Agricoltura, ecco i contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile

L’imprenditoria al femminile può usufruire dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti a tasso zero nel settore dell’agricoltura. I fondi si possono richiedere per il finanziamento della costruzione e del miglioramento dei beni immobili, per acquistare i terreni, per gli studi di fattibilità e per formare in maniera avanzata soci e dipendenti. I contributi rientrano nelle proposte dell’Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) che avvisa, sul proprio portale, di una prima scadenza delle domande fissata per il 30 marzo 2022.

Donne in campo per l’imprenditoria al femminile per i contributi al settore agricolo

La misura, denominata “Donne in campo” permette il finanziamento a tasso zero a favore dell’imprenditoria al femminile nel settore agricolo. Si può arrivare a coprire fino a 300 mila euro o fino al 95% dell’investimento. Nel pacchetto di aiuti alle imprese agricole “Più impresa” i finanziamenti e, esclusivamente per questa misura, i contributi a fondo perduto possono arrivare a coprire l’investimento fino a 1,5 milioni di euro.

Finanziamenti imprese per donne nell’agricoltura e legge di Bilancio 2022

I contributi derivano da quanto prevede la legge di Bilancio 2022, al comma 523 dell’articolo 1 e seguenti. Nel dettaglio, la norma prevede di favorire l’imprenditoria femminile in agricoltura inserendo le donne tra le beneficiarie dei contributi e dei finanziamenti. Peraltro, nella misura “Più impresa“, verrà eliminato come requisito di accesso, per le società organizzate in forma societaria, quello relativo alla maggioranza numerica e verrà mantenuto il parametro della maggioranza, per oltre la metà, delle quote di partecipazione di donne o di giovani.

Le risorse destinate all’imprenditoria al femminile nel settore agricolo per il 2022

Inoltre, la legge di Bilancio 2022, prevede che “alle agevolazioni previste dal titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, come modificato dal comma 523, in favore delle imprese agricole a prevalente o totale partecipazione femminile sono destinate le risorse del fondo rotativo per favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in agricoltura, di cui all’articolo 1, comma 506, della legge 27 dicembre 2019, numero  160, incrementate per l’anno 2022 di ulteriori 5 milioni di euro”. Peraltro, “alle attività di cui al citato titolo I, capo III, del decreto legislativo 21 aprile 2000, numero 185, sono destinate risorse pari a 15 milioni di euro per l’anno 2022”.

Prima misura per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo: la misura ‘Donne in campo’

La prima misura prevista per l’imprenditoria al femminile nel settore agricolo è quella di ‘Donne in campo’. Con questa misura si possono ottenere solo finanziamenti a tasso zero per investimenti fino a 300 mila euro e fino al 95% del valore totale del progetto. Non vi sono, per questa misura, contributi a fondo perduto. La domanda di partecipazione al progetto si può presentare entro il 30 marzo 2022. Per inoltrare la richiesta è necessario avvalersi dei servizi telematici del portale Ismea.

Imprese agricole al femminile: se non viene accettata la domanda di ‘Donne in campo’ si può ripresentare l’istanza per ‘Più impresa’

Lo stesso portale Ismea avvisa che, per le domande pervenute entro il 30 marzo 2022 relative alla misura “Donne in campo” ma ritenute non ammissibili, ci sarà la possibilità per le donne imprenditrici di presentare nuovamente la stessa domanda per l’altra misura. Ovvero per la “Più impresa“. La domanda dovrà essere presentata accedendo alla sezione dedicata “Impresa femminile”. Oltre ai finanziamenti a tasso zero, la misura “Più impresa” comporta anche la concessione di contributi a fondo perduto. Infine è previsto un valore finanziabile del progetto nettamente più alto.

