Bankitalia, tra i due litiganti il terzo gode. Ignazio Visco nuovo Governatore

Ignazio Visco, sessantaduenne di origine napoletana, sarà il nuovo Governatore della Banca d’Italia che succederà a Mario Draghi, che dal prossimo 1° novembre siederà sulla poltrona di Presidente della Banca Centrale Europea . Questo quanto emerso proprio negli ultimi minuti. Visco sarà il candidato che verrà proposto dal Governo al Consiglio Superiore che lo nominerà Governatore della Banca d’Italia.
Già vice Direttore Generale dal 9 gennaio 2007, Visco è all’interno di Bakitalia da 39 anni (è stato assunto in Banca d’Italia nel 1972) dove nel corso della lunga carriera ha ricoperto diversi ruoli sempre di vertice.

La scelta di Ignazio Visco però ha colto di sorpresa i più. Infatti nelle ultime ore il contendere era tra i candidati Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della BCE dal 2005, e Fabrizio Saccomanni, Direttore Generale di Bankitalia dal 2006. Ma non solo, nella scelta sembrava esserci una contesa tra il Presidente Silvio Berlusconi, che pare vedesse di buon occhi la nomina di Bini Smaghi, e il Ministro Giulio Tremonti, che pare parteggiasse per Saccomanni. E alla fine verrebbe proprio da dire che tra i due litiganti il terzo gode. O forse verrebbe da pensare (malignamente) che per evitare un possibile scontro politico interno alla maggioranza, la politica ancora una volta ha scelto di non decidere.

Fatto sta che l’allievo, Visco, supera il maestro, Saccomanni, e il Vice Direttore Generale della Banca d’Italia ha scalzato il suo diretto superiore per la nomina al vertice di palazzo Koch.
Visto la scenario attuale dell’economia, siamo sicuri che il Professor Visco (perché oltre ad essere dirigente di Bankitalia, sul curriculum di Visco compare anche una parentesi da professore universitario) avrà un bel da fare. La situazione non è delle migliori, caro Governatore, ma come si dice, quando il gioco si fa duro…

Da INFOIVA, In bocca al lupo e buon lavoro!

Occupazione, Bankitalia non vede la ripresa

Secondo il bollettino di Bankitalianon emergono segnali di una significativa ripresa dell’occupazione“, tanto che nel 2011 “risulterebbe ancora modesta la creazione di nuovi posti di lavoro“.

Secondo via Nazionale, a frenare l’occupazione sarebbe sopratutto “il graduale riassorbimento, nei processi produttivi, del personale in cassa integrazione” che, nel secondo trimestre dell’anno, “ha interrotto la riduzione delle ore autorizzate“. Per questo, secondo Bankitalia, la ripresa dell’occupazione “procederebbe a rilento“.

Sempre secondo il Bollettino, il tasso di occupazione delle persone tra i 15 e i 64 anni è salito, nel primo trimestre 2011, di un decimo di punto ma la partecipazione al mercato del lavoro è ancora in calo: pesa “l’effetto scoraggiamento” che ha portato a una riduzione della partecipazione al 62,2% dal 62,4%.

In questo quadro di incertezza “le imprese continuano a prediligere le assunzioni con contratti flessibili e part-time“: secondo i dati di fonte Inail elaborati dal Ebitemp, nel primo trimestre hanno registrato un incremento delle ore di lavoro interinale del 24,3% su base tendenziale. Nello stesso periodo il numero degli occupati dipendenti a termine è aumentato del 4,1% rispetto al trimestre 2010 a fronte di una riduzione dello 0,1 di quelli permanenti. Il numero dei dipendenti a tempo parziale è poi cresciuto del 2,5% e il lavoro autonomo, che include i collaboratori a progetto, ha segnato un incremento dello 0,9%.

