’internazionalizzazione è la strada per lo sviluppo e per la crescita della nostra economia. Per crescere bisogna innovare perché chi resta fermo esce dal mercato”.

Tra i Paesi verso i quali la Campania ha maggiori vantaggi ci sono Giappone e Stati Uniti per gli alimentari, Cina e Perù per i mezzi di trasporto, Corea del Sud e Spagna per chi produce tessile e abbigliamento, Polonia e Ungheria per i prodotti in metallo, mentre gli Emirati Arabi Uniti e il Messico possono essere il futuro per la farmaceutica.

Ad oggi, le mete più gettonate per i prodotti campani sono Francia, Germania e Regno Unito, Svizzera e Stati Uniti. Positivo anche il riscontro delle vendite nei Paesi extra UE dove si registra un incremento del 6,9% nel 2017. A livello nazionale, il Rapporto dice che l’export italiano nei prossimi quattro anni crescerà del 4 per cento, raggiungendo 490 miliardi di euro nel 2020.

Vera MORETTI