Imprenditoria femminile in agricoltura, l’attesa per il decreto interministeriale di ‘Più impresa’

Il sostegno alle donne imprenditrici del settore agricolo potrà essere incrementato, infatti, dal decreto interministeriale di prossima pubblicazione relativo alla misura “Più impresa“. La legge di Bilancio 2022 ha provveduto a incrementare la dotazione finanziaria dell’obiettivo di ulteriori 5 milioni di euro per l’anno in corso.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero del pacchetto ‘Più impresa’ per l’imprenditoria al femminile in agricoltura

Dai nuovi decreti sulle risorse per lo sviluppo dell’imprenditoria al femminile nell’agricoltura risulta più facile presentare la domanda. Nel pacchetto di finanziamenti della misura “Più impresa“, le imprese condotte da donne potranno presentare domanda di finanziamento:

  • senza tener conto dell’età anagrafica;
  • copertura fino al 95% dell’investimento;
  • finanziamenti a tasso zero fino al 60% del valore dell’investimento;
  • contributi a fondo perduto per la restante quota del progetto, ovvero per il 35%;
  • l’Ismea può arrivare a finanziare fino a 1,5 milioni di euro di progetto.

 

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Smart and Start per imprese femminili e giovani: cosa sono?

Il programma Smart and Start è una delle misure del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) che prevede finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto a favore delle nuove attività. La misura va a favore soprattutto delle imprese gestite da donne e da giovani under 35. Sono varie le condizioni per accedere ai finanziamenti agevolati che prevedono prestiti fino al 90% a tasso zero con durata massima di 10 anni. Nel dettaglio, le tipologia di attività finanziabili.

Finanziamenti agevolati Smart and Start: quali sono gli ambiti di attività delle nascenti imprese per richiedere il prestito?

La misura Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico sostiene la creazione di nuove imprese innovative, purché l’attività sia ad alto contenuto tecnologico oppure sia volta a produrre soluzioni e servizi nell’ambito dell’economia digitale, dell’Internet of thing (IoT), dell’intelligenza artificiale e del blockchain. I progetti delle nuove imprese sono finanziabili per importi che vanno da 100 mila euro a 1,5 milioni di euro. Per le imprese gestite da donne, il finanziamento a tasso zero è del 90% dell’importo riconosciuto; per tutte le altre imprese il finanziamento arriva all’805.

Quali sono le condizioni dei contributi a fondo perduto alle imprese Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico?

I finanziamenti agevolati Smart and Start del ministero per lo Sviluppo Economico hanno una durata limite di dieci anni. Per le imprese nascenti in alcune regioni italiane sono previsti anche dei contributi a fondo perduto. Infatti, per le imprese con sede in Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise il finanziamento ottenuto deve essere restituito solo in parte, pari al 70% dell’intero importo preso a prestito per e spese ammissibili. La differenza con quanto ottenuto realmente costituisce il contributo a fondo perduto.

Servizi tecnici e di tutoraggio per avviare un’impresa con il servizio Smart and Start

Oltre ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati, la misura Smart e Start prevede anche servizi di tutoraggio gestionale e tecnico. Le nuove imprese possono accedere a questo servizio per la durata di un anno. Per le imprese nate da non più di 12 mesi, il valore dei servizi di tutoraggio è pari a 15 mila euro purché la sede sia in una delle regioni agevolate (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Molise). Se l’azienda è localizzata nelle altre regioni, il valore del tutoraggio scende a 7.500 euro.

Quali piani di impresa sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Le spese ammesse ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto per la nascita di nuove imprese possono essere classificate nelle seguenti:

  • quelle che abbiano contenuto innovativo e tecnologico;
  • le spese per sviluppare i servizi, i prodotti e le soluzioni in ambito di economia digitale, di intelligenza artificiale, di Internet of Thing, di blockchain;
  • i costi sostenuti per valorizzare economicamente i risultati della ricerca privata e pubblica.

I progetti, data l’elevato contenuto innovativo, possono essere portati a termine anche con organismi di ricerca, acceleratori di impresa, incubatori e Digital Innovation Hub (Dih).

Quali spese sono ammissibili ai fini dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti Smart and Start?