Crescono le entrate tra gennaio e maggio

Aumentano le entrate tributarie nei primi cinque mesi del 2011: 145,84 miliardi di euro, con una crescita del 5,1% pari a +7,05 miliardi, rispetto allo stesso periodo del 2010. Un dato che emerge dal Bollettino del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, nel quale si sottolinea “la buona tenuta delle entrate tributarie che, per il secondo mese consecutivo, crescono ad un tasso allineato rispetto al periodo pre-crisi“.

Le imposte dirette aumentano del 4,5% (+3.149 milioni di euro) rispetto al corrispondente periodo del 2010, con un andamento sostenuto dal gettito IRE che presenta un incremento tendenziale del 4,3% (+2,73 miliardi di euro) dovuto alla crescita del gettito delle ritenute sui redditi di lavoro dipendente (+3,5%), trainato sia dagli aumenti dell’indice delle retribuzioni contrattuali orarie registrati nei primi mesi dell’anno, sia dal rinnovo di alcuni contratti collettivi.

Le imposte indirette fanno registrare un aumento del 5,7% (+3.904 milioni di euro) rispetto al medesimo periodo del 2010. Il ministero sottolinea come continui il positivo andamento dell’IVA, che evidenzia un incremento tendenziale del 4,4% (+1.818 milioni di euro) sostenuto, in particolare, dal gettito dell’imposta sulle importazioni (+28,2% pari a +1.524 milioni di euro) che riflette l’incremento dei flussi in valore di beni e servizi importati sui quali influisce l’aumento del prezzo del petrolio.

Il buon andamento delle entrate è confermato anche da Bankitalia, secondo cui, nei primi cinque mesi del 2011, sono salite a 140,494 miliardi, in crescita del 5,6% rispetto ai 133,033 miliardi dello stesso periodo dell’anno scorso. La differenza tra le due fonti è dovuta al diverso metodo di calcolo seguito: via Nazionale si basa infatti sul criterio di cassa, mentre il ministero applica il principio della competenza economica.

Bankitalia: le imprese sono poco ottimiste per questo avvio di 2011

Secondo un’indagine campionaria svolta da Bankitalia insieme a Il Sole 24Ore, nel quarto trimestre del 2010, su 481 imprese, “la percentuale delle aziende che segnalano una condizione economica invariata rispetto al periodo precedente è rimasta ampiamente maggioritaria e pressoché costante (65,3%)”. L’istituto di via Nazionale sottolinea però che “i giudizi sulle prospettive a breve termine appaiono meno favorevoli rispetto alla rilevazione precedente”.

Nell’ultima parte del 2010 il saldo tra la quota di imprese che hanno riportato giudizi di miglioramento delle condizioni economiche generali e quelle che ne hanno segnalato un peggioramento è tornato negativo (16,1 punti percentuali; era positivo per 6,4 punti nell’inchiesta precedente). I saldi, negativi, appaiono più modesti nell’industria e nel Nord Est, più ampi per le imprese operanti nel settore dei servizi e per quelle aventi sede nel Centro e al Sud.

Guardando ai primi mesi del 2011, invece, si registra un peggioramento delle aspettative da parte delle imprese sulla congiuntura economica: “La percentuale di imprese che attribuiscono al miglioramento della situazione economica nel prossimo trimestre una probabilità superiore a un quarto è pari al 18,6%, 1,7 punti percentuali in meno di quanto rilevato a settembre; un maggiore ottimismo si registra tra le aziende con almeno 1.000 addetti”.

Per quanto riguarda l’accesso al credito, “la quota di imprese che segnala invarianza di condizioni di accesso al credito rimane superiore all’80%. Risulta lievemente aumentata sia l’incidenza delle imprese che segnalano un peggioramento di tali condizioni (13,9%, dal 12,4 del trimestre precedente) sia quella di coloro che indicano un miglioramento (5,1%, da 3,4)”. Infine sull’occupazione: la quota di aziende che prevedono una riduzione del proprio personale nel prossimo trimestre si è mantenuta, per l’undicesimo trimestre consecutivo, superiore a quella di coloro che ne stimano una crescita.