Per quanto attiene alle spese ammissibili ai fini dei finanziamenti agevolati e ai contributi, la misura Smart and Start prevede la copertura delle:

  • immobilizzazioni materiali, ovvero delle spese sostenute per macchinari, impianti e attrezzature tecnologiche. I beni devono essere nuovi di fabbrica e in linea con l’attività prodotta dalla nuova impresa;
  • le immobilizzazioni immateriali, nell’ambito delle quali sono agevolabili le spese per i marchi, i brevetti, le licenze, le certificazioni, i know how e le conoscenze tecniche. Anche per questi beni deve esserci correlazione con l’attività che andrà a svolgere la nascente impresa;
  • le spese per i servizi direttamente funzionali a realizzare l’attività dell’impresa in linea con il piano per il quale sia stato presentato il progetto. Sono ammissibili le spese per la progettazione, per lo sviluppo, per la personalizzazione e per il collaudo delle soluzioni informatiche, per gli impianti produttivi e tecnologici, per gli acceleratori di impresa, per il marketing e per le collaborazioni con le realtà di ricerca.

Quali spese del personale sono agevolabili per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti Smart and Start del Mise?

Risultano altresì agevolabili con finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto del Mise le spese del personale dipendente e dei collaboratori rientranti nei requisiti previsti dalla leggera h) del comma 2, dell’articolo 25, del decreto legge numero 179 del 2012. Nel dettaglio, si tratta delle “spese in ricerca e sviluppo uguali o superiori al 15 per cento del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della start-up innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili”.

Quali spese del personali sono comprese nei finanziamenti e contributi a fondo perduto del Mise?

Ai fini di questo provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai princìpi contabili, sono altresì da annoverarsi tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci ed amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della start-up innovativa”.

Quali altre spese per il personale sono finanziabili con la misura Smart and Start?

Ulteriori spese per il personale dipendente e per i collaboratori sono finanziabili con i contributi Smart and Start. In particolare, ricorre l’ammissibilità della spesa nel caso in cui l’impresa start up per l'”impiego come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale ai sensi dell’articolo 3 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca del 22 ottobre 2004, numero 270;

Ulteriori spese ammissibili per personale e collaboratori

Infine, risultano agevolabili con i contributi a fondo perduto o i finanziamenti agevolati le spese della start up che sia “titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa”.

Come inviare le domande di contributi a fondo perduto e di finanziamenti agevolati Smart and Start?

Per l’invio della domanda dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati per la nascita di start up innovative, anche al femminile e per giovani, è necessario utilizzare la procedura telematica. In particolare, la piattaforma informatica si trova sul portale internet di Invitalia, dove è presente anche la modulistica. Risulta necessario seguire gli schemi indicati sul portale e le modalità di invio. Le imprese ammesse al beneficio devono stipulare un contratto di finanziamento con il soggetto gestore.

Contributi a fondo perduto imprese al femminile: arrivano i finanziamenti Mise

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 26 del 1° febbraio 2022 il decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) a sostegno dell’imprenditoria femminile. Alle imprese andranno 400 milioni di euro derivanti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Le imprese favorite saranno le start up e almeno il 40% dei finanziamenti andrà a vantaggio di progetti da realizzare nelle regioni del Mezzogiorno. Varie le misure previste nell’ambito del fondo perduto e per ciascuna di esse nuovi decreti del ministero per lo Sviluppo Economico fisseranno gli obblighi ai quali dovranno adempiere i beneficiari dei finanziamenti.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti Mise per le imprese al femminile: gli ambiti di intervento

I contributi a fondo perduto e i finanziamenti per l’imprenditoria al femminile andranno a vantaggio delle nascenti imprese e di quelle già operanti nel territorio nazionale. I maggiori contributi finanzieranno le nuove imprese per la realizzazione di progetti che abbiano un alto grado di contenuto innovativo e tecnologico. Si tenderà a privilegiare, dunque, i progetti che concentrino gli sforzi produttivi verso lo sviluppo di prodotti, di soluzioni o di servizi nell’ambito del digitale, dell’internet of thing (IoT) e dell’intelligenza artificiale. I progetti, inoltre, dovranno sostenere l’ambito della ricerca sia pubblica che privata.

Imprenditoria al femminile e Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr): le missioni

I contributi a favore dell’imprenditoria al femminile rientrano tra le missioni del Piano nazionale per al ripresa e la resilienza. Nel dettaglio, il punto 1.2 “Creazione di imprese femminili” della missione numero 5, prevede misure di inclusione e di coesione” a favore delle politiche per l’occupazione. L’ammontare dei finanziamenti nell’ambito del Pnrr è pari a 400 milioni di euro con la ripartizione per più sotto-obiettivi.

Contributi a fondo perduto per l’imprenditoria femminile: la ripartizione delle risorse

In particolare, i 400 milioni di euro destinati all’imprenditoria saranno così ripartiti:

  • 100 milioni di euro a valere sulla misura Smart&Smart Italia a favore delle nascenti imprese al femminile purché innovative;
  • altrettanti milioni di euro per la misura relativa all’autoimprenditorialità;
  • ulteriori 38,8 milioni di euro per la nascita di nuove realtà femminili;
  • 131,2 milioni di euro per far sviluppare e consolidare le imprese al femminile già esistenti.

Contributi per l’imprenditoria al femminile, in quali regioni più finanziamenti?

Il 40% delle risorse andrà a vantaggio delle regioni del Centro-Sud Italia. In particolare, le risorse andranno a finanziare progetti provenienti dalle realtà imprenditoriali della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria, del Molise, dell’Abruzzo, della Sardegna e della Sicilia.

Imprenditoria al femminile, come si presenta la domanda di finanziamento?

Per la presentazione delle domande è necessario attendere ulteriori decreti che stabiliranno termini e condizioni per la candidatura dei progetti. La gestione delle risorse per l’imprenditoria al femminile è affidata a Invitalia, previo accordo di finanziamento con il ministero per lo Sviluppo Economico.

Si possono ottenere più contributi per le nuove imprese al femminile?

I soggetti interessati ai contributi e finanziamenti per la nascita e il consolidamento delle imprese al femminile dovranno attenersi a determinati vincoli. Non si può ottenere il doppio finanziamento per gli stessi costi ritenuti già ammissibili nell’ambito di un programma o di uno strumento comunitario. Inoltre, la nascita delle imprese non deve arrecare significativi danni all’ambiente.

Contributi a fondo perduto per le imprese al femminile: la copertura arriva al 90% delle spese

Interessanti opportunità di contributi a fondo perduto e di finanziamenti per l’imprenditoria femminile sono a disposizione grazie alle risorse stanziate dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) e dai fondi del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr). Si tratta di agevolazioni che premiano soprattuto la nascita di nuove imprese, ma anche il sostegno il consolidamento di quelle esistenti. Ai 40 milioni di euro stanziati dal Mise se ne aggiungono altri 400 previsti dall’impiego delle risorse del Pnrr.

Contributi del fondo a sostegno dell’impresa femminile fino all’80% nel caso di nuove imprese

I contributi a fondo perduto per l’imprenditoria possono arrivare a coprire fino all’80% delle spese amminissibili nel caso di nuove imprese. Ma sono a disposizione risorse per ulteriori contributi del 50% e finanziamenti agevolati. I contributi sono richiedibili al nuovo fondo a sostegno dell’impresa femminile istituito dal comma 97 dell’articolo 1 della legge numero 178 del 30 dicembre 2020.

Contributi a fondo perduto a favore dell’imprenditoria femminile: i fondi del Mise e del Pnrr e le linee di intervento

La dote iniziale per i contributi dell’impresa femminile ammonta a 40 milioni di euro. Sono i fondi stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico che, in ogni modo, ha fatto sapere che il cespite verrà incrementato di ulteriori 400 milioni di euro provenenti dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. L’intervento congiunto del Mise e degli impieghi del Pnrr rappresenta un punto cardine inserito nell’ambito della missione “Inclusione e coesione” del Piano. Tre sono le linee di intervento per l’imprenditoria femminile. Le prime due riguardano i contributi alle imprese che non sono ancora nate o che lo saranno entro i 12 mesi. L’altra riguarda le imprese già esistenti che hanno un’anzianità superiore.

Imprese al femminile: quali contributi si possono richiedere per iniziare un’attività?

La prima linea di intervento a favore delle imprese al femminile riguarda la nascita di nuove attività o lo sviluppo di quelle esistenti da poco tempo. Nel dettaglio, i contributi a fondo perduto sono riservati:
  • alle imprese femminili che abbiano la sede legale e operativa in tutto il territorio nazionale;
  • le imprese devono essere state costituite da non oltre i 12 mesi. Il decorso del tempo parte dal giorno della presentazione della domanda dei contributi;
  • la domanda di contributi a fondo perduto può essere presentata anche da persone fisiche. In questo caso, la finalità è l’inizio di un’impresa al femminile o l’avvio di un’attività professionale.

Quali contributi sono previsti per le imprese esistenti da non oltre 12 mesi dalla domanda di fondo perduto?

Il primo limite di spese ammissibili è fissato a 100 mila euro. Per spese ammissibili fino a questo importo il contributo a fondo perduto può arrivare fino all’80% delle stesse. In ogni modo, il contributo non può superare la cifra massima di 50 mila euro. La copertura a fondo perduto può arrivare fino al 90% delle spese ammissibili: è il caso delle domande presentate da donne in stato di disoccupazione che pongano avvio a un’impresa individuale o a un’attività autonoma. Anche in questo caso, il limite del fondo perduto è fissato in 50 mila euro. Per i progetti che abbiano un totale di spese ammissibili tra 100 mila e 250 mila euro, la copertura del fondo perduto può arrivare al limite del 50% delle stesse.

Quali sono le spese ammissibili dei contributi a fondo perduto delle imprese al femminile?

Le spese ammissibili per il calcolo del contributo a fondo perduto dell’impresa al femminile riguardano:
  • le immobilizzazioni materiali come i macchinari, le attrezzature e gli impianti. Tutti devono essere acquistati nuovi di fabbrica;
  • immobilizzazioni immateriali;
  • i servizi in cloud utili al personale dipendente dell’impresa. L’assunzione deve avvenire con contratto a tempo determinato o indeterminato;
  • il finanziamento del capitale circolante per un massimo del 20% delle spese ammissibili.

Imprese al femminile costituite da oltre 12 mesi, quali sono i contributi e i finanziamenti agevolati?

La seconda linea di intervento concerne i contributi e finanziamenti delle imprese al femminile esistenti da oltre 12 mesi dal momento della presentazione della domanda. Si tratta di un intervento volto a consolidare le imprese già esistenti, la cui sede operativa e legale sia ubicata in tutto il territorio nazionale. L’impresa ha a disposizione due anni di tempo per realizzare il progetto. Il tempo decorre dalla data in cui il ministero ha trasmesso il provvedimento cui il quale ha concesso il contributo. Il provvedimento di concessione deve essere controfirmato dall’impresa al femminile che beneficia dell’agevolazione. Si può ottenere una proroga di massimo 6 mesi.

Spese ammissibili per imprese al femminile esistenti da oltre 12 mesi

Per la seconda linea di intervento a favore delle imprese al femminili esistenti da oltre 12 mesi, il massimo delle spese ammissibili è pari a 400 mila euro. Se l’impresa ha più di 12 mesi ma meno di 36 al giorno in cui presenta la domanda, la percentuale di contributi accordati è pari:
  • al 50% delle spese ammissibile sotto forma di contributo a fondo perduto;
  • il restante 50% attraverso formule di finanziamenti agevolati con tassi di interesse pari a zero e fino all’80% di copertura delle spese ammissibili.

Quali contributi e finanziamenti sono richiedibili dalle imprese al femminile che sono esistenti da oltre 36 mesi?

Per le imprese al femminile esistenti da oltre 36 mesi al giorno in cui si presenta la domanda di contributo, la suddivisione 50% e 50% di contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso zero si applica esclusivamente per le spese di investimento nel limite dell’80% delle stesse. Per contributi a copertura delle esigente di capitale circolate, la formula di aiuto prevede solo il fondo perduto. I finanziamenti agevolati a tasso zero possono avere una durata di rimborso di 8 anni. Le spese ammissibili sono le medesime che si ritrovano nel caso delle imprese costituite da non oltre 12 mesi. Il capitale circolante è ammesso al massimo per il 25% delle spese ritenute ammissibili.

Imprese al femminile: come si presenta la domanda di fondo perduto e di finanziamento?

Per presentare la domanda di contributi a fondo perduto e di finanziamento a favore delle imprese al femminile è necessario attendere il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico. Nel provvedimento verranno indicate le modalità per la presentazione della domanda e la procedura di valutazione della stessa. L’iter seguirà il procedimento allo sportello.

Contributi a fondo perduto per le imprese femminili, ecco le misure e le spese finanziabili

L’imprenditorialità femminile avrà a disposizione nuovi contributi a fondo perduto e finanziamenti in tutti i settori di attività e lungo tutto il territorio nazionale. I contributi, già previsti dalla legge di Bilancio 2021 e validi per tutto l’anno e il 2022, hanno visto finalmente la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo della Manovra 2021. Il che significa che le imprese femminili potranno beneficiare dei fondi messi a disposizione come aiuto dell’attività e pertanto potranno essere presentate le domande per il fondo perduto e i finanziamenti in base alle spese ritenute ammissibili.

Contributi a fondo perduto per le imprese femminili: i riferimenti normativi

I riferimenti normativi dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti per l’imprenditorialità femminili si ritrovano nel decreto attuativo del 30 settembre 2021 del ministero per lo Sviluppo economico (Mise). Il decreto è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 296 del 14 dicembre 2021. Il decreto distingue le imprese femminili che siano state costituite da almeno un anno da quelle con più tempo, da uno a tre anni, oppure oltre i 36 mesi.

Quali sono i settori di intervento degli aiuti alle imprese femminili?

Il decreto fissa i settori di intervento degli aiuti alle imprese femminili. Sono comprese le imprese che operano nei settori dell’agroindustria, del commercio, dell’industria, dell’artigianato, del turismo e dei servizi. I contributi sono destinate alle imprese che hanno la propria sede in tutto il territorio nazionale. Le risorse totali messe a disposizione dal decreto è pari a 20 milioni di euro per il 2021 e ad altrettanti per il 2022.

Quali sono le spese finanziabili dai fondi per l’imprenditorialità femminile?

Tra le spese finanziabili per le imprese al femminile si ritrovano:

  • i macchinari, le attrezzature e gli impianti nuovi di fabbrica. Tutti devono essere funzionali all’attività dell’impresa che ne beneficia;
  • le immobilizzazioni immateriali funzionali all’attività dell’impresa;
  • le attività in cloud, anche questi funzionali ai processi della gestione dell’impresa;
  • spese per il personale dipendente. Si tratta dei costi da sostenere sia per i dipendenti a tempo indeterminato che determinato assunti dopo il giorno in cui si è presentata la domanda del fondo perduto o del finanziamento.

Quali altre spese sono ammissibili per il fondo perduto alle imprese al femminile?

Tra le altre spese ammissibili al fondo perduto e ai finanziamenti delle imprese al femminile si ritrovano le esigenze del capitale circolante per il massimo del 20% delle spese ammissibili. Tali spese riguardano le materie prime e sussidiarie, i materiali di consumo, i servizi occorrenti per svolgere l’attività dell’impresa, i canoni di leasing e le spese di noleggio.

Fondo perduto per le imprese costituite da non oltre i 12 mesi: quali spese sono ammissibili?

Per le imprese che siano state costituite da non oltre i 12 mesi, il provvedimento attuativo decreta amplia le coperture a fondo perduto. In particolare, per i progetti che includano spese ammissibili non oltre i 100 mila euro sono previste delle agevolazioni fino all’80% delle spese ammissibili. L’importo massimo ottenibile può arrivare fino a 50 mila euro. La copertura può salire al 90% nel caso di imprese avviate da donne disoccupate nelle forme di impresa individuale o di attività di lavoro autonomo. Rimane il limite dei 50 mila euro anche per la percentuale di copertura del 90%.

Contributi a imprese al femminile, la copertura per le spese sopra i 100 mila euro

Se le spese ammissibili dell’impresa al femminile dovessero superare l’importo di 100 mila euro e non oltre i 250 mila euro, la percentuale di copertura delle spese ammissibili scende al 50%. Il limite dei 250 mila euro deve essere considerato il tetto massimo di tutte le formule agevolate dell’imprenditoria femminile e al netto dell’Iva.

Imprese femminile costituite dai 12 ai 36 mesi, quali contributi a fondo perduto sono previsti?

Per le imprese al femminile costituite da oltre 12 mesi e fino a 36 mesi (fa fede la data della presentazione della domanda del contributo), è prevista la copertura del 50% delle spese ammissibili come fondo perduto. Il rimanente può essere oggetto di finanziamento agevolato a tasso zero fino al limite dell’80% delle spese ammissibili.

Imprese al femminile costituite da oltre 36 mesi, quali finanziamenti e contributi?

Per le imprese costituite da oltre 36 mesi (rispetto alla data nella quale si presenta la domanda di agevolazione) è prevista la copertura dell’80% delle spese ammissibili. Tuttavia, all’interno delle spese ammissibili è necessario fare una differenza:

  • la ripartizione di contributi a fondo perduto e del finanziamento agevolato riguarda le sole spese di investimento;
  • le spese del capitale circolante sono ammissibili e soggette alla formula agevolata del contributo a fondo perduto.

Quali sono le condizioni applicate per i finanziamenti agevolati alle imprese al femminile?

Alla quota dei finanziamenti agevolati relativa agli aiuti alle imprese al femminile vengono applicate le seguenti condizioni:

  • la durata massima del finanziamento è fissata in 8 anni;
  • i finanziamenti sono tutti a tasso zero;
  • il rimborso avviene dopo 12 mesi dall’erogazione dell’ultima quota di agevolazione;
  • la restituzione delle somme avviene in base a un piano di ammortamento con rate semestrali, costanti e posticipate;
  • non sono previste, sulle quote finanziate, delle formule di garanzia.

Domanda contributi a fondo perduto e finanziamenti alle imprese al femminile: a chi si deve presentare?

La domanda per i contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati delle imprese al femminile vanno presentate a Invitalia. Non vi sono dei limiti temporali di scadenza della presentazione dell’Istanza. Invitalia, nella erogazione dei contributi e dei finanziamenti, considera l’ordine cronologico di arrivo delle domande. I progetti oggetto di contributi o di finanziamento devono essere realizzati entro due anni dalla trasmissione del provvedimento della concessione.

 

 

Imprese femminili: tra finanziamenti, agevolazioni e premi

Poco più di un quinto: le imprese femminili operanti in Italia sono circa 1,3 milioni, solo il 21,4% del totale nazionale. La percentuale uscita dall’ultima indagine dell’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile di Unioncamere-InfoCamere mostra ancora tutta l’arretratezza (non solo) culturale del nostro Paese in termini di parità di genere. Delle imprese a gestione femminile se ne parla e se ne discute ogni volta come le mosche bianche dell’imprenditoria nazionale, come un fenomeno che, nonostante la direzione che sembrerebbe aver preso il mondo, non si dovesse mai compiere definitivamente.

Fra le tante chiacchiere da bar sull’argomento e le solite promesse non mantenute, però, qualche iniziativa seria a favore delle nuove imprese “rosa” inizia finalmente a palesarsi. Ad inizio agosto, per esempio, l’Ente Nazionale per il Microcredito ha aperto, nell’ambito del progetto pilota Microcredito Donna, un bando finalizzato all‘erogazione di microcrediti a donne o persone giuridiche, a rilevante presenza femminile, che vogliano avviare o abbiano avviato un’impresa nel Lazio. L’iniziativa ha lo scopo di sostenere, attraverso i finanziamenti per imprese femminili fino a 25mila euro, la microimprenditorialità e il lavoro delle donne, ed è rivolto ai soggetti impossibilitati, per condizioni soggettive e oggettive, ad accedere al credito tradizionale.

La Camera di Commercio di Pordenone e il Comitato per lo Sviluppo dell’Imprenditoria Femminile, invece, hanno indetto la seconda edizione del premio Voglia D’Impresa, per valorizzare le imprese femminili del territorio. Possono partecipare le imprese femminili della provincia di Pordenone con almeno un lavoratore/lavoratrice assunto/a con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il premio ammonta a 4mila euro e sarà concesso all’impresa femminile che otterrà il punteggio più elevato in base ai criteri previsti nel bando e riferiti alla situazione aziendale attuale ed ai progetti realizzati nell’ultimo triennio.

La Regione Campania, inoltre, ha lanciato un bando nell’ambito delle operazioni di sostegno al tessuto produttivo finanziate col Fondo rotativo per lo sviluppo delle aziende per le giovani corregionali under 35 che abbiano voglia di fare impresa. Uno strumento che dovrebbe consentire di sostenere gli investimenti innovativi delle aziende giovanili e femminili.

Jacopo MARCHESANO

A Lodi e Bologna, bandi per le imprese femminili

Ci sono due bandi in scadenza al 31 ottobre dedicati all’imprenditoria femminile, uno promosso dalla Camera di Commercio di Bologna e uno da quella di Lodi.

Per quanto riguarda il primo, verranno premiate le cinque imprese femminili che, avviate nella provincia di Bologna, abbiamo saputo proporre, negli ultimi 18 mesi, progetti di internazionalizzazione volti a promuovere i prodotti e i servizi del Made in Italy, ma anche l’eticità e l’ecosostenibilità dei prodotti stessi ed importanti elementi di innovazione.

In particolare, a proporre l’iniziativa, è il Comitato per la Promozione dell’Imprenditorialità Femminile, organismo della Camera di Commercio di Bologna formato dalle rappresentanti dei principali settori economici bolognesi.
Per presentare le candidature occorre compilare e inviare la Scheda di Candidatura sul sito della CCIAA di Bologna entro il 31 ottobre 2013.

Stessa scadenza per iscriversi al Premio della Camera di Commercio di Lodi per l’imprenditoria femminile, che mette in palio 1.000 euro, con lo scopo di incoraggiare lo sviluppo delle imprese femminili.

Il bando è aperto sia alle imprese individuali, sia alle società di persone, a patto che siano condotte da donne, o composte almeno al 50% da quote rosa, e regolarmente registrate al Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi e in regola con il pagamento del diritto annuale.

Le proposte presentate verranno giudicate tenendo conto dell’originalità dell’attività svolta, l’adozione di strumenti innovativi di commercializzazione, promozione, comunicazione o assistenza alla clientela, la qualificazione e la valorizzazione del territorio e/o della produzione tipica locale e infine per la più recente costituzione in relazione alle domande pervenute.

A giudicare i progetti, il Comitato per la promozione dell’imprenditoria femminile costituito presso la Camera di Commercio di Lodi, integrato dal funzionario camerale che ne segue l’attività.
All’impresa vincitrice verrà assegnato un premio di 1.000 euro, durante la premiazione che si terrà l’1 dicembre 2013 a Lodi nell’ambito della manifestazione “Fedeltà al lavoro e progresso economico” promossa dalla Camera di Commercio.

Presentando questo progetto, Alessandro Zucchetti, presidente della Camera di Commercio di Lodi, ha dichiarato: “La Camera di Commercio di Lodi ha voluto dare un segnale di incoraggiamento all’imprenditoria femminile, che nel Lodigiano si attesta circa al 20% del totale, al fine di agevolare la partecipazione della donna al mondo del lavoro andando incontro alle difficoltà da sempre legate alla gestione dei ritmi lavorativi e familiari”.

Vera MORETTI